Petrolio, l'Opec ha aperto i rubinetti In giugno il cartello ha colmato abbondantemente la perdita produttiva accusata in Iraq - Merito soprattutto di Arabia Saudita, Nigeria ed Emirati - La situazione di Baghdad resta molto critica ma le quotazioni del petrolio sono arretrate.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha arginato anche in giugno le possibili ricadute della drammatica situazione irachena: sul mercato i dodici paesi Opec hanno immesso una produzione che ha superato i 30 milioni di barili al giorno, per l’esattezza 30,223 milioni. Ad aprire i rubinetti sono state Arabia Saudita e Nigeria, grazie a cui sono stati superati nettamente i 29,945 milioni di barili estratti in maggio.
Se si fotografasse la situazione odierna, si dovrebbe ritenere persino eccessiva la produzione addizionale, tanto più che le quotazioni di Brent e Wti sono scese dai recenti massimi. Però è altrettanto chiaro che esiste il rischio di veder tracollare la produzione irachena, qualora i militanti sunniti e i terroristi di Al Qaeda riuscissero a dilagare verso Baghdad e a minacciare anche le aree petrolifere meridionali del paese. In ogni caso la produzione in Iraq è già diminuita di circa 400mila barili al giorno, assestandosi in giugno a 2,9 milioni. La flessione è avvenuta al Nord, dove era stata sabotato l’importante oleodotto che collega Kirkuk, in zona curda, allo scalo turco di Ceyhan. Di fatto la perdita è soprattutto per i consumatori iracheni, che hanno visto cadere in mano ai ribelli la grande raffineria di Baiji.
Comunque, per cautela, Riad ha accelerato l’estrazione di 230mila barili al giorno, arrivando a 9,9 milioni, il massimo dal settembre scorso. C’è anche da ricordare che l’estate è abitualmente il periodo di maggior apertura dei rubinetti in Arabia, perché serve più energia per i condizionatori d’aria. La Nigeria invece è passata da 1,95 a 2,15 milioni di barili al giorno (mbg), una cifra che non è detto sia replicata nei prossimi mesi, perché nel Delta del Niger la situazione è sempre incerta, per i furti, i sequestri e gli attentati. Un aumento di produzione è venuto in giugno anche dagli Emirati Arabi Uniti, passati da 2,7 a 2,8 mbg per soddisfare con maggior facilità la crescente domanda proveniente dall’Asia.