Certificati di investimento - Capitolo 6 (16 lettori)

Stato
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One of the Lehman Bros

Lehman Brothers Employee of the Month Sept 2008
[...]

........ certo è strana questa cosa, come fanno le aziende a fare più fatturato (vendite) se la capacità di acquisto della gente diminuisce?

Carte di credito, finanziamenti, debiti, prestiti... (per i meno abbienti).
Molta gente non e' disposta ad abbassare un po' il proprio tenore di vita, a qualsiasi costo, come non e' disposta a fare 1 km in piu' per spendere meno in un supermercato diverso, o fare rifornimento in un distributore a prezzo inferiore, e cosi' via.
Un po' come la rana nell'acqua che inizia a bollire...

Chi invece i soldi li ha, non si fa problemi a spendere di piu'.
 
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Renatorino

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UPDATE: inflazione gonfia ricavi imprese (+31), ma penalizza lavoratori (Mediobanca)
Oggi 13:25 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--Nel 2022 l''inflazione ha gonfiato i ricavi dell''industria italiana, facendo salire del 30,9% il fatturato nominale, cresciuto in termini reali di un ben piu'' modesto 0,6%. Penalizzati invece i lavoratori: la forza lavoro e'' la componente che ha maggiormente subito l''impatto della corsa dei prezzi in termini di potere d''acquisto, con una perdita stimata intorno al 22% nel 2022. E'' quanto emerge dall''indagine annuale dell''Area studi di Mediobanca sulle grandi e medie societa'' industriali e terziarie italiane, condotta sui risultati di 2.150 societa'', evidenzia che i ricavi del campione, rappresentativo del 48% del fatturato industriale, ha superato in valore assoluto i 1.000 miliardi di euro. FORTE BALZO RICAVI AZIENDE ENERGETICHE Una forte spinta e'' arrivata dall''industria in senso stretto (+36,2%), che ha beneficiato del contributo delle attivita'' petrolifere ed energetiche, al netto delle quali l''aumento si ferma al 15,3%. La forte concentrazione di aziende energetiche a controllo statale ha spinto le vendite delle societa'' pubbliche (+57,8%), che hanno piu'' che doppiato le imprese private (+22,2%). Piu'' modesta la dinamica del fatturato del terziario (+9,7%) rappresentato essenzialmente da distribuzione al dettaglio (+7,9%), telecomunicazioni (-0,3%), trasporti (+20,5%) ed emittenza radiotelevisiva (-7,3%). Depurata dall''inflazione la crescita reale dei ricavi si riduce all''1,4% per l''industria in senso stretto e all''1,3% per la manifattura, al cui interno la crescita del comparto alimentare scende da un 16,3% nominale a uno 0,9% reale. PERFORMANCE RILEVANTI PER MODA La filiera della moda ha segnato performance rilevanti, con variazioni nominali superiori al +20% per tutte le sue componenti, che rimangono premianti anche considerando la relativa inflazione: +18% reale le lavorazioni della pelle, +14,8% l''abbigliamento e +9,7% il tessile. Tra i settori piu'' dinamici si segnalano anche l''elettronica - che ha registrato un''espansione reale del giro d''affari pari al +10,6% (15,7% nominale), che sale al +15,8% per i mercati esteri (+25,7% al lordo dell''inflazione) - e il farmaceutico-cosmetico, con una crescita in termini nominali del 12,2% e variazioni reali del +9,7% totale e del +8,5% all''estero. UTILI IMPRESE BALZANO DEL 26% Le societa'' industriali e terziarie italiane hanno registrato performance decisamente positive sul fronte della marginalita'' e della redditivita'', con utili cresciuti del 26,2%, un valore aggiunto salito del 7,7%, un margine operativo netto aumentato del 21,9% mentre l''utile lordo prima delle componenti straordinarie ha registrato un +9,6%. Il ritorno sugli investimenti (roi) e'' migliorato dal 6,5% al 6,9% mentre quello sul capitale (roe) dal 6,4% al 7,7%. Confrontando le dinamiche con quelle dal periodo 2015-2019, si assiste pero'' a un rallentamento della redditivita'', testimoniata da un ebit margin che si contrae dal 5,6% del 2015-2019 al 4,7%, un roi che cala dal 7,8% al 6,9% mentre il roe manifesta cresce dal 7,4% al 7,7%. FRENA REDDITIVITA'' PARTECIPATE Le partecipate dallo Stato hanno subito un significativo affievolimento della propria redditivita'', con un ebit margin dimezzato dal 7% al 3,4%, un roi sceso dal 7,4% al 4,6% e un roe diminuito dall''8,3% al 6,8% mentre quelle privata hanno visto tutti i margini crescere (l''ebit margin dal 5,2% al 5,3%, il roi dall''8% all''8,4% e il roe dal 7% all''8,2%). la manifattura a mostrare la maggiore capacita'' di gestire i costi dell''inflazione, riuscendo a segnare una significativa progressione della redditivita'' rispetto ai cinque anni ante-Covid (ebit margin da +5,3% a +6%, roe da +8,2% a +11,2%), con in evidenza le imprese medie e medio-grandi a controllo familiare e quelle del made in Italy. Opposta la traiettora delle imprese del terziario, con un sostanziale dimezzamento dell''ebit margin e del roi e il passaggio in negativo del roe -0,4%). INFLAZIONE RECORD COME NEL 1980, MA IMPRESE PIU'' FORTI Nel 2022 si e'' registrata un''inflazione record come nel 1980, ma oggi le imprese italiane hanno un profilo finanziario piu'' adatto a far fronte all''aumento dei prezzi. Nel rapporto, piazzetta Cuccia ha tracciato un confronto tra i conti economici e patrimoniali del biennio 1979-80 disponibili negli archivi dell''Area Studi e quelli del 2021-22. Per ritrovare un impatto dell''inflazione di portata comparabile al 2022 bisogna risalire al 1980, spiega piazzetta Cuccia. La variazione di fatturato registrata nel 1979-80 e'' pari al +31,6%, analoga ai livelli del 2021-22, che si sono attestati al +30,9%. Anche i costi per acquisti di servizi e materie prime hanno seguito dinamiche affini: +38,4% all''esordio degli anni ''80, +36,7% nel 2022. Tra le diversita'' spicca l''incidenza dei costi d''acquisto, che nel 1980 era pari all''83,1% e che e'' salita al 90,6% nel 2022. A cambiare e'' il peso del costo del lavoro, che valeva il 18,2% del giro d''affari nel 1980 e si e'' sostanzialmente dimezzato nel corso del tempo, fino a contare per l''8,4% nel 2022. Cio'', spiega Mediobanca, si deve ad alcuni fenomeni che hanno interessato l''industria nell''ultimo quarantennio tra i quali progresso tecnologico, automazione, ricomposizione settoriale e la spinta alla "servitizzazione". Nel confronto sono inoltre considerati gli automatismi di recupero dell''inflazione in essere nel 1980 che avevano generato nel periodo una crescita del costo del lavoro pari al +16,9% (a fronte, peraltro, di una flessione dello 0,8% della pianta organica). Nel 2022 l''incremento della stessa voce e'' stato del +3,5%, sostenuto dall''aumento del numero di dipendenti dell''1,7%. Il 1980 fu contraddistinto da un''esplosione degli oneri finanziari (+43,5%), che arrivarono ad assorbire il 6,5% del fatturato delle imprese: incidenza incomparabile con l''1% del 2022, anno che pure ha consegnato un significativo incremento della stessa voce (+19,8%). Una differenza sostanziale riguarda inoltre il risultato d''esercizio, in forte perdita nel 1980 (oltre 2.000 miliardi di lire) e ampiamente in utile nel 2022 (37 miliardi di euro). vs fine

MF NEWSWIRES

........ certo è strana questa cosa, come fanno le aziende a fare più fatturato (vendite) se la capacità di acquisto della gente diminuisce?
bisogna vedere di quanto è il delta tra il minor fatturato conseguente alla riduzione degli acquisti rispetto al maggior fatturato dovuto all'aumento dei prezzi
 

giancarlo22

Forumer storico
UPDATE: inflazione gonfia ricavi imprese (+31), ma penalizza lavoratori (Mediobanca)
Oggi 13:25 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--Nel 2022 l''inflazione ha gonfiato i ricavi dell''industria italiana, facendo salire del 30,9% il fatturato nominale, cresciuto in termini reali di un ben piu'' modesto 0,6%. Penalizzati invece i lavoratori: la forza lavoro e'' la componente che ha maggiormente subito l''impatto della corsa dei prezzi in termini di potere d''acquisto, con una perdita stimata intorno al 22% nel 2022. E'' quanto emerge dall''indagine annuale dell''Area studi di Mediobanca sulle grandi e medie societa'' industriali e terziarie italiane, condotta sui risultati di 2.150 societa'', evidenzia che i ricavi del campione, rappresentativo del 48% del fatturato industriale, ha superato in valore assoluto i 1.000 miliardi di euro. FORTE BALZO RICAVI AZIENDE ENERGETICHE Una forte spinta e'' arrivata dall''industria in senso stretto (+36,2%), che ha beneficiato del contributo delle attivita'' petrolifere ed energetiche, al netto delle quali l''aumento si ferma al 15,3%. La forte concentrazione di aziende energetiche a controllo statale ha spinto le vendite delle societa'' pubbliche (+57,8%), che hanno piu'' che doppiato le imprese private (+22,2%). Piu'' modesta la dinamica del fatturato del terziario (+9,7%) rappresentato essenzialmente da distribuzione al dettaglio (+7,9%), telecomunicazioni (-0,3%), trasporti (+20,5%) ed emittenza radiotelevisiva (-7,3%). Depurata dall''inflazione la crescita reale dei ricavi si riduce all''1,4% per l''industria in senso stretto e all''1,3% per la manifattura, al cui interno la crescita del comparto alimentare scende da un 16,3% nominale a uno 0,9% reale. PERFORMANCE RILEVANTI PER MODA La filiera della moda ha segnato performance rilevanti, con variazioni nominali superiori al +20% per tutte le sue componenti, che rimangono premianti anche considerando la relativa inflazione: +18% reale le lavorazioni della pelle, +14,8% l''abbigliamento e +9,7% il tessile. Tra i settori piu'' dinamici si segnalano anche l''elettronica - che ha registrato un''espansione reale del giro d''affari pari al +10,6% (15,7% nominale), che sale al +15,8% per i mercati esteri (+25,7% al lordo dell''inflazione) - e il farmaceutico-cosmetico, con una crescita in termini nominali del 12,2% e variazioni reali del +9,7% totale e del +8,5% all''estero. UTILI IMPRESE BALZANO DEL 26% Le societa'' industriali e terziarie italiane hanno registrato performance decisamente positive sul fronte della marginalita'' e della redditivita'', con utili cresciuti del 26,2%, un valore aggiunto salito del 7,7%, un margine operativo netto aumentato del 21,9% mentre l''utile lordo prima delle componenti straordinarie ha registrato un +9,6%. Il ritorno sugli investimenti (roi) e'' migliorato dal 6,5% al 6,9% mentre quello sul capitale (roe) dal 6,4% al 7,7%. Confrontando le dinamiche con quelle dal periodo 2015-2019, si assiste pero'' a un rallentamento della redditivita'', testimoniata da un ebit margin che si contrae dal 5,6% del 2015-2019 al 4,7%, un roi che cala dal 7,8% al 6,9% mentre il roe manifesta cresce dal 7,4% al 7,7%. FRENA REDDITIVITA'' PARTECIPATE Le partecipate dallo Stato hanno subito un significativo affievolimento della propria redditivita'', con un ebit margin dimezzato dal 7% al 3,4%, un roi sceso dal 7,4% al 4,6% e un roe diminuito dall''8,3% al 6,8% mentre quelle privata hanno visto tutti i margini crescere (l''ebit margin dal 5,2% al 5,3%, il roi dall''8% all''8,4% e il roe dal 7% all''8,2%). la manifattura a mostrare la maggiore capacita'' di gestire i costi dell''inflazione, riuscendo a segnare una significativa progressione della redditivita'' rispetto ai cinque anni ante-Covid (ebit margin da +5,3% a +6%, roe da +8,2% a +11,2%), con in evidenza le imprese medie e medio-grandi a controllo familiare e quelle del made in Italy. Opposta la traiettora delle imprese del terziario, con un sostanziale dimezzamento dell''ebit margin e del roi e il passaggio in negativo del roe -0,4%). INFLAZIONE RECORD COME NEL 1980, MA IMPRESE PIU'' FORTI Nel 2022 si e'' registrata un''inflazione record come nel 1980, ma oggi le imprese italiane hanno un profilo finanziario piu'' adatto a far fronte all''aumento dei prezzi. Nel rapporto, piazzetta Cuccia ha tracciato un confronto tra i conti economici e patrimoniali del biennio 1979-80 disponibili negli archivi dell''Area Studi e quelli del 2021-22. Per ritrovare un impatto dell''inflazione di portata comparabile al 2022 bisogna risalire al 1980, spiega piazzetta Cuccia. La variazione di fatturato registrata nel 1979-80 e'' pari al +31,6%, analoga ai livelli del 2021-22, che si sono attestati al +30,9%. Anche i costi per acquisti di servizi e materie prime hanno seguito dinamiche affini: +38,4% all''esordio degli anni ''80, +36,7% nel 2022. Tra le diversita'' spicca l''incidenza dei costi d''acquisto, che nel 1980 era pari all''83,1% e che e'' salita al 90,6% nel 2022. A cambiare e'' il peso del costo del lavoro, che valeva il 18,2% del giro d''affari nel 1980 e si e'' sostanzialmente dimezzato nel corso del tempo, fino a contare per l''8,4% nel 2022. Cio'', spiega Mediobanca, si deve ad alcuni fenomeni che hanno interessato l''industria nell''ultimo quarantennio tra i quali progresso tecnologico, automazione, ricomposizione settoriale e la spinta alla "servitizzazione". Nel confronto sono inoltre considerati gli automatismi di recupero dell''inflazione in essere nel 1980 che avevano generato nel periodo una crescita del costo del lavoro pari al +16,9% (a fronte, peraltro, di una flessione dello 0,8% della pianta organica). Nel 2022 l''incremento della stessa voce e'' stato del +3,5%, sostenuto dall''aumento del numero di dipendenti dell''1,7%. Il 1980 fu contraddistinto da un''esplosione degli oneri finanziari (+43,5%), che arrivarono ad assorbire il 6,5% del fatturato delle imprese: incidenza incomparabile con l''1% del 2022, anno che pure ha consegnato un significativo incremento della stessa voce (+19,8%). Una differenza sostanziale riguarda inoltre il risultato d''esercizio, in forte perdita nel 1980 (oltre 2.000 miliardi di lire) e ampiamente in utile nel 2022 (37 miliardi di euro). vs fine

MF NEWSWIRES

........ certo è strana questa cosa, come fanno le aziende a fare più fatturato (vendite) se la capacità di acquisto della gente diminuisce?

Probabilmente con le vendite export......
 

giancarlo22

Forumer storico
Carte di credito, finanziamenti, debiti, prestiti...
Molta gente non e' disposta ad abbassare un po' il proprio tenore di vita, a qualsiasi costo, come non e' disposta a fare 1 km in piu' per spendere meno in un supermercato diverso, o fare rifornimento in un distributore a prezzo inferiore, e cosi' via.
Un po' come la rana nell'acqua che inizia a bollire...

Gli insoluti al dettaglio sono cresciuti a dismisura.... (specie per prestiti ferie e acquisto auto) grande lavoro per il recupero crediti !!!
C'è gente che dal rientro sta mangiando da settimane pane e cipolla mattina, giorno e sera per aver esagerato con la vacanza all'estero !!!
 

skolem

Listino e panino
........ certo è strana questa cosa, come fanno le aziende a fare più fatturato (vendite) se la capacità di acquisto della gente diminuisce?

Primo: si parla di ricavi, non di utili
Secondo: La capacità di acquisto della gente è solo uno dei componenti che generano ricavi, ma non l'unico.
Quindi, se tutte le aziende all'aumentare dei loro costi, aumentano i loro prezzi, tutte aumentano il loro fatturato (vendite), ma non è detto che siano più in salute finanziariamente.
Gli unici a prenderla in quel posto, sono gli ultimi della catena, ovvero i lavoratori dipendenti e i pensionati, che non possono ribaltare i maggiori costi, su maggiori entrate, visto che stipendi e pensioni sono fermi.
 
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Stato
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