CERCA DI ESSERE IL GIOCATORE DI SCACCHI, NON IL PEZZO SULLA SCACCHIERA

Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica Italiana, era anche un economista molto competente in macroeconomia.

Era un liberale, quindi un fautore della presenza minima dello Stato nell’economia, credendo che il settore privato,
se lasciato libero di fare, avrebbe fatto crescere l’economia meglio di quanto sarebbe avvenuto mediante un intervento diretto dello stato nell’economia.

Era quindi un difensore del pareggio di bilancio, ma assolutamente non per i motivi che oggi vengono addotti
per chiedere allo stato di non spendere più di quanto incassa.
Per Einaudi la limitazione alla spesa pubblica aveva l’unica funzione di lasciar campo all’iniziativa privata.

Einaudi sapeva benissimo che il debito pubblico non era un meccanismo per trasferire sulle generazioni future gli eccessi di spesa della generazione presente.

Nel suo libro del 1959 “Miti e paradossi della giustizia tributaria” Einaudi scriveva:
Gran parte della condanna morale lanciata dai politici austeri contro il debito pubblico è dovuta alla convinzione dell’immoralità di godere noi vivi oggi
i vantaggi della spesa e di lasciar pagare il conto ai lontani nepoti. Il debito pubblico non merita davvero tanta lode né tanta infamia.
Se ne può dire bene o male o un po’ bene e un po’ male; ma non a causa della faccenda dei posteri.
I posteri c’entrano; ma in modo del tutto diverso da quello immaginato dalla credenza comunemente diffusa nel volgo
che il debito pubblico sia un trucco per far pagare ai nepoti le spese sostenute dai viventi. Disgraziatamente per i vivi, non esiste nessun mezzo
per far pagare una spesa qualunque, grossa o piccola, privata o pubblica, alla gente la quale deve ancora nascere.
E’ incredibile come gli uomini siano incapaci, appena si tratti di fatti collettivi, di veder chiaro negli accadimenti più semplici.
Non esiste nessun mezzo per far sostenere ai posteri il costo, la fatica, il dolore di nessuna spesa presente”.

Einaudi evidenziava l’idiozia di un approccio “moralistico” alla questione del debito, senza avere la minima comprensione del fenomeno macroeconomico.

E, infatti, in un altro passaggio motiva così la sua posizione favorevole al pareggio di bilancio:
Il contrasto è un altro: non quello immaginato volgarmente fra generazione attuale e generazione futura;
ma quello fra imposta e debito come mezzi per sopperire oggi ad una spesa dell’oggi
“.

L’aumento del debito era ritenuta negativa solo in quanto comportava un aumento della presenza dello stato nell’economia,
non perché il debito pubblico fosse un problema di bilancio in sè, tale da ricadere sulle generazioni future.

Per le stesse ragioni il padre costituente Luigi Einaudi era soprendentemente comprensivo nei confronti dell’evasione fiscale, come reazione ad un sistema fiscale insostenibile.

Ecco quanto scriveva il giovane Einaudi nel 1907 sul Corriere della Sera:
Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa,
ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati
finché le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode
rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco
”.

Ed era anche favorevole all’elusione fiscale:
È nobile intendimento… impedire che alcuno si sottragga al suo debito tributario, in quanto la frode degli uni, immiserendo l’erario,
lo costringe a gravare la mano su quelli che frodare non possono. Ma d’altro canto non è male che il tentativo della Finanza
di costringere tutti a pagare le altissime aliquote italiane incontri una vivace resistenza nei privati.
Se questi si acquetassero, e pagassero senza fiatare, anche la Finanza si adagerebbe sulle alte quote, paga dei guadagnati allori.
La frode persistente la costringe a riflettere se non le convenga di ridurre le aliquote per indurre i contribuenti a miglior consiglio
o per scemare il premio della frode. Il reato fiscale non è quindi sempre senza frutti: poiché ad esso si deve se qualcosa si ottenne in materia di minorazioni di aliquote…


Ora, non possiamo equiparare con esattezza la situazione dell’Italia odierna a quella del 1907
(articolo di Einaudi sul Corriere della Sera) o a quella del 1959 (libro in cui parla del debito pubblico),
ma è del tutto chiaro che coloro che oggi si dicono “liberali” e pensano che il debito pubblico sia un male morale
e, quindi, qualcosa da ridurre, dimostrano di non avere capito nulla di cosa sia realmente il debito pubblico.

Analogamente coloro che pensano che si debba mantenere l’attuale sistema fiscale oneroso e punitivo verso i contibuenti,
sempre per “ridurre il debito pubblico”, dimostrano di non avere capito nulla pure loro di cosa sia il debito pubblico e della sua funzione nell’economia di un paese.

In conclusione davvero vorrei invitare sia il lettori “liberali” che quelli “socialisti” a mantenere serenamente la propria diversa visione
sull’organizzazione ideale dell’economia di una nazione, ma nello stesso tempo a non farsi imbrogliare da coloro
che ci dicono che lo stato deve fare pareggio di bilancio per non aumentare il debito o addirittura fare attivo di bilancio primario per ridurre il debito,
come avviene da oltre 25 anni in Italia, record mondiale storico.

Il debito pubblico è uno strumento di governo dell’economia, che ha la funzione di regolare la quantità di denaro circolante nell’economia di un paese.

Non è una “situazione immorale” e le ragioni per cui si è venuto a formare in passato non hanno alcuna relazione con l’utilizzo che si deve fare dello strumento al momento presente.

Il debito pubblico è uno “stock“, è solo una rappresentazione contabile del denaro che è stato messo in circolazione nell’economia da parte dello stato.

Quello che davvero conta per l’andamento dell’economia del paese è il “flusso” di denaro che lo stato mette
o non mette in circolazione e questo flusso non dipende da quanto accaduto nel passato.

A meno che non si voglia, ideologicamente, “ridurre il debito pubblico o mantenerlo in “pareggio” dimenticando che il pagamento degli interessi
causa un “flusso negativo” di denaro sottratto ai contribuenti per darlo ai rentiers.

Per questo restiamo serenamente liberali o socialisti, ma non facciamoci ingannare da coloro che sostengono falsità sul debito pubblico,
le cui conseguenze sono alla fine, inevitabilmente, delle riduzioni della spesa pubblica o degli aumenti di tasse,
finalizzati unicamente a trasferire ricchezza, oggi, ai rentiers, coloro che guadagnano dal pareggio di bilancio e dalla riduzione del debito, a spese di tutti gli altri cittadini.
 
Oh, non lo scrivo per la giravolta che ha fatto.
Già prima lo pensavo e ...non mi piaceva.
Però ora ho notato che Conte cerca d'emulare Salvini,
fa comizi per i giornalisti, ma mai in mezzo alla gente e già qui zoppica;
le sue parole sono monotone e senza un briciolo di realtà,
se poi aggiungiamo la sua voce monocorde,
che Dio l'aiuti ed aiuti specialmente noi.

Sicuramente non è un coraggioso che sa prendere di petto le situazioni, ma un bugiardo e tanto tanto scorretto.
E mi perdonino gli avvocati,ma ciascuno ha il suo mestiere e questo lo interpreta bene.
 
Questi sono i poveri, deleritti, emaciati, naufraghi
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ma andate a cagare, buonisti del put
 
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Una donna trevigiana verso le 9 deve aver sbagliato a schiacciare il pedale della sua Audi Q3
L'auto è volata contro il terrazzino di un appartamento, abbattendolo, per poi rovesciarsi di lato.
Sono dovuti arrivare i vigili del fuoco per liberare la malcapitata
 
Una risorsa...per i pidioti ed i buonisti.

È successo nella notte a Reggio Emilia, dove un 39enne marocchino è stato arrestato
per tentato omicidio plurimo dopo aver aggredito la barista e alcune persone che hanno assistito alla scena.

L'uomo, residente in provincia di Potenza e con precedenti, è entrato nel locale ordinando una birra,
ma si è lamentato del fatto che fosse troppo fredda e ha cominciato a insultare la donna dietro al bancone e poi le ha lanciato contro una bottiglia.

La barista, cinese, l'ha rincorso con un mattarello, cacciandolo.

Ma lui è tornato armato di un'asta metallica e l'ha colpita violentemente per poi arrivare quasi a strangolarla, provocandole lesioni per 40 giorni di prognosi.

Diversi avventori hanno tentato di farlo desistere, ma lui li ha aggrediti.
Quindi è salito sulla propria auto e ha cercato di investire sia la barista che i clienti.

È fuggito, ma è stato rintracciato dai carabinieri che lo hanno fermato, non prima che speronasse una pattuglia.

Il pm di turno Iacopo Berardi ha formulato, oltre all'ipotesi reato di tentato omicidio,
anche quelle di lesioni personali dolose e aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

L'uomo inoltre guidava in stato di ebbrezza, senza patente e assicurazione.
 
Poi abbiamo i "nostri".

Una fuga a tutto gas, per quanto fosse possibile.

Protagonista è un pensionato di 66 anni a bordo nientemeno che di una apecar di cilindrata 50.
È successo a Castel D'Aiano, nel bolognese.

L'uomo non si è fermato all'alt dei carabinieri e ha proseguito la sua corsa facendo zig zag in strada.
Ha tenuto duro per due chilometri circa, poi si è arreso e si è fermato.

Una volta sceso è apparso in evidente stato confusionale dovuto all'alcol crollando in terra proprio di fronte ai militari dell'Arma.
Il test alcolemico è stato impetuoso: 2,7 grammi per litro, cinque volte sopra il limite consentito.

Immediata la denuncia per guida in stato di ebbrezza.
 
Come vivono male da quelle parti. Ma lo so da tempo, tanto tanto tempo.

Nella vita, Magnus Soderlund fa il docente alla School of Economics di Stoccolma, in Svezia,
e in questo momento tutti parlano di lui per una dichiarazione fatta durante un programma televisivo locale, dedicato a un evento sul "cibo del futuro".


In quella circostanza, infatti, il professore avrebbe suggerito che potrebbe essere necessario fare ricorso al cannibalismo per salvare il pianeta terra dai cambiamenti climatici.

In base a quanto riportato da ScienzeNotizie e da Dagospia, Sonderlund avrebbe anche aggiunto,
durante lo show svedese, come potrebbe essere necessario organizzare più seminari sulla necessità
di consumare carne umana per fermare il riscaldamento globale.

Secondo il parere del ricercatore, mangiare cadaveri umani anziché carne e verdure
potrebbe essere la soluzione ideale al problema ambientale, perché questo consumo sostituirebbe
l'industria della carne e l'agricoltura che, secondo molti ambientalisti, è in gran parte reponsabile del riscaldamento globale.
 
A quasi una settimana dal giuramento, i gialli e i rossi stanno già litigando perché non la vedono proprio nello stesso modo su diverse questioni.

Ma comunque cercano di tenere duro: meglio litigare e tenersi stretti la poltrona piuttosto che andare a casa.
Ma soprattutto, meglio stare insieme da "litiganti" piuttosto che lasciare il posto a Matteo Salvini.
Ma proprio il "tema Salvini" va approfondito.

Come svela un retroscena de La Stampa, infatti, l'ex titolare del Viminale sta ricrescendo nei sondaggi.

Da quando? Da quando il governo dell'inciucio ha (ri)spalancato le porte delle nostre coste.

Luigi Di Maio non può tollerarlo.
Ecco perché parla di un nuovo governo, di una nuova stagione, ma sul tema immigrazione "non vuole andare più indietro di Minniti".
I migranti delle ong, quindi, sbarcheranno in Italia, ma poi dovranno essere redistruibiti fra i vari Paesi europei.
E la parola deve essere mantenuta dall'Ue, pensa Di Maio.

Giggino ha il terrore di perdere altri consensi, ma soprattutto ha il terrore che l'acerrimo nemico Salvini si prenda tutto.

Come scrive La Stampa, Di Maio ha paura che l'alleanza con il Pd possa finire
"per fare più male che bene al suo MoVimento tanto da affrettarsi a dire che non c'è 'nessuna discontinuità' rispetto al passato col governo della Lega".

Ma la discontinuità c'è eccome.
Pure le ong se ne sono accorte e festeggiano alla grande.
Ma Gigino non può permettere che tutto questo accada,
sa benissimo anche lui che la linea di Salvini sull'immigrazione ha portato i suoi risultati.
Risultati che agli italiani piacevano anche tanto.

E intanto nel governo regna il caos più totale.
 
“Avete mai pensato che, aboliti i contanti, bastera un click, da parte di un giudice ?

Il bancomat non ci sarà più.

Non si alzerà la sbarra del telepass.

Non vi darà nulla il supermercato.

Non vi darà nulla neanche la farmacia.

Non potrete comprare neanche le crocchette per i gatti.

Non potrete pagare la luce né il telefono.

Con un click, non esisterete più. Sarete solo un codice non riconosciuto”.
 
Per le anime belle che, nel nome della novella Guerra all’Eurasia di Orwelliana memoria
(ovvero la terribile lotta contro l’evasione, nel nome della quale riusciranno ad infilare qualunque cose negli sfinteri dei poveri italiani), questo significherà :

– Non poter piú comprare qualunque cosa senza che il grande fratello (lo stato, i cari PM, il meraviglioso Renzi o il Conte di turno…) lo venga a sapere.
Qualsiasi cosa. Sapranno cosa leggo, cosa mangio, a che ora lo faccio, quante volte….tutto.
Credo che sia lo scenario che avrebbe provocato un orgasmo a Hitler e a Stalin, ma pare che ciò non preoccupi nessuno.
Vuoi mettere con la possibilità di inculare un carrozziere o qualche idraulico?!?!

-Non poter più aiutare un amico in difficoltà senza che lo vengano a sapere, vedi sopra, i grandi fratellini.
Alla faccia della discrezione, sputando sul pudore di chi potrebbe vergognarsi a mostrarsi in difficoltà

-Dimenticare per sempre quelle forme di vera e propria educazione civica che facciamo coi nostri figli e nipoti quando diamo loro un piccolo compenso in cambio dei lavoretti che fanno.

-L’impossibilità di fare l’elemosina

-La dipendenza totale dalle banche

Queste le prima cose che mi vengono in mente…se avete altro, accomodatevi!

Riassumendo:
completo controllo da parte dello stato,
completa dipendenza dai grossi centri di potere. Che pacchia!

Aggiungo una considerazione storica, che si aggancia a quanto scrive Gnocchi:
se si fa la piccola fatica di rispolverare la storia della Shoah si scopre – carramba che sorpresa! –
che moltissimi degli ebrei che riuscirono a salvarsi lo fecero grazie piccoli gruzzoli di contante
col quale riuscirono a pagare le persone giuste, corrompere funzionari e filarsela.

Se passa la geniale idea dell’avidissima confindustria e della sinistra giacobina,
avvallata dagli imbecilli ipnotizzati da mitologici nemici creati ad arte, gli “ebrei del domani” sono tutti carne da macello.

Ma tanto noi non corriamo più alcun rischio di svolta autoritaria, madama la marchesa!
Siamo in una botte di ferro, signora mia!
C’è la santissima sinistra al potere, cosa mai ci potrà capitare….?
 

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