Che fine ha fatto la recessione? La prospettiva di una brusca frenata degli Stati Uniti e a ruota dell’economia globale, soltanto pochi mesi fa un autentico spauracchio per gli investitori, non solo non figura più fra i principali timori, ma sembra addirittura
sparita dai radar dei mercati. La serie di dati che hanno rivelato un’inattesa solidità ha ridotto ad appena il 7% la percentuale di quanti temono uno scenario
hard landing per la prima economia mondiale, secondo la più recente inchiesta di
BofA Securities fra gli operatori sul credito
investment grade, che a questo punto vedono l’ipotesi che non vi sia alcuno stop (
no landing) molto vicina al pur sempre rassicurante scenario dell’atterraggio morbido (
soft landing) con quote
rispettivamente del 40 e del 45 per cento.
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Investitori poco preoccupati per la crescita
Fra gli investitori
high yield i pessimisti sull’economia statunitense salgono al 15%, per una media complessiva che
si attesta quindi all’11 per cento. Altrettanto significativo appare tuttavia il fatto che l’inflazione rappresenti ancora di gran lunga su scala globale l’insidia maggiore per i partecipanti al sondaggio: il timore legato a un eccessivo surriscaldamento dei prezzi raccoglie infatti il 36% delle risposte, più delle tensioni in Medio Oriente (20%) e dei possibili errori di valutazione delle Banche centrali (19%). Che lo spettro di una recessione mondiale preoccupi poi
soltanto il 4% degli investitori stupisce fino a un certo punto, perché anche gli stessi indicatori prospettici in arrivo dall’economia sembrano puntare altrove.
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Dati macro scettici sulla frenata
Allianz Global Investors vede infatti al momento possibile una contrazione del Pil Usa nei prossimi sei mesi
nell’11% dei casi, mentre lo scorso anno assegnava a un simile evento probabilità
superiori all’80 per cento. Sarebbe la prima volta negli ultimi 50 anni che il modello sviluppato dalla società di gestione tedesca e basato sui valori di
ben 14 indicatori macro ciclici ad alta frequenza - quali fiducia di imprese e consumatori, mercato del lavoro, immobiliare, mercato monetario, consumi e ordini - non individuerebbe una recessione partendo da percentuali così elevate. Di fatto verrebbero smentiti i sette casi precedenti, tutti conclusi con una frenata dell’economia, a riprova dell’assoluta anomalia del ciclo attuale.
Certo un po di mesi fa sembrava la fine del mondo, ora pare che poi non è che non ci avessero visto giusto, almeno di là…
Vediamo se il catastrofismo in Europa, anch’esso urlato e paventato, farà la stessa fine. Per ora sembrerebbe proprio di si, visto che poco o nulla è accaduto fino ad oggi, se non un pil tornato a fare quello che ha sempre fatto in Europa e in Italia, crescite molto modeste.