CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

Soci convocati in assemblea il 29 marzo da fioretti e porcelli...
Devono illustrare ai soci la supposta...
Anzi il suppostone ...
Pizzarotti interessato a acquistare rami d azienda...
Urka !!!
Attenta lega coop che ti vogliono sfilare quel giocattolino che ti volevi ricomprare a nostre spese...
I nostri 575...
 
Il Resto del Carlino Ravenna 14/03/19
La Cmc svela il piano di rilancio - di Lorenzo Tazzari

Convocata per il 29 marzo l' assemblea dei soci. Interesse del gruppo Pizzarotti
SI ALZA il sipario sul piano concordatario che la Cmc dovrà portare in tribunale ai primi di aprile.
La cooperativa di via Trieste ha convocato l' assemblea dei soci per venerdì 29 marzo in prima seduta, o il 30 in seconda convocazione. La Cmc è in concordato preventivo in bianco dal 7 dicembre scorso. Dopo aver chiesto (il 6 febbraio) 60 giorni di proroga per presentare il piano concordatario, ora i vertici sono pronti per presentarsi ai soci per l' approvazione del 'Piano di crisi aziendale', che in base allo statuto della società prevederebbe anche l' apporto dei soci ai fini del superamento della crisi. In verità, a quanto si apprende da fonti vicine alla cooperativa, il presidente Alfredo Fioretti non farà alcun riferimento a questa eventualità. Verrà quindi presentato il piano di ristrutturazione aziendale necessario per aprire il concordato preventivo in continuità, che Cmc deve depositare entro il 7 apr/ile. Da inizio febbraio i circa 700 dipendenti Italia di Cmc sono in cassa integrazione straordinaria. Sono state avviate procedure di licenziamento collettivo di dirigenti. La situazione di Cmc è molto simile a quella dei principali gruppi di costruzioni italiani. Diverse le ipotesi di salvataggio di cui si sta parlando in questi giorni. La più recente riguarda il Gruppo Pizzarotti. Il colosso delle costruzioni, che ha sempre mantenuto la propria sede principale a Parma, oggi conta diverse società che operano nei settori delle infrastrutture, dell' ambiente, dell' idraulica, dell' aeroportuale civile e militare, dell' edilizia e dell' immobiliare.
Pizzarotti sembra più interessata ad un singolo ramo specifico della Cmc. E' sempre d' attualità anche l' ipotesi di una maxi fusione tra i principali gruppi nazionali.
L' operazione avviata da Salini Impregilo per salvare Astaldi con l' intervento della Cassa depositi e prestiti e delle banche, sembrerebbe essere soltanto l' inizio di una catena di fusioni che potrebbe includere anche Cmc, Condotte, Grandi Lavori Fincosit e Trevi.
QUESTI sei gruppi contano 28 mila dipendenti, 6,5 miliardi di fatturato, 37,5 miliardi di commesse e 22,7 miliardi di debiti finanziari. Il progetto al quale sta pensando Cdp è quello di una public company, società di capitali quotata in borsa, il cui capitale è frazionato tra molteplici investitori, nessuno dei quali esercita un potere di indirizzo di governo. Al vertice amministratore delegato e manager. Intanto nei giorni scorsi Cmc ha chiesto e ottenuto l' autorizzazione allo scioglimento del contratto con la stessa Cassa depositi e prestiti per la costruzione a Roma della sede dei servizi segreti (Dis, Aisi, Aise): commessa da 100 milioni.
 
il Sole 24 Ore 14/03/19
Il fronte estero di Cmc Cantieri a metà e operai in ostaggio - di Alessandro Plateroti

Costruzioni in crisi. Kenya, Kuwait, Nepal: la cooperativa ravennate ha contenziosi aperti in mezzo mondo, con accuse di truffa, corruzione e appropriazione indebita nei maxiappalti
Il 7 dicembre 2018, il giorno in cui il gruppo Cmc ha portato i libri in tribunale, due dipendenti della cooperativa di costruzioni di Ravenna sono rientrati in Italia dal Kuwait con un volo speciale del ministero degli Esteri: un mese prima, quando le notizie sulla crisi della Cmc avevano cominciato a girare sui mercati internazionali, i loro passaporti erano stati ritirati dalle autorità dell' emirato per costringere la cooperativa a completare dei lavori per cui era già stata pagata. Con la cooperativa semi-paralizzata dall' emergenza finanziaria, solo l' intervento personale del ministro Moavero ha convinto il Kuwait ad autorizzare il rimpatrio: ma l' accusa di «gravi violazioni contrattuali» resta in piedi.
In Italia i cantieri sono eterni, ma con gli arabi non si scherza. E come hanno capito a proprie spese i dipendenti della Cmc, non solo con loro. Anche se in Italia di tutto questo non c' è traccia, la reazione internazionale alla bancarotta della Cmc rischia di trasformare una crisi aziendale in un rischioso, costoso e imbarazzante scandalo internazionale.
La Cmc, ha scoperto Il Sole 24 Ore, ha problemi ben più grossi di quanto si stato rivelato pubblicamente finora. In poco più di 4 mesi, e soprattutto con l' avvio del concordato, almeno 14 tecnici italiani alle dipendenze della cooperativa sono stati privati dei passaporti e bloccati alla frontiera da quattro diverse nazioni che avevano commissionato lavori alla Cmc: ora accusano tutti l' azienda di violazioni contrattuali, pretendendo in alcuni casi il risarcimento dei danni. E non è tutto: dopo la bancarotta, le ritorsioni contro la Cmc e i suoi dipendenti per i lavori non completati o mai avviati hanno registrato un pericoloso salto di qualità.
In Kenya, solo lunedì scorso, centodieci aziende con cui la Cmc ha avuto relazioni d' affari nei nuovi appalti sulle dighe o nei vecchi progetti infrastrutturali, sono state messe sotto inchiesta con l' ipotesi di associazione a delinquere, appropriazione indebita e truffa ai danni dell' erario: gli inquirenti stanno sequestrando tutte le fatture pagate dalla Cmc ai fornitori e persino quelle relative alle spese in alberghi e ristoranti. Le indagini della magistratura sono affidate alla divisione della polizia keniota specializzata nella lotta alla criminalità organizzata, e le accuse mosse finora sono già pesantissime: le ipotesi di reato sono la corruzione nelle gare d' appalto su opere per oltre un miliardo di dollari, la truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Dalle prime indagini, si ipotizza che la Cmc abbia pagato tangenti a quattro ministri per ottenere i contratti sulle dighe di Arror e Kimwarerl: per tutti e quattro si prevedono le dimissioni, soprattutto perché non sarà facile spiegare ai magistrati per quale motivo non è mai stata fatta una due diligence sulla Cmc e i suoi progetti, ma soprattutto per quale ragione il contratto esecutivo sia stato firmato in corrispondenza del default della Cmc e parte dei pagamenti anche dopo l' ammissione alla procedura fallimentare. È da notare tra l' altro che la cooperativa sarebbe sotto inchiesta per corruzione anche in Sud Africa, dove ha realizzato un anno fa alcune opere pubbliche: stesse indagini sono in corso anche in Uganda. E non è tutto.
La cooperativa italiana, secondo gli inquirenti di Nairobi, sarebbe «fuggita con i soldi della nazione» subito dopo aver ottenuto il concordato preventivo a Ravenna. I legali della Cmc, ovviamente, respingono ogni addebito e si preparano alla battaglia legale, ma il Kenya ha già attivato l' Interpol per tracciare i movimenti di denaro della cooperativa: secondo gli inquirenti, almeno 165 milioni di dollari che il Kenya aveva avuto in prestito da Intesa Sanpaolo a fronte della garanzia del governo italiano (la Sace ha assicurato il credito), sarebbero stati ritrasferiti a Londra su un conto aperto presso una banca delle Westland e poi «spariti nel nulla». In Nepal, dove poche settimane fa è stato nuovamente necessario l' intervento ufficiale del ministero degli Esteri per la "liberazione" di 14 tecnici italiani della Cmc a cui era stato sequestrato il passaporto, il governo ha deciso due giorni fa di revocare due importanti contratti vinti dalla coop di Ravenna dopo aver scoperto che a distanza di mesi dalla data prevista per l' apertura dei primi cantieri, la Cmc non aveva ancora portato nemmeno una ruspa.
La reazione dei grandi clienti del gruppo ravennate al tracollo della cooperativa, insomma, non ha precedenti nelle relazioni commerciali e diplomatiche internazionali: passaporti sequestrati ai tecnici italiani, arresti domiciliari, conti bancari congelati, inchieste penali e azioni legali risarcitorie per lavori non completati o mai avviati stanno diventando la prassi in ogni contenzioso contro l' azienda italiana.
Mentre a Ravenna si discute in tribunale solo dei soldi bruciati con i bond e delle misure necessarie per evitare la liquidazione coatta, insomma, sono i dipendenti della Cmc ad essere i più esposti ai danni della crisi. Il tribunale di Ravenna ha registrato almeno sei richieste di liquidazione totale degli asset per rimborsare fornitori e investitori. Ma della situazione dei cantieri e degli appalti esteri lasciati a metà, nessuno parla. E questo fa infuriare chi ha pagato.
 
il Sole 24 Ore 14/03/19
Pizzarotti si fa avanti per alcuni asset


Pizzarotti entra nella partita per Cmc, che ha indetto l' assemblea per il 29 marzo in prima convocazione a Ravenna, o in seconda convocazione il giorno dopo. I soci della cooperativa di costruzioni Cmc Ravenna, ex numero 4 delle imprese edili in Italia, in concordato preventivo in bianco dal 7 dicembre scorso sono stati convocati dal presidente Alfredo Fioretti per l' approvazione del «Piano di crisi aziendale», che in base allo statuto della società prevede anche l' apporto dei soci ai fini del superamento della crisi. In pratica si tratta del piano di ristrutturazione aziendale ai fini dell' apertura del concordato preventivo in continuità, che Cmc deve depositare al Tribunale di Ravenna entro il 7 aprile (dopo la proroga di 60 giorni concessa il 6 febbraio scorso). È quasi pronta, da parte di Cmc e ai fini del piano, la definizione del "perimetro" delle commesse e degli asset (società controllate o rami d' azienda) che resteranno nella società "in continuità", mentre altri contratti o asset saranno ceduti subito. A partire da gennaio sono pervenute alla società molte manifestazioni di interesse, da parte di importanti imprese di costruzioni nazionali ed estere (Cmc ha all' estero il 70% del suo portafoglio ordini). Tra queste, secondo quanto risulta a Radiocor, una di Pizzarotti di Parma, ormai numero due delle società di costruzioni in Italia dopo il colosso Salini Impregilo-Astaldi (allo studio l' integrazione) e tolte Condotte e Cmc in fase di ridimensionamento. Pizzarotti ha effettuato la proposta di affitto e poi acquisto di un ramo di Cmc.
 
il Sole 24 Ore 14/03/19
Il fronte estero di Cmc Cantieri a metà e operai in ostaggio - di Alessandro Plateroti

Costruzioni in crisi. Kenya, Kuwait, Nepal: la cooperativa ravennate ha contenziosi aperti in mezzo mondo, con accuse di truffa, corruzione e appropriazione indebita nei maxiappalti
Il 7 dicembre 2018, il giorno in cui il gruppo Cmc ha portato i libri in tribunale, due dipendenti della cooperativa di costruzioni di Ravenna sono rientrati in Italia dal Kuwait con un volo speciale del ministero degli Esteri: un mese prima, quando le notizie sulla crisi della Cmc avevano cominciato a girare sui mercati internazionali, i loro passaporti erano stati ritirati dalle autorità dell' emirato per costringere la cooperativa a completare dei lavori per cui era già stata pagata. Con la cooperativa semi-paralizzata dall' emergenza finanziaria, solo l' intervento personale del ministro Moavero ha convinto il Kuwait ad autorizzare il rimpatrio: ma l' accusa di «gravi violazioni contrattuali» resta in piedi.
In Italia i cantieri sono eterni, ma con gli arabi non si scherza. E come hanno capito a proprie spese i dipendenti della Cmc, non solo con loro. Anche se in Italia di tutto questo non c' è traccia, la reazione internazionale alla bancarotta della Cmc rischia di trasformare una crisi aziendale in un rischioso, costoso e imbarazzante scandalo internazionale.
La Cmc, ha scoperto Il Sole 24 Ore, ha problemi ben più grossi di quanto si stato rivelato pubblicamente finora. In poco più di 4 mesi, e soprattutto con l' avvio del concordato, almeno 14 tecnici italiani alle dipendenze della cooperativa sono stati privati dei passaporti e bloccati alla frontiera da quattro diverse nazioni che avevano commissionato lavori alla Cmc: ora accusano tutti l' azienda di violazioni contrattuali, pretendendo in alcuni casi il risarcimento dei danni. E non è tutto: dopo la bancarotta, le ritorsioni contro la Cmc e i suoi dipendenti per i lavori non completati o mai avviati hanno registrato un pericoloso salto di qualità.
In Kenya, solo lunedì scorso, centodieci aziende con cui la Cmc ha avuto relazioni d' affari nei nuovi appalti sulle dighe o nei vecchi progetti infrastrutturali, sono state messe sotto inchiesta con l' ipotesi di associazione a delinquere, appropriazione indebita e truffa ai danni dell' erario: gli inquirenti stanno sequestrando tutte le fatture pagate dalla Cmc ai fornitori e persino quelle relative alle spese in alberghi e ristoranti. Le indagini della magistratura sono affidate alla divisione della polizia keniota specializzata nella lotta alla criminalità organizzata, e le accuse mosse finora sono già pesantissime: le ipotesi di reato sono la corruzione nelle gare d' appalto su opere per oltre un miliardo di dollari, la truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Dalle prime indagini, si ipotizza che la Cmc abbia pagato tangenti a quattro ministri per ottenere i contratti sulle dighe di Arror e Kimwarerl: per tutti e quattro si prevedono le dimissioni, soprattutto perché non sarà facile spiegare ai magistrati per quale motivo non è mai stata fatta una due diligence sulla Cmc e i suoi progetti, ma soprattutto per quale ragione il contratto esecutivo sia stato firmato in corrispondenza del default della Cmc e parte dei pagamenti anche dopo l' ammissione alla procedura fallimentare. È da notare tra l' altro che la cooperativa sarebbe sotto inchiesta per corruzione anche in Sud Africa, dove ha realizzato un anno fa alcune opere pubbliche: stesse indagini sono in corso anche in Uganda. E non è tutto.
La cooperativa italiana, secondo gli inquirenti di Nairobi, sarebbe «fuggita con i soldi della nazione» subito dopo aver ottenuto il concordato preventivo a Ravenna. I legali della Cmc, ovviamente, respingono ogni addebito e si preparano alla battaglia legale, ma il Kenya ha già attivato l' Interpol per tracciare i movimenti di denaro della cooperativa: secondo gli inquirenti, almeno 165 milioni di dollari che il Kenya aveva avuto in prestito da Intesa Sanpaolo a fronte della garanzia del governo italiano (la Sace ha assicurato il credito), sarebbero stati ritrasferiti a Londra su un conto aperto presso una banca delle Westland e poi «spariti nel nulla». In Nepal, dove poche settimane fa è stato nuovamente necessario l' intervento ufficiale del ministero degli Esteri per la "liberazione" di 14 tecnici italiani della Cmc a cui era stato sequestrato il passaporto, il governo ha deciso due giorni fa di revocare due importanti contratti vinti dalla coop di Ravenna dopo aver scoperto che a distanza di mesi dalla data prevista per l' apertura dei primi cantieri, la Cmc non aveva ancora portato nemmeno una ruspa.
La reazione dei grandi clienti del gruppo ravennate al tracollo della cooperativa, insomma, non ha precedenti nelle relazioni commerciali e diplomatiche internazionali: passaporti sequestrati ai tecnici italiani, arresti domiciliari, conti bancari congelati, inchieste penali e azioni legali risarcitorie per lavori non completati o mai avviati stanno diventando la prassi in ogni contenzioso contro l' azienda italiana.
Mentre a Ravenna si discute in tribunale solo dei soldi bruciati con i bond e delle misure necessarie per evitare la liquidazione coatta, insomma, sono i dipendenti della Cmc ad essere i più esposti ai danni della crisi. Il tribunale di Ravenna ha registrato almeno sei richieste di liquidazione totale degli asset per rimborsare fornitori e investitori. Ma della situazione dei cantieri e degli appalti esteri lasciati a metà, nessuno parla. E questo fa infuriare chi ha pagato.

Ma guarda un pò, si stanno svegliando anche in Italia su ciò che questa gente sta combinando in giro per il mondo, con accuse che bene rendono l'idea di con chi abbiamo a che fare e dire che sulla stampa internazionale sono mesi che si leggono articoli in merito, almeno per quello che riguarda Nepal, Kenya e Sudafrica. Magari anche la magistratura italiana potrebbe darsi una svegliata, almeno quella parte che non lecca il culo alla sinistra. Mi sembra sempre più evidente che questi qui sono stati molto bravi a tenere tutto ben nascosto fino alla fine e non mi si venga a dire che le emissioni obbligazionarie, vista la tempistica, non sono in forte odore di truffa.
 
Ma guarda un pò, si stanno svegliando anche in Italia su ciò che questa gente sta combinando in giro per il mondo, con accuse che bene rendono l'idea di con chi abbiamo a che fare e dire che sulla stampa internazionale sono mesi che si leggono articoli in merito, almeno per quello che riguarda Nepal, Kenya e Sudafrica. Magari anche la magistratura italiana potrebbe darsi una svegliata, almeno quella parte che non lecca il culo alla sinistra. Mi sembra sempre più evidente che questi qui sono stati molto bravi a tenere tutto ben nascosto fino alla fine e non mi si venga a dire che le emissioni obbligazionarie, vista la tempistica, non sono in forte odore di truffa.
Proteus40 basta guardare il tessuto cittadino..io abito tra le altre cose in provincia di Ravenna ma ometto di saperne su CMC,anche se conosco un poco la storia.IL mondo immobiliare in pratica è fermo da oltre 15 anni ed quegli immobili nuovi (oggi sono vetusti e colano pareti ed acqua negli scantinati) le banche a libro li hanno a prezzi alti e devono pagare tasse per mantenere una situazione che sempre più genera crediti deteriorati e di come è realmente il mercato immobiliare di oggi!!( sceso di un 15/20%).Le ditte costruttrici in regola edili hanno già appalti consolidati(si costruisce poco e con fidejussioni o già sul venduto);diversamente ciccia! IL problema maggiore per CMC sono gli appalti nazionali ed internazionali..una sorta di mani legate con altre grosse realtà in odore di una parola che comincia con la emme,una buona giornata.
 
Proteus40 basta guardare il tessuto cittadino..io abito tra le altre cose in provincia di Ravenna ma ometto di saperne su CMC,anche se conosco un poco la storia.IL mondo immobiliare in pratica è fermo da oltre 15 anni ed quegli immobili nuovi (oggi sono vetusti e colano pareti ed acqua negli scantinati) le banche a libro li hanno a prezzi alti e devono pagare tasse per mantenere una situazione che sempre più genera crediti deteriorati e di come è realmente il mercato immobiliare di oggi!!( sceso di un 15/20%).Le ditte costruttrici in regola edili hanno già appalti consolidati(si costruisce poco e con fidejussioni o già sul venduto);diversamente ciccia! IL problema maggiore per CMC sono gli appalti nazionali ed internazionali..una sorta di mani legate con altre grosse realtà in odore di una parola che comincia con la emme,una buona giornata.

Guarda io non mi stupisco tanto che ci siano in giro aziende di questo tipo, di certo non è la prima, quello che più mi fa incazzare è che fino a quando riescono a far abboccare degli sfigati retail posso ben credere ad ignoranza e stupidità di chi investe, ma far abboccare così praticamente tutti gli istituzionali, con nomi di alto livello e tutta la stampa specializzata, mentendo fino alla fine, credo che veramente bisogna essere bravi in questo e gente così non si forma in pochi giorni e senza appoggi di un certo tipo, tra i quali anche quelli che hai velatamente nominato tu e la copertura politica di certe istituzioni che ben conosciamo.
 
Ultima modifica:
15/03/19 Il Resto del Carlino Ravenna
Cmc, piano concordato in arrivo Sarà presentato a giorni
ECONOMIA LA NOTA DEL GRUPPO

IN VISTA dell' assemblea dei soci calendarizzata per il 29 marzo prossimo in prima convocazione e per il giorno successivo in seconda, la Cmc spiega in una nota che «è in fase conclusiva l' elaborazione del piano previsto per il concordato in continuità, piano che sarà a breve approvato e presentato nelle prossime settimane».

La società, anche per rispondere a notizie di stampa diffuse ieri a livello nazionale, informa, inoltre, sulla situazione dei lavori all' estero (60% del fatturato e 70% del portafoglio), fonte nella seconda metà del 2018 dei mancati incassi che hanno mandato in crisi di liquidità l' impresa (60 milioni bloccati nelle opere idriche in Kenya, 10 milioni in Nepal, sempre opere idriche), oltre al caso dei due dipendenti bloccati in Kuwait a dicembre.

«I lavori in Kenya - spiega Cmc nel comunicato - sono stati aggiudicati ad una joint venture tra Cmce Itinera e al momento non è stata formalizzata alcuna accusa alla società per reati di corruzione». «Inoltre, nessun dipendente o collaboratore è mai stato messo agli arresti domiciliari per i fatti ipotizzati e nessuna richiesta di liquidazione è mai stata presentata per rimborsare investitori e fornitori».

NELLA NOTA del gruppo si precisa ancora che Cmc «non è sotto inchiesta in Sud Africa in relazione ad alcuno dei suoi progetti, e che per quanto riguarda le attività della società in Nepal uno dei due contratti è stato terminato da parte della stessa Cmc a fine 2018 mentre l' altro non è mai partito in quanto non è mai stato versato a Cmc l' anticipo contrattualmente previsto».
 
15/03/19 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
La Cmc smentisce inchieste per corruzione in corso in Kenia e lavoratori in ostaggio
RAVENNA Sono state ventiquattro ore difficili quelle di ieri per Cmc, costretta a correre ai ripari dopo che, per tutta la giornata, si sono rincorse notizie molto negative sullo stato degli appalti che la cooperativa ha sparsi per tutto il mondo. A diffondere le informazioni è stato Il Sole 24 Ore, che in un lungo articolo sul colosso ravennate delle costruzioni ha riportato notizie inerenti presunti guai giudiziari in giro per il mondo, notizie ieri duramente smentite dalla cooperativa di via Trieste che ha minacciato azioni legali. Secondo la testata economica milanese in Kenia sarebbe infatti aperta una indagine per corruzione nelle gare di appalto, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita, con la Cmc indagata per aver pagato tangenti ai ministri per vincere quei lavori. Un' altra indagine, sempre per corruzione, sarebbe poi aperta in Sud Africa. Il tasto più dolente riguarderebbe però i lavoratori. La crisi della cooperativa avrebbe infatti irrigidito i suoi rapporti internazionali. Tanto che, dall'annuncio della richiesta di concordato, 14 tecnici alle dipendente della Cmc sarebbero stati bloccati alla frontiera in quattro diverse nazioni dove la cooperativa ha all'attivo dei lavori e gli sarebbe stato ritirato il passaporto. Tanto da rendersi necessario l' intervento del Ministero per gli affari esteri.

Ma ieri pomeriggio, come detto, da via Trieste è arrivata una dura smentita a tutte le accuse.

La Cmc parla di «una ricostruzione distorta e fuorviante della realtà. La società non è mai stata in bancarotta ma, come noto, ha avviato una procedura di con cordato in continuità e al momento è in fase conclusiva l' elaborazione del piano». Per quanto riguarda gli appalti in Kenya «alla società non è mai stata formalizzata alcuna accusa. E nessun nostro dipendente è agli arresti domiciliari». Lo stesso vale per il Sud Africa, dove la Cmc assicura di «non essere assolutamente sotto inchiesta».

In tutto questo vi è però una notizia positiva. L' impresa Pizzarotti ha infatti annunciato il suo interesse verso l' acquisto di alcuni asset di Cmc. Elemento, questo, che in caso di interesse reciproco e di accordo da parte del Tribunale potrebbe interessare e non poco alla cooperativa, in ottica di ripianare il suo debito e ristrutturare l' azienda.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2019
 
15/03/19 - Lettere a l Sole 24 Ore
Le vicende estere di Cmc costruzioni

Gentile direttore, l' articolo di ieri dal titolo "Il fronte estero di CMC. Cantieri a metà e operai in ostaggio", offre una ricostruzione parziale, distorta e fuorviante.

CMC non è, e non è mai stata, in bancarotta ma, in data 7/12/2018 il Tribunale di Ravennaha autorizzato l' avvio della procedura di concordato preventivo finalizzato alla continuità aziendale. La situazione di CMC è stata tempestivamente comunicata e rappresentata in totale trasparenza a tutti gli stakeholder, anche all' estero, ed in conformità agli obblighi di legge.

CMC è attualmente impegnata nella ultimazione del piano concordatario.

Relativamente ai fatti avvenuti in Kuwait, i due dipendenti di CMC sono rientrati con un normale volo di linea (e non con volo di stato): si trattava dell' accusa infondata di un presunto furto di un mezzo di lavoro che, invece, è poi risultato trovarsi all' interno delle aree di cantiere. I lavori per altro erano oggetto di un contratto di subappalto che CMC ha risolto in quanto a distanza di quasi un anno dall'inizio lavori, non aveva ancora ottenuto il riconoscimento ufficiale come subappaltatore. Pertanto CMC non aveva alcun rapporto contrattuale con le Autorità dell' Emirato.
Relativamente agli appalti in Kenya al momento non vi è alcuna accusa formalizzata da parte delle autorità locali; CMC, così come le circa 50 (e non 110 ) aziende fornitrici, sono state sentite per fare chiarezza sui fatti riportati dalla stampa locale e rispetto ai quali CMC ritiene di essere estranea.
Nessun documento risulta oggi sequestrato dalle Autorità e la due-diligence citata nell' articolo è stata debitamente eseguita nei modi e nei tempi previsti.
Tutti i contratti di CMC in Kenya, inclusi quelli sottoscritti dalla Joint Venture di CMC e Itinera S.p.a., sono stati firmati tra il 2015 e il 2017, e CMC non ha ricevuto alcun pagamento riferito a tali contratti dopo il 04/12/2018. Non corrisponde poi a verità quanto riportato circa il trasferimento dei 165 milioni di dollari, cosi come riferito nel pezzo: infatti gli importi degli anticipi contrattuali destinati alla Joint Venture CMC-ITINERA (meno della metà dei 165mln di dollari) sono stati pagati in Italia da parte della sede inglese dei finanziatori, così come previsto nel relativo contratto di finanziamento.
Relativamente agli appalti in Sud Africa deve precisarsi altresì che a quanto ci risulta CMC non è sotto inchiesta da parte delle Autorità giudiziarie per corruzione ne lo è per gli appalti in Uganda.
Per quanto riguarda le attività in Nepal, lo scorso dicembre alcuni dipendenti di CMC sono stati fermati dall'ufficio immigrazione dell' aeroporto dopo che CMC aveva terminato il contratto in essere dal 2013 con il governo Nepalese a causa di mancati pagamenti relativi a lavori già eseguiti. Nessun passaporto sequestrato e i dipendenti hanno lasciato il paese senza alcuna pendenza. Inoltre, il secondo contratto non è mai partito in quanto non è mai stato versato l' anticipo contrattuale previsto.
Infine nessun dipendente o collaboratore di CMC è mai stato messo agli arresti domiciliari per i fatti ipotizzati; ogni situazione di lavoro sospeso o terminato è stata presentata e dichiarata a tutti gli organi competenti ed è attualmente oggetto di valutazioni al fine del piano concordatario; non è stata presentata, alcuna richiesta di liquidazione totale degli asset per rimborsare investitori e fornitori.
CMC Ravenna

Prendo atto della reazione della Cmc, ma faccio presente alcune cose: tutte le informazioni contenute nell' articolo sono state riscontrate con i governi interessati dagli appalti e pubblicate dalla stampa internazionale, compresa quella keniota e nepalese: la CMC non ha mai smentito nessun articolo (perché solo in Italia?). Per quanto riguarda gli appalti in Nepal, 10 dipendenti della Cmc hanno subìto il ritiro del passaporto allo scalo di Kathmandu il 16 dicembre 2016, altri due dipendenti hanno consegnato i passaporti alla polizia che si era recata al loro domicilio: la stampa internazionale ha riportato che era stato detto loro di non lasciare il paese e la residenza.
Anche in questo caso, nessuna smentita della CMC. Sul SudAfrica, ho usato il condizionale (sarebbe sotto inchiesta) perché si trattava di informazione off the record.
Infine, sulla liquidazione degli asset, questo è quanto sostengono i creditori del gruppo, che ha 900 milioni di debiti da ripagare. Allego dichiarazione del presidente Porcelli pochi mesi prima di portare i libri in tribunale: «Ringrazio il presidente uscente perché è stato un maestro in questi anni: ho preso la guida di una cooperativa in buone condizioni». (A.Pl.)
 

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