Le escort coi soldi per i giovani Spunta un bonifico per Sara Tommasi
I  retroscena della retata alla Regione. Nell'indagine decisive le  dichiarazioni di due collaboratori di Faustino Giacchetto, il "deus ex  machina" del sistema di corruzione, definito "bancomat" da un colonnello  della Finanza
Piera Zagone19 giugno 2013
  
 
 
 Sara Tommasi
Bustarelle  ma anche viaggi, abbonamenti in tribuna vip ed escort. Con questi mezzi  politici e decine di indagati all’interno della pubblica  amministrazione venivano corrotti ricorrendo a fatture per operazioni  inesistenti “pilotando” gli appalti dei grandi eventi in Sicilia e  appropriandosi di rilevanti fondi comunitari destinati ai principali  progetti per la formazione professionale. Gli inquirenti, “aiutati” da  due “pentiti”, avrebbero scoperto perfino un bonifico di tremila euro a  favore di 
Sara Tommasi. 
(VIDEO)
IL DEUS EX MACHINA -  Al centro di tutto un grande coordinatore, ma soprattutto un grande  corruttore, Faustino Giacchetto (Giac per i suoi "seguaci"),  imprenditore nel campo della pubblicità. Il “bancomat” – come lo ha  definito il colonnello della Finanza Stefano De Braco che ha guidato le  operazioni di arresto scattate stamattina all’alba -  a cui attingeva la  complessa macchina che gestiva mazzette e appalti era il Ciapi  (acronimo di Centro Interaziendale Addestramento Professionale  Integrato, ente di formazione controllato dalla Regione Siciliana, di  cui è socio di maggioranza) finanziato dal Fondo Sociale Europeo.
ARRESTI E SEQUESTRI - Dalle indagini 
sono scaturiti 17 arresti e una cinquantina di perquisizioni fra abitazioni e uffici.  Le Fiamme Gialle che hanno eseguito il provvedimento di sequestro del  capitale sociale e dei beni aziendali di 5 società, nonché di   disponibilità patrimoniali e finanziarie riconducibili agli indagati,  per un valore complessivo di  oltre 28 milioni di euro. “Un modo – ha  spiegato il procuratore Francesco Messineo – per risalire alla  disponibilità dei fondi sperperati in maniera a dir poco immorale”. 
(I NOMI DEGLI ARRESTATI) 
“MALA GESTIO” -  L’operazione è la sintesi di due diversi filoni d’indagine. La prima  indagine – denominata “Mala gestio” – ha riguardato l’illecita ricezione  e gestione di un contributo pubblico di 15 milioni di euro da parte del  Ciapi finanziato dall’Unione Europea a valere sul Por 2000-2006 e  finalizzato alla realizzazione del progetto CO.OR.AP. (COnsulenza,  ORientamento ed APprendistato). “Riguardo questo tipo d’indagine – ha  spiegato il generale della guardia di finanza Stefano Screpanti – è  fondamentale sottolineare la collaborazione con l’Ufficio Europeo per la  Lotta Antifrode - O.L.A.F. – della Commissione Europea dalla quale è  emerso un complesso disegno criminale che ha interessato non solo il  progetto CO.OR.AP. ma l’intera gestione delle campagne pubblicitarie  affidate, negli anni, al Ciapi di Palermo”. Il generale ha anche  aggiunto la volontà di aumentare i controlli in materia di spesa  pubblica “in maniera tale che l’investimento su queste indagini diventi  pari o superiore a quella dell’evasione fiscale”. Secondo quanto emerso  da quest’indagine la corruzione di rappresentanti della Pubblica  Amministrazione avveniva attraverso la cessione di somme di denaro in  contanti, il riconoscimento di “costosi” benefit (fra cui viaggi e  concessione in uso gratuito di immobili di pregio) e il finanziamento  l’illecito delle campagne elettorali di noti esponenti politici e il  pagamento di spese per l’acquisto di materiale per manifestazioni di  carattere politico-elettorale. “Bisogna fare attenzione però - ha  spiegato il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci – a non fare  di tutta l’erba un fascio. E’ vero che fra gli indagati ci sono molti  nomi e anche importanti di politici locali, ma si badi a non fare  qualunquismo: molti altri politici sono puliti”. 
(I POLITICI COINVOLTI)
“GRANDI EVENTI” -  La seconda indagine, denominata “Sicilia grandi eventi”  ha visto  coinvolti alcuni soggetti emersi anche nella prima e ha riguardato le  procedure di aggiudicazione di gare di appalto bandite dalla Regione  Sicilia nel settore, appunto, degli eventi pubblici (fra essi la  settimana del ciclismo di giugno 2010 e le olimpiadi di scherma). Anche  grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, la  Guardia di Finanza ha ricostruito gli affari di un vero e proprio  “cartello” costituito di fatto fra alcuni operatori economici in grado  di condizionare l’esito delle varie procedure, attraverso una fitta rete  di conoscenze e legami con funzionari pubblici e rappresentanti delle  Istituzioni, alimentata da un diffuso 
		 
	 “sistema”  di favori, interessi e utilità di vario genere, comprensiva di fenomeni  di corruzione di pubblici dipendenti (dirigenti e funzionari  regionali), nonché mediante l’alterazione e/o la creazione di documenti  ideologicamente falsi, quali, principalmente, fatture per operazioni  inesistenti. L’inchiesta tocca anche l'ex amministratore delegato del  Palermo Calcio, 
Rinaldo Sagramola (nella foto a destra).  Come hanno spiegato gli investigatori nel corso della conferenza  stampa, il manager Fausto Giacchetto avrebbe acquistato dal Palermo  Calcio degli spazi pubblicitari fatturando cifre superiori a quelle  pagate. "Una parte delle somme sovrafatturate- spiega il procuratore  aggiunto Leonardo Agueci- serviva poi a pagare gli abbonamenti in  tribuna vip per diversi politici".
BONIFICO PER “SARA” -  Sono stati due ex collaboratori di Giacchetto, oggi “pentiti”, ad  aiutare i magistrati a far luce sulla vicenda. Secondo le dichiarazioni  che i due avrebbero reso ai magistrati di Palermo – si legge sul 
sito Fascio e Martello  - 
oltre ai viaggi, agli appartamenti in uso gratuito e al pagamento  delle spese elettorali e pubblicitarie, alcuni politici avrebbero  beneficiato di veri e propri “pagamenti in natura”. Dal verbale di  interrogatorio di uno dei due ex collaboratori emerge la dichiarazione  di “un bonifico di 3.000 euro che aveva come causale “Sara”. Giacchetto –  secondo quanto esposto dal testimone – gli disse di effettuare il  bonifico in favore della soubrette Sara Tommasi. “Dopo qualche giorno –  ha aggiunto il collaboratore – mi fece avere una bozza di contratto di  cessione dei diritti di utilizzo di immagini fotografiche tra la Media  center e la Tommasi, affinché lo firmassi. Non avendo mai ricevuto il  contratto firmato dalla controparte, né la fattura per il bonifico  effettuato alla Tommasi chiesi notizie a Giacchetto, che mi fece  intendere che non si trattava di un servizio fotografico, ma di un  pagamento per delle prestazioni di altra natura”.