Tassi ufficiali di riferimento (BCE, FED, BOE) Dati macro europei, Tassi BCE e FED, politica monetaria (6 lettori)

m.a.s

Memento Audere Semper
i dati di oggi

EUROPA
PMI (indice dei direttori agli acquisti). In Gran Bretagna l'indice ha registrato, nel mese di gennaio, una salita migliorando dal mese e precedente e sorprendendo positivamente gli analisti che erano per un rallentamento. Il PMI sale anche in Spagna, mentre in Germania si deteriora, ma non più del previsto.
In Italia leggera risalita mensile a 36,1 da 35,5.
Nella zona Euro l'indice Pmi manifatturiero a gennaio è salito a 34,4 punti dai 33,9 del mese precedente (l' aumento era previsto a 34,5 punti).

USA
Le spese per consumi personali negli Usa a dicembre hanno mostrato un calo congiunturale dell'1% (-0,9% m/m il consenso), contro un calo dello 0,8% m/m a novembre, mentre i redditi sono scesi dello 0,2% (-0,4% m/m a novembre e -0,4% m/m il consenso).
Lo ha reso noto il Dipartimento del Commercio aggiungendo che l'indice dei prezzi per le spese per consumi ha evidenziato, sempre a dicembre, una variazione congiunturale del -0,5% e tendenziale del +0,6% a/a, mentre l'indice dei prezzi ex food & energy e' rimasto invariato da novembre e ha registrato una crescita dell'1,7 a/a (inv. m/m il consenso). com/mri
http://www.borsaitaliana.it/borsa/a...s/italia-dettaglio.html?newsId=553626&lang=it

Nel settore delle costruzioni nel mese di dicembre, la contrazione degli investimenti e' stata pari a -1,4%, sotto il consensus degli economisti posto a -1%.
Nel 2008 solo il comparto dell'edilizia residenziale ha accusato una contrazione degli investimenti pari a -27,2%, il nuovo minimo storico.

Importante risalita dell' indice manifatturiero ISM a 35,6 da 32,9.
 

samantaao

Forumer storico
"Non c'è molto spazio" per altri tagli di tassi - Draghi
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Reuters - 02/02/2009 20:52:43
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ROMA, 2 febbraio (Reuters) - Il governatore di Bankitalia Mario Draghi ha detto oggi in un'intervista alla Cnn che "non c'è molto spazio" per ulteriori tagli dei tassi d'interesse,
Nell'intervista, condotta a Davos la scorsa settimana, Draghi ha detto, parlando in inglese: "Sul fronte monetario, credo che la risposta delle banche centrali (alla crisi finanziaria) sia stata rapida e consistente ed è stata certamente molto efficace. Ma è chiaro che ora non c'è più molto spazio per avere tassi di interesse più bassi".

si riferiva anche all'euro??
chissà
 

mostromarino

Guest
scadeva oggi un TBill che avevo comperato 2 mesi fa
(importo bello rotondo)
la banca mi comunica che
deposito a 1 mese.......no remunerazione
altro T.B a 1 mese........0,17% meno commissioni
 

lorenzo63

Age quod Agis
"Non c'è molto spazio" per altri tagli di tassi - Draghi
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Reuters - 02/02/2009 20:52:43
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ROMA, 2 febbraio (Reuters) - Il governatore di Bankitalia Mario Draghi ha detto oggi in un'intervista alla Cnn che "non c'è molto spazio" per ulteriori tagli dei tassi d'interesse,
Nell'intervista, condotta a Davos la scorsa settimana, Draghi ha detto, parlando in inglese: "Sul fronte monetario, credo che la risposta delle banche centrali (alla crisi finanziaria) sia stata rapida e consistente ed è stata certamente molto efficace. Ma è chiaro che ora non c'è più molto spazio per avere tassi di interesse più bassi".

si riferiva anche all'euro??
chissà


Ciao SAM,comunque la situazione è talmente drammatica che la Germania (vero deus ex machina) certamente imporrà un' altro taglio .. è ipotizzabile prima dell' estate di essere attorno 1.5% IMHO...Poi sulla REALE efficacia...:(
 

The Beast

Rating? No grazie!
Articolo di MF ( lunghetto.... ):
I motivi di una possibile pausa sui tassi a febbraio

Il 15 gennaio scorso, dopo aver nuovamente ridotto i tassi di riferimento portandoli al 2%, la Banca Centrale ha segnalato di voler effettuare una pausa sui tassi nel mese di febbraio (domani la decisione), affermando che la prossima riunione rilevante per la decisione sui tassi sarà quella di marzo.

Sebbene non si possa escludere, come negli ultimi mesi, che nel corso delle settimane tra un meeting e l’altro prevalgano posizioni maggiormente espansive rispetto all’enunciazione della conferenza-stampa precedente, la pausa sui tassi di febbraio sarebbe giustificata, a detta degli economisti di Intesa Sanpaolo, sia dal fatto che sono passate appena tre settimane dall’ultima riunione, sia dal desiderio di attendere le informazioni in calendario la seconda settimana di febbraio.

E cioé il dato sull’andamento del Pil nel quarto trimestre in calendario il 13 febbraio; al riguardo, la stessa Bce ha detto di attendersi una fine d’anno "catastrofica". Ne consegue che il dato per l’intera eurozona potrebbe attestarsi almeno a -1,3% trimestre su trimestre (con rischi verso il basso). Un dato ancor peggiore potrebbe indurre la Bce a un taglio dei tassi di mezzo punto a marzo.

In più le aspettative di inflazione di lungo termine. La Bce pone grande attenzione non tanto all’andamento dell’inflazione (o delle aspettative di inflazione) di breve termine, ma soprattutto all’ancoraggio delle aspettative di medio/lungo termine. Specie in una fase in cui i margini sulla leva dei tassi cominciano ad assottigliarsi e il canale del credito appare per così dire "inceppato", è naturale che la Bce attribuisca notevole importanza al canale delle aspettative, che va ad influire sul livello generale dei prezzi per via, per così dire, “diretta” ovvero entrando nel processo di determinazione di prezzi e salari.

Ora, non solo le ultime indagini di fiducia hanno mostrato un ulteriore rientro delle aspettative di inflazione, ma le aspettative degli economisti sul CPI si sono ulteriormente ridimensionate. Il consenso (fonte: Consensus Forecast di gennaio) si attende oggi un CPI a 1% nel 2009 (da 1,4% un mese fa e da 2,2% tre mesi fa) e a 1,7% nel 2010.

Un altro motivo di una possibile pausa sta nel fatto che il livello del 2% raggiunto dal refi rappresenta una soglia importante sia perché (non a caso) si tratta del precedente minimo storico dei tassi (mantenuto tra giugno 2003 e dicembre 2005) sia perché, avendo la Bce definito come obiettivo sulla stabilità dei prezzi un livello di inflazione "poco sotto il 2%", portare i tassi a tale livello equivale a portare i tassi di interesse reali (deflazionati appunto con le attese di inflazione di lungo termine) a zero.

Il focus si va spostando dalla politica monetaria alla politica fiscale

L’annuncio effettuato da Trichet il mese scorso di una pausa a febbraio poteva essere giustificato anche dal desiderio di quantificare le nuove misure fiscali che già erano in discussione in Germania. Maggiori dettagli sono arrivati da allora ad oggi, in quanto il Governo ha approvato il nuovo pacchetto fiscale. Il piano è significativo perché, dopo che il primo pacchetto approvato a novembre in termini di manovra netta rappresentava appena lo 0,25% del Pil, con questo ulteriore piano la Germania va a sfruttare per intero la leva fiscale concessa dalla Commissione Ue (1,3% del Pil).

In altri termini, il focus nell’area euro (come già avvenuto in altri Paesi) si sta gradualmente spostando dalla politica monetaria alla politica fiscale. La Bce ne ha preso atto e ha dato in sostanza il suo avvallo alla approvazione di piani fiscali espansivi, sollecitandone anzi una immediata applicazione, richiamando in ogni caso alla necessità di una disciplina fiscale di medio termine. Ceteris paribus, dopo la messa in atto di stimoli fiscali così massicci, la politica monetaria potrebbe essere meno espansiva che in assenza di tali interventi.

Quanto all'inflazione...

"Stimiamo un aumento del costo del lavoro per l’intera economia del 2,4% quest’anno con rischi verso il basso dal 3,2% stimato per il 2008", affermano sempre gli esperti di Intesa Sanpaolo. Di conseguenza, mentre l’inflazione headline dovrebbe tornare a salire nella seconda metà dell’anno, "stimiamo viceversa un ulteriore calo dell’inflazione core fino a0,2% anno su anno a fine 2009, sulla scia della moderazione salariale e dell’eccesso di offerta derivante dall’output gap negativo".

"Non riteniamo però che l’inflazione possa attestarsi in territorio negativo per la media del 2009 o che nell’area euro vi sia un rischio concreto di deflazione per due motivi: come messo in luce dall’ampia letteratura sulla persistenza dell’inflazione nell’eurozona, la minore concorrenza sul mercato dei beni e la maggiore rigidità sul mercato del lavoro rispetto ai Paesi anglosassoni (minore flessibilità, presenza in alcuni Paesi di meccanismi di indicizzazione dei salari) comportano strutturalmente una maggiore persistenza", spiegano alla banca, "in secondo luogo la disoccupazione, pur in aumento, resta storicamente contenuta e questo spingerà verso il basso il costo del lavoro, ma non in territorio negativo".

La Bce non orientata a portare i tassi a zero

"Confermiamo la nostra idea che non sia intenzione della Bce portare i tassi di interesse vicini a zero. Come indicato più volte negli scorsi mesi, il livello dell’1% rappresenta a nostro avviso un pavimento per i tassi, sia per una ragione di opportunità (occorrerebbe, portando i tassi sotto l'1%, tornare a stringere il corridoio sui tassi appena riallargato) sia perché questa decisione porterebbe più rischi per il funzionamento del mercato monetario che benefici per l’economia", sostengono a Intesa Sanpaolo.

D’altra parte i tassi overnight sono già scesi significativamente. Non ci sono poi segnali che la Bce voglia al momento modificare la sua politica di iniezione di liquidità, quindi è probabile che la Bce continui a fornire quantitativi di fondi illimitati su scadenze fino a 6 mesi al tasso refi anche oltre la naturale scadenza del 31 marzo. Tale politica si è rilevata efficace nel far calare i tassi di mercato più ancora rispetto ai tassi ufficiali.

Per Intesa Sanpaolo la Bce non intende neppure intraprendere, a differenza di altre Banche Centrali, una politica di allentamento quantitativo. Significative al riguardo sono state le dichiarazioni di Mersch (Banca del Lussemburgo) dello scorso 26 gennaio, secondo cui non c’è da aspettarsi che i tassi di interesse nell’area euro scendano al livello osservato in altri Paesi, così basso che ridurrebbe l’efficacia stessa della leva dei tassi.

Secondo Mersch manovre di allentamento quantitativo sarebbero "complicate" nell’eurozona, anche perché in caso di acquisto di titoli pubblici non sarebbe chiaro i titoli di quale Stato acquistare, mentre acquistare carta commerciale è sconsigliabile visto che già le Banche Centrali hanno nei loro portafogli elevati quantitativi di asset rischiosi.

L'istituto centrale preferisce puntare a rivitalizzare il ruolo delle banche tradizionali piuttosto che intraprendere un sentiero di politica "eterodossa", che secondo le dichiarazioni della stesa Bce creerebbe confusione anziché contribuire a semplificare il quadro.

Il taglio a marzo potrebbe essere di mezzo punto

"Il range 1-1,50% è quello in cui con tutta probabilità si collocherà a nostro avviso il punto di arrivo del ciclo espansivo", prevedono gli esperti di Intesa Sanpaolo. Il dissenso interno alla Bce si è spostato dalla possibilità di scendere o meno sotto il 2% (che ora appare superata) al dubbio sul punto di arrivo del ciclo espansivo, tra l’1% e l’1,5%. Crescono, a detta degli esperti, le chance, nonostante tutti i caveat del caso, che si possa arrivare all’estremo inferiore di quest’intervallo.

Diversi esponenti della Bce hanno dichiarato di voler evitare di portare i tassi reali in territorio negativo. Se si deflaziona il refi con le aspettative di inflazione di lungo termine, ciò implicherebbe che i tassi possano essere tagliati al massimo di mezzo punto ulteriore rispetto al 2% attuale. Ma se si considera che già l’inflazione è all'1,1% e che la media 2009 potrebbe addirittura scendere sotto l’1%, portare i tassi reali a zero implicherebbe tagliare il refi all’1%.

"Riteniamo che le nuove previsioni economiche che saranno diffuse a marzo mostreranno un’inflazione molto bassa ovvero sotto l’1% dall’1,4% precedente, e una crescita ancor più negativa del -0,5% stimato a dicembre", aggiungono a Intesa Sanpaolo. "In presenza di un'ulteriore revisione al ribasso delle stime, sarà ben difficile per la Bce non tagliare i tassi a marzo. Se nel frattempo arriveranno brutte notizie dai dati preliminari sul Pil, che difficilmente potranno sorprendere al rialzo, e se si dovesse notare un calo delle aspettative inflazionistiche di lungo termine, il taglio potrebbe essere anche di mezzo punto a marzo, senza escludere ulteriori ritocchi verso il basso, eventualmente fino all’1%, entro giugno".
 

slowdown

Forumer storico
Romania's central bank cuts interest rates to 10%
3:22 PM ET, Feb 04, 2009 - By Polya LesovaNEW YORK (MarketWatch) -- Romania's central bank cut its benchmark interest rate Wednesday by 25 basis points to 10.0%, the first reduction since June 2007. "The effects of the global financial and economic crisis are increasingly reflected by the reduction of both exports and external financing, an increased volatility on the domestic foreign exchange market, in line with regional trends and by lack of investor risk appetite," the National Bank of Romania said in a statement. The annual inflation rate was 6.3% at the end of 2008, down from a peak of 9% in July, the bank said. Economists at Citigroup Global Markets said that they "had expected the bank to keep rates on hold in view of the lack of clarity about the macroeconomic framework and a possible IMF program, as well as the ongoing leu weakness." They expect additional easing of 125 basis points this year, with the bulk of it taking place in the second half.

Indonesia lowers interest rates by half-point to 8.25%
11:17 PM ET, Feb 03, 2009 - By Chris OliverHONG KONG (MarketWatch) -- Indonesia's central bank Wednesday cut interest rates by 0.5-percentage point to 8.25%, adding to a half-point rate cut last month, citing abating inflationary pressures and a slowing economy. The rate cut was inline with most analyst expectations. "Various latest indicators showed that global economic development is gloomier than it was expected several months ago," Bank Indonesia said in a written statement at the conclusion of its monthly policy meeting. The central bank also noted demand for Indonesian exports had been negatively impacted by the global downturn. Indonesia's statistics bureau said earlier this week inflation is expected to ease to 9.16% on an annual basis in January, from 11% in December. HONG KONG (MarketWatch) -- Indonesia's central bank Wednesday cut interest rates by 0.5-percentage point to 8.25%, adding to a half-point rate cut last month, citing abating inflationary pressures and a slowing economy. The rate cut was inline with most analyst expectations. "Various latest indicators showed that global economic development is gloomier than it was expected several months ago," Bank Indonesia said in a written statement at the conclusion of its monthly policy meeting. The central bank also noted demand for Indonesian exports had been negatively impacted by the global downturn. Indonesia's statistics bureau said earlier this week inflation eased to 9.16% on an annual basis in January, from 11% in December. Wednesday's rate reduction was the third in as many months.





Philippines' central bank cuts interest rates to 5%
9:18 AM ET, Jan 29, 2009 - By Polya LesovaNEW YORK (MarketWatch) -- The central bank of the Philippines cut its benchmark interest rate by 50 basis points to 5% Thursday, citing falling inflationary pressures and weakening economic performance. The move was in line with market expectations. "Given the improved inflation outlook, the monetary board believes that there is room for further easing in the monetary policy stance, which should also provide support to financial markets and the real economy," the central bank said in a statement. Weak conditions in major economies are weighing on the country's economic performance through their impact on trade, investment and consumption, the bank said. "In this regard, monetary policy easing will complement the fiscal stimulus, which includes accelerated infrastructure spending and targeted social programs," the bank said.
 

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