CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

L'interessante articolo di Dorino e Trombone su Econopoly del sole24ore del 23/12 mi pare non sia stato postato nel forum:

Blog | Costruzioni, la tempesta perfetta e come provare a uscirne - Econopoly

Ti ringrazio come sempre per aver postato l'articolo anche se a me sembra piuttosto "banalotto".

Logico che il settore delle costruzioni (non capisco perché questi lo scrivano con la c maiuscola) è per definizione un settore in cui il ciclo economico si chiude in tempi lunghi (anni e non giorni). Quindi ci devono essere spalle finanziaramente larghe per definizione (oltre ovviamente capacità di progettazione e realizzazione).

Poi ci aggiungo che gli appalti grossi (ovvero quelli pubblici ma anche quelli privati) sono assegnati su base concorrenziale (questo in tutto il mondo e non solo in Europa). In italiano vuol dire margini sempre più ridotti. E quindi sopravvive chi è più efficiente (e non chi come è sempre stato in Italia ha amicizie con Tizio e Caio)! Il giochetto dei claims (magari accompagnati da indicibili valigette finite in banche elvetiche) pneso abbia fatto il suo tempo. In più il vincitore deve rilasciare garanzie (fornite dal sistema bancario): altri problemi!

Dal che una impresa di grandi costruzioni dovrebbe cercare di diversificare i progetti in cui si impegna (ed avere un sitema Paese che la spinge, cosa che non ho ben capito se è avvenuta negli ultimi anni. Al momento non vedo perà un governo in grado o con voglia di sponsorizzare le nostre imprese di costruzione all'estero o di completare le grandi opere in casa!). E per far questo dovrebbe avere un management di prim'ordine (e non sempre il figlio del fondatore è all'altezza. E allo stesso tempo fa ridere un discorso dell'uno vale uno come è nel mondo cooperativo).

Da ultimo queste imprese non possono non finire i lavori, pena il pagamento di ingenti penali (la politica del fior da fiore - termino ciò su cui guadagno - proprio non esiste).

Così messo il settore (ovviamente la mia è una analisi superficiale) non posso che auspicare un intervento del governo (e/o del sistema bancario) che ci metta una pezza sperando che alla fine questa serva al settore per una rinascita (e non sia invece una aspirina somministrata ad un malato di polmonite).
 
Ti ringrazio come sempre per aver postato l'articolo anche se a me sembra piuttosto "banalotto".

Logico che il settore delle costruzioni (non capisco perché questi lo scrivano con la c maiuscola) è per definizione un settore in cui il ciclo economico si chiude in tempi lunghi (anni e non giorni). Quindi ci devono essere spalle finanziaramente larghe per definizione (oltre ovviamente capacità di progettazione e realizzazione).

Poi ci aggiungo che gli appalti grossi (ovvero quelli pubblici ma anche quelli privati) sono assegnati su base concorrenziale (questo in tutto il mondo e non solo in Europa). In italiano vuol dire margini sempre più ridotti. E quindi sopravvive chi è più efficiente (e non chi come è sempre stato in Italia ha amicizie con Tizio e Caio)! Il giochetto dei claims (magari accompagnati da indicibili valigette finite in banche elvetiche) pneso abbia fatto il suo tempo. In più il vincitore deve rilasciare garanzie (fornite dal sistema bancario): altri problemi!

Dal che una impresa di grandi costruzioni dovrebbe cercare di diversificare i progetti in cui si impegna (ed avere un sitema Paese che la spinge, cosa che non ho ben capito se è avvenuta negli ultimi anni. Al momento non vedo perà un governo in grado o con voglia di sponsorizzare le nostre imprese di costruzione all'estero o di completare le grandi opere in casa!). E per far questo dovrebbe avere un management di prim'ordine (e non sempre il figlio del fondatore è all'altezza. E allo stesso tempo fa ridere un discorso dell'uno vale uno come è nel mondo cooperativo).

Da ultimo queste imprese non possono non finire i lavori, pena il pagamento di ingenti penali (la politica del fior da fiore - termino ciò su cui guadagno - proprio non esiste).

Così messo il settore (ovviamente la mia è una analisi superficiale) non posso che auspicare un intervento del governo (e/o del sistema bancario) che ci metta una pezza sperando che alla fine questa serva al settore per una rinascita (e non sia invece una aspirina somministrata ad un malato di polmonite).

La cosa interessante, che ho letto in altri articoli, è che le grandi aziende di costruzioni del nord Europa, in questi anni, hanno ridotto notevolmente l'indebitamento, a differenza di quelle italiane. Quindi non penso sia solo un problema di mercato e concorrenza, ma più probabilmente da noi abbiamo un management costituito, ad essere buoni, da incapaci e nel nostro caso specifico anche da bugiardi che occupano certi posti più per motivi politici che non per capacità manageriali.
 
La cosa interessante, che ho letto in altri articoli, è che le grandi aziende di costruzioni del nord Europa, in questi anni, hanno ridotto notevolmente l'indebitamento, a differenza di quelle italiane. Quindi non penso sia solo un problema di mercato e concorrenza, ma più probabilmente da noi abbiamo un management costituito, ad essere buoni, da incapaci e nel nostro caso specifico anche da bugiardi che occupano certi posti più per motivi politici che non per capacità manageriali.

Mancando un mercato interno "forte" (le committenze pubbliche non pagano con puntualità ed ora vogliono addirituttra chiudere i cantieri) fare diversificazione diventa più difficile. Se poi in una nota azienda in crisi del settore comanda il figlio del padrone (sarà pure in gambissima ma è pur sempre il figlio del padrone = un macigno su ogni seria ipotesi di ristrutturazione: via da lì cosa si mette a fare?) e se in quelle cooperative vale il voto capitario (ovvero come di sice ora: "uno vale uno!") la frittata è presto fatta. Ed a piangere sono anche i BH (gruppo nel quale non sono ancora entrato ma che contunuo ad osservare da lontano).
 
L'interessante articolo di Dorino e Trombone su Econopoly del sole24ore del 23/12 mi pare non sia stato postato nel forum:

Blog | Costruzioni, la tempesta perfetta e come provare a uscirne - Econopoly

Questo mio post era - lo confesso - una sorta di provocazione, che reputo fallita. Trovo quantomeno sconveniente che il coordinatore degli Advisor nella crisi di CMC Ravenna sia coautore di un articoletto davvero banale, come dice giustamente dulcamara, nella cui banalità spicca però una serie inverosimile di scuse non richieste con le quali si pretende di chiamare in correità l'intero sistema "Costruzioni" (chissà perché, davvero, in alcuni passaggi scritto in maiuscolo ;)) tentando così di sgravare dalle sue palesi responsabilità il management delle società (e delle coop) malmesse (per il ruolo di Trombone, lo scaricabarile lo si può leggere a mio avviso certamente per CMC). Può darsi che il tutto appaia inopportuno solo a me, che continuo a preferire quei "commissari" che non straparlano, fuori dai contesti nei quali sono chiamati istituzionalmente a farlo, delle questioni che stano tentando di dirimere. Opinioni personali insomma, forse obsolete.
 

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