Certificati di investimento - Capitolo 9

...vedo certificati con premi troppo esigui, di la guardano a certificati sia Vontobel che Bnp con Stm e Stellantis a 13 e 7 con interessi molto più consoni ai miei gusti...altrimenti si vada di btp ;):cool:
 
Buonasera amici. Ho una domanda molto tecnica e sarò grato e chi mi risponderà. Alla data di rilevazione quale tipo di prezzo adottano i vari emittenti? Faccio un esempio pratico. Se il mio certificate fosse scaduto oggi Stellantis (giornataccia) con Unicredit che la quota 10,91 avrei avuto il rimborso a 100. Con BNL che la quota 10,848 avrei perso il 40%. La mia forse è una domanda banale...
 
Buonasera amici. Ho una domanda molto tecnica e sarò grato e chi mi risponderà. Alla data di rilevazione quale tipo di prezzo adottano i vari emittenti? Faccio un esempio pratico. Se il mio certificate fosse scaduto oggi Stellantis (giornataccia) con Unicredit che la quota 10,91 avrei avuto il rimborso a 100. Con BNL che la quota 10,848 avrei perso il 40%. La mia forse è una domanda banale...
Credo faccia testo il prezzo di riferimento di borsa italiana
 
Credo faccia testo il prezzo di riferimento di borsa italiana
Grazie 1000 Fabriziof. Essendo direttamente coinvolto ho provato ad approfondire la materia e volevo condividerla con voi. Quello di Borsa Italiana dovrebbe essere il prezzo di chiusura. Poi domani ci sarà il prezzo ufficiale (media ponderata della giornata) e prezzo di riferimento (media dell'ultimo 10% di quotazioni). Almeno così ho capito io... Volevo approfondire con voi la materia perché troppo spesso a mio avviso gli emittenti applicano un po' quotazioni divergenti. Non scrivo mai sul forum anche se vi seguo sempre ma questa cosa secondo me va chiarita
 
Credo faccia testo il prezzo di riferimento di borsa italiana

Sì, conta il prezzo di chiusura...
 
C&D...


🚨 Liberation Day: il 2 aprile scattano i nuovi dazi USA, lo scenario più estremo potrebbe costare fino al 4% di PIL

Il 2 aprile si preannuncia come un turning point per l’economia globale. Donald Trump ha annunciato l’introduzione di una nuova serie di dazi commerciali, ribattezzata “Liberation Day”, destinata a colpire duramente i Paesi con cui gli Stati Uniti presentano i più alti deficit commerciali bilaterali.

Obiettivo dichiarato: applicare dazi “reciproci” a chi impone dazi, regolamenti o imposte più gravose rispetto a quelle statunitensi, tenendo conto anche delle barriere non tariffarie e delle VAT (tasse sul valore aggiunto). L’impatto di questa impostazione, se portata all’estremo, è potenzialmente dirompente.

🔎 Analisi tecnica Bloomberg Economics:

▪️ L’approccio massimo, che tiene conto di tariffe, barriere non tariffarie e IVA, potrebbe far aumentare il dazio medio USA dal 2,5% fino a un picco del 35%, un livello che non si vedeva dalla fine del XIX secolo.

▪️ La media delle contromisure da parte dei 15 partner commerciali più esposti (tra cui Cina, Messico, Germania, Corea del Sud, Italia) spazierebbe da +20 punti percentuali (es. Corea) fino a oltre +50 punti per India, Vietnam e alcuni Paesi UE.

▪️ L’impatto stimato secondo un modello della Federal Reserve:

-4% sul PIL USA in 2-3 anni

+2,5% sull’inflazione core PCE

Ogni +14 punti sulle tariffe medie implica un -2% PIL e +1,2% inflazione

📌 I “Dirty 15”: i Paesi più colpiti dalla politica tariffaria Cina, Messico, Germania, Corea del Sud, Italia, Giappone, Irlanda, Canada, Svizzera, Malesia, Indonesia, Vietnam, India, Thailandia e Taiwan: insieme rappresentano oltre il 75% delle importazioni USA.

📈 Effetti collaterali attesi:

Shock stagflazionari su scala globale

Rialzo dei prezzi per consumatori e imprese USA

Pressione su supply chain globali, soprattutto automotive ed elettronica

Rischio retaliatory tariffs, con potenziale escalation commerciale

Due possibili scenari il 2 aprile: ▪️ Maxi-pacchetto: dazi generalizzati, effetto forte e immediato sui mercati ▪️ Pacchetto soft: azione simbolica e graduale, più contenuta nei rischi ma meno efficace per gli obiettivi politici dichiarati
 

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