Riporto un articolo del Sole24, non è l'originale che non sono riuscito a trovare, ma un copia ed incolla preso da un altro forum, si parla principalmente di Astaldi, ma viene citata anche CMC come oggetto di speculazione.
PRIMO PIANO
27 Settembre 2018
Il Sole 24 Ore
the big short
Hedge fund all’attacco (ribassista) sui bond
Forti vendite allo scoperto su Astaldi e Cmc: ecco la strategia degli speculatori
L’attacco vero e proprio è diventato palese il 29 agosto, con l’aggravarsi della situazione in Turchia. Quel giorno il prestito obbligazionario 2020 di Astaldi sul mercato ha visto infatti il prezzo sprofondare dal 74% del valore nominale al 58%. Fino ad arrivare a 37 il 14 settembre, che equivale a un rendimento del 62%. Ma sul mercato i movimenti si vedevano già da qualche tempo: approfittando delle difficoltà sempre più gravi di Astaldi, un gruppo di hedge fund e i trader di alcune banche d’affari hanno infatti avviato una gigantesca campagna ribassista sui suoi bond. Vendite allo scoperto (in parte anche «nude») in grandi quantità, che hanno amplificato il collasso del bond. E che si sono estese piano piano all’intero settore delle costruzioni. Ecco come. E perché.
The big short
Solitamente per vendere «allo scoperto» bisogna fare così: ci si fa prestare i titoli da qualche banca d’affari, si vendono sul mercato quando hanno ancora un prezzo elevato, si aspetta che il prezzo scenda e poi si ricomprano a un valore basso. Questo è il modo migliore per guadagnare dal ribasso delle quotazioni. Ma dato che sui bond Astaldi il prestito titoli è molto difficile da ottenere (sono illiquidi e introvabili), molti hedge fund hanno iniziato a venderli allo «scoperto» anche senza averli avuti in prestito. Insomma: vendono bond che non hanno. Pratica vietata sul mercato azionario ma non - conferma Consob - sui bond aziendali. Così la furia di vendite è diventata una bufera.
La logica di chi specula al ribasso su Astaldi è semplice. Innanzitutto questi fondi realizzano un guadagno facile perché, essendo l’azienda in difficoltà, i prezzi dei bond scendono. La stessa speculazione ribassista li fa scendere. Alla fine, quando i prezzi raggiungono livelli bassi, gli stessi fondi speculativi iniziano a ricomprarli. Con due prospettive possibili. Uno: se la società si salva e non va in default, quei bond verranno rimborsati a 100 anche a chi li ha comprati a 37. Se invece la società deve ristrutturare il debito (come ormai appare evidente), i possessori dei bond hanno probabilità di diventare azionisti (convertendo i debiti in azioni). Il tutto dopo aver guadagnato dalle vendite allo scoperto. Ovviamente per gli hedge fund sono elevati anche i rischi. Non solo perché se il titolo è illiquido sarà difficile trovarlo sul mercato quando servirà averlo, ma anche perché non è detto che la ristrutturazione del debito debba essere per loro favorevole. Anche gli speculatori possono uscire con le ossa rotte.
La bufera si allarga
Partendo da Astaldi, la speculazione ribassista si è estesa poi all’intero settore. Sono per esempio stati presi di mira i bond di Cmc, crollati (dopo i conti deludenti e una conference call che non è piaciuta al mercato) fino al 55% del valore nominale (il che significa che il rendimento è salito al 22%) per poi rimbalzare a 58. Ma la volatilità, ormai rientrata del tutto, ha lambito anche i bond di Salini Impregilo.
E questo suggerisce una riflessione. Sebbene non vengano infrante leggi, è indubbio che questa speculazione ribassista abbia l’effetto di mettere in un angolo in maniera fulminante aziende già in crisi. Perché è vero che i prezzi dei bond scenderebbero ugualmente, ma non così velocemente e così tanto. La speculazione dunque di fatto sta aggravando la crisi di un settore con 25mila lavoratori. Se anche volesse, oggi Astaldi non potrebbe emettere nuovi bond per rifinanziare quelli in scadenza: perché con un mercato così stressato dovrebbe offrire rendimenti impagabili. Sarebbe difficile anche per Cmc. Di fatto, quindi, la speculazione può finire per aggravare le situazioni di difficoltà e costringere le aziende a ristrutturare il debito.
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Morya Longo