Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

se poi il prodotto citato non esiste allora si sarebbe un altro paio di maniche ... ma non credo sia il caso
 
Concordo con lo spirito del post di ZYGMUNT, cerchiamo almeno qui di tenere fuori la polemica politica che è già difficile cercare di raccapezzarsi.

Sul tema fra l'altro confermo quanto avevo già scritto: più che l'articolo di Repubblica (che personalmente ho trovato impreciso nel testo, soprattutto dove definiva il prodotto di JPM, e profondamente sbagliato e sensazionalistico nel titolo) sulla pessima giornata di venerdì hanno pesato le voci insistenti riguardo all'imminente fallimento di una banca italiana confermate dall'articolo di Waler Riolfi sul Sole di ieri.

2009-03-07 Il Sole 24 Ore - I fondamentali non contano più.jpg
 
Ultima modifica:
Metatarso .... l'Italia è a rischio default per il mondo ... sicuramente lo è per la JPM ... se non lo fosse non esisterebbero CDS sull'Italia nè JPM emetterebbe quella roba
poi Grillo rincara la dose dicendo che il default è più vicino di quanto si creda
che possa dar fastidio son d'accordo ... ma la sua è una opinione comunque rispettabile e non isolata ... lui a differenza di tanti la dice
 
stokuccio fai una bella cosa, ho messo il link a cosa sono i F2D. Studia quello invece di leggere Beppe Grillo :D :wall:

JPM non emette nulla di sua scelta, il FTD o F2D è un contratto personalizzato, lo costruisce l'investitore, puoi metterci i paesi o le società che vuoi.

“The main difference is that with the FTD, you are selecting the names yourself, and it is a manageable number of names,” said Matt Leeming, a credit strategist with Barclays Capital.
The FTD is, therefore, easier to understand. The investor relies largely on traditional, bottom-up analysis of the creditworthiness of the companies involved.
....
FTDs are popular now partly because, “people are concerned about the macro environment but feel comfortable with picking some names themselves,” Hampden-Turner said.
http://seekingalpha.com/article/68432-investing-in-first-to-default-baskets

Corretto, JPM in questo caso funge da strutturatore, sta semplicemente piazzando un prodotto. Bene hanno fatto a smentire che stiano puntando su un default italiano, la tesi dell'articolo è semplicemente ridicola.

Detto questo è vero che l'Italia è a rischio default, come lo sono gli Usa, il Giappone, la Germania, la Svizzera, l'Austria, la Francia, la Gran Bretagna, persino il Vaticano...

Tutto sta nel dare una misura a questo rischio. Personalmente alle stime di Beppe Grillo do lo stesso peso che do a quelle del mio idraulico :lol:

Osservando le tabelle postate da Paolo nel 3D sui CDS, comunque, mi sembra che il rischio relativo dell'Italia negli ultimi tempi sia peggiorato molto meno rispetto ad altri paesi.

Prendo anche questi dati con le molle, naturalmente, così come gli spread di rendimento, ma almeno questi sono dati di mercato, non le vaticinazioni di un comico...
 
non sapevo si potesse emettere qualcosa contro la propria volontà :D:D

JPM si basa sulle proprie analisi :D:D ... hanno anche gente preparata, non sono solo piazzisti di roba partorita da altri :D:D:D:D:D:D

vado a studiare Beppe Grillo ... spero mi insegni anche qualcosa di idraulica :D:D
 
Questo, se volete, si può spostare nel geniale 3D "astronomico" di Maino :lol:

Venerdì 6 Marzo 2009, 13:01

2009.DD.45

Molti pericoli, ma molto noti
Di Alessandro Fugnoli
Leggendo qua e là tra blog molto autorevoli, documenti di importanti istituzioni, siti di ricerca e giornali solo considerando gli ultimi giorni siamo stati avvertiti dell'insolvenza del sistema finanziario globale (Roubini), dell'insolvenza sempre più vicina di metà dell'Europa occidentale (Spagna, Irlanda, Grecia, Austria, Belgio, Italia), dell'insolvenza delle imprese, delle banche e degli stati nazionali dell'Europa centrale e orientale (dai baltici in giù fino alla Macedonia e poi Ucraina e Kazakhstan), dell'insolvenza della Russia (Buiter), dell'insolvenza a termine degli Stati Uniti (debito al 300 per cento del Pil nel 2050 secondo il Congressional Budget Office, subito criticato per la proiezione considerata troppo ottimistica), del crollo del Giappone, dell'ulteriore probabile discesa del Pil mondiale del 10-20 per cento dai livelli attuali (Marc Faber), della durata della crisi e del bear market per molti e molti anni ancora (Roubini), del crollo a termine del dollaro e dei T-Bond (Barnes di Bca), della deflazione e dell'iperinflazione imminenti, della fine dell'euro, della fine dell'Unione Europea, dell'inutile e artificioso sforzo cinese di rilanciare l'economia. Potremmo continuare a lungo con i paesi poveri, le materie prime crollate, l'industria a pezzi, la sovracapacità produttiva, il peggio che deve ancora arrivare e un'infinità di altri temi.

Di 2009.DD.45, l'asteroide di 40 metri che martedì ha sfiorato la Terra rischiando di produrre l'effetto di mille bombe atomiche ci ha avvertiti un astronomo australiano, che si è accorto del pericolo solo tre giorni prima del possibile impatto. L'ultimo grande sasso caduto sulla Terra risale al 1908. Cadde a Tunguska, in una zona inaccessibile della Siberia, e oscurò i cieli del pianeta per un anno. Nessuno, naturalmente, l'aveva previsto. Un sasso leggermente più grande provocò l'estinzione dei dinosauri alla fine del Cretaceo, 65 milioni di anni fa. Uno ancora più grande, alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa, rischiò di porre fine a qualsiasi forma di vita. Si estinse il 95 per cento di tutte le specie viventi.

L'allontanarsi di 2009.DD.45 ci porta a dire che, al contrario di quanto affermano quasi tutti, il peggio è passato. Ora che le esogene non ci minacciano più restano solo banali endogene da sistemare.

Una seconda osservazione è che i pericoli mortali se ne arrivano spesso quando vogliono loro e senza che nessuno ci preavverta. I pericoli su cui al contrario tutti (lodevolmente) ci avvertono vengono spesso schivati perché, allertati, si fa in tempo a produrre una risposta che, quanto meno, ne mitiga l'impatto.

Nel film Armageddon, Bruce Willis e la Nasa avevano 18 giorni per organizzare la nuclearizzazione dell'asteroide minaccioso. Con solo tre giorni di preavviso non ce l'avrebbero fatta. Quanto alla crisi globale, il tempo disponibile è di più.

Si può discutere molto sulla risposta dei policy maker. Avrebbe potuto essere molto più tempestiva e aggressiva. Si sono invece confermati i lunghi tempi di reazione di tutte le grandi crisi precedenti, misurabili in anni e non in mesi. L'insegnamento, amaro, è che non basta avere la consapevolezza teorica di quello che succede e non basta nemmeno avere un armamentario potenziale di contromisure molto più sofisticato rispetto ai decenni e ai secoli scorsi. Non basta perché i tempi di reazione della politica e, a monte, i tempi di formazione del consenso sociale e politico sono sempre quelli. Fra 20, 50 o 100 anni saranno ancora quelli, non facciamoci illusioni.

Detto questo, non bisogna cadere però nell'eccesso opposto e guardare con scetticismo e disperazione a tutto quello che i policy maker hanno fatto e si preparano a fare. Come minimo si sta comprando, a suon di pacchetti fiscali e di politiche monetarie non convenzionali, una seconda metà del 2009 meno drammatica della prima metà che stiamo vivendo e un 2010 di faticoso e modesto recupero.

Siamo i primi a nutrire dei dubbi sulla possibilità di un'uscita pulita e definitiva dalla crisi. Trent'anni di accumulazione di debiti non si smontavano in due anni nemmeno nell'Ottocento. Una volta comprato a caro prezzo il 2010 ci sarà subito dopo il rischio di una ricaduta come nel 1937 oppure quello di un'uscita inflazionistica. Per questo sarà decisivo spendere il 2009 e il 2010 per accelerare la sistemazione degli asset tossici e per ristrutturare il debito delle imprese e degli stati.

Bisognerà anche continuare a rassicurare i mercati su un percorso postcrisi di risanamento fiscale. Le tasse di Obama hanno certo un di più di ideologico, ma sono in larga misura inevitabili. Si ricorda sempre positivamente Roosevelt, ma si dimentica la sua ferocia fiscale (con l'aliquota marginale al 90 per cento), così come si dimentica la durezza del conflitto politico dell'epoca, infinitamente più aspro di quello odierno.

Entro due settimane avremo notizie più precise sul Public-Private Fund da un trilione che dovrà rilevare gli asset tossici. Il 25 marzo partirà la Talf con un altro trilione. A fine aprile sarà concluso lo stress test delle banche e verranno assegnati i 350 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche. Sarebbe bello utilizzare subito anche i 750 miliardi che Obama ha prenotato per il Tarp 2, ma i tempi della politica e del consenso esigono che le cose si facciano un po' alla volta. In giugno cominceremo ad avere i primi effetti del pacchetto fiscale, così che nel terzo e quarto trimestre il Pil avrà un sostegno del 3 per cento annualizzato.

L'Europa si muove con il suo cronico ritardo, ma non bisogna sottovalutare troppo quello che sta facendo e, soprattutto, quello che si sta preparando a fare in caso di emergenza. E' un peccato aspettare sempre di avere l'acqua alla gola, ma i mercati devono riconoscere la differenza tra una situazione di stress estremo cui si è pronti a rispondere con dei piani e una a cui si arriva totalmente impreparati. La Bce sta studiando il quantitative easing. I governi stanno approntando misure, che al momento non vogliono rendere pubbliche, per il salvataggio in extremis di paesi in difficoltà di rifinanziamento, tanto a ovest quanto a est. Possiamo immaginare la creazione di fondi speciali, l'emissione eventuale di debito garantito dall'Unione o, per l'est, l'ingresso istantaneo nell'euro di questo o quel paese, che sia perfettamente pronto o no (si è osservato giustamente che Eurolandia oggi non potrebbe entrare nell'euro se le si applicassero tutte le regole che si stanno imponendo all'est).

A est, non c'è dubbio, ci saranno aggiustamenti dolorosi. Se ne faranno carico il Fondo Monetario, la Berd, l'Unione, la Bce (con gli swap di euro contro le valute locali), gli stati nazionali occidentali che dovranno aiutare le loro banche esposte a est e gli azionisti di queste banche. Ma se ne faranno carico molto di più, alla fine, gli stati e le banche centrali dell'est, che si caricheranno di una parte significativa degli asset più tossici.

Qualcuno forse farà default, ma il default non è sempre un evento catastrofico. L'Ucraina riprofilò i suoi bond negli Novanta, costringendo gli obbligazionisti ad aspettare cinque anni per riavere indietro i loro soldi, con un 10 per cento di interesse all'anno per il disturbo. Alla fine gli obbligazionisti fecero un ottimo affare. Questa volta un eventuale default potrebbe essere meno benigno, ma difficilmente sarà catastrofico.

Lo scetticismo dei mercati verso le misure di policy coinvolge ormai anche la Cina. L'annuncio di un secondo piano fiscale sta producendo in queste ore un recupero delle borse che probabilmente ci sarebbe stato comunque, visti gli estremi di ipervenduto cui si era arrivati. Dietro la facciata, però, è tutto un fiorire di commenti disincantati. La Cina, si dice, guadagna solo tempo mangiandosi il capitale delle riserve e drogando il credito. La ripresa delle materie prime e del greggio, quindi è solo effimera.

Qui bisogna mettersi d'accordo. In tutto il gran daffare dei governi e delle banche centrali di tutto il mondo manca, come ha notato severamente Volcker, la cosa più importante di tutte, ovvero l'idea di una nuova architettura finanziaria globale (anche se gli squilibri che hanno causato la crisi del vecchio ordine si vanno riducendo giorno dopo giorno insieme al disavanzo delle partite correnti americane).

Al netto della Terza Bretton Woods di cui tanto si sente il bisogno, ci sono tuttavia, come abbiamo visto, gli sforzi sempre maggiori di contenimento della crisi da parte dei governi. Del resto, quando i governi fanno il contrario di quello che stanno facendo adesso, quando cioè alzano le tasse o tagliano drasticamente la spesa pubblica, nessuno si sogna di alzare le spalle. La Cina, in particolare, ha già dimostrato durante la crisi asiatica del 1997 e durante la crisi del 2001-2003 di sapere trovare al proprio interno le risorse per lo sviluppo. D'altro canto i pianificatori cinesi non saranno così stolti (come si sospetta continuamente da tante parti) da ampliare la capacità produttiva dei settori rivolti all'export in crisi di sovrapproduzione, ma privilegeranno le infrastrutture e i servizi per il mercato interno.

In conclusione, ci sembra troppo tardi per stare corti, ma anche troppo presto per mettersi lunghi. Si può dire quello che si vuole, ma il Pil mondiale si trova in un ascensore al quale si è spezzato il cavo e sta precipitando a una velocità del 7 per cento annualizzato negli Stati Uniti e di poco meno in Europa. Fra due tre mesi entreranno in funzione gli ammortizzatori della caduta e ci sarà tutto il tempo, prima di comprare, per vedere se saranno efficaci.

Diceva Darwin che nelle catastrofi ecologiche estreme, come quelle del Permiano o del Cretaceo, scarafaggi e batteri, con il loro stile di vita sobrio, sono molto più adatti a sopravvivere delle creature complesse dalle grandi ambizioni. In questi mesi tumultuosi ci sarà senz'altro qualcuno che, da corto o da lungo e con leva aggressiva, riuscirà a costruire fortune e a entrare nella leggenda. Per uno che riuscirà ce ne saranno però dieci che falliranno miseramente. La selezione naturale, nei grandi numeri, favorirà gli scarafaggi dei Bot.

da Il Rosso e Il Nero, settimanale di strategia.
 
non sapevo si potesse emettere qualcosa contro la propria volontà :D:D

JPM si basa sulle proprie analisi :D:D ... hanno anche gente preparata, non sono solo piazzisti di roba partorita da altri :D:D:D:D:D:D

vado a studiare Beppe Grillo ... spero mi insegni anche qualcosa di idraulica :D:D

Proprio un'analisi di JPM che ho letto qualche giorno fa sosteneva che i timori di default su diversi paesi europei erano esagerati. A loro avviso comprare bond italiani (e di altri paesi) a questi livelli di spread è una buona opportunità. :-o
 
Proprio un'analisi di JPM che ho letto qualche giorno fa sosteneva che i timori di default su diversi paesi europei erano esagerati. A loro avviso comprare bond italiani (e di altri paesi) a questi livelli di spread è una buona opportunità. :-o


considerando come sono messi in derivati e TDS sarebbe stato stupefacente avessero sostenuto il contrario :-o:-o:-o
mai sentito un macellaio dire che la carne che vende fa schifo :lol::lol:

sull'ondivago Fugnoli basta ripescare quel che diceva qualche mese fa ... scrive bene ... roba inutile ma scrive bene
 
OT :
scusa Paolo, (e scusa la confidenza), se però un intervento non apporta nulla alla discussione in senso tecnico e risulta ( anche se involontariamente) una provocazione per una parte almeno dei forumisti, a mio parere semplicemente lo si dovrebbe spostare altrove.
Faccio presente che Mark ha fatto (giustamente) ciò con un mio post.
E non me ne sono adontato nè mi sono sentito censurato.
Mi ha infatti ricordato che chi ha scelto di venire qui ha accettato di rispettare determinate regole.
Oggi pomeriggio mi sono molto arrabbiato nel leggere alcuni post, in particolare perchè l'intento provocatorio era negato a parole, salvo poi essere ribadito nei fatti (cioè nello scritto successivo).
Mi sono preso una mezz'ora di tempo per sbollire.

Colgo l'occasione per precisare la mia reazione al post di Metatarso (che apprezzo molto quando non esce dal seminato), che parlava di ipotetici interventi della Digos nella redazione di Repubblica se il nostro fosse un Paese serio.
Ebbene, sarebbe stata la stessa indipendentemente dal giornale in questione.
Queste cose le fanno in Paesi che la maggior parte di noi giustamente bolla come antidemocratici.
Come si può sostenere che in un Paese democratico un corpo di polizia o di intelligence possa andare a perquisire la sede di un giornale, salvo casi di flagranti reati penali, solo perchè ha pubblicato una notizia sgradita o ritenuta tale, fosse anche falsa?
E quindi, mi arrabbio se qualcuno sostiene che ciò debba essere fatto nel Paese in cui vivo.
E ciò a prescindere che il giornale sia filogovernativo o che sia di opposizione, di destra, centro, sinistra, che stia sopra o sotto,insomma.
E comunque se proprio lo si vuole scrivere, che si vada a farlo nei 3d appositamente istituiti per accogliere questo tipo di provocazioni.

Per concludere ti propongo di utilizzare questo mio post (anche allocandolo altrove) come riflessione generale per ribadire un concetto semplice : per rendere più utile e fluida la discussione nei 3D tecnici, tutti i post con contenuti allusivi, anche solo in parte, a posizioni politiche, sessiste, razziste, calcistiche ecc. devono essere banditi dagli stessi.
Senza se e senza ma.

sono il primo ad essere critico con il mio intervento in quel caso (l'unica cosa positiva è forse il fatto che è avvenuto dieci minuti dopo il post, senza peraltro che ci fosse stata una vera e propria segnalazione, proprio perchè casualmente leggevo il 3d...), e sicuramente altri moderatori avrebbero fatto meglio di me.

Per carattere cerco di ricomporre (il richiamo dell'arbitro...) prima di usare il cartellino.

Peraltro, ma è un parere personale, mi pare siamo rimasti, alla fine, su toni civili, senza perdere i contributi di nessuno, ci sono state cancellazioni di post autonome da parte di chi li ha scritti, ho fatto più da notaio che da arbitro.

Sulla ferma intenzione (di tutti...) di rispettare alcune regole che ci siamo dati, non ho dubbi, e credo anche tu. Gli esecutori poi possono essere cattivi interpreti delle regole... ;)

Comuqnue riflessione utile, la tua. Perchè i 3d restino leggibili, interessanti e area di vero confronto dobbiamo sforzarci a non uscire dal tema, finanziario, che è lo scopo del forum.

Ciao...
 
sono il primo ad essere critico con il mio intervento in quel caso (l'unica cosa positiva è forse il fatto che è avvenuto dieci minuti dopo il post, senza peraltro che ci fosse stata una vera e propria segnalazione, proprio perchè casualmente leggevo il 3d...), e sicuramente altri moderatori avrebbero fatto meglio di me.

Per carattere cerco di ricomporre (il richiamo dell'arbitro...) prima di usare il cartellino.

Peraltro, ma è un parere personale, mi pare siamo rimasti, alla fine, su toni civili, senza perdere i contributi di nessuno, ci sono state cancellazioni di post autonome da parte di chi li ha scritti, ho fatto più da notaio che da arbitro.

Sulla ferma intenzione (di tutti...) di rispettare alcune regole che ci siamo dati, non ho dubbi, e credo anche tu. Gli esecutori poi possono essere cattivi interpreti delle regole... ;)

Comuqnue riflessione utile, la tua. Perchè i 3d restino leggibili, interessanti e area di vero confronto dobbiamo sforzarci a non uscire dal tema, finanziario, che è lo scopo del forum.

Ciao...
;)
 

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