C'è mercurio nei vaccini? Ne parla Stefano Montanari

LE case farmaceutiche possono nascondere la verità per i loro interessi economici
pertanto non sono più credibili neppure quando dicono:"è scientificamente provato"... da chi?
 
14 febbraio 2018

Una giovane donna è morta di morbillo a Poitiers, nella Francia centro-occidentale. Lo ha riferito l’Agenzia regionale per la salute della Nuova Aquitania, spiegando che la paziente – non vaccinata – era ricoverata dai primi giorni di febbraio al Centro ospedaliero universitario (Chu) di Poitiers per gravi complicazioni causate dalla malattia esantematica. Quest’anno – ha riferito l’autorità sanitaria – già 269 persone si sono ammalate di morbillo; in un caso su 4 si è reso necessario il ricovero e 4 pazienti sono finiti in Rianimazione.
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Una giovane donna morta di morbillo in Francia. Non era vaccinata - Secolo d'Italia
 
14 febbraio 2018

Una giovane donna è morta di morbillo a Poitiers, nella Francia centro-occidentale. Lo ha riferito l’Agenzia regionale per la salute della Nuova Aquitania, spiegando che la paziente – non vaccinata – era ricoverata dai primi giorni di febbraio al Centro ospedaliero universitario (Chu) di Poitiers per gravi complicazioni causate dalla malattia esantematica. Quest’anno – ha riferito l’autorità sanitaria – già 269 persone si sono ammalate di morbillo; in un caso su 4 si è reso necessario il ricovero e 4 pazienti sono finiti in Rianimazione.
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Una giovane donna morta di morbillo in Francia. Non era vaccinata - Secolo d'Italia

DUNQUE
1 MORTA SU 269 AMMALATI .... cioè lo 0,37%... 3,7 ogni mille... direi che la percentuale è molto bassa.

quindi dobbiamo vaccinare milioni di bambini a fronte di un pericolo trascurabile? ma và a dar via il qul!

se la donna si fosse ammalata di morbillo da bambina, come tutti noi, sarebbe ancora viva.... Sappiamo tutti che alcune malattie devono essere affrontate in età scolare [scuola ementare]
in età adulta diventano malattie pericolose..... se proprio vogliamo vaccinare le persone.... allora sarebbe opportuno un test vaccinale dopo i 18 anni ed eventuale vaccinazione.... NON prima! e soprattutto a scelta dell'individuo .... nessan TSOvaccinale!
 
DUNQUE
1 MORTA SU 269 AMMALATI .... cioè lo 0,37%... 3,7 ogni mille... direi che la percentuale è molto bassa.

quindi dobbiamo vaccinare milioni di bambini a fronte di un pericolo trascurabile? ma và a dar via il qul!

se la donna si fosse ammalata di morbillo da bambina, come tutti noi, sarebbe ancora viva.... Sappiamo tutti che alcune malattie devono essere affrontate in età scolare [scuola ementare]
in età adulta diventano malattie pericolose..... se proprio vogliamo vaccinare le persone.... allora sarebbe opportuno un test vaccinale dopo i 18 anni ed eventuale vaccinazione.... NON prima! e soprattutto a scelta dell'individuo .... nessan TSOvaccinale!
I pericoli delle vaccinazioni sono ancora più trascurabili, nonostante le paranoie e le balle che raccontano i complottisti no vax.
Se la giovane francese fosse stata vaccinata da bambina non sarebbe morta.


di Laura Cuppini
Il vaccino contro il morbillo, oltre a proteggere i bambini da una malattia potenzialmente pericolosa per le eventuali complicanze, aumenta in generale le loro probabilità di sopravvivenza e li difende da tutte le cause di morte, anche se vivono in condizioni socio-sanitarie non ottimali. A dirlo è un vasto studio condotto in Ghana da studiosi del centro di ricerca Navrongo e pubblicato su Frontiers in Public Health.
Analizzando lo stato di salute di 38mila bambini per 17 anni, gli autori hanno osservato le differenze tra soggetti che avevano ricevuto tutte le dosi previste del vaccino anti-morbillo e coloro che invece non erano stati immunizzati.

Le sei «malattie killer»
I risultati sono stati chiari: per i bambini vaccinati le probabilità di sopravvivenza risultavano maggiori del 28% nell’anno successivo alla prima iniezione e del 18% fino ai 5 anni di età. Percentuali che rimanevano invariate una volta esclusi dal computo i bambini morti proprio a causa del morbillo, ad indicare che il vaccino protegge anche da altre cause di morte e che i suoi benefici vanno oltre quelli previsti (soprattutto se somministrato dopo la terza dose di trivalente contro difterite-tetano-pertosse, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, Oms). Il morbillo è una delle sei “malattie killer” che minacciano l’infanzia e per le quali l’Oms chiede di aumentare al massimo le coperture vaccinali, nella speranza di raggiungere il 4° obiettivo del millennio: ridurre le morti dei bambini. Gli altri “big killer” sono tubercolosi, difterite, tetano, pertosse e poliomielite.

In Ghana, la percentuale di bambini che hanno ricevuto il vaccino contro il morbillo dopo le tre dosi di trivalente difterite-tetano-pertosse è aumentata dal 45% del 1996 al 95% del 2012. «Quando i bambini in Ghana non hanno ricevuto tutti i vaccini previsti, solitamente a mancare è la protezione dal morbillo - spiega Paul Welaga del centro di ricerca Navrongo, principale autore dello studio -. Il nostro lavoro ne dimostra invece l’importanza, tanto più che - all’interno della sequenza raccomandata di vaccinazioni - è in grado di ridurre le probabilità di morte in generale del soggetto». Gli studiosi hanno anche osservato che i benefici del vaccino anti-morbillo sono maggiori nei maschi: quelli non protetti hanno mostrato un rischio aumentato di morte del 69% nel primo anno di controllo e del 43% fino ai 5 anni di età. Per le femmine, le differenze erano significativamente minori. Ma su questo punto i ricercatori auspicano nuovi studi, non essendo stati in grado di indicare le cause.

12 febbraio 2018 (modifica il 13 febbraio 2018 | 09:49)
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Morbillo, il vaccino protegge da tutte le cause di morte


GIOVANNI DROGO
lunedì 05 febbraio 2018 14:13
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Altri genitori invece dicono: “che problema c’è, se c’è l’obbligo e sono tutti vaccinati che male c’è se qualcuno non è vaccinato?”. Perché è chiaro che i freeriders pensano che il mondo si divida in due categorie: chi si vaccina e chi non si vaccina. E se i primi sono vaccinati non corrono alcun rischio per colpa dei secondi, giusto? Sbagliato. Perché c’è una terza categoria: quelli che non si possono vaccinare. E non per motivi “filosofici” ma perché il loro organismo non sarebbe in grado di reggere. Sono i bambini immunodepressi. Bambini affetti da malattie molto gravi (ad esempio la leucemia) che vengono sottoposti a trattamenti chemioterapici o a trapianti di midollo e per questo motivo hanno le difese immunitarie azzerate.
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Ci sono purtroppo tantissime grandi piccole storie di bambini e bambine che lottano nei reparti di oncoematologia pediatrica e che a causa della loro malattia non possono vaccinarsi e rischiano la vita in una classe di bambini figli di “free-vax”. È troppo comodo mettere ai margini i malati e i sofferenti per dare spazio a chi agisce in base a pregiudizi antiscientifici. Ed in effetti non si capisce come mai ci siano genitori che possono pretendere di avere “libertà di scelta” quando la stessa libertà non è garantita ai genitori dei bambini immunodepressi, costretti semplicemente a restare a casa.
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La mamma di un bimbo immunodepresso spiega a Virginia Raggi dove sta sbagliando sui vaccini
 
DUNQUE
1 MORTA SU 269 AMMALATI .... cioè lo 0,37%... 3,7 ogni mille... direi che la percentuale è molto bassa.

quindi dobbiamo vaccinare milioni di bambini a fronte di un pericolo trascurabile? ma và a dar via il qul!

se la donna si fosse ammalata di morbillo da bambina, come tutti noi, sarebbe ancora viva.... Sappiamo tutti che alcune malattie devono essere affrontate in età scolare [scuola ementare]
in età adulta diventano malattie pericolose..... se proprio vogliamo vaccinare le persone.... allora sarebbe opportuno un test vaccinale dopo i 18 anni ed eventuale vaccinazione.... NON prima! e soprattutto a scelta dell'individuo .... nessan TSOvaccinale!

allora le morti per morbillo sono 3,7 su mille

mentre l'autismo, da quando si vaccinano i bambini piccoli, solo in Italia è aumentato e colpisce l'1% cioè 10 su mille.... decisamente alto e davvero meno trascurabile del dato precedente, tanto più che i bimbi vaccinati sono in buona salute che viene compromessa proprio dalla vaccinazione.
 
mi fanno abbastanza schifo tutti i giornali che negano l'evidenza ...
basterebbe leggessero i bugiardini dove le case farmaceutiche scrivonoed informano chiaramente che le vaccinazioni possono procurare l'autismo....

tutti quello che negano i bugiardini
o sono ignoranti e non sanno leggere
oppure sono disonesti
 
mi fanno abbastanza schifo tutti i giornali che negano l'evidenza ...
basterebbe leggessero i bugiardini dove le case farmaceutiche scrivonoed informano chiaramente che le vaccinazioni possono procurare l'autismo....

tutti quello che negano i bugiardini
o sono ignoranti e non sanno leggere
oppure sono disonesti


Coi vaccini cresce la mortalità infantile, lo dice la sanità Usa - WebTg24
E’ ufficiale: i vaccini aumentano il tasso di mortalità infantile. Lo afferma l’istituto nazionale di sanità Usa, un’agenzia del dipartimento della salute
WEBTG24.COM


E’ ufficiale: i vaccini aumentano il tasso di mortalità infantile. Lo afferma l’istituto nazionale di sanità Usa, un’agenzia del dipartimento della salute. «Il dibattito sui vaccini va riaperto: esistono pericoli mortali e ignorati, con prove terrificanti», afferma Paolo Barnard, che ha scovato uno studio governativo del 2011 condotto da due ricercatori, Neil Miller e Gary Goldman, del “National Center for Biotechnology Information”, una costola dei “National Institutes of Healths”. Un allarme clamoroso: da studi statistici emerge che il rapporto tra vaccinazioni e salute è inversamente proporzionale. In altre parole: più sono i vaccini inoculati, più crescono la mortalità infantile e la “Sids”, sindrome del decesso improvviso infantile. Un sasso nello stagno, lo studio – largamente ignorato – di Miller e Goldman, condotto in un paese come gli Usa, che impone la somministrazione di 26 dosi-vaccino (ma lasciando ai genitori libertà di obiezione salvo in due Stati, Mississippi e West Virginia). L’analisi però si estende al resto del mondo. E si scopre che, anche nei paesi più poveri, in Africa e in Asia, la mortalità infantile cresce, anziché diminuire, proprio là dove si iniettano più vaccinazioni.

L’analisi della regressione lineare della mortalità infantile media, scrivono i due ricercatori americani, «ha mostrato un’alta correlazione statistica significativa fra l’aumento del numero delle dosi-vaccino e l’aumento dei tassi di mortalità infantile».
Già in premessa, gli studiosi raccomandano: «E’ essenziale che si faccia uno “screening” urgente della correlazione fra le dosi-vaccino, la loro tossicità biochimica o sinergistica, e il tasso di mortalità infantile».
Secondo Barnard, «lo studio fa a pezzi Bill Gates»: se pensiamo ai bambini del terzo mondo, ci informa che di gran lunga la maggior causa di mortalità infantile non ha nulla a che vedere con le classiche malattie dell’infanzia, ma con la malnutrizione: li ammazza la fame». E qui, aggiunge Barnard, viene una clamorosa smentita al “teorema Bill Gates”, che proclama le vaccinazioni di massa nei paesi poveri come via di salvezza dei bimbi. Nei paesi poveri le vaccinazioni sono diffusissime, anche con tassi superiori al 90%, «eppure hanno lo stesso una “Imr” tragica». Per “Imr” si intende “Infant Mortality Rate”.
«Per dare un termine di paragone, la “Imr” degli Usa è 6,2 morti su 1.000 parti; il Gambia obbliga i bambini a 22 dosi di vaccini, ma la “Imr” è di 68,8. La Mongolia somministra lo stesso numero di dosi vaccini, con “Imr” di 39,9».

«Questo – scrivono Miller e Goldman – prova che la “Imr” in molto del terzo mondo ha assai più a che fare con la malnutrizione, acqua infetta, e sistemi sanitari carenti. Non l’assenza di vaccini». Peggio ancora: «Abbiamo scoperto che anche nei paesi in via di sviluppo esiste una relazione inversamente proprorzionale fra il numero dei vaccini somministrati e la “Imr”: le nazioni con la peggiore mortalità infantile sono quelle che somministrano ai bambini il maggior numero di vaccini». Lo studio torna all’Occidente ricco: gli hanno visto pochissimi progressi nel tasso di mortalità dall’anno 2000, e le tradizionali cause (complicanze da parto), secondo i due ricercatori «non spiegano questo fenomeno». Miller e Goldman fanno notare che, nel 2009, cinque delle 34 nazioni con il miglior tasso di “Imr” richiedevano solo 12 dosi-vaccino, il numero minore,
mentre gliStati Uniti ne richiedevano 26, il maggior numero al mondo. Tutto ciò, concludono, ci fornisce «la prova di una correlazione positiva: “Imr” e dosi-vaccino tendono a crescere assieme».
Bimbi morti e vaccini vanno di pari passo, sottolinea Barnard, riportando un’altra frase-chiave dello studio: «Fra le 34 nazioni ricche analizzate, quelle che richiedono il più alto numero di vaccini, tendono ad avere la peggior “Imr”».

Stessa tendenza per il “decesso improvviso infantile”, in gergo “Sids”, cioè “Sudden Infant Death Syndrome”. «Prima dei programmi di vaccinazione – afferma lo studio governativo Usa – la “Sids” era così rara che neppure veniva citata nelle statistiche della “Imr”», la mortalità infantile. E la tempistica è altrettanto allarmante: «Negli Usa le campagne di immunizzazione nazionali iniziarono nel 1960, e per la prima volta nella storia i nostri bambini furono vaccinati contro difterite, pertosse, tetano, polio, morbillo, orecchioni e rosolia. Improvvisamente – continuano Miller e Goldman – nel 1967 la medicina clinica coniò una nuova forma di mortalità infantile, la “Sids”.
E dal 1980, la “Sids” è divenuta la maggior causa di mortalità post-neonatale in America». Uno studio citato dai due ricercatori «scoprì che 2/3 degli infanti morti di “Sids” erano stati vaccinati contro difterite-pertosse-tetano appena prima di morire».

Secondo altri ricercatori citati, Fine e Chen, «i bambini muoiono di “Sids” a un tasso quasi 8 volte superiore alla norma entro 3 giorni dall’inoculazione contro difterite-pertosse-tetano».

Un terzo studio documenta il caso di un infante di tre mesi, morto di “Sids” dopo una inoculazione di 6 vaccini contemporaneamente: «Questo caso ci offre un allarme unico nel capire il possibile ruolo di queste vaccinazioni nel causare morti improvvise in bambini vulnerabili». Infatti, avvertono gli scienziati, «senza studi anatomopatologici su larga scala di questi decessi infantili, alcuni casi chiaramente correlati alle vaccinazioni verranno ignorati». Queste informazioni, sottolinea Barnard, sono «documentazione scientifica ufficiale al più alto livello sanitario tecnologico del mondo, quello degli Usa», il cui governo è anche «il promotore mondiale dei vaccini».
E lo studio è del 2011: «Loro sapevano che i vaccini possono uccidere». Iniezioni potenzialmente pericolose: secondo la ricerca, è imprudente somministrare vaccini senza prima aver valutato la capacità del bambino di reggere a quella sollecitazione biochimica.

FONTE[libreidee]
 
Ultima modifica:
http://www.butac.it/barnard-lo-studio-goldman-miller-del-2011/

Di maicolengel butac

26/05/2017

Il blog di Paolo Barnard ci racconta di uno studio che dimostra che il tasso di mortalità infantile negli Stati Uniti è molto più alto che nel resto del mondo per colpa delle vaccinazioni.


Lo studio, firmato da due ricercatori senza titoli per parlare di immunologia e vaccinazioni (un informatico e uno psicologo), si basa su cherry picking e fallacie di vario genere, prima fra tutte il numero riferito ai tassi di mortalità infantile americani paragonati col resto del mondo.

Antivaccinisti, ignoranti o in malafede?
Non mi è ben chiaro in quale categoria ricadano alcuni dei soggetti che ci segnalate qui su BUTAC, non mi è chiaro perché in molti casi scrivono in maniera forbita, citano e linkano studi in modi che mi fanno pensare siano persone di una certa cultura, persone assolutamente in grado di fare verifiche da soli prima di scrivere sciocchezze, e invece…

Paolo Barnard firma un articolo che si intitola:
VACCINI. L’ALLARME ERA NOTO AL GOVERNO USA DA ANNI. DATI UFFICIALI TERRIFICANTI.

Non ho molta voglia di riportarlo per intero, credo bastino l’inizio e la tesi portata avanti:

Nel Giornalismo, per smentire, fare a pezzi il Promotore di una pratica che si ritiene pericolosa, socialmente nociva, l’unica cosa da fare è scavare nella pancia di quel Promotore e scovare le prove che lui stesso sapeva alla perfezione che ciò che oggi promuove (o impone) è pericoloso e socialmente nocivo. Se ci riesci, il Promotore è finito. Oggi il maggior Promotore delle vaccinazioni al mondo sono gli Stati Uniti d’America, che impongono ai propri bambini 26 dosi-vaccini.

Quindi secondo Barnard il sistema è trovare prove made in USA che dimostrino come gli Stati Uniti siano da anni a conoscenza di un complotto.

…E io sono andato nella sua pancia, al top, come sempre si deve fare: The National Institutes of Health, del governo USA, e specificamente il National Center for Biotechnology Information. E ho trovato la prova che il Grande Promotore delle vaccinazioni sapeva da anni a livelli di altissima ricerca governativa che esistono pericoli MORTALI, e ignorati, sui vaccini, con prove terrificanti.

Barnard non è l’ultimo arrivato, sa scrivere bene della materia e leggendo quanto ci riporta tutto sembra trovare conferme. Cita uno studio di cui riporta sommariamente i risultati e conclude così:

ALL’INTERNO DEL GOVERNO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, IL PROMOTORE MONDIALE DEI VACCINI.LORO SAPEVANO CHE I VACCINI POSSONO UCCIDERE.

Credo che quanto sopra dovrebbe oggi diventare uno degli articoli più letti d’Italia da sempre, e non perché lo firma Barnard, ma perché proprio provenendo dalle viscere del Grande Promotore, delle sue multinazionali e della Ministra Beatrice Lorenzin, questo studio li fa letteralmente a pezzi.

Quanti di voi si fanno spaventare da racconti di questo genere? Ho paura tanti, anche perché lo studio esiste veramente e Barnard lo cita in maniera corretta. Ma come vi ho più volte spiegato esistono studi su tutto, e chiunque voglia portare avanti la propria tesi usando la rete è in grado di trovare a proprio supporto articoli che gli diano ragione, davvero su tutto.
http://www.butac.it/obbligatorieta-vaccinale/
Noi come sempre andiamo alla fonte, di Barnard ci importa assai poco, è solo l’ennesimo soggetto che cavalca l’argomento di moda, le vaccinazioni, e come lui tutti i blog che riportano le sue parole. A noi interessano le fonti, lo studio di cui Barnard parla guarda caso non ci viene linkato, ma l’ho trovato per voi, non era difficile.

Gli autori sono Neil Miller e Gary Goldman, ricercatori indipendenti, o meglio un ricercatore indipendente e un tecnico informatico, sui due autori non c’è altro. Nessuno dei due sembra avere alcun titolo che gli permetta di parlare di vaccini e immunologia, Goldman ha un po’ di pubblicazioni su PubMed ma nessun titolo accademico se non un PhD in Informatica. Miller ha solo due pubblicazioni e una laurea in psicologia, nei suoi CV sparsi per la rete si parla sempre di giornalista esperto in medicina, ma a parte la laurea in psicologia (senza alcun PhD) non vedo niente che lo trasformi in un esperto. Sono anni che la coppia rappresenta un faro per gli antivaccinisti americani, visto che entrambi sono contro l’obbligatorietà dei vaccini e sostengono da tempo la pericolosità degli stessi.

Quindi, abbiamo visto chi sono gli autori;
andiamo a vedere lo studio, che magari è fatto benissimo, chissà se Barnard ha fatto qualche verifica o si è limitato a tradurre uno dei tanti articoli che ne parlavano.

Lo studio parte dai dati del World Fact Book, dati raccolti dalla CIA, che mostravano nel 2009 gli Stati Uniti al 34° nel mondo posto come mortalità infantile. Partendo da qui Miller e Goldman hanno preso i dati degli altri paesi, incluso il numero di vaccini presenti nel calendario vaccinale, e hanno realizzato questo grafico:

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Il grafico che vedete è il fulcro dello studio, ma è un grafico che qualsiasi ricercatore serio getterebbe nel cestino per le tante imprecisioni, per il cherry picking e per il modo in cui è stato costruito. Onestamente di perdere ore a parlarne ne ho poca voglia, negli anni ci sono stati altri ben più bravi di me nel debunking scientifico che se ne sono occupati. Ma voglio portare alla vostra attenzione solo una cosa: confrontare il numero di bambini morti in paesi diversi è un gravissimo errore. Perché da paese a paese le regole per definire l’Infant Mortality Rate cambiano, non di poco.


Citando Bernardine Healy, ex direttrice del NIH:

The United States counts all births as live if they show any sign of life, regardless of prematurity or size. This includes what many other countries report as stillbirths. In Austria and Germany, fetal weight must be at least 500 grams (1 pound) to count as a live birth; in other parts of Europe, such as Switzerland, the fetus must be at least 30 centimeters (12 inches) long. In Belgium and France, births at less than 26 weeks of pregnancy are registered as lifeless. And some countries don’t reliably register babies who die within the first 24 hours of birth.

Thus, the United States is sure to report higher infant mortality rates. For this very reason, the Organization for Cooperation and Development, which collects the European numbers, warns of head-to-head comparisons by country.

Per sintetizzare, gli Stati Uniti riportano ogni nascita come viva, basta che mostri un qualsiasi segno di vita, a discapito di parto prematuro e dimensioni. Mentre invece in tanti degli altri paesi presi in esame per considerare la questione ci sono regole differenti. Quindi gli Stati Uniti hanno sempre il tasso più alto di mortalità infantile dando per vivi anche soggetti che in tanti altri paesi verrebbero non conteggiati o conteggiati direttamente come senza vita.

Questo dovrebbe bastare a farvi capire quanta fallacia vi sia nello studio; se necessitate di più materiale vi tocca conoscere l’inglese e andarvi a leggere il solito ScienceBlogs che ne aveva parlato in maniera ben più approfondita già nel 2012, ma come sempre è uno di quegli articoli che chi spinge il movimento antivaccinista evita attentamente di linkare.


Vaccines and infant mortality rates - RESPECTFUL INSOLENCE

 
Commissione inchiesta sull’uranio, il caso dei vaccini ai militari: “Manca analisi pre vaccinale e le linee guida sono disattese”
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Diverse segnalazioni nei giorni successivi all'approvazione della relazione hanno sottolineato a Ilfattoquotidiano.it un altro aspetto affrontato dai commissari, quello relativo alla sorveglianza sanitaria e alla profilassi vaccinale sul personale dell’amministrazione della Difesa. Ecco le principali conclusioni condivise e approvate dai commissari

di Andrea Tundo | 16 febbraio 2018

Il lavoro della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito non si è limitato a scandagliare missioni all’estero e poligoni militari parlando di “negazionismo” dei vertici e di “criticità sconvolgenti”, conclusioni contestate dallo Stato Maggiore. Diverse segnalazioni nei giorni successivi all’approvazione della relazione hanno sottolineato a Ilfattoquotidiano.it un altro aspetto affrontato dai commissari, quello relativo alla sorveglianza sanitaria e alla profilassi vaccinale sul personale dell’amministrazione della Difesa.

Le raccomandazioni
Deputati e senatori hanno dedicato un capitolo di circa 40 pagine agli “Effetti delle modalità di somministrazione dei vaccini sui miliari”. La Commissione – spiegando che la scelta dei vaccini da somministrare ai militari e le modalità di somministrazione sono regolate con decreto ministeriale del 2003 e sottolineando che reazioni avverse differiscono tra adulti e bambini – spiega che “l’adozione di pratiche come le vaccinazioni multiplecompresse può rappresentare, di per sé, un rischio per la salute” perché “la quantità cumulativa dei vari componenti dei vaccini eccede il limite permesso per l’autorizzazione all’immissione in commercio del singolo vaccino”, “le ipersensibilità indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità delle analisi pre vaccinali” e “le reazioni avverse indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di una valutazione dei rischi personalizzata sulla profilassi vaccinale e la necessità di un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato.

“Non a somministrazioni contemporanee”
E per questo, si legge, la Commissione “conferma ancora una volta le conclusioni già evidenziate dal progetto Signum” per quanto riguarda “la necessità di non somministrare contemporaneamente più di cinque vaccini monovalenti monodose sui militari”, perché questa modalità “appare, la più corretta per evitare l’insorgere di reazioni avverse”. Che in alcuni casi si erano verificate “con l’instaurarsi di patologie autoimmuni o neoplastiche sopravvenute, in una parte di popolazione militare non sottoposta a fattori di rischio diversi da quelli vaccinali”. Per questo viene raccomandata l’applicazione della nuova normativa e la “rigorosa verifica” che ciò accada, anche e soprattutto con “riferimento al personale militare da impegnare in missioni all’estero”. Anche perché dalle testimonianze, ricordano i commissari, “si sono tratti significativi elementi a conferma che non sempre sia stata richiesta, analizzata o comunque approfondita, da parte del medico vaccinatore l’analisi pre vaccinale del militare sottoposto”. Ed è inoltre emerso ” con preoccupante ricorrenza” che “alcuni medici vaccinatori non si attengono nel somministrare i vaccini alle norme di precauzione indicate dalle linee guida” imposte dopo il decreto ministeriale del 2003.

Le carenze/1, i dati dell’Aifa
I commissari sottolineano poi come per approfondire il proprio lavoro avessero richiesto all’Aifa una corposa documentazione nella primavera 2016 per “verificare se dalla profilassi vaccinale militare, potessero configurarsi pericoli per la salute”. La richiesta verteva attorno alle “specifiche tecniche, gli studi di sicurezza e la composizione dei vaccini, comprensivi degli elementi sotto soglia”. I dati sono giunti nel novembre 2017 e la “documentazione appare incompleta, sotto diversi aspetti”.

Le carenze/2, lo studio sull’impatto genotossico
La Comissione ha proseguito anche la seconda fase del progetto Signum, che prevede l’osservazione longitudinale della coorte di militari in esame per almeno dieci anni, con controlli eseguiti a cadenza annuale, finalizzati a valutare l’esposizione a genotossici ambientali e l’eventuale presenza di marcatori di un danno a carico del Dna. Nell’ambito del progetto, sottolinea la relazione, “sono stati reclutati in tutte le Forze armate solo 981 militari“, due terzi dei quali dell’Esercito. “Alla luce di questi dati la Commissione ha dovuto riscontrare l’impossibilità di giungere a conclusione precise a causa della loro insufficienza”, si legge nella relazione anche perché “mancavano inoltre tutti i dati relativi ai soggetti congedati e i dati anagrafici dei militari della coorte di studio, nonché i dati sulle vaccinazioni multiple per ogni militare e i relativi effetti sul Dna per ogni singolo militare malato”.

Commissione inchiesta sull'uranio, il caso dei vaccini ai militari: "Manca analisi pre vaccinale e le linee guida sono disattese" - Il Fatto Quotidiano
 
"Il Decreto" - Spettacolo teatrale
Categoria: Medicina & Salute
Pubblicato: 18 Febbraio 2018
Letture: 332

Luogocomune - "Il Decreto" - Spettacolo teatrale
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Ieri ho visto "Il Decreto", la piece teatrale di David Gramiccioli sulla questione dei vaccini.

Nonostante io non ami il teatro, lo spettacolo mi è piaciuto molto. Si tratta infatti di una struttura narrativa semplicissima, che ricostruisce in senso lineare - episodio dopo episodio - tutto quello che è avvenuto in Italia attorno ai vaccini negli ultimi anni.

E quello che è avvenuto è allucinante. Man mano che i vari segmenti del racconto vanno ad incastrarsi l'uno con l'altro, ti rendi conto di come l'Italia sia stata scelta consapevolmente per diventare il primo laboratorio a cielo aperto dove sperimentare una vaccinazione di massa a livello nazionale.

E' un disegno che parte da lontano, ed è stato concepito proprio per portare una intera nazione ad accettare supinamente una legge palesemente inconstituzionale. Lo stesso nostro primo ministro dichiarò infatti che in Italia non esistesse "nessuna emergenza sanitaria", per cui venivano a cadere automaticamente i presupposti legali per imporre le vaccinazioni obbligatorie alla popolazione. Nonostante questo, l'ex giurista - e oggi presidente della repubblica - Mattarella, firmò senza fiatare questa palese violazione della nostra costituzione.

I
n realtà, la catena di personaggi squallidi che si sono prestati a questo gioco è impressionante. Ed è altrettanto impressionante come tutti questi personaggi, dopo aver partecipato alla sceneggiata collettiva, siano stati premiati con posizioni di assoluto prestigio nell'ambito dell'industria farmaceutica internazionale.

Salvo poi affannarsi per andare a dire in televisione che "quella dei vaccini non è una operazione mossa da interessi economici, ma è fatta per il bene della popolazione".

Lo schifo monta, episodio dopo episodio, e alla fine il sapore che ti lascia in bocca lo spettacolo è amaro e rivoltante insieme. Rivoltante, per aver visto quanto in basso possa scendere l'essere umano pur di ingannare i propri simili per un guadagno personale. Amaro, per aver visto quanto sia facile ingannare i propri simili, da parte di chi dispone dei finanziamenti praticamente illimitati delle farmaceutiche, e di un potere di opinione altrettanto illimitato, sapientemente gestito dai media di regime.

Ma è anche uno spettacolo che ti lascia con il sapore della speranza, perchè vedi le decine di migliaia di persone in tutta Italia che invece protestano, che si riuniscono, che discutono, che non si arrendono, e che si organizzano per combattere in ogni modo possibile questo decreto infamante.

Gramiccioli combatte questa battaglia ormai da 20 anni. Questo spettacolo asciutto, preciso e senza fronzoli arriva dritto al cuore, e rappresenta a mio parere la sintesi migliore che una persona come lui potesse fare della sua lunga e onorevole battaglia.

Perdere o vincere non è importante. L'importante è combattere per quello in cui si crede.

Massimo Mazzucco
 

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