CINQUE MINUTI PER FARE UNA CAZZATA LI TROVO SEMPRE

Quel bancomat gli serviva, a quanto pare. E così non ha preso molto bene quando la colonnina del casello autostradale gli ha "mangiato" la carta.

L’AQUILA – Si arrabbia perché al casello autostradale viene ‘mangiato’ il bancomat.

Quindi, scende dall’abitacolo e tira fuori dall’auto una motosega con cui cerca di distruggere il casello.
Costringendo il casellante alla fuga.
Il fatto è accaduto ieri al casello di L’Aquila Ovest.

Da quanto appreso da AbruzzoWeb, il responsabile è stato rintracciato poco dopo l’accaduto dalla polizia del capoluogo abruzzese, in seguito alla chiamata al 113 da parte del casellante.
L’uomo, di cui non si conoscono le generalità, non è stato tratto in arresto, ma denunciato.
 
"L'euro? L'Italia è entrata per interesse tedesco".
Giulio Tremonti
non usa giri di parole e in un'intervista al Sole 24 Ore racconta come è nata la moneta unica e soprattutto l'ingresso di Roma nell'euro.

L'ex ministro del Tesoro svela un retroscena:
"È molto probabile che l’Italia abbia fatto il 3% di Maastricht perché si era già deciso di farla entrare nella moneta.
Tutti gli Stati hanno fatto operazioni di bilancio per centrare il 3%, anche operazioni puramente contabili.
Nel caso italiano la scelta fu tedesca, in terra neutra sul lago Lemano gli industriali tedeschi da un lato
non ancora consolidati nella grande Germania e dall’altro temendo la concorrenza dell’industria italiana
allora ancora molto forte convinsero la “banca tedesca” a fare entrare l’Italia nella moneta così che la curva dei tassi sul debito italiano crollò".

Poi lo stesso Tremonti spiega anche come sono andate le cose proprio subito dopo l'entrata del nostro Paese nel sistema della moneta unica:
"Di incerto restava non l’ingresso, ma l’anno di ingresso. Non essendo un economista
mi permetto di rinviare a quanto scritto da Modigliani e da Spaventa alle posizioni espresse da Ciampi, da Savona, da Romiti.
È comunque probabile che il cambio lira/euro sia stato influenzato in negativo sull’Italia da tutto quanto sopra:
come pizzino applicato sul biglietto di ingresso. Data la dimensione storica del fenomeno e la natura dell’Italia come paese fondatore, il tipico meschino errore".

Poi risponde per le rime a Prodi che proprio sul Sole ha puntato il dito contro il governo di centrodestra del 2002
accusandolo di non aver vigilato sul rincaro dei prezzi nel passaggio da Lira e Euro:
"È polemica e infantile l’idea dei controlli da fare H24. L’idea sinistra della polizia annonaria.
Nella realtà, nella storia dell’Italia non ci sono mai stati o comunque diffusi pezzi monetari ad alto valore ma sempre pezzi cartacei e monetine.
Perfino gli assegnini degli anni ’70 erano pezzi di carta e come tali accettati.
Se mi è consentito l’unica vera idea, e non solo per l’Italia ma per l’Europa, era quella della banconota da un euro
e un’idea non solo di interesse italiano come alcuni ottusi mi obiettarono ma di interesse per l’euro in sé,
se l’euro aspirava a diventare una vera moneta globale. Forse non è un caso se esiste la banconota da un dollaro".

Infine sull'ipotesi di un'uscita dalla moneta unica, Tremonti ha le idee chiare e respinge questo tipo di scenario:
"Un conto è uscire da una moneta nazionale per entrare in una moneta sovranazionale.
Un conto è uscire da una moneta sovranazionale per entrare in una moneta nazionale.
Chi lo fa perde il futuro senza riacquistare il suo passato.
Si dimentica che c'è stata e che c'è comunque la globalizzazione e che forze esterne distruggerebbero l'operazione".
 
Sarebbe ora si svegliassero...

Come si ricorderà, il 3 gennaio scorso ci sono stati un morto e dieci feriti,
tra cui tre bambini in un incidente stradale sull’autostrada A1 in carreggiata Sud, tra Lodi e Casalpusterlengo.

A causare il tamponamento un branco di cinghiali che ha attraversato la carreggiata.
Negli ultimi mesi diverse persone sono morte per questo tipo di incidenti.

“Sono circa 400 gli incidenti stradali provocati dai cinghiali nella sola Lombardia dal 2013 a oggi”,
è la stima della Coldiretti su dati regionali dopo l’incidente.
Sotto accusa la rete di protezione autostradale sul luogo dell’incidente sulla A1 ma essa è apparsa “perfettamente integra”
e i cinghiali che hanno causato lo scontro a quanto pare hanno scavato un cunicolo nel terreno.
Lo si è appreso dopo i sopralluoghi tecnici effettuati sul luogo dell’incidente.

C’è stata una levata di scudi generale contro il proliferare dei cinghiali: con oltre un milione di esemplari diffusi in Italia,
la presenza dei cinghiali nei centri abitati e sulle strade è “ormai un rischio concreto per la sicurezza dei cittadini”.
Negli ultimi dieci anni, secondo stime Coldiretti “il numero dei cinghiali presenti sul territorio nazionale è praticamente raddoppiato.
Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti.
Non è quindi più solo una questione di risarcimenti danni ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con la dovuta decisione”.

Per Coldiretti insomma non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi.
 
Cnsas e sanitari sono stati chiamati in Medale, a causa di un altro infortunio in parete.

Coinvolti due scalatori, impegnati sulla via Boga.
Stando a quanto appreso, i due, giunti nella parte alta della via, avrebbero deciso di tornare indietro.
L’incidente si sarebbe verificato durante la manovra di discesa: una lama di roccia si sarebbe rotta
facendo precipitare uno dei due alpinisti per circa una decina di metri.
L’uomo avrebbe riportato traumi a una spalla e al torace ma non sarebbe in gravi condizioni.

Sul posto si è portato l’Elisoccorso di Como. Impegnativa l’operazione di recupero,
a causa del vento che non ha permesso all’elicottero di raggiungere i due alpinisti:
nell’intervento sono stati coinvolti un’equipe medica e un’infermiere,
più diverse squadre del Soccorso Alpino della stazione di Lecco e della Valsassina (14 volontari in totale, ndr).

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Dopo essere stati scaricati in vetta al Medale gli uomini del Cnsas hanno iniziato la lunga
e complessa discesa verso i due alpinisti in difficoltà: una volta raggiunti il ferito è stato stabilizzato e calato,
insieme al compagno di cordata, fino alla base della via dove è stata portata una barella,
grazie ai Vigili del Fuoco che hanno illuminato la parete con la potente fotoelettrica.

I tecnici del Soccorso Alpino stanno raggiungendo proprio in questi minuti la base della parete,
dopo di che dovranno portare il ferito fino a valle per poi affidarlo all’ambulanza.
 

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