Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

Hoenig: Fed needs plan to withdraw liquidity

Thu Jan 8, 2009 6:07pm EST


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DENVER (Reuters) - The Federal Reserve must have a plan to withdraw the hundreds of billions of dollars it is pumping into the economy or risk creating inflation during the recovery, Kansas City Federal Reserve President Thomas Hoenig said on Thursday.
By the end of the second quarter, the Fed's balance sheet, now just above $2 trillion, could rise to $3 trillion, he said in remarks to an event organized by the Colorado State Bankers Association.
"This is important as a stimulus and as a risk to the economy that we need to be aware of," he said.
The Fed has cut interest rates aggressively and launched a range of lending facilities to boost the economy and stabilize financial markets thrown into chaos by the collapse of the housing balloon and surge mortgage defaults. The U.S. central bank lowered rates near zero from 5.25 percent in September 2007.
Hoenig said the Fed's liquidity facilities and its recent purchases of securities are a powerful stimulus for the economy but are fraught with risks.
"One of the great challenges for the central bank of the United States is to think ahead -- and we are -- to the long run, and do we have a plan to extract ourselves, to withdraw the liquidity at the right time and also take ourselves out of the intermediation process," he said.
Pulling back too soon could hurt the recovery, but "there is no question" waiting too long will have "a strong inflationary pressure through the longer term," he said.
(Reporting by Mark Felsenthal, Editing by Leslie Adler)
 
Crisi: Paulson, ripresa sara' difficile,restano grosse sfide
di ANSA
Segretario al tesoro Usa uscente, sostegno a governo Obama

(ANSA) - ROMA, 9 GEN - La ripresa dell'economia americana dalla crisi 'sara' difficile' e 'abbiamo ancora sfide significative' davanti. A dirlo e' il segretario del Tesoro uscente, Henry Paulson, in un'intervista a Bloomberg Television in cui promette 'pieno sostegno' all'amministrazione guidata da Barack Obama. L'ex banchiere di Goldman Sachs, artefice del piano anticrisi di Bush, aggiunge che c'e' ancora 'un sacco di lavoro da fare' per l'economia'.
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Hsbc e Ubs nel ciclone Madoff

dall'inviato Claudio Gatti

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Venerdí 09 Gennaio 2009
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NEW YORK- Per la truffa Madoff sui conti economici di Hsbc e Ubs c'è il rischio che si abbatta un colpo di scure da tre miliardi di euro. Se non di più. Per anni i due istituti europei hanno agito da banca depositaria, e cioè custode dei cespiti di alcuni dei fondi che alimentavano la gigantesca catena di Sant'Antonio messa in piedi da Bernard Madoff. E poiché quei cespiti sono apparentemente svaniti nel nulla, le due banche potrebbero adesso ricevere costosissime richieste di risarcimento da chi aveva investito nei fondi. Per Ubs l'esposizione potrebbe essere di 1,4 miliardi di euro. Per Hsbc di almeno 1,6 miliardi di euro, che però si andrebbero ad aggiungere al miliardo di dollari di potenziale perdita già dichiarata.

Nella frenetica corsa al risarcimento ormai partita sia negli Usa che in Europa, è chiaro che colossi quali Hsbc e Ubs costituiscono un bersaglio estremamente appetibile per gli avvocati di gestori e investitori consapevoli del fatto che né il liquidatore di Madoff né i fondi che lo alimentavano abbiano oggi la tenuta finanziaria per rimborsare tutte le perdite.

La questione dell'attuale valore dei fondi i cui capitali erano dati in gestione a Bernard L. Madoff Investment Securities è ancora irrisolta. I fondi non non hanno per ora inviato comunicazioni ufficiali. Ma è logico aspettarsi che il valore venga completamente azzerato. A Il Sole 24 Ore risulta infatti che, nella propria contabilità interna molte grandi banche, incluso la stessa Hsbc, lo abbiano già portato a zero. Con gli investitori e i gestori in trepida attesa di capire come o quando saranno rimborsati, è dunque partita la corsa al risarcimento. Una corsa all'ultimo dollaro. O euro. Tutti contro tutti.

Molti si stanno posizionando ai blocchi di partenza giudiziari. Alcuni sono già partiti con richieste risarcitorie e azioni collettive, o class action. Il primo bersaglio è stato ovviamente Madoff e la sua casa d'investimento. Un gradino più in basso, sono stati colpiti i cosiddetti feeder fund, i fondi che alimentavano la catena di Madoff, come Tremont e Fairfield. Quindi si è arrivati ai loro revisori dei conti, vedi Ernst & Young.

Adesso stanno per essere messe sotto tiro le banche depositarie. Un bersaglio estremamente appetibile perché capace di reggere la forza d'urto di una domanda che si preannuncia di gran lunga superiore alle disponibilità sia del liquidatore di Madoff Securities che dei fondi.
La prima salva è partita dalla Deminor, società specializzata nell'assistenza degli azionisti di minoranza, che ieri ha annunciato l'intenzione di fare causa a Hsbc, Ubs e altre banche depositarie per «non aver mai verificato la vera natura degli investimenti fatti da Madoff».

«Quando si parla di fondi di fondi, oppure hedge fund registrati alle Cayman o alle Bermuda, la questione della responsabilità ultima sui cespiti è aperta a varie interpretazioni», spiega un gestore che opera in Svizzera e ci chiede l'anonimato. «Ma nel caso di fondi registrati in Europa e armonizzati, che cioè in base alle normative comunitarie possono essere venduti per la gestione patrimoniale in qualsiasi paese europeo, sia i prospetti che la normative non lasciano margine al dubbio: la responsabilità ultima ricade sulla banca depositaria».

Il Sole 24 Ore ha individuato almeno tre fondi armonizzati i cui denari sono finiti a Madoff: il Thema International, creato dalla famiglia svizzera Benbassat di Genevalor, Bebassat & Cie ma gestito da Bank Medici, l'Herald Lux Sicav, creato il 18 febbraio 2008 dalla stessa Bank Medici, e il Luxalpha Sicav, creato il 5 febbraio 2004 dalla Ubs. Tutti e tre appartengono alla categoria di fondi Ucits, acronimo di Undertakings for collective investment in trasferable securities, che indica un fondo di investimento regolamentato da un'authority della comunità europea che può quindi essere venduto liberalmente in qualsiasi paese comunitario.

Thema e Herald Lux, con un totale di 1,6 miliardi in Madoff Securities, avevano come banche depositarie due sussidiarie del gruppo Hsbc, la prima irlandese e la seconda lussemburghese. Il fondo Luxalpha, con 1,4 miliardi in Madoff Securities, aveva invece Ubs come depositaria.
«Nel prospetto del fondo Thema, che io ho comprato, c'è scritto chiaramente che Hsbc è responsabile della custodia dei beni», ci dice il gestore.

Per questa attività di custodia, Hsbc veniva ovviamente pagata. Nel caso dei fondi Thema e Herald Lux, sulla base dei rispettivi prospetti, abbiamo calcolato che Hsbc incassava quasi 1 milione di euro all'anno su un totale custodito di 1,6 miliardi.

Il Sole 24 Ore ha contattato Hsbc per chiedere un commento sulla questione dei suoi compensi e più in generale delle sue responsabilità di banca depositaria. L'istituto inglese si è limitato a dire di «non ritenere che gli accordi di custodia possano creare problemi di esposizione per il gruppo».
Ubs ci ha invece solo ripetuto il testo di una dichiarazione di alcuni giorni fa, in cui diceva semplicemente che «su Luxalpha Ubs supportato propri clienti creando la struttura del fondo su loro richiesta».

CONTINUA ...»

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«... PAGINA PRECEDENTE
Abbiamo perciò deciso di rivolgersi direttamente alle due autorità di controllo competenti, la Commission de surveillance du secteur financier in Lussemburgo e il Financial Regulator in Irlanda.

Alla Cssf abbiamo citato il caso di Herald Lux e chiesto se la sua banca depositaria sia da ritenere responsabile dei suoi cespiti. La risposta è stata: «Sulla base della legge del 20 dicembre 2002, la banca depositaria è responsabile con i sottoscrittori di qualsiasi perdita subita in seguito alla colpevole mancata osservanza dei propri obblighi».

La risposta della autorità irlandese è stata forse ancora più specifica: «Thema International Fund ha dato incarico di banca depositaria a HSBC Institutional Trust Services (Ireland) Limited, e la normativa Ucit prevede che la banca depositaria sia parte responsabile nei confronti di Thema International Fund e dei suoi investitori per qualsiasi perdita dovuta a un'ingiustificata mancata osservanza dei propri obblighi. Tale responsabilità non viene meno se i cespiti vengono dati in sotto-custodia ad altri».

In altre parole, secondo le autorità di controllo lussemburghesi e irlandesi, i garanti finali dei beni sono le banche depositarie. La notizia non potrà che far piacere agli investitori. «Noi abbiamo investito il 15% circa del fondo che gestiamo su Thema ed Herald, proprio perché erano entrambi armonizzati, e quindi sicuri per quanto riguarda la reale esistenza dei titoli presso le depositarie», dice un altro gestore che opera in Svizzera e chiede l'anonimato. «Poiché le clausole in merito alle responsabilità delle banche depositarie sono chiare e vincolanti, mi aspetto che ci venga rimborsato il denaro al più presto. In caso contrario verrebbe messa in discussione la stabilità dell'intero settore dei fondi armonizzati europei».

Per Hsbc, le cattive notizie non finiscono qui. Un'altra rivendicazione potrebbe arrivare anche dal Banco Santander, proprietario attraverso una sussidiaria irlandese di Optimal Multiadvisors e Optimal Strategic, due fondi che che hanno perso 2,33 miliardi di euro nella truffa di Madoff. In un suo comunicato stampa, Santander ha espressamente citato Hsbc Institutional Trust Services, la sussidiaria irlandese del Gruppo Hsbc, come "custode" dei cespiti dei fondi Optimal dicendo di essere pronta a «intraprendere qualsiasi azione legale a difesa degli interessi dei suoi clienti».
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Tre miliardi di euro.. che sommati con quelli dichiarati nel 3° trimestre 2008, 4,7 miliardi di dollari (di cui fanno parte il miliardo dato a Lyondell) ... cui si potrebbero sommare cause dagli esiti meno che scontati..:titanic:
 
piu`i 60 già spesati........

poi c`è chi altrove invita a comprare a man bassa senza che lo ammanettino:-o:-o:-o

la svizzera ha gia`mollato swissair e ..il toblerone
la gente qui è già stufa
 
Previsioni 2009

E’ la domanda che tutti si pongono alla fine di ogni anno: come sarà il nuovo? E iniziano idee, sogni, buoni propositi e speranze che si spera si realizzeranno.
L’anno ormai alle spalle è stato, forse, uno dei più difficili degli ultimi decenni: lo tsunami economico che ha coinvolto e distrutto grandi colossi finanziari di quel ricchissimo mondo americano oggi in difficoltà, che ha fatto crollare le Borse di tutto il mondo, che ha messo in moto meccanismi di salvataggio economico mondiale e tutti i più grandi e potenti della terra, rimarrà certamente nella storia come la peggiore crisi finanziaria dall’ultimo dopo guerra. Ma una guerra questa volte non c’è stata.
La promessa di rinnovamento per il 2009 si chiama Baraci Obama, neo eletto presidente degli Stati Uniti, il primo presidente Usa afro-americano che già con la sua sola personalità ha imposto un cambiamento. Ora si attendono effetti e risultati dell’ormai tanto famoso slogan elettorale ‘Yes we can’. Nel frattempo, le previsioni anche dei più esperti sono quanto mai incerte. Secondo lo storico Paul Kennedy, “Obama non avrà tempo di curare tutte le ferite dell'America e dovrà, quindi, quattro grandi aree e temi: l'America Latina, cioè il cortile di casa, l'Africa, malgrado le sue origini keniote, l'Onu e la sua riforma tanto attesa.
Ultima trascurata, l'Europa, con delusione delle capitali che tanto hanno tifato per lui”. Promesse vane di Obama sono anche quelle, secondo Niall Ferguson, che riguardano le promesse utopistiche di un risollevamento delle sorti del mondo, perché ‘ non si vive di ideali e promesse’. Inoltre “Il fallimento delle tre grandi case di Detroit sarà scongiurato con una grande fusione, per creare il Big One, ma le banche saranno ancora sottocapitalizzate e non presteranno denaro, mentre la Federal Reserve s'indebiterà come un hedge fund malfamato dei giorni nostri”.
E poi ancora, problemi sociali, il surriscaldamento del clima e le questioni ambientali, la Russia, scrive Marina Hyde, vedrà il governo di Vladimir Putin sfruttare la crisi per spogliare gli oligarchi e ri-nazionalizzare l'economia, mentre Jonathan Steele impotizza nuova instabilità in Ucraina e Georgia.
A segnare, però, la svolta 2009 sarà, secondo Simon Jenkins, l'embriologia, perché tra pochi mesi vedrà la luce il primo neonato dichiarato immune dai geni del cancro che portano i suoi genitori. E chissà non sia questo il primo grande passo verso la ‘guarigione’ del mondo intero.


Autore:
Marianna Quatraro
 
A segnare, però, la svolta 2009 sarà, secondo Simon Jenkins, l'embriologia, perché tra pochi mesi vedrà la luce il primo neonato dichiarato immune dai geni del cancro che portano i suoi genitori. E chissà non sia questo il primo grande passo verso la ‘guarigione’ del mondo intero.

come non esserne felici:rolleyes:
ma il mio cinismo di oggi (domattina non so) mi fa pensare che dovremo bruciare i libri di Malthus e parte di quelli di Keynes che ne era ,in parte,stato influenzato

:titanic::titanic:
 
Due colossi in crisi uniscono le forze?

Morgan and Citi in merger talks
Bradley Keoun and Christine Harper, New York

January 12, 2009
MORGAN Stanley may pay Citigroup as much as $US3 billion ($A4.3 billion) for control of a venture that would combine their brokerage units and overtake Bank of America as the largest financial adviser to individuals.
Morgan Stanley, led by chief executive John Mack, could get 51 per cent of the new company and an option to acquire the rest over three to five years, according to a person with knowledge of the discussions, who declined to be identified.
Citigroup, which reported $US20 billion of losses in the past four quarters, would get cash for its Smith Barney brokerage, while Morgan Stanley would get recurring fee revenue and more potential banking customers.
The joint venture would employ about 22,000 advisers, compared with the approximately 20,000 at Bank of America after its purchase of Merrill Lynch.
Morgan Stanley co-president James Gorman, 50, could oversee the company, tentatively named Morgan Stanley Smith Barney.
"There's been a lot of pressure for Citi to monetise some of their more valuable assets and Smith Barney is certainly one," said Michael Nix, a money manager at Greenwood Capital Associates in South Carolina.
"There's also been a lot of pressure for Morgan Stanley to look at how they can better lever their business units."
Morgan Stanley and Citigroup declined to comment. Both firms are based in New York.
The worst financial crisis since the 1930s has recast rivals in the financial industry as merger partners and transformed the US Government into one of the biggest investors in Wall Street firms, including Morgan Stanley and Citigroup.
As Lehman Brothers sank into bankruptcy in September, crippled by the frozen credit markets, Merrill, then the biggest US brokerage, agreed to be taken over by Bank of America.
Morgan Stanley converted from a securities firm to a bank holding company and Citigroup, led by chief executive Vikram Pandit, took a $US45 billion bailout.
Under the deal being negotiated, Morgan Stanley and Citigroup would contribute their brokerage units to the joint venture. Morgan Stanley would also pay Citigroup $US2 billion to $US3 billion, or 20 per cent of the total value of Smith Barney, to gain majority control.
The news came as Citigroup announced that former US Treasury secretary Robert Rubin, who joined the company in 1999 and has opposed calls to break it up, plans to resign from the board.
Directors have also discussed replacing Win Bischoff, Citigroup's chairman, according to The Wall Street Journal.
The US Government's taxpayer-funded cash injections into the nation's biggest banks may cause regulators to pressure some firms to break up or restrict activities that could threaten the financial system's stability.
 
Cosa succede ai rating greci ? Pesa la vicenda delle banche, dipendenti dal funding esterno, esposte ai problemi delle controllate e filiali estere in Est Europa e possibilmente di un aiuto che non si sa a quali condizioni lo stato greco potrà offrire, oberato dal debito pubblico molto pesante.

Greece Ratings Placed On CreditWatch Negative On Heightened Risks To The Economy.

LONDON (Standard & Poor's) Jan. 9, 2009--Standard & Poor's Ratings Services said today it placed its 'A/A-1' long- and short-term foreign and local currency sovereign credit ratings on the Hellenic Republic on CreditWatch with negative implications.

"The CreditWatch placement reflects our view of an increased risk of a difficult and protracted adjustment to what we see as Greece's large economic and fiscal imbalances, exacerbated by the current global financial situation," said Standard & Poor's credit analyst Marko Mrsnik. What we view as a relatively high dependency of Greece's banking sector on external funding, including temporary ECB facilities, coupled with what we believe is a likely deterioration in Greek banks' asset quality in Greece and of such banks' affiliates in Southeastern Europe, imply that credit growth could decline sharply, leading to a marked reduction in domestic demand. We believe this will negatively affect Greece's public finances, which, in our view, are weakly positioned to weather a sustained economic lowdown.

In our opinion, domestic demand has driven past growth performance as mirrored in Greece's large current account deficit. In the absence of external financing sources, we believe it likely that this current account deficit will be unwound, increasing the probability of a hard landing for the Greek economy.

As there has, in our view, been little discernible improvement in fiscal consolidation despite the previously favorable economic and financial conditions, we see Greek public finances entering the economic downturn with a deficit and gross debt estimated, respectively, at 3.5% of GDP and 94.1% of GDP in 2008.

We are of the opinion that the growth forecasts underlying the 2009 budget are overly optimistic and will likely make the 2% of GDP deficit target unattainable next year, with the deficit likely, in our view, to be significantly higher.

In our opinion, weak public finances leave the government without
appropriate fiscal capacity to cushion the economic impact of the ongoing downturn. The government's ability to react is, we believe, further limited by its current low parliamentary support and eroding public support, especially since the onset of the economic crisis and the December 2008 riots.

"A resolution of the CreditWatch action is likely this month pending
further information from the Greek government regarding its response to
intensifying economic and fiscal pressures," said Mr. Mrsnik. "We are in the process of assessing the risk of what we see as a sharp deterioration in
Greece's economic growth, and, subsequently, on the government's budgetary position," he added.
 
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le entrate fiscali generate dal settore immobiliare irlandese si sono dimezzate fra il 2006 ed i primi 9 mesi del 2008 (da sole, valevano poco meno del 4% del PIL). Cresce la spesa pubblica e il debito delle banche sul quale si estende la garanzia pubblica sarà pari al 229% del PIL nel 2009. Un terzo degli asset complessivi delle banche è esposto a cali di valore da crisi immobiliare.

Republic of Ireland Outlook To Negative On Concerns About Public Finances; Ratings Affirmed

LONDON(Standard & Poor's) Jan. 9, 2009--Standard & Poor's Ratings Services said today it revised its outlook on the Republic of Ireland to negative from stable, on what we view as mounting fiscal pressures and deterioration of key economic sectors. At the same time, the 'AAA' long-term and 'A-1+' short-term sovereign credit ratings were affirmed.

Standard & Poor's also affirmed its 'AAA/A-1+' ratings on the debt programs and instruments of those Irish banks where they are guaranteed until maturity by the Republic of Ireland. For more details, see "S&P Details How The Irish Government Guarantee Applies To Debt Programs Of Four Irish Banks," published on Nov. 11, 2008, on RatingsDirect. "The outlook revision reflects our opinion of the rising economic policy challenges stemming from the contraction of the key housing, construction, and financial sectors, which have spurred many years of strong economic growth and fiscal consolidation," said Standard & Poor's credit analyst Trevor Cullinan.

According to the European Commission, property-related tax (capital gains tax and stamp duty) accounted for 15% (3.8% of GDP) of total tax revenues in 2006, falling to 8% in the first eight months of 2008, the single most important factor in the deterioration in the general government balance. We have observed that general government debt levels also increased substantially between 2007 and 2008, by more than 16% of GDP, as a result of the widening deficit, although a substantial portion of the increased indebtedness (10% of GDP) remains in Exchequer cash balances as a liquidity buffer.

We note that the government has also extended guarantees to seven domestic credit institutions through Sept. 29, 2010, increasing general government guaranteed debt to an estimated 228% of GDP in 2009. Banking system exposure to the property and construction sector of about one-third of total loans (excluding interbank lending) suggests a high risk of asset deterioration at these institutions.

The ratings on the Republic of Ireland are supported by what we view as the flexibility of its economy, high per capita income, and a favorable demographic structure. The government's commitment to contribute 1% of GNP per annum to the National Pensions Reserve Fund (NPRF), in our opinion, reduces the fiscal burden of population aging more than in some other European countries. However, the government is expected to use NPRF assets to assist in funding an estimated €10 billion (5% of GDP) recapitalization of its domestic banking sector.

"The negative outlook reflects our view of the likelihood of a downgrade if ongoing fiscal measures to recapitalize the banks and boost the economy fail to improve competitiveness, diversity, and growth prospects, thereby leaving a more difficult-to-manage debt burden," said Mr. Cullinan.

"Conversely, the negative outlook could revert to stable if the government's strategy is successful and allows public finances to return to the stronger position of recent years," he added.
 

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