Dunque che io sappia e' l'unico che ha in portfolio che copre da inflazione piu' che altro se l'e' trovato in carico da una vecchia gestione, quindi mi chiedeva se non era il caso di venderla e stare alla finestra in attesa di reinvestire in qualche emissione a prezzi piu' convenienti ....
Altre emissioni a prezzi più convenienti ce ne sono nel corporate, ma con un'assunzione di rischio più elevata a carico dell'obbligazionista. Quindi deve sapere che si fa carico di un livello di rischio che significa maggiore volatilità dei prezzi, e suscettibilità di cali dei corsi se si verifica qualche evento che genera flight to quality (che so, per dire, una ristrutturazione del debito greco).
Ad es. c'è tutto il comparto dei cementieri europei in sofferenza sia per un possibile declino dei fatturati legati a cattivo andamento dell'edilizia residenziale e pubblica (quest'ultima causa tagli della spesa), sia perché gli emittenti sono ancora piuttosto carichi di debito sulle spalle.
Da Italcementi a Buzzi Unicem a Lafarge, su lunghezze 2016-2020 si spuntano anche rendimenti lordi superiori al 5% annuo, però con il rischio che se qualcosa va storto, questi titoli perdono l'Investment Grade e diventano speculativi, e per quanto alcuni siano muniti di clausole di protezione (in soldoni, ti aumentano la cedola) i prezzi potrebbero calare sensibilmente.
Per questo dicevo che dipende.
Ci sono anche dei petroliferi (Pemex o Chesapeake) che offrono in euro rendimenti sopra il 5%, il primo su scadenza lunghe, sulle quali è a rischio perdita dell'IG, il secondo in quanto è ad oggi speculativo, sebbene abbia varato piani per il recupero dell'IG, rispetto ai quali però c'è rischio esecutivo.
Questi sono solo esempi, ma capisci che il livello di rischio non è quello di un TDS francese, e per la gran parte sono tagli da 50k...