Come al solito si perde senza dati concreti...
MARKET TALK: Rwe/E.On, in perdita su speculazioni stress test
MILANO (MF-DJ)--Secondo alcune indiscrezioni le utility tedesche potrebbero dover racimolare ulteriori miliardi di euro in riserve dedicate allo stoccaggio delle scorie nucleari, dato che la Germania ridurra' le attivita' nucleari entro il 2022. Uno stress test ha evidenziato che le utility in questione stanno considerando tassi di interesse sulle riserve che sono troppo elevati, dato il basso contesto dei tassi stessi, il che significa che saranno necessari ulteriori fondi. Una portavoce di un ministro dell'Economia ha dichiarato che i risultati dello stress test non sono ancora disponibili, mentre un portavoce di E.On ha affermato che le riserve della societa' sono piu' che sufficienti e calcolate con tassi di interesse appropriati.
"Crollano le grandi utility tedesche nel giorno della pubblicazione di una rivelazione allarmante sulle somme da loro accantonate per far fronte ai costi di immagazzinamento delle scorie nucleari: un’indagine ministeriale sarebbe arrivata alla conclusione che servono altri 30 miliardi di euro, lo ha scritto stamattina Der Spiegel.
A Francoforte E.On [EONG.n.DE] perde oltre il 6% a 7,97, RWE [RWEG.DE] il 6% a 11,04 euro.
Il Ministro dell’Economia tedesco ha diffuso stamattina una nota nella quale nega che la cifra sia quella riportata e i titoli hanno ridotto la caduta, in avvio di seduta erano arrivati a perdere il 12%.
In precedenza, un portavoce di E.ON ha invece apertamente contestato le cifre contenute nel report.
L’utility con sede a Dusseldorf ha poi diffuso un comunicato nel quale si dice sicura della correttezza dei propri calcoli e delle proprie assunzioni in materia di costi di smaltimento delle scorie nucleari.
La società stima che il costo totale gravante sui produttori di energia elettrica da centrali atomiche, sia 28 miliardi di euro, 10 in meno di quanto è stato accantonato. La sola E.ON ha messo da parte 16,6 miliardi.
Dietro alla contesa sulle cifre c’è il duro confronto tra le autorità tedesche, fermamente decise a uscire dall’era atomica senza spese aggiuntive per i cittadini, ed i quattro proprietari delle contrali atomiche, chiamati ad accollarsi i costi dello smantellamento.
Questi ultimi, stanno tentando di dribblare la normativa, scorporando le attività nel nucleare. Ma la via è stata sbarrata da Angela Merkel, il governo ha avvertito che i costi di smantellamento restano in capo agli attuali proprietari, chiunque sia il nuovo padrone.
Se davvero i costi complessivi fossero così esorbitanti, addirittura superiori di 30 miliardi alla cifra fin qui accantonata, per le società proprietarie delle centrali nucleari sarebbe una catastrofe economica.
La Borsa sta sposando questo scenario da incubo per gli azionisti di E.On e RWE, i cui titoli sono crollati sui minimi della storia.
L’ipotesi più ragionevole, per evitare che due campioni nazionali tedeschi dell’energia possano andare fuori mercato a causa delle scelte di politica energetica della Germania, è l’apertura di un negoziato tra le utility e lo Stato.
Ai prezzi attuali, le società, insieme, hanno una capitalizzazione di 22 miliardi di euro, difficile pensare che possano permettersi di pagare una bolletta da oltre 50 miliardi di euro