Certificati di investimento - Capitolo 6 (11 lettori)

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skolem

Listino e panino
non riesco a comprendre il motivo di mettere valori fissi a caso senza un criterio di percentuali, boh
Nooo, ricordiamo che tutto questo pastrocchio è pensato per tutelare i poveri retail che hanno la terza elementare.
Se si mette una soglia percentuale, poi devono fare i calcoli per vedere il prezzo massimo! Troppo difficile!
Molto più facile le soglie fisse! :wall:
 

fa3

Forumer attivo
Se interessa c'è questo capitale protetto in vendita a 930
IT0005482283
io non lo prendo perchè è BO e ci sono rimasto fregato già una volta
 

CarloConti

Forumer storico
UPDATE: inflazione gonfia ricavi imprese (+31), ma penalizza lavoratori (Mediobanca)
Oggi 13:25 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--Nel 2022 l''inflazione ha gonfiato i ricavi dell''industria italiana, facendo salire del 30,9% il fatturato nominale, cresciuto in termini reali di un ben piu'' modesto 0,6%. Penalizzati invece i lavoratori: la forza lavoro e'' la componente che ha maggiormente subito l''impatto della corsa dei prezzi in termini di potere d''acquisto, con una perdita stimata intorno al 22% nel 2022. E'' quanto emerge dall''indagine annuale dell''Area studi di Mediobanca sulle grandi e medie societa'' industriali e terziarie italiane, condotta sui risultati di 2.150 societa'', evidenzia che i ricavi del campione, rappresentativo del 48% del fatturato industriale, ha superato in valore assoluto i 1.000 miliardi di euro. FORTE BALZO RICAVI AZIENDE ENERGETICHE Una forte spinta e'' arrivata dall''industria in senso stretto (+36,2%), che ha beneficiato del contributo delle attivita'' petrolifere ed energetiche, al netto delle quali l''aumento si ferma al 15,3%. La forte concentrazione di aziende energetiche a controllo statale ha spinto le vendite delle societa'' pubbliche (+57,8%), che hanno piu'' che doppiato le imprese private (+22,2%). Piu'' modesta la dinamica del fatturato del terziario (+9,7%) rappresentato essenzialmente da distribuzione al dettaglio (+7,9%), telecomunicazioni (-0,3%), trasporti (+20,5%) ed emittenza radiotelevisiva (-7,3%). Depurata dall''inflazione la crescita reale dei ricavi si riduce all''1,4% per l''industria in senso stretto e all''1,3% per la manifattura, al cui interno la crescita del comparto alimentare scende da un 16,3% nominale a uno 0,9% reale. PERFORMANCE RILEVANTI PER MODA La filiera della moda ha segnato performance rilevanti, con variazioni nominali superiori al +20% per tutte le sue componenti, che rimangono premianti anche considerando la relativa inflazione: +18% reale le lavorazioni della pelle, +14,8% l''abbigliamento e +9,7% il tessile. Tra i settori piu'' dinamici si segnalano anche l''elettronica - che ha registrato un''espansione reale del giro d''affari pari al +10,6% (15,7% nominale), che sale al +15,8% per i mercati esteri (+25,7% al lordo dell''inflazione) - e il farmaceutico-cosmetico, con una crescita in termini nominali del 12,2% e variazioni reali del +9,7% totale e del +8,5% all''estero. UTILI IMPRESE BALZANO DEL 26% Le societa'' industriali e terziarie italiane hanno registrato performance decisamente positive sul fronte della marginalita'' e della redditivita'', con utili cresciuti del 26,2%, un valore aggiunto salito del 7,7%, un margine operativo netto aumentato del 21,9% mentre l''utile lordo prima delle componenti straordinarie ha registrato un +9,6%. Il ritorno sugli investimenti (roi) e'' migliorato dal 6,5% al 6,9% mentre quello sul capitale (roe) dal 6,4% al 7,7%. Confrontando le dinamiche con quelle dal periodo 2015-2019, si assiste pero'' a un rallentamento della redditivita'', testimoniata da un ebit margin che si contrae dal 5,6% del 2015-2019 al 4,7%, un roi che cala dal 7,8% al 6,9% mentre il roe manifesta cresce dal 7,4% al 7,7%. FRENA REDDITIVITA'' PARTECIPATE Le partecipate dallo Stato hanno subito un significativo affievolimento della propria redditivita'', con un ebit margin dimezzato dal 7% al 3,4%, un roi sceso dal 7,4% al 4,6% e un roe diminuito dall''8,3% al 6,8% mentre quelle privata hanno visto tutti i margini crescere (l''ebit margin dal 5,2% al 5,3%, il roi dall''8% all''8,4% e il roe dal 7% all''8,2%). la manifattura a mostrare la maggiore capacita'' di gestire i costi dell''inflazione, riuscendo a segnare una significativa progressione della redditivita'' rispetto ai cinque anni ante-Covid (ebit margin da +5,3% a +6%, roe da +8,2% a +11,2%), con in evidenza le imprese medie e medio-grandi a controllo familiare e quelle del made in Italy. Opposta la traiettora delle imprese del terziario, con un sostanziale dimezzamento dell''ebit margin e del roi e il passaggio in negativo del roe -0,4%). INFLAZIONE RECORD COME NEL 1980, MA IMPRESE PIU'' FORTI Nel 2022 si e'' registrata un''inflazione record come nel 1980, ma oggi le imprese italiane hanno un profilo finanziario piu'' adatto a far fronte all''aumento dei prezzi. Nel rapporto, piazzetta Cuccia ha tracciato un confronto tra i conti economici e patrimoniali del biennio 1979-80 disponibili negli archivi dell''Area Studi e quelli del 2021-22. Per ritrovare un impatto dell''inflazione di portata comparabile al 2022 bisogna risalire al 1980, spiega piazzetta Cuccia. La variazione di fatturato registrata nel 1979-80 e'' pari al +31,6%, analoga ai livelli del 2021-22, che si sono attestati al +30,9%. Anche i costi per acquisti di servizi e materie prime hanno seguito dinamiche affini: +38,4% all''esordio degli anni ''80, +36,7% nel 2022. Tra le diversita'' spicca l''incidenza dei costi d''acquisto, che nel 1980 era pari all''83,1% e che e'' salita al 90,6% nel 2022. A cambiare e'' il peso del costo del lavoro, che valeva il 18,2% del giro d''affari nel 1980 e si e'' sostanzialmente dimezzato nel corso del tempo, fino a contare per l''8,4% nel 2022. Cio'', spiega Mediobanca, si deve ad alcuni fenomeni che hanno interessato l''industria nell''ultimo quarantennio tra i quali progresso tecnologico, automazione, ricomposizione settoriale e la spinta alla "servitizzazione". Nel confronto sono inoltre considerati gli automatismi di recupero dell''inflazione in essere nel 1980 che avevano generato nel periodo una crescita del costo del lavoro pari al +16,9% (a fronte, peraltro, di una flessione dello 0,8% della pianta organica). Nel 2022 l''incremento della stessa voce e'' stato del +3,5%, sostenuto dall''aumento del numero di dipendenti dell''1,7%. Il 1980 fu contraddistinto da un''esplosione degli oneri finanziari (+43,5%), che arrivarono ad assorbire il 6,5% del fatturato delle imprese: incidenza incomparabile con l''1% del 2022, anno che pure ha consegnato un significativo incremento della stessa voce (+19,8%). Una differenza sostanziale riguarda inoltre il risultato d''esercizio, in forte perdita nel 1980 (oltre 2.000 miliardi di lire) e ampiamente in utile nel 2022 (37 miliardi di euro). vs fine

MF NEWSWIRES

........ certo è strana questa cosa, come fanno le aziende a fare più fatturato (vendite) se la capacità di acquisto della gente diminuisce?
 
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