vediamo domani come reagiscono i titoli italiani petroliferi
Secondo Citigroup, il rischio che anche il petrolio europeo si avviti all’ingiù è molto alto, soprattutto se la ripartenza delle attività in Europa sarà lenta. Il crollo del prezzo dovrebbe portare in teoria dei benefici ai paesi consumatori, ma nella pratica, scrive stanotte in un report il capo economista di ING per l’area Asia Pacifico, avviene che le ricadute negative sulle economie esportatrici di greggio sono talmente pesanti, da provocare brutti contraccolpi a tutto il pianeta.
Il crollo delle quotazioni mette in crisi molti soggetti, primi tra tutti, i grandi fondi sovrani dei paesi produttori, detentori di importanti partecipazioni in centinaia di società quotate: in caso di rapido deterioramento delle condizioni di mercato, i gestori devono affrettarsi a vendere, in modo da rispettare gli equilibri dei colossali portafogli detenuti.
Gli effetti si sono cominciati a vedere ieri a Wall Street, con il -2,4% del Dow Jones ed il -1,7% dell’S&P500. Nel corso della notte il trend non è cambiato, stamattina l’indice Dow Jones Asia perde il 2,4%, il Nikkei di Tokyo il 2%, l’Hang Seng di Hong Kong il 2,4%, lo Shanghai Composite l’1,3%.
Giornatina coi fiocchi in arrivo...