L'indice PMI manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit, è salito nel mese di agosto a 47,2 punti, meglio dei 45,2 punti precedenti di luglio. E' quanto emerge dalla lettura finale del dato, che è stato rivisto al rialzo rispetto ai 46,6 riportati nella lettura preliminare. L'indice conferma tuttavia la fase di contrazione dell'attività manifatturiera giapponese, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra). Pesano gli effetti della pandemia COVID-19, come spiega Annabel Fiddes, Economics Associate Director presso IHS Markit, con le società nipponiche che continuano a tagliare le loro scorte e i dipendenti, in attesa di miglioramenti dal fronte della domanda.
L'indice PMI manifatturiero della Cina, stilato congiuntamente dalle società Caixin e Markit, è salito nel mese di agosto a 53,1 punti, meglio dei 52,5 attesi dal consensus e in accelerazione rispetto ai 52,8 di luglio. Il dato ha confermato il quarto mese consecutivo di espansione dell'attività manifatturiera cinese, in quanto superiore ai 50 punti, soglia di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra). L'indice è salito inoltre al massimo dal gennaio del 2011, dunque in più di nove anni. Tra le componenti, occhio ai nuovi ordinativi e alla produzione, che hanno riportato i rialzi più forti dall'inizio del 2011.