Utente Captain Sparrow, discussione HIGH YIELD:
Cmc, cooperative in cordata
per il salvataggio del gruppo
COSTRUZIONI
In campo Legacoop
e le principali associate per
sostenere cassa e capitale
Occorre far fronte a
milioni di mancati
incassi negli ultimi mesi
Marco Ferrando
Carlo Festa
Il mondo delle cooperative si
stringe intorno a Cmc, la coop numero
uno nelle costruzioni e il
quarto operatore attivo in Italia
nel settore. Dopo le crisi di Condotte
e Astaldi l’allerta è massima
tra le banche creditrici, soprattutto
da quando nei giorni scorsi si è
letto in un comunicato del gruppo
ravennate di milioni di pagamenti
slittati, che hanno appesantito
la posizione finanziaria netta
rettificata della società fino a
milioni di euro dai milioni registrati
a fine .
Di qui il cantiere per la messa in
sicurezza allestito nel corso delle
ultime settimane, che secondo
quanto raccolto da Il Sole Ore
vede in prima fila Legacoop e alcune
delle principali cooperative di
costruzione che vi fanno riferimento.
Nelle prossime ore dovrebbe
essere nominato un consulente
finanziario, ma da giorni è
già attivo un team coordinato dal
commercialista modenese Domenico
Trombone, presidente del
Consorzio Cooperative Costruzioni
e noto nel mondo finanziario
perché in passato presidente di
Carimonte holding.
Obiettivo del gruppo di lavoro
è quello di mettere a punto un piano
di salvataggio che dovrebbe
portare alla ristrutturazione del
debito (Intesa Sanpaolo, UniCredit
e Bnl-Bnp Paribas le banche
più esposte) e al rafforzamento finanziario,
oltre a una potenziale
ottimizzazione del portafoglio lavori,
che a fine giugno superava i
, miliardi.
Punto di partenza, però, sono i
milioni di mancati pagamenti
registrati in estate, e ai connessi
problemi di cassa che hanno generato.
È qui che dovrebbe stendersi
la prima rete di protezione messa
in piedi dalle altre cooperative,
che hanno tutto l’interesse a risolvere
la crisi prima che deflagri. Il
caso Cmc presenta evidenti analogie
con quelli degli altri big delle
costruzioni: portafogli di commesse
importanti ma scarsa diversificazione
fuori dall’Italia e la
necessità di far fronte ai sistematici
ritardi nei pagamenti da parte
della Pubblica amministrazione.
Se si guarda ai conti della realtà
ravennate, infatti, il portafoglio ha
registrato una forte crescita nel
e , con nuove commesse
per , miliardi e per , miliardi
nel solo primo semestre di
quest’anno, per arrivare a un portafoglio
salito dai , miliardi
del , ai , del ai ,
del giugno . Nei giorni
scorsi il gruppo, nato oltre un secolo
fa dalla fusione tra la cooperativa
ravennate dei cementisti e
quella dei muratori, ha presentato
al commissario Marco Bucci anche
una manifestazione di interesse
per la ricostruzione del ponte Morandi
a Genova.
Da notare, invece, che il buco di
milioni è dovuto a mancati pagamenti
Anas per due opere in Sicilia
(per la superstrada Agrigento-
Caltanissetta), due lavori in
Kenya per opere idriche (circa
milioni di euro di mancati incassi)
e un’altra opera idrica in Nepal
(circa milioni).
© RIPRODUZIONE RISERVATA