CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM

Kiev, grazie agli aiuti economici dei partner internazionali, riesce a mantenere in piedi la 'res publica' garantendo anche sostegno e risarcimenti alle famiglie di chi ha perso un membro in guerra o ha riabbracciato un proprio caro ferito in battaglia. E' di queste ore il provvedimento con cui il governo ucraino modifica e alza le cifre per gli indennizzi destinati alle famiglie di feriti e caduti. In caso di morte di un soldato durante il servizio militare, la famiglia percepisce 2,27 milioni di grivnie, circa 50mila euro. Se il decesso avviene in battaglia, l'indennizzo è di 15 milioni di grivnie, circa 326mila euro. Rivisti anche gli indennizzi in caso di invalidità, che oscillano tra i 16mila e i 25mila euro in relazione al danno riportato.

 
Condivido tutto tranne un punto. Non ritengo corretto affermare che i paesi del sud del mondo pensino tutti in modo univoco che la responsabilità del conflitto sia di Putin. Non mi pare sia così.
 
Ukraine is taking an economic hit from Russian attacks on its energy infrastructure, forcing it to rely on more expensive imports as it builds alternative sources, according to the European Bank for Reconstruction and Development.
“More than half of electricity generation capacity was destroyed,” Beata Javorcik, chief economist at the London-based development bank, said in an interview. “Now, some of the gap is being filled by imports of electricity from Europe, but this electricity comes at a higher cost. So that puts energy intensive industries at the disadvantage.”

 
Secondo un report dell’agenzia Bloomberg ripreso in Italia da Energia Oltre l’industria siderurgica dell’Ucraina potrebbe essere costretta a importare carbone dall’estero se cadesse Pokrovsk. Lo hanno riferito rappresentanti di Metinvest e Dragon Capital precisando che prima dell’invasione russa l’acciaio rappresentava un quinto delle esportazioni ucraine mentre ora la produzione è crollata di oltre il 70 per cento.

 
La narrazione è un modo di plasmare la realtà, e quando dietro ci sono dei conflitti di interesse (finanziamenti, porte girevoli, ecc.) può diventare propaganda e non più informazione. Il giornalismo moderno anziché fare delle serie inchieste documentate si appoggia troppo alle analisi dei think tank.

 
Il drastico calo di consumo di gas è un preciso segnale del declino economico in atto in Europa. Forse qualcuno dovrebbe chiedere alle industrie come mai consumano meno, se non è ancora chiaro :confused:

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C'è, a mio modo di vedere inspiegabilmente, chi vede in questo calo dei consumi un successo per le energie rinnovabili.

 

Da out!​


Porta in faccia dell’Italia alla von der Leyen sugli aiuti a Kiev​

(#GL) Sta assumendo i contorni del grottesco la vicenda del prestito della Ue all’Ucraina, garantito dai proventi degli asset finanziari russi sequestrati dal marzo 2022. Appena cinque giorni fa, vi avevamo riferito dalle colonne del quotidiano La Verità della fuga in avanti di Ursula von der Leyen che, pur di presentarsi a Kiev con la promessa di un sostanzioso prestito di 35 milioni di euro (40 milioni di dollari), non ha esitato a mettere a carico della UE anche la quota che, in origine, avrebbe dovuto essere coperta dagli Usa.

Ma ieri quest’ultimo piano della von der Leyen, che avrebbe dovuto avere la maggioranza qualificata del Consiglio dei ministri UE, è stato clamorosamente bocciato già a livello preparatorio (ambasciatori Ue riuniti nel Coreper che preparano le sedute del Consiglio) per mano della netta opposizione di Francia, Italia e Germania.

Ukrainian soldiers by an anti-aircraft vehicle towards its position at the Bakhmut frontline, in Donetsk Oblast.
La promessa della von der Leyen a Volodymyr Zelensky è improvvisamente divenuta carta straccia.

Infatti l’accordo del G7 di giugno in terra pugliese, prevedeva che i 50 milioni di dollari di prestito a Kiev avrebbero dovuto essere divisi tra la Ue e gli USA (20 milioni ciascuno) e Uk, Canada e Giappone (altri 10 milioni in tutto).

Senonché quando gli USA hanno fatto notare ai loro partner che la garanzia offerta dai proventi degli asset sequestrati era a rischio perché le sanzioni che dispongono il sequestro sono soggette a rinnovo (all’unanimità) ogni sei mesi, per la Ue è stato impossibile riuscire ad allungare tale scadenza e quindi gli Usa hanno fatto retromarcia, lasciando Bruxelles col cerino in mano.

Da lì la affrettata fuga in avanti della von der Leyen che però aveva fatto i conti senza l’oste, cioè i governi nazionali che hanno clamorosamente bocciato l’iniziativa del Presidente della Commissione.

Von der Leyen a Kiev promette 35 miliardi all'Ucraina
A questo punto, l’unica via di uscita, rivelata da Bloomberg oggi pomeriggio, è tornata ad essere quella di convincere gli Usa a contribuire al prestito offrendo proprio ciò che gli Usa chiedevano, cioè una congrua estensione del periodo di validità delle sanzioni (forse 36 mesi) e, di conseguenza, della disponibilità dei fondi russi sequestrati. In subordine, gli Usa si sono dichiarati disponibili ad erogare un prestito di minore ammontare anche qualora la Ue non riuscisse ad allungare il periodo di validità delle sanzioni che, ricordiamolo viene votato all’unanimità. Su questo voto incombe ogni volta la decisione dell’Ungheria che ha fatto sapere di non volersi impegnare prima dell’esito delle elezioni Usa del 5 novembre.

Ora toccherà al Consiglio Europeo del 17-18 ottobre trovare quell’intesa all’unanimità in grado di garantire gli Usa e al successivo incontro a livelli di ministri del G7 poter confermare il prestito nella formulazione iniziale definita in linea di principio a giugno, ma che tuttora stenta concretamente a decollare.

Per la von der Leyen non è proprio un buon inizio di mandato.
 

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