CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

e QUINDI?
Ultimi prezzi?
E quindi...
Ci stanno preparando il tartufon...
Ma che credi ?
Che ci vogliono premiare ???
Non hai capito...
Questi vogliono fottersi la azienda a un pezzo di pane...
E una vicenda terribile...
Gestita in maniera scientifica dai cosiddetti quaranta....(censura)
Saluti
 
Corriere di Romagna 12/03/19

La Cmc verso l' addio agli Stati Uniti Al vaglio la dismissione di alcuni asset
- di ALESSANDRO CICOGNANI
Si attendono invece buone notizie per quanto riguarda la possibile ripartenza dei cantieri siciliani
RAVENNA Cmc potrebbe decidere di dire addio alle sue partecipazioni negli Stati Uniti. Nei prossimi giorni l' assemblea valuterà l' ipotesi di una dismissione di alcuni asset col chiaro intento di immagazzinare denaro a copertura dei debiti.

Le società nel mirino sarebbero la DiFazio industries inc con sede a New York, di cui Cmc detiene il 66,6 per cento dell' azionariato e che ha un fatturato oltre i 60milioni di dollari all' anno, e la LM Heavy Civil Construction di Westford nel Massachussets, di cui invece detiene il 100 per cento delle quote e che ha chiuso il 2017 realizzando circa 73 milioni di dollari di ricavi. La dismissione dei gioielli americani - a cui potrebbero aggiungersi altri immobili ritenuti non più funzionali all' operatività aziendale - sarà all' ordine del giorno delle prossime assemblee. Del resto i tempi per la presentazione del piano concordatario al Tribunale di Ravenna sono ormai agli sgoccioli e - viste queste ultime novità - sembra evidente che la cooperativa di via Trieste si stia indirizzando verso un concordato misto che preveda la continuazione di alcuni cantieri e la vendita di alcuni asset.

Nel frattempo i commissari nominati dal tribunale sono al lavoro per definire l' importo esatto dei debiti in pancia a Cmc, la cui esposizione finanziaria dovrebbe aggirarsi intorno ai 900 milioni di euro. Una cifra imponente, generata da due due bond da 325 e 250 milioni che vede tra gli obbligazionisti - secondo quanto riportato venerdì scorso in un articolo di MF -Milano Finanza - anche Credit Agricole, Algebris, Muzinich, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. A questi si aggiungerebbero - sempre secondo il quotidiano economico milanese - un revolving credit facility da 160 milioni e un' altra esposizione bancaria che varia trai 100 e i 150 milioni. Le banche maggiormente esposte sono Unicredit, Bnl, Intesa e Bank of China.

Buone nuove Si attendono invece buone notizie per quanto riguarda la possibile ripartenza dei cantieri siciliani della Cooperativa muratori e cementisti.

A inizio febbraio Bolognetta ed Empedocle 2, sulla scia della crisi di Cmc, hanno presentato anche loro richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Ravenna. Tuttavia alla fine del mese scorso i creditori hanno votato all'unanimità per la ripartenza delle due grandi opere che l' azienda ha attive sull'isola. E ora si attende solo il via definitivo.

Se l' addio all' America sembrerebbe ormai solo una questione di tempo, lo stesso non dovrebbe valere per Cmc Africa Austral L da. La società è infatti uno dei principali fiori all' occhiello della cooperativa ravennate, visto che nei suoi 37 anni di attività è riuscita a diventare la maggiore impresa di costruzioni del Mozambico, con un fatturato da 100 milioni di euro e 3 mila dipendenti all'attivo.

Problemi in Nepal Nel frattempo le ultime cattive notizie per Cmc arrivano direttamente dal Nepal, dove il governo - secondo la testata The Himalayan Times - avrebbe interrotto un prestito alla cooperativa ravennate per non aver ultimato i lavori di realizzazione di una diga. Alla Cmc erano stati dati 28 giorni di tempo per riprendere le attività, termine che non sarebbe stato rispettato per via della crisi aziendale, portando così alla rottura del contratto.
 
13/03/19 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
Conte in Sicilia per sbloccare i cantieri della Cmc
Il presidente del Consiglio, assieme al ministro Toninelli, annuncia il riavvio dei lavori e la data di conclusione nel 2020
RAVENNA Sblocco del cantiere di Cmc sulla Ss 640 Agrigento -Caltanissetta: secondo il primo ministro Giuseppe Conte e il suo delegato alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, è cosa fatta. C' è anzi una data di fine lavori: giugno 2020.

Il presidente del consiglio e il ministro delle Infrastrutture erano infatti ieri mattina nel cantiere nisseno per la cerimonia di riapertura dei lavori nel tunnel che porterà ad Agrigento, rimasti bloccati da ormai cinque mesi.

«L' obiettivo è completare la statale 640 Agrigento -Caltanissetta nel giugno 2020», ha detto il presidente del consiglio.

Giuseppe Conte e Danilo Toninelli si sono intrattenuti a lungo all' interno della galleria realizzata dalla Cmc con la tecnologia di scavo Tbm, la talpa utilizzata anche nel tunnel ispettivo della Tav e che nel difficile contesto geologico siciliano ha portato al record di 36 metri approfonditi in una sola giornata.

Cantiere sbloccato «Il primo obiettivo era sbloccare il cantiere che era fermo da settembre dell' anno scorso - ha aggiunto Toninelli-. Ce l' abbiamo fatta e stiamo facendo lavorare le imprese del territorio con l'Anas, che si farà carico delle spese sostituendosi alla società in crisi. Ovviamente vogliamo che siano pagate anche quelle pregresse».

«Siamo consapevoli che ci sono problemi giuridici molto complessi - ha continuato il titolare del dicastero delle Infrastrutture - ma il governo farà di tutto per dare il suo contributo insieme alle istituzioni locali. Vogliamo che anche la Regione faccia la sua parte. Ci ritroveremo presto a Roma per un tavolo già costituito e che deve entrare nel cuore della soluzione del problema».

A seguire il premier ha anche incontrato il comitato creditori della Cmc in Sicilia che a seguire ha rilasciato una nota: «Il premier Conte ci convocherà verso la metà della prossima settimana a Roma, assieme alla Regione e all'Anas. Ha confermato che per i lavori futuri Anas ci pagherà direttamente».

Secondo il comitato che raggruppa le 100 imprese tra affidatarie, subappaltatrici e fornitrici per la grande opera nel Mezzogiorno, «sui crediti pregressi per circa 50 milioni di euro che vantiamo nei confronti della Cmc in concordato, è ferma intenzione del presidente del consiglio trovare una soluzione assieme a tutti gli attori di questa vicenda. Il tutto per arrivare all'obiettivo fissato da Conte, cioè completare le due opere in tempi celeri».
 
13/03/19 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

«Legacoop Romagna ha retto alla crisi con professionalità e coesione» di GAETANO FOGGETTI
L' analisi alla vigilia del congresso in programma venerdì 15 alla Fiera di Cesena «Abbiamo lavorato per essere un riferimento per le nostre associate e le istituzioni»
RAVENNA Mario Mazzotti, dal novembre 2015 direttore generale di Lega coop Romagna, professa ottimismo e positività alla vigilia del congresso in programma venerdì dalle 8.30 a Cesena Fiera.

Quali sono le condizioni di salute di Legacoop Romagna?
«Arriviamo a questo appuntamento dopo un percorso di consolidamento e qualificazione del lavoro associativo di Legacoop Romagna condotto negli ultimi 5 anni. Ci presentiamo con una presenza radicata in tutti gli ambiti dove operiamo, vicina alle imprese e alle basi sociali, capace di fornire oltre alla rappresentanza un' ampia gamma di servizi alle imprese in termini di quantità e qualità grazie alla costituzione di Federcoop Romagna. Un lavoro ottenuto con la ricerca della massima partecipazione delle cooperative associa tee con l' impegno di una struttura snella e sobria ma efficiente».

Un cambiamento passato attraverso anni difficili.
«I risultati raggiunti non erano scontati, abbiamo attraversato un periodo di grave crisi economica soprattutto nel settore dell' edilizia e il suo indotto. Crisi purtroppo non ancora conclusa, che ha portato ad un ridimensionamento consistente nel numero delle imprese non solo cooperative e ad un calo degli addetti del 50% su scala nazionale».

Quale situazione state seguendo adesso con più attenzione?
«La Cmc, attualmente impegnata attraverso gli advisor incaricati e la propria direzione a predisporre un piano di ristrutturazione da completare entro i pri mi di aprile. Prospetto che sarà presentato al Tribunale e ai creditori e che ci aspettiamo possa confermare la presenza nel settore di una azienda rinnovata in grado di continuare a svolgere quel ruolo nazionale e internazionale che le compete».


Come si fa a ripartire?
«Occorrono scelte politiche nazionali che aiutino il settore, c' è un divario infrastrutturale da colmare con lo sblocco delle opere attualmente ferme; un codice degli appalti da modificare per accelerare l' iter di approvazione e cantierizzazione. C' è bisogno dell' intervento pubblico per far sì che i pagamenti dei lavori effettuati siano garantiti nei tempi giusti e, nel complesso, un piano straordinario da mettere in campo per il settore».

Il movimento ha comunque dimostrato di tenere bene.
«Ci presentiamo con oltre 400 cooperative associate, numero pressoché invariato rispetto al 2015, e un incremento degli occupati di circa il 3% per unvalore della produzione che nel 2017 è stato pari a oltre 6 miliardi e 500 milioni; risultato confermato anche nel 2018, al netto delle difficoltà della Cmc. L' agroalimentare cresce del 2,2% per gli occupati e del 6,4 nella produzione, così come servizi e sociale segnano un +3,5 nell' occupazione e il +6 nel fatturato. Calano gli utili (-10%) nelle cooperative sociali che, pur in salute, si scontrano anche con la riduzione della marginalità».

Quali sono i prossimi obiettivi?
«Vogliamo portare tutto il movimento a vincere la sfida dell' innovazione, facendo in modo che la rivoluzione digitale non comporti la perdita di occupazione ma semmai induca a costruire nuove opportunità. C' è bisogno di mercati aperti e liberi contro la tendenza al protezionismo. Le prossime elezioni europee saranno uno spartiacque importante per il nostro futuro».

Che ruolo volete giocare?
«La nuova governance della Lega vedrà una maggiore responsabilizzazione degli organi dirigenti con direzione e presidenza ridotte nei loro componenti. Avremo sempre un presidente e un direttore generale col consolidamento dei presidi territoriali e un peso maggiore ai coordinatori provinciali per intensificare il rapporto con le associate».

Qual è la vostra idea di assetto territoriale?
«Puntiamo ad una Provincia unica che abbia poteri simili a quelli della Città metropolitana facendo tornare alle urne i cittadini per la sua elezione. Nel frattempo quelle attuali-la cui mancanza si è fatta sentire in vari ambiti, dalla formazione alla viabilità - potrebbero stipulare un accordo di programma per gestire tra loro le competenze assegnate e fare un piano strategico nell' ambito dell' area vasta. Sarebbe un segnale importante che valorizzerebbe la Romagna come territorio baricentrico e strategico e aiuterebbe il mondo delle imprese e del lavoro».

Territorio che, però, si è dimostrato anche fragile.
«Il tema delle infrastrutture resta centrale. È bastato il blocco dell' E45 e il tragico incidente sulla Ravegnana per confermare la nostra debolezza. Per questo dobbiamo rilanciare il Corridoio adriatico, impropriamente accantonato, che rappresenta l' asse fondamentale del collegamento Nord Sud. Siamo anche una realtà che sta pagando più di altri i cambiamenti climatici e necessita di interventi per contenere frane e piogge. Per questo abbiamo proposto un fondo regionale alimentato da una quota di proventi lasciati al territorio dai gestori della rete autostrada lee da una parte degli oneri di urbanizzazione. È necessario dare certezza ed esecutività entro l' estate ai bandi per approfondire i fondali e rifare le banchine del porto di Ravenna. Bisogna pensare a un sistema aeroportuale a rete, con le varie vocazioni, nel quale trovi spazio il "Ridolfi" e ad un sistema fieristico qualificato.

Il progetto dell' Ausl Romagna, poi, deve essere parzialmente corretto nella gestione aziendale: vanno rilanciati i Distretti sanitari come luoghi di integrazione tra sociale e sanitario, va specializzata la rete dell' assistenza ospedaliera e la Regione deve dimostrare maggiore attenzione alla qualificazione della sanità romagnola garantendo risorse per ammodernare strutture e tecnologie. Per raccolta e smaltimento dei rifiuti vogliamo giocare il nostro ruolo nel processo di liberalizzazione dei servizi; abbiamo partecipato alla gara di Atersir per il territorio di Ravenna e Cesena costituendo una Ati con Hera. In questo ambito le nostre cooperative sono diventate un soggetto imprenditoriale. Guardiamo, infine, con attenzione all' esperienza di Alea, per la quale l' impegno delle nostre associate è stato costante».
 
Quale situazione state seguendo adesso con più attenzione?
«La Cmc, attualmente impegnata attraverso gli advisor incaricati e la propria direzione a predisporre un piano di ristrutturazione da completare entro i pri mi di aprile. Prospetto che sarà presentato al Tribunale e ai creditori e che ci aspettiamo possa confermare la presenza nel settore di una azienda rinnovata in grado di continuare a svolgere quel ruolo nazionale e internazionale che le compete».


Chi paga il conto ? Noiiiiiiiiiiiiooiiiiiii
 
Azienda rinnovata = senza debiti = azzerati noi obbligazionisti

Ma no, azzerati no, faranno una proposta che possa avere delle possibilità di passare all'approvazione dei creditori, per poterli poi fregare definitivamente sul lungo periodo.
Visto che ben poco trapela, quindi nessun aumento di capitale o finanziamenti statali o interessamento di altro player, si può pensare che il liquidare degli asset servirà per garantire una probabile super-senior per ottenere rapidamente la liquidità che gli servirà per continuare quel che resterà dell'attività ed a rabbonire un pò le banche. Per gli obbligazionisti, oltre che tagliare generosamente il nominale, in cambio daranno una parte di "titoli partecipativi" di una nuova società fantoccio e che non riceverà mai degli utili e per un'altra parte emetteranno un'altra obbligazione dalle caratteristiche e tempi di rimborsi grotteschi. In pratica un'altra presa per il culo, ma che darà agli investitori l'illusione di essersela cavata in modo non così disastroso, giusto per evitare che si presentino i creditori ai cancelli con i forconi e le torce.
 
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Ma no, azzerati no, faranno una proposta che possa avere delle possibilità di passare all'approvazione dei creditori, per poterli poi fregare definitivamente sul lungo periodo.
Visto che ben poco trapela, quindi nessun aumento di capitale o finanziamenti statali o interessamento di altro player, si può pensare che il liquidare degli asset servirà per garantire una probabile super-senior per ottenere rapidamente la liquidità che gli servirà per continuare quel che resterà dell'attività ed a rabbonire un pò le banche. Per gli obbligazionisti, oltre che tagliare generosamente il nominale, in cambio daranno una parte di "titoli partecipativi" di una nuova società fantoccio e che non riceverà mai degli utili e per un'altra parte emetteranno un'altra obbligazione dalle caratteristiche e tempi di rimborsi grotteschi. In pratica un'altra presa per il culo, ma che darà agli investitori l'illusione di essersela cavata in modo non così disastroso, giusto per evitare che si presentino i creditori ai cancelli con i forconi e le torce.
Non si presentano coi forconi ? No ..siamo un paese buonista e quindi verremo sempre presi per i fondelli perchè non si conosce l'economia e specialmente una obbligazione corporate che ha una cedola cospicua .Bisognerebbe chiedersi perchè rende cosi tanto in tempi di tassi interbancari (che con la deflazione che si ritrova il bel paese)che dovrebbero essere negativi!!A prescindere da questo il mio modesto parere su queste obbligazioni se proprio uno volesse "diversificare" senza sapere nulla,meglio stare fermi e tenere i soldi sul conto corrente,buona sera.
 
Non si presentano coi forconi ? No ..siamo un paese buonista e quindi verremo sempre presi per i fondelli perchè non si conosce l'economia e specialmente una obbligazione corporate che ha una cedola cospicua .Bisognerebbe chiedersi perchè rende cosi tanto in tempi di tassi interbancari (che con la deflazione che si ritrova il bel paese)che dovrebbero essere negativi!!A prescindere da questo il mio modesto parere su queste obbligazioni se proprio uno volesse "diversificare" senza sapere nulla,meglio stare fermi e tenere i soldi sul conto corrente,buona sera.

Hai perfettamente ragione e vista la situazione generale e la cedola magari era il caso di farsi molte più domande, però, come ho scritto in altri post, pur cosciente del rischio, visto anche il rating, a leggere pareri di istituzioni finanziarie ritenute più che competenti, i titoli, fino a tre mesi prima del tracollo, erano da tutti consigliati buy e tutti a lodare la serietà e solidità dell'azienda. A questo punto, come consigli tu, meglio lasciare i soldi sul conto corrente a prescindere dal titolo, visto che non ti puoi fidare di nessuno e i presunti competenti in realtà non lo sono affatto, anche se portano nomi blasonati di grandi aziende del settore.
 
Rassegna stampa tv:
articolo su CMC in prima pagina sul Sole 24 ore (si citano i guai all'estero).
 
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