Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

SELL-OFF GOLDMAN : ACCUSE DI FRODE DALLA SEC
di WSI

Il titolo perde il 15%. Secondo l'autorita' di controllo della borsa Usa, la banca avrebbe venduto prodotti collegati ai mutui subprime. Omessi dettagli chiave e rilasciate informazioni inesatte. Tonfo dei finanziari.


Goldman Sachs, una delle banche americane che ha retto meglio la crisi finanziaria, e' stata accusata di frode per aver creato e venduto prodotti collegati a mutui suprime, rilasciando informazioni inesatte e omettendo fatti chiave.

Le accuse sono mosse dalla Securities and Exchange Commission, la Consob americana, che ha avviato una causa civile.

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Sulla scia della notizia il titolo cede a Wall Street oltre il 15%, cosa che trascina al ribasso i titoli finanziari in generale. Morgan Stanley perde il 6.74%, Citigroup cede il 4.68%, Wells Fargo lascia sul terreno il 3.88%, JpMorgan perde quasi il 4% mentre Bank of America segna un -5.34%.

Si e' conclusa da pochi minuti la conference call della Sec. L'autorita' non ha per il momento menzionato altri casi, ma per il mercato si tratta del primo caso di una lunga serie.

Non si e' fatta attendere la risposta della banca, che definisce le accuse prive di fondamento. Goldman ha detto che fara' di tutto per difendere il proprio nome e la propria reputazione.

Quella di oggi e' la prima iniziativa che vede le autorita' agire nei confronti di un prodotto messo a punto da Wall Street e che ha aiutato alcuni investitori a capitalizzare sul collasso del mercato immobiliare.

Nel dettaglio, lo strumento creato dalla banca preso di mira dalla Sec e' un Cdo chiamato Abacus 2007-AC1, ed e' uno dei 25 creati da Goldman per consentire alla stessa banca e ad alcuni selezionati clienti di scommettere contro il mercato immobiliare.

Tale strumento finanziario sarebbe stato creato nel febbraio 2007 su richiesta di John A. Paulson, manager di hedge fund che nel 2007 ha guadagnato circa $3.7 miliardi.
 
GRECIA VERSO BANCAROTTA VOLONTARIA
di WSI

Rendimenti dei titoli decennali sopra l'8%. Allo studio uno scambio volontario di debito. Possibile un taglio del 25% nella posizione debitoria. Resta da capire se e' una mossa lecita. Cosa accadrebbe ai creditori, banche Ue in testa?


Il rendimento dei titoli di stato decennali in Grecia hanno superato l'8%, per esser precisi hanno toccato l'8.003%.

Il motivo e' presto detto: il mercato e' pronto a scommettere che Atene stia accarezzando sempre di piu' l'idea di ricorrere volontariamente alla bancarotta. Nel dettaglio, sarebbe allo studio uno scambio volontario di debito nel quale una porzione di quest'ultimo verrebbe tagliata.

Resta da capire come questa operazione possa esser realizzata e se sia lecita in Europa. Stando alle voci che circolano, se la transazione tra debitore e creditori avra' carattere volontario, l'andamento dei Credit default swaps non dovrebbe esser intaccato e quindi l'eventualita' di un default non si realizzerebbe.

Dall'altro lato pero', l'esposizione debitoria della Grecia potrebbe subire una sforbiciata del 25% e piu', cosa che potrebbe ridurre la spesa sul fronte degli interessi a carico del paese.

La Grecia si trova nel bel mezzo della spirale del debito il cui costo ha una grandezza superiore al suo tasso di crescita. La domanda e': se il 25% del debito totale di Atene da 305 miliardi di euro viene cancellato, cosa accade per i creditori (banche europee in primis)? E ancora: la mossa lancerebbe al resto dell'Ue uno specifico segnale, quello che accordi al di fuori delle regole siano ammissibili? Quanto debito verrebbe eliminato in modo simile in casi che chiamano in causa Portogallo, Spagna, Ungheria e chiunque altro sia insolvente?
 
Grecia/ Papandreou: Chiediamo attivazione piano aiuti Ue-Fmi
di Apcom

Il premier: è una necessità nazionale


Atene, 23 apr. (Apcom) - Il premier della Grecia George Papandreou ha annunciato che Atene ha chiesto l'attivazione del meccanismo di aiuti preparato dall'eurozona e dal Fondo monetario internazionale. La decisione è scaturita dopo che da ieri si sono nuovamente esacerbate le tensioni di mercato sui titoli di Stato del paese, a seguito di una revisione in peggio di Europstat dei dati sul deficit 2009 e di un declassamento di rating da parte di Moody's. La richiesta di aiuto "è una necessità nazionale", ha spiegato Papandreou durante una diretta televisiva. (fonte Afp)
 
Grecia, sale la protesta tedesca "Dobbiamo espellerla dall´euro"

Csu in pressing. No del governo: ma basta aiuti se viola i patti Si accende lo scontro politico in vista delle elezioni in Nordreno Westfalia. La stampa accusa: così dovremo aiutare anche Italia e Spagna

Tuoni, allarme rosso, ultimatum e campagne mediatiche made in Germany contro la Grecia. La Csu, cioè l´Unione cristiano-sociale bavarese (partito fratello della Cdu della Cancelliera Angela Merkel) chiede apertamente che Atene esca dall´Unione monetaria europea. Non se ne parla, ribatte in sostanza il governo, per bocca del ministro delle Finanze in persona, il senior leader democristiano Wolfgang Schaeuble. Ma ogni giorno che passa, cresce la paura del centrodestra al potere a Berlino di perdere le vitali elezioni del 9 maggio nel Nordreno-Westfalia, il più popoloso e centrale dei sedici Stati della federazione. E pur di non alienarsi il consenso degli elettori, terrorizzati dall´ipotesi di pagare per i debiti ellenici, molti politici conservatori e moderati parlano senza freni. Col forte rischio di esasperare le tensioni tra Berlino e il resto dell´Unione europea.

«Un´uscita della Grecia dall´unione monetaria europea, a fronte della situazione, non può più essere considerato un tabù», ha detto a Spiegel online Hans-Peter Friedrich, uno dei massimi esponenti della Csu. I problemi della Grecia, sostiene, sono profondi, è necessario andare alle estreme conseguenze. Atene, spiega Friedrich, «non ha solo un problema di liquidità, ma anche un problema strutturale di crescita e di debolezza strutturale». È necessario «riflettere seriamente sull´ipotesi di una sua uscita dall´eurozona, ciò non può essere dichiarato tabù».

Non se ne parla, replica subito Schaeuble, ministro delle Finanze, decano della Cdu, molto più europeista del partito fratello bavarese e potentissimo senior leader nel governo. Io rifiuto, ha detto alla Frankfurter Allgemeine in edicola oggi, l´ipotesi di costringere la Grecia a uscire dalla moneta unica o di imporle diktat sulle sue misure di consolidamento dei conti pubblici. In un´altra intervista, al settimanale di Monaco Focus, Schaeuble ha comunque aggiunto di ritenere che l´Unione europea dovrebbe interrompere gli aiuti alla Grecia, se da parte di Atene ci saranno violazioni, se cioè il governo del premier socialista George Papandreou non riuscirà a centrare gli obiettivi di riduzione di deficit e debito indicati dalla Ue in cambio del suo ampio pacchetto di aiuti.
«L´ipotesi di esclusione di Atene dall´unione monetaria non è realistica e non è praticabile», ha aggiunto una fonte governativa parlando con Repubblica: «Queste sortite della Csu sono cucina interna, dibattito di politica interna con uno sfondo elettorale».
L´irritazione e l´imbarazzo del team di governo della Merkel sono evidenti, e scomodi. La paura di perdere in Nordreno-Westfalia è fortissima, e spinge a fare la voce grossa con Atene per piacere agli elettori.

Le voci per una cacciata della Grecia dall´euro si moltiplicano, nel fronte cristiano-conservatore. Secondo Werner Langen, capogruppo Cdu-Csu all´Europarlamento, «c´è da essere molto scettici se gli aiuti europei siano conformi con la Costituzione tedesca, la vera alternativa seria è che la Grecia esca dall´unione monetaria e torni competitiva con dure riforme di struttura». L´opposizione socialdemocratica (Spd) coglie la palla al balzo e accusa la Merkel di "miserabile gestione" della crisi greca. Ma molti media liberalconservatori o vicini al governo alzano il tiro. Secondo l´autorevole Frankfurter Allgemeine, «se salveremo la Grecia dovremo poi fare lo stesso con Portogallo, Spagna e Italia». Bild, il quotidiano popolare più letto d´Europa, usa i toni più brutali: «Allora è vero, i greci vogliono i nostri soldi!».

Andrea Tarquini
Fonte: La Repubblica.it - Homepage
 
SEMPRE PEGGIO: LA GRECIA E' ORA IL SECONDO PAESE PIU' RISCHIOSO AL MONDO

di WSI-TELEBORSA-APCOM


Il Paese ellenico si è portato al secondo posto nella classifica delle nazioni a rischio default, scalzando l'Argentina. Stando alle indicazioni di CMA Datavision, il premio dei titoli greci è salito a 717,56 punti, cioe'...
Ancora brutte notizie per la Grecia. Il Paese ellenico si è portato al secondo posto nella classifica dei Paesi a rischio default, scalzando l'Aregntina.
Stando alle indicazioni di CMA Datavision, il premio dei titoli greci è salito a 717,56 punti, pari ad una probabilità del 43,86% di default.

Prima della Grecia si colloca solo il Venezuela (43,99) mentre la seguono Argentina (42,66% e Pakistan (36,42%). Resta ampio il differenziale del rendimento dei titoli decennali della Grecia e del Bund tedesco, che sosta a 639 punti, con il rendimento dei titoli di stato greci a dieci anni al 9,43%.

Ad appesantire la situazione già difficile del paese ellenico, non solo i timori per l'inadeguatezza del piano di salvataggio e quelli di un effetto contagio sugli altri paesi della zona euro ma anche la posizione dura presa dalla Germania nei confronti del piano di aiuti.

Ieri, il cancelliere tedesco Angel Merkel ha annunciato che la Germania aiuterà la Grecia solo se questa attuerà concrete misure per ridurre il proprio deficit, e che la timeline degli aiuti potrebbe essere di 3 anni.

Per suo conto, il primo ministro delle Finanze greco Georges Papaconstantinou ha affermato che la Grecia metterà in atto misure "draconiane" per risollevarsi.

Nel frattempo, si apprende che questa volta i greci non sembrano sostenere il governo del premier George Papandreou: secondo un sondaggio diffuso dalla rete televisiva Mega, al 60,9 per cento sono contrari alla decisione di chiedere l'attivazione del meccanismo di aiuto di Unione europea e Fondo monetario internaizonale. E sul coinvolgimento della sola istituzione di Washington, che evidentemente è quella più percepita come legata a politiche di bilancio restrittive a corollario degli aiuti, la quota dei contrari a chiedere assistenza sale al 70,2 per cento.

L'indagine è stata effettuata dalla società Public Opinion su un campione di 1.400 cittadini, e va segnalato che è stata condotta prima che Atene chiedesse effettivamente di attivare il meccanismo di soccorso, venerdì scorso.

Tuttavia segna un possibile mutamento dell'orientamento dell'opinione pubblica greca verso le scelte del governo in merito alla cruciale politica di bilancio. In precedenza infatti altri sondaggi avevano indicato che la maggioranza dei greci appoggiava l'esecutivo nei suoi duri piani di risanamento.
 

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