Covered Warrant e Opzioni

il tempo scorre: l'importanza del tempo


E' intuitivo supporre che il prezzo del derivato sia strettamente legato al numero dei giorni che lo separano dalla scadenza, supponiamo, infatti, di ritrovarci al quarto giorno con le STMicrol ancora ferma a 20 euro e ragioniamo sulle ripercussioni che questo dovrebbe avere sul prezzo del nostro covered warrant, ricordando che il suo valore intrinseco è sempre pari a 0.
Le considerazioni sul possibile incremento del valore del titolo STMicrol e delle sue conseguenze sul titolo warrant sono le medesime del giorno precedente, quello che cambia è la probabilità che questo si realizzi, avendo ormai davanti a sé solo un giorno di contrattazioni.
Per semplicità possiamo supporre che il mercato dimezzi il prezzo del warrant, essendosi dimezzato il periodo di vita residuo.
Tale valore scivolerà inesorabilmente a zero se anche nell'ultimo giorno il titolo STMicrol non riuscirà a perforare verso l'alto la soglia dei 25 euro.
Nel nostro esempio abbiamo volutamente ipotizzato un valore tale del titolo STMicrol tale da portare a zero il valore intrinseco del titolo, in questo modo abbiamo evidenziato il valore rappresentato dalla probabilità di una successiva ripresa del warrant, indicando come determinanti di tale valore sia la probabilità che il titolo base si rialzi e il tempo che rimane affinché ciò accada.
Il valore temporale e' quindi il sovrapprezzo rispetto al valore intrinseco ( zero nell'esempio ) che il potenziale acquirente del warrant è disposto a pagare nella speranza di possibili guadagni futuri.
 
il prezzo del covered warrant


Per comprendere appieno la natura del valore temporale dobbiamo nuovamente confrontare investimento azionario e in covered, torniamo quindi al primo giorno di contrattazioni, in cui il titolo STMicroel valeva 30 euro, conferendo al warrant base 25 il valore intrinseco di cinque euro.
Analizzando gli scenari dei giorni successivi del titolo STMicroel, abbiamo notato come il valore intrinseco del titolo segua, in valore assoluto, le performance del titolo base:
se STMicroel cresce di 3 euro ( 30 -> 33 ), il valore intrinseco del warrant ad esso collegato subirà la medesima variazione ( 5 -> 8 ).
Identico ragionamento quando l'azione STMicroel scende, con un'importante eccezione:
il titolo warrant limita la perdita a tutto il suo valore, non segue cioè nella sua discesa il titolo STMicroel oltre la linea rappresentata dal suo prezzo base.
In altre parole, il titolo STMicroel che il primo giorno quotava 30 euro può diminuire il suo valore anche di 15-20 euro in caso di bruschi crolli, il valore intrinseco del warrant al massimo passerà da 5 a zero.
Tutto questo fa capire come il valore intrinseco del warrant segua nei suoi movimenti ascendenti il titolo base, producendo potenzialmente guadagni simili, ma assicurando una perdita massima inferiore a quella potenzialmente registrabile dal titolo base.
I due investimenti risultano simili sole per quel che concerne i guadagni, potendo quindi pagare per il warrant solo il suo valore intrinseco si avrebbe una posizione privilegiata rispetto all'azionista, in quanto si otterrebbe una limitazione alle perdite e non ai guadagni.
Questo, in un mercato liquido e efficiente, non può accadere:
il rischio deve essere commisurato ai potenziali guadagni, titoli che promettono medesimi incrementi devono avere il medesimo rischio !
Il valore temporale del warrant esprime proprio il prezzo della differenza di rischio dei due investimenti, il possessore del warrant si posiziona per tutta la durata del titolo esattamente come l'azionista, limita le sue perdite e beneficia delle medesime possibilità di incremento del titolo, questa posizione costa un incremento del prezzo del titolo rispetto al suo valore intrinseco, direttamente proporzionale alla durata di questa posizione privilegiata e all'entità massima della possibile perdita a cui si va incontro.
 
conclusione: importanza della base rispetto alla scadenza


Precisiamo quest'ultimo concetto.
Avere un warrant sul titolo STMicroel che scade tra 5 giorni è sicuramente meno allettante di possederne uno con vita residua pari a tre o quattro mesi, questo è intuitivo.
Sottolineamo che il valore temporale del warrant decresce inesorabilmente con il trascorrere del tempo, è una sorta di affitto giornaliero di una posizione privilegiata.
La base del warrant è la seconda variabile necessaria per determinare, con buona approssimazione, il prezzo del derivato.
Nel nostro esempio il warrant aveva base 25 e valore intrinseco pari a 5, se avesse avuto una base maggiore, ad esempio 28 euro, il suo valore intrinseco sarebbe stato solamente 2 euro:
l'entità della perdita massima del valore intrinseco sarebbe quindi pari a 2, le possibilità di incremento rimarrebbero quelle dell'azione e del precedente warrant con base maggiore, il tempo a disposizione per il verificarsi dell'atteso rialzo del titolo STMicroel sarebbe il medesimo e quindi anche il valore temporale da attribuire a tale possibilità.
Con una certa approssimazione si può dire che warrant con il medesimo sottostante e la stessa scadenza avranno un valore temporale simile e un valore intrinseco nettamente diverso:
il valore temporale rappresenterà però una percentuale maggiore del prezzo reale del titolo avente valore intrinseco più basso.
 
fonte: http://www.performancetrading.it/Mercati/Catalano/fraopzioni.htm

Opzioni o Covered Warrants ? Il dilemma del trader

Il prolungarsi della situazione negativa impedisce alla maggioranza degli investitori di trarre vantaggio dalle condizioni di mercato e ciò è essenzialmente dovuto alla scarsa propensione che il trader italiano ha nell'assumere posizioni corte, ovvero posizionarsi al ribasso su un azione o un indice. E' anche vero che pochissime SIM e nessuna Banca italiana permettono la vendita allo scoperto e questa mancanza è stata prontamente sfruttata dalle varie Emittenti che hanno riversato sul mercato un'infinità di Covered Warrant di tipo Put e apparentemente questi sono gli unici strumenti che il trader ha a disposizione per cavalcare il ribasso ma così non è.
Le opzioni Mibo30 e le Isoalfa oltrechè lo stesso Fib30 trattate sul mercato IDEM (un circuito parallelo a quello di Piazza Affari dove sono invece trattate le Azioni) possono molte volte sostituire egregiamente i Covered Warrant e bypassare quindi eventuali furbate delle banche emittenti.

Cerchiamo di conoscere meglio questi strumenti e capire le differenze rispetto ai Covered Warrant:

Con il Fib30 si compra a tutti gli effetti l'intero indice Mib30 pagandolo 5 euro per ogni punto. In questi giorni che il Mib30 oscilla intorno ai 37.000 il Fib30 costa dunque 37.000 x 5 = 185.000 euro. Non è necessario pagare l'intera somma perché è richiesto solo un versamento a garanzia del 10% circa creando così un notevole effetto leva. Il valore del Fib30 discosta quasi sempre dal valore intrinseco del Mib30 in virtù delle aspettative del mercato e in genere i valori raggiungono l'uguaglianza solo l'ultimo giorno di negoziazione che è sempre il terzo venerdì del mese di scadenza (Marzo, Giugno, Settembre, Dicembre). Come gli altri derivati è possibile venderlo allo scoperto prestandosi così anche allo scalping intraday.

Le opzioni Mibo30 possono sostituire i CW sull'indice Mib30 (in realtà è vero il contrario essendo i CW una loro imitazione) e possiedono anzi delle caratteristiche che li rendono sicuramente vincenti rispetti ai loro “cugini poveri”. La più importante è data dal fatto che vengono immessi sul mercato, secondo le esigenze createsi, dei nuovi strike in modo da “restare sempre nei pressi” del sottostante. Altra differenza importante sono le scadenze che sono mensili (il terzo venerdì di ogni mese) e i traders più smaliziati sanno quanto è remunerativo lavorare in scadenza. La liquidità è garantita direttamente dalla Cassa di Compensazione che si fa carico di tutte le transazioni ad un prezzo equo escludendo così il rischio di trovarsi con delle opzioni invendute. Non esiste un lotto minimo di negoziazione e ogni punto indice costa 2,5 euro. Il Put 35.000 Aprile 2001 che oggi vale circa 400 (scommette quindi sul Mib30 a 34.600 per fine Aprile) costa 2,5 euro X 400 = 1.000 euro per ogni contratto. Per il resto è del tutto simile a un CW sia per le modalità di negoziazione che per l'effetto leva, esistono sia Call che Put e per correttezza va detto che da un raffronto grafico degli storici tra Mibo30 e CW a parità di strike e di scadenza non emergono significative convenienze dell'uno sull'altro se non la garanzia di correttezza del Market Maker.

Le Isoalfa si possono invece paragonare ai CW su Azioni (ce ne sono una trentina) con le sole differenze che possono essere vendute allo scoperto e che hanno un diverso criterio di calcolo per i multipli. Come per le Mibo30 hanno scadenze mensili che le rendono ideali per forti speculazioni. Nemmeno in questo caso un raffronto grafico storico con i CW ha evidenziato particolari differenze.

Anche se apparentemente non sembrano emergere significativi vantaggi nell'acquistare un opzione piuttosto che un CW le cose non stanno così. Grazie alla possibilità che le opzioni offrono di poter vendere allo scoperto e ai molti strike e scadenze disponibili è possibile elaborare con esse complesse strategie di protezione del portafoglio che è poi il vero motivo per cui esistono questi strumenti. Inutile illudersi quindi di abbandonare i Covered Warrant a favore delle opzioni per porre fine alle devastanti perdite che i derivati causano. Come i Covered Warrant nemmeno le opzioni perdonano infatti un errore di posizionamento. Essere contro il trend non lascia scampo ma anche se correttamente posizionati perdere l'attimo giusto può significare trasformare in perdita ciò che sembrava un gain sicuro.

C'è un solo modo per non perdere denaro con i derivati ed è quello di usarli con lo scopo per cui sono stati creati impegnando solo una parte del capitale e solamente a protezione delle Azioni possedute. Tutti gli altri utilizzi espongono a rischi altissimi di cui si deve prendere atto. Prima di decidere se abbandonare i CW a favore delle opzioni sarebbe vantaggioso fare una sincera analisi del proprio “modus operandi” poiché se fosse lui la causa delle perdite difficilmente passare alle opzioni o alle isoalfa risolverà il problema.


Francesco Catalano
 
Perchè con i Covered Warrants si perde denaro

I Covered Warrants nulla hanno a che fare con la Borsa in generale e con la sua speculazione in particolare. Chi si ostina a continuare ad usare questi diabolici strumenti è destinato a separarsi dai suoi denari e ad essere quindi espulso dal mercato, sarà solo questione di tempo. Il perchè è presto detto: essendo la Borsa la piazza dove domanda e offerta di un libero mercato si incontrano e stabilendo invece i Market Maker il valore della domanda e dell'offerta la definizione stessa di libero mercato viene meno.

Comprare CW equivale al "giocare" alla roulette contro un Banco autorizzato a fermare la ruota in piena corsa e riposizionare la pallina sul numero che più aggrada il Banco. Immaginate ora di aver puntato su un clamoroso ed inaspettato crollo del Fib30 il giorno "X" grazie ai risultati delle vostre sofisticate ed esoteriche analisi. Sono le 15.30 e sta per aprire il Nasdaq i cui Futures segnano un promettente +2% e voi fate invece il pieno di Put UC pagandoli 0.04 euro. Da lì a 5 minuti la situazione si capovolge a vostro favore e il Fib conoscerà una delle candele nere intraday più lunghe della sua storia arrivando a perdere in soli 3 minuti oltre 1.000 punti.

Passate dunque a riscuotere il vostro meritato gain pensando di poter monetizzare almeno un 30% ma sperando forse anche in un 50% se non fosse che il Banco, ovvero UC, decide in zero secondi che nonostante i 1.000 punti di ribasso i vostri Put non valgano più di 0.025 trasformando il vostro +30% in un clamoroso e vergognoso -40%. Questo caso, realmente accaduto lo scorso Dicembre 2000, non è che uno dei tanti esempi di come i MM siano autorizzati a decidere denaro e lettera su valutazioni soggettive e inconfutabili.

Avendo negli scorsi mesi guadagnato molti soldi con i CW sono stato un loro strenuo difensore fino al Novembre scorso quando il mio sperimentato e proficuo Trading System conosceva le prime battute di arresto e i guadagni si tramutavano improvvisamente in perdite, a volte devastanti, pur essendo correttamente posizionato.

La cosa mi insospettì al punto che oggi, dopo certosine verifiche, posso affermare senza ombra di dubbio e senza timore di poter essere smentito che i CW in Italia sono una sonora fregatura. Leggo con piacere i quaderni di speculazione di Borsa ad opera della redazione del Lombard Report (www.lombardreport.com) e nel suo n.22 Sosan fornisce una serie di consigli per approfittare delle inefficienze dei MM affermando che in qualche circostanza i MM regalino letteralmente i soldi. Sosan ammira il bicchiere mezzo pieno, io invece mi domando che ha a che fare con la Borsa l'andare a cercare col lanternino eventuali errori dei MM per vendicarci di maltolti precedenti.

Dimostra anzi una volta di più come i CW non siano da relazionare ai reali movimenti del sottostante. Quei rari casi di inefficienza del MM sono da considerare gli ovvi contentini che il Banco elargisce ai suoi più affezzionati clienti che molto denaro portano nelle già ricche casse delle Banche emittenti. Indicativa del grado di ladroneria delle Banche è l'impossibilità di vendere queste pseudo-opzioni allo scoperto nonostante dal Gennaio scorso siano trattate sul mercato dei derivati.

Il Trading System sarebbe perfetto: vendere un CW a caso e ricoprirsi dopo qualche giorno. Statisticamente supereremmo le 7 operazioni vincenti su 10 che un buon Trading System deve essere in grado di fornire, ma così non è e chissa perchè. Da qualche settimana ho deciso di ripassare al buon vecchio caro Fib al quale appartiene un discreto effetto leva e improvvisamente e come per incanto i guadagni son ritornati copiosi nelle mie tasche.

Lo stesso scalping sul Nuovo Mercato si è rivelato più redditizio dei CW e apprezzo moltissimo la possibilità ora offerta da TWICE SIM (www.twicetrade.it) di poter vendere allo scoperto grazie alla quale il movimento più entusiasmante del mercato (quello al ribasso) può essere cavalcato su tutti i titoli e soprattutto senza Covered Warrants.

Francesco Catalano
 
L'irresistibile fascino dei Covered Warrants

Siccome l'uomo è incorreggibile e dato che, nonostante le innumerevoli polemiche che essi suscitano, i Covered Warrants esercitano un fascino irresistibile per lo speculatore di Borsa cerchiamo di capire per lo meno come essere dalla parte dei vincenti partendo dal presupposto che partiamo in forte svantaggio dato il ruolo di "Banco truccato" detenuto dai Market Makers.

Va da sè che non parliamo qui di "investimenti" poichè violeremmo la prima e fondamentale regola del buon investimento, ovvero tradare solo con un rapporto Reward/Risk a nostro favore.

L'ingresso in un Covered Warrants tutto è meno che un operazione a rischio calcolato. Ciò premesso cerchiamo di sviscerare la polemica sui Covered Warrants ragionando sulle realtà di mercato e non solo sulle semplici impressioni (è pacifico che chi ha perso dei soldi con i Covered Warrants sia arrabbiato con i Market Makers, ma che in fondo in fondo non sia anche colpa sua è poi tutto da vedere).

Quando affermavo che in Novembre ebbi i primi sospetti di furbate da parte delle banche emittenti omettevo di specificare che in realtà il mercato dei Covered Warrants diventava via via più difficile già dal Marzo scorso fino a giungere agli indomabili Covered Warrants dei nostri giorni. Grafici alla mano abbiamo dunque analizzato ogni possibile variabile che avesse potuto rendere scorbutico il Covered e abbiamo scoperto l'acqua calda.

C'è infatti una motivazione sacrosanta e assolutamente verosimile al perchè questi benedetti strumenti siano diventati così difficili da gestire ed è lapalissiana: Proprio dal Marzo scorso il mercato è entrato in un gigantesco movimento laterale (42.000-49.000 di Mib30) ed è facile comprendere che in un mercato laterale i soldi si fanno vendendo volatilità e non comprandola, l'esatto contrario di ciò che accadde nel mitico semestre Ottobre 99 - Marzo 00 dove probabilmente più di un trader ha dissanguato qualche banca emittente.

Che fare dunque? Una buona mossa è vendere opzioni allo scoperto, preferibilmente call e put insieme con strike lontani, soprattutto adesso che il Mib30 è a metà strada del range che lo intrappola da quasi un anno. Ma dato che chi fornisce il servizio di Trading Online ha interesse a vendere un servizio Retail (roba bellina per signorine tanto per intenderci) è improbabile che si possa avere accesso al mercato Idem dove vengono appunto trattate le opzioni.

La soluzione è quella di comprare si Covered Warrants ma evitando come la peste quelli out of the money. Quando un sottostante raggiunge il pareggio con lo strike tende ad allinearsi sempre più al valore intrinseco sconfiggendo così l'arbitrarietà dei Market Makers. Un eccellente esempio ci è fornito dal CW CB IG C10 MZ01 multiplo 0.005 in lettera a 0.072 mentre scrivo col sottostante a 11.20, il punto di pareggio si trova pochi tick tick (11.44) e garantisce uno spaventoso effetto leva tanto ke il tempo di scrivere queste ultime 2 righe il sottostante è salito a 11.4 e il cw a 0.0805.

A questo punto sarà proprio solo più colpa nostra se perdiamo denaro con i CW perche l'emittente più che a venderlo quasi al valore intrinseco non può fare.

Potrebbe semmai provare a sparire dal book per qualche tempo ma se abbiamo dentro parecchi soldi niente di meglio che alzare la cornetta e batter cassa direttamente dagli emittenti. Insomma tra una polemica e l'altra sta a vedere che qualche buon affare con i Covered Warrants si pu ò ancora fare.

Francesco Catalano
 
L'irresistibile fascino del tempo

Prendiamo a prestito il titolo di un libro di Antonio Zichichi e soprassediamo su tutte le speculazioni filosofiche e mistiche che si possono fare su questa semi-misteriosa dimensione. Direi solo cose che appartengono all'intimo di ognuno di noi. Cerchiamo invece di capire cosa rappresenta il tempo in Borsa.

Che il tempo sia denaro è una sacrosanta verità per la Borsa e non conoscere questa dimensione potrebbe significare andare incontro a perdite certe se è vero come è vero che la conoscenza dei mercati è una base imprescindibile per poter guadagnare. Se pensiamo che per guadagnare in Borsa sia sufficiente comprare a 100 e vendere a 120 stiamo commettendo un grosso errore.

Così facendo non terremmo dovutamente in considerazione uno dei capisaldi della fisica moderna e cioè che esiste una relazione fissa tra lo spazio e il tempo. Non esisterebbe lo spazio senza il tempo e viceversa. Spazio che nei grafici di Borsa si traduce in prezzo. Un trader deve ragionevolmente concludere che non esiste Prezzo in assenza del Tempo. Lo Spazio (Prezzo) è reale ed è quella cosa che si misura col metro (€uro). Anche il Tempo è reale e, insegna Einstein, è quella cosa che si misura con l'orologio.

Ma Lorentz precisava: "Attenzione però. Non dimentichiamo mai di aggiungere che queste due cose non possono essere entrambe reali. Una delle due deve essere immaginaria". Potrebbero da qui nascere affascinanti riflessioni sulla dimensione mistica del tempo come intuita da Dionigi il Piccolo piuttosto che sulla definizione fisica di questa dimensione (?) ma non ne sarei all'altezza e non penso che sia poi così interessante ai fini "borsistici". Dobbiamo però convenire che la puntualizzazione di Lorentz è illuminante oltre che straordinariamente verace. Io posso decidere di andare a teatro e muovermi nello spazio in quella direzione ma non posso stabilire a priori a che ora ci sarò. Muovendomi lungo la strada che mi porterà a teatro non sarò infatti "padrone" del tempo necessario per raggiungerlo. Imprevisti vari, condizioni del traffico e la mia forma fisica possono variare il tempo necessario ad attraversare lo spazio.

Questo perché quando noi decidiamo di andare da qualche parte stiamo in verità decidendo di assegnare allo "spazio fisico" una dimensione "reale", ne consegue che il tempo è virtuale. Va da sé che se decidiamo di assegnare al "tempo" una dimensione "reale" non saremo a quel punto più padroni dello "spazio". Dove saremo domattina alle 8.03? Non possiamo stabilirlo a "priori" poiché molte sono le variabili che potrebbero entrare in gioco e come ci insegna la bibbia l'avvenimento imprevisto capita al figlio dell'uomo. Io presumo che sarò di fronte ad una buona tazza di caffè, ma da qui a stabilirlo con certezza scientifica ce ne passa. So solo che domattina alle 8.03 sarò da qualche parte e anche se dovessi cessare di respirare in nottata le 8.03 di domattina giungerebbero in ogni caso. Questo è ciò che significa assegnare al "tempo" una dimensione "reale", rendere "virtuale" lo spazio, il dove. Trasportiamo ora questo semplice ragionamento alla Borsa dove il "prezzo" diventa sul grafico "spazio". Quando visualizziamo sugli assi cartesiani del nostro grafico su uno il prezzo-spazio e sull'altro il tempo correremo un serio rischio qualora trascurassimo la puntualizzazione di Lorentz.

Di fronte al grafico di Olivetti piuttosto che di Eni dobbiamo domandarci: cosa voglio comprare? Il Prezzo o il Tempo? Le implicazioni sono complesse e possono decidere del nostro fallimento o della nostra fortuna in borsa. Se infatti compro il Prezzo devo essere cosciente che rendo il Tempo virtuale. Decido di comprare a 1.47 per poi vendere a 1.68 per come avevo deciso di uscire da casa e andare a teatro ma sui tempi di realizzazione sarò completamente impotente. Posso altresì decidere di comprare alle 9.45 e vendere alle 17.15 ma a questo punto sarà il Prezzo a diventare virtuale. Il motivo per cui molti daytrader perdono in borsa è probabilmente da ricercare nel tentativo di forzare questa legge fisica. Vogliono fare intraday (assegnano dunque al tempo una dimensione reale) e vogliono anche guadagnare (assegnano al prezzo una dimensione reale). E' impossibile! E' un paradosso scientifico. O decidi a che prezzo venderai (ma non quando) o decidi quando venderai (ma non a quanto).

L'analisi è fondamentalmente Timing, un arbitrario miscuglio di Tempo-Prezzo che ci può aiutare a identificare il momento in cui è più probabile avere successo ma le leggi della fisica non si possono ignorare. Esistono e ne siamo prigionieri (grazie a Dio); probabilmente chi perde sistematicamente in borsa sta a sua insaputa contravvenendo a questa legge e ne paga le conseguenze come pagherà le conseguenze chi sbeffeggiando la legge di gravità uscirà da casa dalla finestra piuttosto che dalla porta.

Quante volte siamo stati catturati da uno stop loss salvo poi guardare increduli il prezzo risalire e raggiungere il Target previsto? Quando ciò accade stiamo pagando le conseguenze del non poter essere padroni contemporaneamente del Prezzo e del Tempo, altrimenti sapremmo che alle 16.40 il nostro titolo varrà 3 €uro e chi se ne frega se lo abbiamo pagato 2.8 e adesso vale 2.2. lo venderemmo alle 16.40 quando varrà 3. E se comprare azioni senza capire cosa sia il Tempo può essere azzardato immaginate quante speranze di successo può avere chi compra le opzioni che contengono nel loro "Prezzo" reale la componente virtuale "Tempo"? Qui il già complesso rapporto Spazio-Tempo diventa un rapporto [(Spazio-Tempo)-Tempo] e il trader che ignora cosa sia il tempo ignora cosa siano i 2/3 di ciò che ha comprato.

Non parliamo poi delle possibilità di successo che può avere chi compra Covered Warrants dove alle non facili leggi fisiche si sommano anche le furbate dei market makers. Questo non significa che il trader sia completamente impotente e abbandonato al destino ogni volta che prende posizione in borsa. Anzi! La presa di coscienza che la componente "Tempo" ha, in borsa come nella vita, pari dignità rispetto alla componente "Prezzo" ci permetterà di fare il salto di qualità. Gann diventò un grande Trader per aver capito qualcosa sul Tempo che i suoi contemporanei ignoravano completamente.

Elliot formulò una grande teoria perché i numeri di Fibonacci sono i numeri con cui è stato costruito l'universo e che in quanto tali contengono già al loro interno, forse a insaputa dello stesso Elliot, il rapporto Spazio-Tempo. Gli infaticabili scalpers hanno successo perché inibiscono completamente il "Tempo" mantenendo una posizione a volte solo pochi secondi ma sono assoluti padroni del "Prezzo". Il loro Target è un tick, verosimilmente raggiungibile nel lasso di qualche minuto al massimo. E troppo faticoso fare lo scalper? Troppo complesso comprendere Gann e Elliot? Ma qualcuno vi aveva forse detto che in Borsa si fanno soldi facili?

Francesco Catalano
 
Ancora....qui c'è un accenno ancora alle differenze tra i vari strumenti:

fonte: http://www.finanza.it/borsa/borsavalori/strumenti/warrantecoveredwarrant/


Il warrant, al pari con un’opzione, non è un contratto simmetrico in cui le controparti si impegnano ad eseguire a scadenza le condizioni definite nel contratto stesso, esso offre un diritto ad una controparte ed implica l’adempimento di un obbligo per l’altra, per tale motivo chi acquista un warrant deve versare un premio per acquisire il diritto all’esercizio di tale strumento finanziario. Inoltre il warrant, come per l’opzione, in caso di andamento sfavorevole del mercato, la massima perdita che può subire è pari al premio pagato. Tuttavia queste due caratteristiche sono le uniche che lo accomunano ad un’opzione, dalla quale il warrant si differenzia per la sua natura di titolo e non di contratto, per una maggiore durata, per la mancanza di un sistema di margini di garanzia, per un valore nominale più basso. I primi warrant comparsi sui mercati finanziari furono immessi da società quotate al fine di raccogliere capitale; questi warrant, tuttora esistenti, danno diritto all’acquisto di azioni della società emittente stessa e vengono lanciati contemporaneamente a prestiti obbligazionari, aumenti di capitale oppure tramite emissioni isolate. Successivamente la ricerca da parte degli investitori di nuovi prodotti con caratteristiche diverse ed innovative spinsero le banche a creare un nuovo mercato. Prima vennero creati prodotti che erano il risultato di modifiche di warrant già esistenti emessi da società quotate sui propri titoli: venivano rinominati i warrant in valute estere o con date di esercizio diverse (covered warrant, i quali non danno origine ad azioni ma permettono di scommettere al rialzo o al ribasso su un determinato parametro). Poi, alla fine degli anni 80, furono organizzati, nel mercato tedesco e svizzero, delle emissioni di warrant ad hoc che avevano come riferimento non più singoli titoli azionari ma anche indici di borsa, valute e tassi di interesse. Da allora il mercato europeo dei covered warrant è cresciuto moltissimo fino a raggiungere gli attuali livelli di sviluppo. In Italia nel 1992 ci fu la prima emissione di covered warrant destinata agli investitori istituzionali (warrant call e put sul cambio Dollaro/Lira). L’operazione ebbe un grosso successo, l’accoglienza da parte del mercato fu superiore ad ogni aspettativa, e da allora, anche grazie alla nascita nel novembre del 1994 del Mercato Italiano dei Derivati (IDEM), il mercato dei derivati si è decisamente sviluuppato ed allargato anche agli investitori individuali. In seguito al recepimento da parte della Consob dei nuovi regolamenti della Borsa Italiana SPA, è oggi possibile quotare i covered warrant al listino ufficiale della Borsa di Milano, tali warrant sono, infatti, negoziabili sull’MTA (Mercato Telematico Azionario) dove gli scambi avvengono per via telematica con maggiore facilità di accesso allo strumento sia da parte degli investitori, sia da parte degli intermediari. Ci sono diversi tipi di warrant, ma la più importante disitnzione è quella tra warrant call e put: un warrant call da diritto e la facoltà di acquisto del titolo sottostante ad un prezzo, puntando sul rialzo, un warrant put incorpora il diritto di vendere il sottostante (underlying) alle condizioni prestabilite puntando sul ribasso. Inoltre, a seconda del momento in cui è possibile manifestare la volontà di esercitare il diritto incorporato nel warrant, si hanno warrant di tipo americano e di tipo europeo. I primi, consentono l’esercizio del diritto in qualsiasi giorno della vita del warrant, i secondi, (tipo europeo) consentono l’esercizio solo nel giorno di scadenza dello stesso. L’esercizio del warrant, cioè l’esercizio del diritto di acquistare o vendere incorporato nel warrant, può avvenire tramite la consegna fisica del sottostante (si compie una vera e propria operazione di scambio del sottostante e del controvalore in lire) oppure attraverso la liquidazione di un differenziale in €uro, pari alla differenza, se positiva, tra il valore corrente del sottostante e lo strike price (per i warrant call), viceversa per i put.


In particolare:


Lo strike price è il prezzo di esercizio, ossia il prezzo al quale si ha diritto di acquistare o vendere l’attività sottostante.


Il sottostante può essere rappesentato da un’attività finanziaria (titolo azionario, indice di borsa, titolo di Stato, tasso di cambio) oppure un bene materiale.


Il multiplo è la quantità di sottostante che il possessore del warrant ha diritto di acquistare o vendere: un multiplo 1/1 conferisce il diritto su una unità di sottostante.


Le finalità di tali strumenti finanziari sono essenzialmente due: una speculativa, non finalizzata ad esercitare il diritto relativo, ma per rivendere a breve termine il titolo ad un prezzo più alto del premio pagato, e una di copertura dei rischi derivati da un portafoglio preesistente. In particolare per quest’ultimo aspetto, chi, sottoscrivendo il warrant, acquista il diritto a ricevere in una data futura una merce, una somma di denaro in valuta straniera, o titoli, si copre dal rischio di aumento nel prezzo dell’attività sottostante, e viceversa, chi, attaverso la sottoscrizione del derivato si obbliga a consegnare (vendere) a termine l’attività sottostante, si copre dal rischio di una riduzione del prezzo dell’underlying.
 

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