CERCA DI ESSERE IL GIOCATORE DI SCACCHI, NON IL PEZZO SULLA SCACCHIERA

Allora.

Punto uno.

A prescindere dal fatto che non so cosa interessi al cento studi confindustria se gli Italiani pagano in contanti o meno.
Ma andare a prevedere una tassazione sui prelievi è veramente abominevole.
Si preoccupino piuttosto degli evasori e non facciano finta.
La fatturazione elettronica non serve a nulla. Chi vende in "nero" non fa la fattura.

Punto due
.
Tassi il 2% dei prelievi in contanti. Pertanto tutti pagano con carta di credito.
Riconosci il 2% di credito d'imposta a chi paga con carta di credito.
RISULTATO: ZERO. ANZI UN DEBITO PER LO STATO.
Altro che 3,4 miliardi di entrate fiscali. Ma voi siete scemi forte.
E pensate che il popolo sia un coglione.

Il Centro studi di
Confindustria ha elaborato una proposta per contrastare l'evasione fiscale.

Per il recupero del gettito fiscale in vista della prossima legge di bilancio,
è stata ideata una misura volta a incentivare l'utilizzo della moneta elettronica disincentivando invece quello del contante:

sconti sulle carte e tasse sui contanti.

Per i pagamenti elettronici dovrebbe essere riconosciuto un credito di imposta del 2%;
una commissione del 2% sui prelievi potrebbe essere messa in atto per penalizzare i contanti.

Nella nota diramata dal Csc si legge che tale misura non comporterebbe oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica.

Eventualmente verrebbero esentati i prelievi fino a 1.500 euro mensili:

"Ciò si traduce in un'esenzione dalla commissione per il 75% dei conti italiani.
Applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia, si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi".

È stato poi evidenziato come i passi in avanti fatti negli ultimi anni nella lotta all'evasione fiscale abbiano
"portato gradualmente all'emersione di gettito. Ne è un esempio il recente intervento sulla fatturazione elettronica.
Malgrado ciò, la perdita di gettito fiscale e contributivo è stimato ancora sopra ai 100 miliardi di euro (fonte Mef), solo in parte attribuibile a grandi evasori".

Il Centro studi ha poi sottolineato come l'Italia sia ancora uno dei paesi con una diffusione minore dell'utilizzo delle carte di pagamento, ribadendo che
"l'utilizzo maggiore di metodi di pagamento digitale può far emergere gettito fiscale modificando le abitudini di spesa dei consumatori finali".
 
Articolo 47

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.

Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
 
Ancora di più capisco perchè l'industria italiana va a remengo.

Questi fanno uno studio. OGGI. 2019

E prendono i dati del 2011. Leggete bene. 2011 e su un solo gruppo bancario.

Figura+C+Nota+CSC+contante.PNG
 
Noi poliziotti il nostro dovere l'abbiamo fatto, un minuto dopo l’ aggressione delle due donne,
il cittadino extracomunitario era già ammanettato ed assicurato alla giustizia,
ma di tutto ciò NESSUNO ha reso merito a chi con spirito di sacrificio e alto senso del dovere si è adoperato affinché non succedesse ancora.

Non sono arrivate parole di Plauso dal mondo della politica ne dalle testate giornalistiche,
capiamo bene che il mondo della politica è ormai in una perenne campagna elettorale,
ma non possiamo certo accettare che venga messa in discussione la professionalità
e la competenza di un reparto che, con appena 20 unità, ha ottenuto risultati eccezionali nel corso dell’ anno.

Basti pensare che nel solo 2018 la Polizia Ferroviaria di Lecco ha effettuato 14 arresti;
ha triplicato le scorte sui treni; ed ha triplicato le denunce di persone all'autorità giudiziaria.

Ora tutti gridano che vogliono più sicurezza ma nessuno si indigna sul fatto che quella persona, rensposabile di quel grave episodio, dopo tutto è stato posto agli arresti domiciliari.

Ebbene è proprio qui che la politica deve smettere di essere miope e finalmente capire che si è creato uno scollamento abissale
tra la richiesta di punire questi episodi con norme più severe e l'attuale legislatura.


Sono anni e anni che si parla della "certezza della pena", ma dove sono gli strumenti ???

Ora tocca ai rappresenta politici locali e nazionali, che tanto gridano sicurezza, di assumersi un impegno
dinanzi alla collettività di formulare leggi chiare che diano risposte ferme e concrete a questa voglia si sicurezza.

A noi la sicurezza dei cittadini sta molto a cuore e vorremmo che insieme alle polemiche arrivassero anche i mezzi per contrastare la criminalità,
vorremmo che arrivassero i soldi per rinnovare il nostro contratto ormai scaduto, vorremmo un equipaggiamento adeguato e sicuro.

Ecco riteniamo strano che la POLITICA che oggi fa critiche sull’ argomento sicurezza non si muova
per garantire a noi Poliziotti di fare la cosa che a noi piace di più, il nostro sporco lavoro.

La Segreteria Provinciale COISP di Lecco esprime stima a tutte le donne e gli uomini e al Comandante della Polizia Ferroviaria di Lecco
che quotidianamente lavorano in quella "trincea" e che affrontano, con mezzi ed equipaggiamento vecchi e obsoleti,
quelle persone che la cui società esclude e che la politica non intende vedere...
 
A poco è servito il solerte intervento per la sua cattura da parte del personale Polfer
cui va tutta la stima per l’indiscussa professionalità e il plauso per l’efficace e solerte intervento
che ha evitato che il folle gesto si potesse replicare ulteriormente.

A poco è servito l’arresto di una persona che tranquillamente vagava indisturbata
pronta a colpire e magari anche a uccidere chiunque in pieno centro città all’interno di una stazione ferroviaria.

A nulla serve rischiare la vita dei colleghi e dei cittadini se dopo un episodio simile e dopo l’imminente arresto,
un criminale è stato in un primo momento sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.


Uno schiaffo morale a chi tutti i giorni si alza al mattino per adempiere al giuramento e al senso del dovere.
Uno schiaffo morale a chi dovrebbe essere protetto dalle Istituzioni, che dopo un arresto vedono un potenziale assassino,
già noto alle forze dell’ordine, con le sole restrizioni dei domiciliari.

Indubbiamente nella quotidianità la Polfer di Lecco con le ridotte risorse personali,
garantisce propri servizi di esclusiva competenza con scorte sui treni nelle tratte tra le stazioni di Milano Centrale
e P.ta Garibaldi fino a Tirano/Sondrio e sulle direttrici verso Bergamo.

Le persone assicurate alla giustizia tra arresti e denunce sono all’ordine del giorno e sono sempre più collegati a fenomeni connessi con l’immigrazione.

Detto personale nel limite del possibile incrementa al di fuori dai propri compiti di esclusiva competenza
anche un assiduo controllo del territorio in ausilio alle risorse sul campo delle Volanti della Questura e dei Carabinieri
che indubbiamente devono essere sempre potenziati e mai ridotti.

In ogni caso, è da osservare soprattutto che gli assidui e quotidiani controlli di Polizia nei confronti dei cittadini immigrati
sono effettuati procurando, purtroppo, soltanto ingorghi di carte su carte che sommergono gli Uffici dei Tribunali, delle Procure e delle Questure.

Nella nostra Provincia, nelle stazioni, nei parchi, nei boschi lungo le piste ciclabili, gruppi di immigrati/profughi/richiedenti asilo, molto giovani,
sono in giro spassionatamente a fare nulla in luoghi legati allo spaccio, alla prostituzione con la netta e certa possibilità di essere in balia del crimine diffuso.

Mirati controlli anche in questi luoghi, da parte delle Forze dell’ordine non hanno risolto il problema, che poco dopo ritorna come se nulla fosse successo.
 
Nessuno che renda pubbliche queste notizie in un TG

"Quella legge lì devono averla scritta in qualche spiaggia di Capalbio".
Una norma che aumenta le tutele dei migranti minorenni, "senza pensare alle conseguenze negative che produce".

Un operatore ben informato definisce così l’intervento legislativo (targato Pd)
che ha moltiplicato a dismisura il numero di immigrati la cui minore età viene "prolungata fino a 21 anni".

Privilegio non indifferente, che permette ai giovanotti di dormire, mangiare e formarsi a spese dello Stato anche una volta maggiorenni.

Prima del governo Gentiloni, la possibilità di protrarre l’accoglienza di un minorenne esisteva già.
In sostanza i piccoli profughi sbarcavano in Italia, entravano nel circuito dell’assistenza (a circa 80/100 euro al giorno)
e al compimento del 18esimo anno di età i Servizi sociali, se lo ritenevano opportuno,
"potevano chiedere al Tribunale dei minori l'estensione assistenziale a tutela del ragazzo".

Tutto cambia, spiega la fonte nei servizi sociali del comune di Firenze, quando il Pd nel 2017 decide di mettere mano alla normativa.

La legge Zampa, all’art. 13, prevede che quando un Msna "necessita di un supporto prolungato volto al buon esito di tale percorso finalizzato all’autonomia",
allora "il tribunale per i minorenni può disporre, anche su richiesta dei servizi sociali, con decreto motivato, l'affidamento ai servizi sociali, comunque non oltre il compimento del ventunesimo anno di età".

Il problema è che il testo così concepito di fatto affida al Tribunale la decisione, scavalcando il parere dei servizi sociali.

"Prima era necessaria una nostra relazione - spiega la fonte - ora invece i giudici hanno tutto il potere decisionale.
Noi inviamo la nostra relazione, ma questa non obbliga il Tribunale che può decidere tranquillamente di ignorarla".

Gli effetti sono sotto gli occhi di chi se ne occupa.

A Firenze, per esempio, è successo che "se una volta avevamo solo in media 3-4 minori all’anno cui veniva richiesto il prolungamento dell’assistenza fino a 21 anni",
adesso "abbiamo una quarantina di decreti del Tribunale". Su questi, spiega la fonte, "un 95% dei casi ha avuto parere negativo dell’assistente sociale".
 
Documenti relativi ad alcuni casi, tutti nel Comune di Firenze.

Si tratta di tre ragazzi accolti da minori nei centri di accoglienza sul territorio.

Jahbal, il nome è di fantasia, è nato a gennaio del 2001 e arriva dal Gambia.
Richiedente asilo, dopo lo sbarco nel maggio del 2017 viene inviato in un Cas di Pistoia e poi arriva a Firenze con l'estensione dell’accoglienza.
Il problema è che Jahbal "fa uso di marijuana in maniera regolare" e ha pure in corso "due cause penali per spaccio".
Era stato beccato nel 2018 (ancora minorenne), poi di nuovo a gennaio 2019 (appena maggiorenne).
Senza contare il "procedimento per resistenza a pubblico ufficiale" e le lamentele della struttura per la "difficoltà di gestione del ragazzo che non vuole sostanzialmente fare nulla".
Non studia italiano, torna tardi la sera, urla e minaccia gli altri minori. Il Servizio Sociale non aveva richiesto il prolungamento dell’assistenza fino a 21 anni, ma gli è stata concessa.
E a luglio 2019 l’assistente sociale è stato costretto a chiedere una "revoca con sospensione delle prestazioni assistenziali".
Non si poteva evitare di concederla?

La storia di Raniman, albanese, è simile. Nato nell’agosto del 2000, è ospite a Firenze dal luglio del 2017.
A aprile del 2018 viene arrestato perché identificato tra gli autori del brutale pestaggio ai danni di un giovane grossetano, picchiato a sangue fino a fratturargli l'orbita oculare.
Direte: appena maggiorenne l’avranno rispedito a casa. E invece no.
Nonostante l’assistente sociale abbia messo nero su bianco che "non si ritiene opportuno proporre la prosecuzione delle prestazioni socio assistenziali fino al 21esimo anno di età",
Rniaman - spiega la fonte - "l’ha ottenuto".

Infine c’è Arij, pure lui albanese del 2001. Il giorno del suo 18esimo compleanno è stato arrestato perché "fermato a bordo di un’auto rubata".
Una volta scarcerato è stato "dimesso dalla struttura dove era stato collocato" ed è stato deciso che non può più rientrarvi.
Il fatto è che "sarà accolto fino a 21 anni" nonostante il suo passato tutt’altro che tranquillo.
Arij infatti "non ha mai aderito ad alcun programma", "non ha partecipato ad alcun corso di formazione" né ha seguito le lezioni di italiano.
L’attitudine a non rispettare le regole è peggiorata "appena venuto a conoscenza del prolungamento stabilito" dal Tribunale dei minori.
Perché allora ha ottenuto l’insperata accoglienza?

"Questi ragazzi - spiega la fonte - spesso arrivano a 17 anni. Se iniziano un percorso di formazione di due anni, al compimento dei 18 anni si tende a fargli finire il percorso".
Il problema è che ora le autorizzazioni si sono moltiplicare a dismisura.

"La legge Zampa è un obbrobrio - conclude la fonte - Classico approccio buonista.

Un disastro: tutelando, tutelando, tutelando alla fine spalanchi dei portoni a chi vuole inserirsi per altre finalità".

Pure ai delinquenti.
 
Poverino.

Luigi Di Maio esautorato dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle?
Ufficialmente no, ma quanto successo nei giorni successivi alla caduta del governo giallo-verde
restituisce il ritratto di un leader depotenziato, di fatto scaricato dai suoi fedelissimi.

Il cambiamento "cromatico" del governo, dal verde della Lega al rosso del Pd,
è il frutto di un processo cominciato qualche mese prima.
In cui i pasdaran del Movimento, progressivamente, si sono allontanati da Matteo Salvini per avvicinarsi sempre più a Nicola Zingaretti.

Anche se, a dire il vero, il riposizionamento degli ingranaggi più pesanti della macchina grillina è stato interno al Movimento.
Vedi quanto successo al plenipotenziario della comunicazione a 5 Stelle, Rocco Casalino.
Il suo atteggiamento è cambiato: meno spaccone, più favorevole al dialogo.
Più lontano dagli "estremismi" di Di Maio e Casaleggio, meno contrario a un Conte-bis.

Inoltre, dalla parte del premier sedeva un altro grande tessitore dell'inciucio, Vincenzo Spadafora,
che insieme a Franceschini lavorava nel dietro le quinte del dialogo tenuto ufficialmente dalle delegazioni
composte da De Micheli, Marcucci, Delrio e Orlando per il Pd,
D'Uva, Patuanelli, Perilli e Silvestri per i 5 Stelle.

Una concertazione che è stata resa più facile dal primo, vero accordo tra le due controparti: il voto congiunto a Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.

Di Maio ha chiesto la Presidenza del Consiglio, poi un posto di vicepremier. Picche dal Pd.

E dai 5 Stelle, indipendenti dal loro capo politico nell'opera di mediazione con i dem. Giggino ha creduto, sperato che Rousseau dicesse no all'inciucio.

Di Maio alla Farnesina.

Giggino non voleva il Pd, avrebbe riaperto volentieri alla Lega e a Salvini.

Ma difficilmente il presidente della Repubblica avrebbe dato il suo imprimatur. Si sarebbe tornati al voto.
Un suicidio per i 5 Stelle, che i sondaggi meno favorevoli danno addirittura al 10%.

Dunque Di Maio si è arreso, accettando un ruolo di minoranza nel Conte-bis. E nel Movimento 5 Stelle.
Che ora non comanda più a bacchetta, nonostante Casaleggio stia ancora con lui. Per il momento.
 
Ed eccolo qui il colgione che non sa vedere più in là del suo naso. Bravo.
Hai capito tutto.


Roberto Gualtieri senza mezzi termini annuncia l'abbandono della pista flat tax: "È assolutamente archiviata.
Non la faremo mai. Dava tanto a chi ha di più, mentre noi siamo il governo degli asili nido,
degli investimenti e della riduzione delle imposte ai più deboli. Era ingiusta, sbagliata,
insostenibile e incostituzionale perché violava la progressività, oltretutto alla base del modello sociale europeo insieme al welfare".
 
No, non siete il governo degli asili nido, siete il governo che la maggioranza degli italiani non vuole.
 

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