Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi (1 Viewer)

lorenzo63

Age quod Agis
No nn si parla di iperinflazione, ma di un qualcosa attorno al 3/4% ....
Del resto basta vedere gli impianti fermati strategicamente ... Etilene in domanda fortissima (il vero driver..;)) .... altro che conad....;) ... quindi ci prepari la pizza :D
 

stockuccio

Guest
ciclicamente mi torna l'idea di partecipare ad un corso da pizzaiolo ... come allievo ovvio :) ... sarà l'età ... la pizza non la faccio malissimo ma nella vita si può sempre migliorare
gli artisti della pizza sono altri, sigh, quelli che lievitano usando il ghiaccio, la manitoba, senza lievito, ecc. ecc.
 

lorenzo63

Age quod Agis
ciclicamente mi torna l'idea di partecipare ad un corso da pizzaiolo ... come allievo ovvio :) ... sarà l'età ... la pizza non la faccio malissimo ma nella vita si può sempre migliorare
gli artisti della pizza sono altri, sigh, quelli che lievitano usando il ghiaccio, la manitoba, senza lievito, ecc. ecc.

Chiedo venia per l' ot, ma: il ghiaccio per levitare la pasta...:eek: mai sentito.
Ma ghiaccio secco (co2) o ghiaccio acqua?
 

stockuccio

Guest
lievitazione lenta, due giorni, ghiaccio acqua ... me lo rivelò il mio pizzaiolo preferito .. con tutte le pizza sue che mi sono mangiato era il minimo che potesse fare ... erano digeribilissime (2 a volta era la mia quota) ... pizza alla romana, quindi più sottile ... ricordo che partecipava ai campionati mondiali della specialità ... una ventina di anni fa in cima alla nomentana Porta Pia vicino al cinema c'era una piccola pizzeria al taglio ... vinceva spesso i campionati mondiali, sempre di pizza alla romana parlo ... passavo di la ogni tanto casualmente :)
 

Comandante Gerard

Forumer storico
io domani vado a prendere penso una quintalata di farina al conad ... un kg 24 centesimi ... tipo 0 oppure 00 ... mi pare un buon prezzo
certo le spese obbligate sono una tentazione per gli inflazionisti, ma mi pare che le famiglie spendano sempre meno in alimentari ... quello su cui noi consumatori possiamo ben poco son le tariffe amministrate, quelle non calano ... mai
comunque l'iperinflazione c'è chi la pronostica entro la prossima estate John Williams Sees The Onset Of Hyperinflation In As Little As 6 To 9 Months As Fed "Tap Dances On A Land Mine" | zero hedge

le banche ... i taxpayers hanno qualche problema a riprendersi i soldi 'investiti' nel salvataggio delle banche ... washingtonpost.com

basilea3 ... se annunciato l'accordo le banche son decollate ci sarà qualche motivo :) ...

The Automatic Earth: September 13 2010: Basel III: We Lost, The Banks Won

Mah, sull'iperinflazione ho dei dubbi che arrivi così presto, ero e resto convinto che prima o poi esploderà, ma ora siamo ancora in una transizione "teleguidata" in qualche maniera, la cartaccia che c'era è ancora tutta lì, son riusciti a nasconderla sotto lo zerbino, per ora, si stampa a più non posso e lo scenario pare - "pare" - deflattivo. Se arriverà l'iperinflazione sarà improvvisa, con velocità sorprendente e di solito incontrollabile, altrimenti non sarebbe iper. Credo che in realtà sperino in un'inflazione futura alta ma controllabile negli anni in qualche modo; sperano, appunto, bella scommessa...alternativa alla giapponesizzazione di tutto l'occidente, cosa assai improbabile credo...
 

lorenzo63

Age quod Agis
Nel breve termine si può accendere il pericolo inflazione

Sono i prezzi del settore alimentare a innescare
qualche rischio. Per fine anno attese di stabilità


AURORE WANNESSON-RAYNAUD

Quando finirà il grande rally dei titoli di Stato?
Negli ultimi dieci anni gli yield sono scesi
costantemente, ma il 2010 in molti mercati
ha spinto i rendimenti obbligazionari a
nuovi minimi. Questo movimento, soprattutto
a partire dall’aprile 2010, è stato guidato
dal timore che le economie sviluppate
si fossero avviate verso un lungo periodo
di bassa crescita e deflazione «alla giapponese
». Il de-leveraging nel settore privato,
insieme alle ristrutturazioni nel settore
bancario, ha portato a una decisa riduzione
sia nella domanda sia nell’offerta di credito
e quindi a un rallentamento della domanda
aggregata. Parallelamente il ciclo
del real estate rimane stagnante. Il crollo
registrato dal settore immobiliare statunitense
a partire dal 2006, e in alcune nazioni
europee dal 2007, non è ancora stato superato
del tutto. Ad aggravare una situazione
già fosca, anche il mercato del lavoro a livello
globale non è ancora ripartito, senza
contare che gli effetti negativi delle strette
fiscali non sono ancora visibili. L’attenzione,
quindi, continua a concentrarsi su un
possibile «double-dip» dopo una serie di
semestri di crescita positiva del Pil, per
questo imercati hanno reagito spingendo i
prezzi dei bond a livelli record.
EL’INFLAZIONE? In questo scenario cosa
ci si può attendere dall’inflazione? Il quadro
non è di quelli che possono farla accelerare
in modo marcato. Infatti la caduta dei
rendimenti obbligazionari è stata guidata
dalla caduta delle previsioni sull’inflazione
per il 2010. Nel breve termine però potrebbe
esserci ancora un rischio di rialzo nell’inflazione,
spinto in modo particolare dai beni
alimentari. Recentemente l’inflazione alimentare
è arrivata sulle prime pagine dei
giornali a causa della distruzione dei raccolti
di grano in Russia e dell’aumento della domanda
di carne da parte dei Paesi emergenti.
I prezzi non arriveranno ai picchi registrati
nel 2008, manei prossimimesi il rialzo dei
prezzi nel settore alimentare influenzerà i
prezzi finali. Se un rialzo dell’inflazione guidata
dagli squilibri nel settore alimentare
non è una ragione sufficiente perché le banche
centrali inaspriscano la politica monetaria,
è invece sufficiente a far salire l’inflazione
attesa. I break-even inflation rate (il
differenziale di rendimento tra titoli nominali
e titoli a cedola reale) in Europa e negli
Usa si sono ampliati nell’ultima settimana,
perché l’inflazione attesa è più elevata.
Inoltre, negli ultimi giorni, le sorprese positive
dal fronte macro, soprattutto dagli Usa,
hanno fatto scattare un consistente sell-off
nei mercati obbligazionari, con un innalzamento
dei rendimenti del Bund decennale
di 26 punti base, dal 2,10% al 2,36% (al 3 settembre).
Come risultato la performance relativa
dei bond nominali in rapporto a quella
dei bond inflation linked ha cambiato
marcia in modo marcato. Gli attuali break-
even inflation rate di breve termine sono
a livelli minimi e sono in discesa dall’inizio
dell’estate. Per esempio, l’inflazione di break-
even Usa sui bond a cinque anni è a 1,2%,
contro il 2% registrato in aprile. Lo scenario
in Europa è analogo. Il calo dell’inflazione
di break-even ha portato i bond inflation
linked a sottoperformare rispetto ai bond
nominali corporate e governativi per il
2010. Ora, però, questa tendenza è destinata
a essere invertita e il flusso di notizie positive
sui dati macro, insieme a una più alta
inflazione attesa, dovrebbe accrescere l’outperformance
dei bond indicizzati rispetto
alle obbligazioni nominali.
 

lorenzo63

Age quod Agis
«All’orizzonte uno scenario con alto rischio inflativo»

Da redazione B&F

Nn del tutto condivisile ma offre diversi spunti di riflessione, imho...

A differenza dell’attuale consensus che prevede deflazione e doppia recessione, noi riteniamo di trovarci al culmine di uno shock inflativo. Ecco alcune anomalie che potrebbero confermare la tesi. A giugno i prezzi al consumo in Europa sono aumentati dell’1,7%; l’India sta sperimentando la più veloce inflazione del G20, con prezzi al consumo pagati dai lavoratori del settore industriale e agricolo vicini al 14%; la domanda di prodotti petroliferi raffinati è salita al 3,4% nelle ultime settimane; le vendite di case sono salite al 9,8% nel mese di giugno, per il tredicesimo mese consecutivo. E ancora: i distributori pagano molto di più rispetto allo scorso anno le tariffe di nolo sui trasporti marittimi; Ups e FedEx hanno alzato le previsioni sui profitti basandosi sulla forte domanda per le spedizioni internazionali. Infine DuPont ha annunciato utili netti triplicati nel secondo trimestre, con un reddito crescente in gran parte delle sue attività di business e dimostrando l’abilità di alzare i prezzi.
Il denominatore comune è il seguente: più a lungo dura l’era del credito ultra-cheap della Banca centrale, più è alta la probabilità di un recupero del credito e dei pericoli inflazionistici.
L’argomento decisivo contro la deflazione è che le condizioni di un allentamento del credito hanno un impatto cumulativo e duraturo sul livello dei prezzi. Le economie sviluppate contano sugli emergenti per alimentari, energia e materie prime: dall’altra parte del mondo i prezzi al consumo stanno aumentando con un tasso di inflazione in questi Paesi di oltre il 5%. La potenziale trasmissione di inflazione verso le economie sviluppate può già essere testimoniata dall’aumento dei costi di importazione negli Usa.
A nostro parere la crisi del debito sovrano è solo in una fase iniziale e il pacchetto di salvataggio in Europa è una sorta di anestesia. Ma come reagiranno i mercati se una parte del debito sovrano verrà svalutata del 15-30% e quando i mercati punteranno inevitabilmente a Washington?
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Europa, Stati Uniti e Giappone hanno continuato ad accumulare debiti su debiti e l’attuale crisi ha una sola soluzione: il ritorno di un’inflazione globale affinché si possa assistere a un numero maggiore di Paesi che competono per allontanare i rispettivi debiti.
Il prolungato timore di deflazione e le pressioni deflazionistiche sono i migliori ingredienti per un ritorno dell’inflazione. Il timore di collassare nell’abisso deflazionistico ne è la prova e anche la garanzia che le Autorità si esporranno a politiche fiscali e monetarie più espansive, che comporteranno anche un alto rischio inflazionistico.
Gli investitori hanno subìto perdite pesanti durante la crisi finanziaria. La conseguente perdita di fiducia li ha spinti a ripararsi dalla tempesta trovando rifugio nei più sicuri bond governativi, forse la scelta più estrema dall’inizio della crisi del debito sovrano. Potrebbero essere a caccia di rendimenti in quella che potrebbe rivelarsi la più grande bolla di tutti i tempi?
 

mago gambamerlo

Xx Phuket xX
Da queste parti il thai bhat in 2/3 anni e' andato da 50 per 1 euro a 38 x 1 euro (simile sit anche su us$) e prevedono che , grazie alla forte liquidita' USA / Europa et investitori alla ricerca di rendimenti , arriveranno ulteriori investimenti et il thai bhat si andra' ancora a rafforzare . Simile la situazione in tutto il sud / est asiatico emergente e nei paesi legati alle comodities da cui stiamo importando beni di primaria necessita' che ormai non produciamo piu' x cui o l' euro si rafforza o mi sembra alta la probabilita' di inflazione.
( Anche il Remimbi si sta' rafforzando et i costi stanno lievitando e persino in Vietnam i lavoratori della primaria industria tessile scioperano per avere salari piu' ( da 67.- $ a 93.- $ ...) alti perche' anche loro vogliono i benefici di cui sta godendo la regione ....). ciao :)
 

paologorgo

Chapter 11
With two years now having past since the collpase of Lehman Brothers, it is actually amazing how far the equity market has come since that Monday morning when the entire economy seemed to be on the brink. In the table below, we highlight how far the market and each of the ten major sectors declined from their pre-Lehman closing levels to their 2009 lows. We then calculated how much each sector has rallied from the lows up until now. Finally, we also looked to see how much further the S&P 500 and each of its ten sectors would have to rally to get back to their pre-Lehman levels.
Amazingly, two sectors (Consumer Discretionary and Technology) are already trading back above their pre-Lehman levels, while the S&P 500 needs to rally less than 12% to reach that milestone. Financials have seen the sharpest rally off the lows with a gain of over 140%, but they have the furthest road to hoe as the sector still needs an additional rally of 43% before they can put the pain of the financial crisis behind them.
When we first called for a rebound in equity prices back to their pre-Lehman levels back in June of 2009, to say our view was met with skepticism from clients would be an understatement. We remember one client literally spitting out his soup when we first raised the idea to him. Since then, however, a lot has changed, and just as it does in life, time seems to heal all wounds.




The Miracle of Time: Lehman Two Years Later -- Seeking Alpha
 

lorixnt2

Hari Seldon's fan
With two years now having past since the collpase of Lehman Brothers, it is actually amazing how far the equity market has come since that Monday morning when the entire economy seemed to be on the brink. In the table below, we highlight how far the market and each of the ten major sectors declined from their pre-Lehman closing levels to their 2009 lows. We then calculated how much each sector has rallied from the lows up until now. Finally, we also looked to see how much further the S&P 500 and each of its ten sectors would have to rally to get back to their pre-Lehman levels.
Amazingly, two sectors (Consumer Discretionary and Technology) are already trading back above their pre-Lehman levels, while the S&P 500 needs to rally less than 12% to reach that milestone. Financials have seen the sharpest rally off the lows with a gain of over 140%, but they have the furthest road to hoe as the sector still needs an additional rally of 43% before they can put the pain of the financial crisis behind them.
When we first called for a rebound in equity prices back to their pre-Lehman levels back in June of 2009, to say our view was met with skepticism from clients would be an understatement. We remember one client literally spitting out his soup when we first raised the idea to him. Since then, however, a lot has changed, and just as it does in life, time seems to heal all wounds.




The Miracle of Time: Lehman Two Years Later -- Seeking Alpha

Bello. Ho trovato anche abbastanza interessante questo commento all'articolo che, per il bold che è dovuto a me, avrebbe potuto, forse, essere incluso anche nel thread irlandese. Whatever...

Mike from NYC Comments (317)
Good bye and good riddance to Lehman and their ilk. I worked at a mid size NYC law firm for a very short period of time in late 2005 to Summer 2006 whose major client was Lehman and almost everyone was working on one 'speculative' RE deal after another, day in day out. It was quite amazing all the deals Lehman did - it was like a factory. Other clients were Allied Irish Bank and Anglo Irish Bank as well as others.

Lehman had nothing worth saving by the end and they were highly over leveraged.

I don't understand what has become of Wall Street and the markets for the past 20 or so years and especially in the past 2 years the markets have lost their way with growing disconnect between Main Street and Wall Street.

You can call me a pessimist but I don't make the news I just read about it, and for the life of me I see very few reasons to be cheerful or optimistic - unfortunately, at least for the USA. I wasn't always like this but life and increasing knowledge have pushed down the optimism I once had. Unfortunately all the people I know with a high fiscal IQ are in agreement with my outlook and the conclusions I have drawn about the future.

When I look at the latest quarterly reports I see decreased revenue originating in the USA and more of it originating overseas and increased profits not because of increased revenue but as a result of cost cutting. Comparisons are compared against a black period in 2009 when sales were dismal. A more meaningful comparison would be to use 2007 figures but that wouldn't engender much confidence or reasons to be cheerful.

I could go on and on but anyone who reads will know what I see going forward and should give pause to think.

Much of what I have been reading about China for more than a year reminds me of the articles I started reading in late 2004 when people warned about the subprime disaster about to unfold beginning in Summer 2006 and in prior years in the late 1990s of the Dot Com follies.
 

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