Per  lungo tempo le banche italiane furono valutate “ a TEXAS ratio ” , facendo riferimento solo agli NPL in pancia, indipendentemente da altri indici che potevano essere anche buoni.  Ne derivarono quotazioni decisamente basse   rispetto ai competitor UE , pieni magari di derivati tossici
Ora  mi domando è da escludersi il rischio che arrivi un’altra “moda” nella valutazione delle ns  banche ?  Una valutazione  “a CALIFORNIA ratio ” , facendo riferimento solo alle minusvalenze ( potenziali ma davvero  ingenti) dei  tanti tds che hanno all’attivo…