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Come dicevo non conta solo quello (su USA l'oil conta poco), ma anche quanto sei indebitato. Gli USA sono massimamente indebitati (con la Cina e non solo). Quando hai molti debiti da ripagare anche un attacco all'asset meno strategico, come dicevo, fa male.
A me risulta che gli USA hanno puntato e raggiunto (da qualche anno) l'autosufficienza sul petrolio e usano lo shale oil a fisarmonica, aumentando la produzione quando il prezzo sale e viceversa. Non puntano a vendere petrolio nel mondo ma a non comprarlo quando è troppo caro. Le compagnie petrolifere private gestiscono invece la raffinazione e la distribuzione a livello mondiale e quindi risentono negativamente del prezzo troppo basso ma non quanto i paesi produttori. Pertanto non vedo grossi problemi per gli USA. Ovviamente la mia è una analisi parziale e potrei sicuramente sbagliare.
Oppure far finta di fermarsi. Nelle ultime settimane non ho aumentato di un euro il capitale investito. Quando trovo un piccolo gain vendo e compro per lo stesso importo solo certificati con airbag oppure con sottostanti intorno ai valori di strike, come quelli che ho segnalato oggi.
Il mio "problema" non è tanto l'investimento ora, ma le perdite sull'investito di prima. Sì, switch e allungo, ma in questo scenario campa cavallo e non è detto che l'erba cresca...
assolutamente d'accordo.
la miopia è stato inondare il mercato di petrolio a marzo e aprile, quando era palese il blocco economico in Europa e dopo poco negli Usa!
Il mio "problema" non è tanto l'investimento ora, ma le perdite sull'investito di prima. Sì, switch e allungo, ma in questo scenario campa cavallo e non è detto che l'erba cresca...
Bisogna aver pazienza. La perdita morde acutamente l'animo ed il portafoglio nei primi giorni, poi pian piano il dolore si fa più lieve ed alla fine si riparte. I soldi vanno e vengono (ultimamente più che altro vanno)