Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

è venuto meno il patto tacito tra gli italiani e la fiat che per decenni ha portato nelle casse torinesi miliardi e miliardi di fondi pubblici
la fiat non è più una azienda italiana, è una azienda di pochi magnaccia italiani in cerca di schiavi, forse è sempre stata solo questo :(

bisogna ricordarsi che Termini Imerese è in smantellamento, si narrano balle sulla produttività di Pomigliano, produttività bassa, te credo, se gli fanno fare macchine difficilmente vendibili come la 159 o la 147 che te voi produrre ? ... sorte nefasta sembra avvicinarsi ora anche per Mirafiori e bisogna ricordarsi che a Pomigliano prima della panda ci sono due anni di cassa integrazione ... in due anni di cose ne succedono ...
io sarei per il sequestro delle fabbriche, macchinari compresi, in risarcimento dei fondi ricevuti indegnamente nei decenni passati ... e accompagnamento a calci nel culo fuori dai patri confini per lor signori ... public company con le attuali maestranze


Fiat, nuova monovolume in Serbia
Marchionne: si poteva fare a Mirafiori
L'ad: ci fosse stata serietà del sindacato l'avremmo prodotta in Italia. Non possiamo assumerci rischi non necessari



ROMA (22 luglio) - La Fiat produrrà la nuova monovolume Lo in Serbia. Il nuovo insediamento partirà subito e prevede un investimento complessivo da un miliardo di euro, di cui 350 milioni circa dal Lingotto (400 milioni dalla Bei, 250 da Belgrado), per una produzione di 190 mila unità l'anno che sostituirà la Multipla, la Musa e l'Idea che attualmente vengono fatte a Mirafiori. Lo spiega l'amministratore delegato Sergio Marchionne in una intervista a Repubblica.

E proprio a Mirafiori la futura monovolume poteva essere prodotta: «Se non ci fosse stato il problema Pomigliano, la Lo l'avremmo prodotta in Italia», afferma l'ad. «Ci fosse stata la serietà da parte del sindacato, il riconoscimento dell'importanza del progetto, del lavoro che stiamo facendo e degli obiettivi da raggiungere con la certezza che abbiamo in Serbia, la Lo l'avremmo prodotta a Mirafiori», dice Marchionne. L'ad ribadisce che la Fiat «non può assumere rischi non necessari in merito ai suoi progetti sugli impianti italiani: dobbiamo essere in grado di produrre macchine senza incorrere in interruzioni dell'attività».

Bisogna continuamente ricordare ai nostalgici del vetero-comunismo (mai vissuto per esperienza diretta) ed ai compagni del sindacalismo ideologico vetero-marxista-leninista (anche questo mai sperimentato in Italia), che il mercato globale se ne infischia delle visioni allucinate e allucinanti di cui sono portatori ... ?! :D

Ovviamente, non bisogna illudersi che questi sostenitori indefessi dello statalismo e della nomenclatura si convertano alla dinamica della Storia ... Per costoro l'ideologia è come una religione ...
Tuttavia, i richiami alla ragione ed alla realtà sono utili per altri forumisti che occasionalmente leggono queste nostre righe. :rolleyes:
 
non me ne parlare... :-o oggi per avere un po' di pace mi sono dovuto inventare la palla che sono in bolletta fino alla fine del mese :lol:

Come!? Vai in giro a dire ai locali che sei in bolletta, mentre tutti dovrebbero sapere che da "esperto di finanza" qual sei stai guadagnando valuta pregiata a palate cavalcando i pimpanti mercati azionari ... ?! :cool:

Oppure mi sbaglio, mi sfugge qualcosa ?
 
Bisogna continuamente ricordare ai nostalgici del vetero-comunismo (mai vissuto per esperienza diretta) ed ai compagni del sindacalismo ideologico vetero-marxista-leninista (anche questo mai sperimentato in Italia), che il mercato globale se ne infischia delle visioni allucinate e allucinanti di cui sono portatori ... ?! :D

Ovviamente, non bisogna illudersi che questi sostenitori indefessi dello statalismo e della nomenclatura si convertano alla dinamica della Storia ... Per costoro l'ideologia è come una religione ...
Tuttavia, i richiami alla ragione ed alla realtà sono utili per altri forumisti che occasionalmente leggono queste nostre righe. :rolleyes:

Geller mi sembri un pò stalinista nelle tue affermazioni ... :lol::lol::lol:
Un buon comunista è quello che si insidia tra le pieghe del capitale per trarne vantaggio ... è la vecchia talpa che scava.
Comunque non mi hai ancora spiegato il relativo successo dei piani quinquennali di certe economie asiatiche ...
 
Come!? Vai in giro a dire ai locali che sei in bolletta, mentre tutti dovrebbero sapere che da "esperto di finanza" qual sei stai guadagnando valuta pregiata a palate cavalcando i pimpanti mercati azionari ... ?! :cool:

Oppure mi sbaglio, mi sfugge qualcosa ?
ma quale andare in giro per locali... sono le donzelle distressed che mi telefonano direttamente a casa :help:
 
non me ne parlare... :-o oggi per avere un po' di pace mi sono dovuto inventare la palla che sono in bolletta fino alla fine del mese :lol:
perché, il 29 ti accreditano lo stipendio o la pensione? :D
come cantava De Andre:
"vecchio professore, cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie
quella che di notte stabilisce in prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte,
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai e delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire micio bello e bamboccione."

...ma non mi sembra il tuo caso....:lol:
 
Marchionne in Fiat-Nam ... ovvero, come creare una nuova cultura del lavoro in Italia

23.07.2010 MILANO (Finanza.com)
Dopo il caso Mirafiori arriva la querelle sullo stabilimento di Pomigliano d'Arco. A lanciarla è l'International Herald Tribune che dedica al caso Pomigliano un reportage d'apertura del quotidiano oggi. Secondo il giornale gli sforzi della Fiat per rendere i propri lavoratori più produttivi nello stabilimento toscano sono un test per verificare se gli italiani sono disposti ad abbracciare un nuovo modello di lavoro. In gioco c'è la competitività. L'Herald Tribune elogia gli sforzi che l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne sta facendo nello spingere questi lavoratori ad essere più devoti al lavoro. Ma - sottolinea - cambiare una cultura verso il lavoro e cancellare il divario con i vicini del nord Italia non sarà impresa facile.
 

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