Macroeconomia Crisi di liquidità... con la speranza che non diventi di solvibilità

Monetario, nuovo aumento depositi e prestiti, permane sfiducia
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Reuters - 19/10/2011 12:23:21
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MILANO, 19 ottobre (Reuters) - Ennesimo incremento nel ricorso del sistema bancario europeo a depositi e prestiti marginali Bce, in un mercato interbancario ancora vittima della mancanza di fiducia.

L'eccesso di liquidità resta elevato, spiegano i tesorieri italiani, "ma chi ha fondi non si fida a finanziare altre banche, preferisce parcheggiarli presso la Bce, per quanto ridotta ne sia la remunerazione".

Le statistiche quotidiane aggiornate a ieri sera diffuse stamane dall'Eurotower parlano di depositi overnight saliti a oltre 172 miliardi di euro rispetto a circa 165 miliardi lunedì.

Più che raddoppiati i prestiti marginali, passati a poco meno di 5 miliardi.

"Anche questo un evidente segnale di tensione: ci sono sempre più banche che non riescono a finanziarsi sul mercato" continua l'operatore di tesoreria.

Ultima conferma della pressione sull'interbancario il nuovo gradino al rialzo del tasso Euribor trimestrale, salito tre millesimi rispetto a ieri per essere fissato a 1,582%.

Il mercato risente oggi della bocciatura di due 'notch' sul rating sovrano spagnolo decisa nella notte da Moody's, nonché del nuovo declassamento da parte di S&P delle banche italiane risparmiate dalla prima tornata di downgrade il mese scorso.

"Sia la mossa di Moody's sia quella di Standard & Poor's sono avvenute a mercato chiuso, dunque non sono incorporate nelle statistiche su depositi e prestiti marginali di questa mattina" precisa il tesoriere.

Uno sguardo sulla parte brevissima della curva dei tassi mostra intanto il periodo overnight a 0,85/95% negli scambi 'over the counter' contro 1,10/60% del Mid italiano.

Tra i derivati Euribor il contratto a dicembre <FEIZ1> tratta a 98,59 (-0,03), marzo <FEIH2> a 98,755 (-0,04), giugno

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Banche, i veri rischi a Parigi e Berlino - Il Sole 24 ORE
Banche, i veri rischi a Parigi e Berlino

di Morya Longo e Fabio Pavesi

Cronologia articolo

29 ottobre 2011

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Banche, i veri rischi a Parigi e Berlino


Sono più tossici i titoli che da anni tutti chiamano «tossici», oppure i titoli di Stato che per anni sono stati da tutti considerati a «rischio zero»? L'European banking authority (Eba), imponendo aumenti di capitale per 106 miliardi di euro solo agli istituti più esposti sui titoli di Stato di Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, ha dato la sua risposta: sono più pericolosi i bond governativi. Punto a capo. Sta di fatto che, così facendo, l'Eba ha penalizzato banche come quelle italiane o spagnole, ma ha salvato le francesi e le tedesche. Eppure, a ben guardare, in quei Paesi i problemi non mancano: gli istituti sono pieni di titoli tossici, hanno una leva finanziaria più elevata, hanno sempre fatto molto meno credito alle imprese. Il «Sole 24 Ore», numeri alla mano, è in grado di dimostrarlo.


I titoli «tossici» e di Stato.

Per titoli «tossici» si intendono quelle obbligazioni a salsiccia, create impacchettando mutui subprime e titoli strutturati, che da anni non hanno più un mercato. Sono classificati a «livello 3» nei bilanci e pesano in Europa per 337 miliardi. Dove stanno? Soprattutto nelle grandi banche del Nord Europa. Solo il 4% è in Italia. Intesa Sanpaolo e UniCredit, infatti, hanno asset «tossici» in bilancio per soli 3,5 e 10,4 miliardi: si tratta, rispettivamente, dell'8% e del 18% del patrimonio di vigilanza. Percentuali tranquille. Ben diversi, invece, i numeri delle banche tedesche e francesi: Deutsche Bank a fine 2010 aveva 46,6 miliardi di euro di titoli «Livello 3», Commerzbank 5,9 miliardi, Bnp Paribas 32,7 miliardi. Rispetto al patrimonio di vigilanza, Deutsche Bank ha titoli «tossici» per un valore pari al 96%. Ben più del 18% di UniCredit.
Discorso opposto per l'esposizione sui titoli di Stato: è ovvio che le banche dei Paesi in crisi siano piene di bond di casa. Le italiane hanno fatto incetta di BTp italiani (58 miliardi per Intesa e 48 per UniCredit), le spagnole di Bonos locali (53 miliardi il Bbva e 41 il Santander). E questo è il problema: imponendo il rafforzamento parimoniale solo a chi ha tanti titoli di Stato periferici, e non a chi è pieno di titoli «tossici», sono state le italiane e le spagnole ad essere penalizzate. È vero che i titoli di Stato sono rischiosi, ma perché non sono stati considerati tali i tossici?


La leva finanziaria
Stesso discorso per la leva finanziaria, cioè la quantità di attività rispetto al capitale. Ebbene: le banche italiane – calcola l'Abi – hanno la leva più bassa in Europa: gli attivi sono appena 14 volte più grandi del patrimonio netto. Le banche tedesche e francesi, invece, su questa voce hanno l'allarme rosso acceso da anni: la leva è mediamente di 35 in Germania e di 30 in Francia. Insomma: da loro le banche svolgono attività 35 volte maggiori del capitale che hanno, ricorrendo al debito. Per capire la sproporzione: è come se una persona, disponendo di 100mila euro, ottenesse un mega-mutuo per la casa da 3,5 milioni di euro. Impossibile vero? Eppure l'Eba non ne tiene conto.


Il credito alle famiglie
Le banche italiane e spagnole, per contro, sono tradizionalmente più vicine a imprese e famiglie: nel Belpaese (dati Abi) il credito tradizionale rappresenta il 62% degli attivi e in Spagna il 61,4%, contro il 31,7% di Germania e il 30,3% di Francia. Questo significa che in Italia e Spagna le banche hanno sempre fatto più attività bancaria e meno speculazione sui mercati. Questo, ovvio, le espone ai rischi congiunturali: non a caso in Italia i crediti deteriorati – calcolava Mediobanca a fine 2010 – sono molto maggiori che all'estero.
Ma ora si rischia di aggravare la situazione. Se non riusciranno a realizzare gli aumenti di capitale, le banche italiane dovranno per forza ridurre gli attivi: cioè il credito a imprese e famiglie. Mediobanca securities stima un de-leverage (dimagrimento) tra il 17% e il 32% a seconda degli istituti. Questo, di conseguenza, rischia di peggiorare la congiuntura economica e – in estrema conseguenza – di far aumentare i crediti in sofferenza. Il rischio, insomma, è di un avvitamento della crisi bancaria ed economica nei Paesi già deboli.
 
in "Le banche in crisi di liquidità, assalto al risparmio delle famiglie" di Giovanni Pons su Affari & Finanza (la Repubblica) è riportato il sospetto di alcuni risparmiatori... che il prestito titoli serva, oltre che ai malvagi operatori short, alle banche per fare raccolta presso la BCE.
 

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