Certificati di investimento - Capitolo 8 (137 lettori)

Jsvmax79

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NoWay

It's time to play the game
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DISCLAIMER: Ci potrebbero essere degli errori, anzi ci saranno sicuramente. Prima di investire, controllate i Final Terms ufficiali e, quando trovate inesattezze, avvisatemi per favore.






N.B. Nel file XLSX c'è un problema con le date. Purtroppo, se lo correggo io, me lo fa salvare solo come ODS e poi molti non riescono ad aprirlo. Basta cambiare il formato di tutta la colonna "Scadenza", selezionando gg/mm/aaaa...
 

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CarloConti

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Che fine ha fatto la recessione? La prospettiva di una brusca frenata degli Stati Uniti e a ruota dell’economia globale, soltanto pochi mesi fa un autentico spauracchio per gli investitori, non solo non figura più fra i principali timori, ma sembra addirittura sparita dai radar dei mercati. La serie di dati che hanno rivelato un’inattesa solidità ha ridotto ad appena il 7% la percentuale di quanti temono uno scenario hard landing per la prima economia mondiale, secondo la più recente inchiesta di BofA Securities fra gli operatori sul credito investment grade, che a questo punto vedono l’ipotesi che non vi sia alcuno stop (no landing) molto vicina al pur sempre rassicurante scenario dell’atterraggio morbido (soft landing) con quote rispettivamente del 40 e del 45 per cento.

1

Investitori poco preoccupati per la crescita​

Fra gli investitori high yield i pessimisti sull’economia statunitense salgono al 15%, per una media complessiva che si attesta quindi all’11 per cento. Altrettanto significativo appare tuttavia il fatto che l’inflazione rappresenti ancora di gran lunga su scala globale l’insidia maggiore per i partecipanti al sondaggio: il timore legato a un eccessivo surriscaldamento dei prezzi raccoglie infatti il 36% delle risposte, più delle tensioni in Medio Oriente (20%) e dei possibili errori di valutazione delle Banche centrali (19%). Che lo spettro di una recessione mondiale preoccupi poi soltanto il 4% degli investitori stupisce fino a un certo punto, perché anche gli stessi indicatori prospettici in arrivo dall’economia sembrano puntare altrove.

2

Dati macro scettici sulla frenata​

Allianz Global Investors vede infatti al momento possibile una contrazione del Pil Usa nei prossimi sei mesi nell’11% dei casi, mentre lo scorso anno assegnava a un simile evento probabilità superiori all’80 per cento. Sarebbe la prima volta negli ultimi 50 anni che il modello sviluppato dalla società di gestione tedesca e basato sui valori di ben 14 indicatori macro ciclici ad alta frequenza - quali fiducia di imprese e consumatori, mercato del lavoro, immobiliare, mercato monetario, consumi e ordini - non individuerebbe una recessione partendo da percentuali così elevate. Di fatto verrebbero smentiti i sette casi precedenti, tutti conclusi con una frenata dell’economia, a riprova dell’assoluta anomalia del ciclo attuale.

Certo un po di mesi fa sembrava la fine del mondo, ora pare che poi non è che non ci avessero visto giusto, almeno di là…
Vediamo se il catastrofismo in Europa, anch’esso urlato e paventato, farà la stessa fine. Per ora sembrerebbe proprio di si, visto che poco o nulla è accaduto fino ad oggi, se non un pil tornato a fare quello che ha sempre fatto in Europa e in Italia, crescite molto modeste.
 

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