1) un debito è sempre sostenibile, fino a che avrai creditori che ti danno fiducia e che ritengono che rispetterai le scadenze ( fino a quando , vale a dire a quanto ammonta la fiducia, non è oggettivamente misurabile ).
Questa asserzione spiegherebbe perchè nessuno storce il naso davanti a un 200% del Giappone, mentre il nostro 115% fa alzare più di un sopracciglio.
In ciò entra inevitabilmente in gioco la psicologia degli investitori.
2) massicce iniezioni di liquidità nel sistema, a mio avviso non creano necessariamente inflazione.
Se infatti la carta stampata non circola, ma resta nelle tasche delle banche, da un punto di vista inflattivo è come se non fosse stata stampata.
A mio avviso ( ma non solo mio, ovviamente) è più determinante la velocità di circolazione, rispetto alla quantità di carta presente nel sistema.
E quindi fino a che continuerà la restrizione al credito e, soprattutto, il numero delle persone che perdono il posto sarà superiore a quello dei nuovi occupati, di inflazione non ne vedremo.