Diario di bordo (1 Viewer)

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nicky77

Collaboriamo con umiltà..
volumi in calo e borse che scendono non lasciano dubbi.....

qualcosa di positivo che rimanda il tutto in là nel tempo potrebbe però arrivare a fine settimana dagli usa.....

si dai, anche ammesso che i Rotschild abbiano messo nel mirino l'europa se ci fanno morire il giochino speculativo finisce anche per loro......

che casino :D:sad::)
 

brontolo61

Banned
il problema e' che stiamo sperando...in un trend long.....tutto al condizionale.........

Buongiorno,
il condizionale è d'obbligo, noi comuni mortali guardiamo i grafici facendo supposizioni su dove vorremmo che andassero i prezzi;
in realtà è molto più semplice, al di la del volo di icaro io penso che gli indici scenderanno a livelli ridicoli soprattutto i PIIGS.
Livello 14200 ha tenuto bene, però vedo solo max decrescenti diretti vs il 14200.
 

Pitagora

Aquila libera
Ragazzi fra poco vi saluto vado mangiare in collina e rimango là tutto il pomeriggio.


Divertiti:up:io quest'anno anzichè tornare a bibions;)mi allungo nella riserva marina del Cilento.......sarà d'uopo il pesce tutti i giorni.:cool:

...stavolta le vacanze ma le dovro' pagare.....coi soldi miei, a meno di 1 nuovo colpo di reni di .........Ferragamo/Maire.:D
 

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nicky77

Collaboriamo con umiltà..
la speculazione shortista che colpisce l'italia è una invenzione.....

la gente seria ha capito benissimo il perchè del crollo....

beh, la speculazione c'è. E c'è pure la motivazione valida: bassa crescita, debito eccessivo ed impossibilità di svalutare la ns moneta come accadde con Amato. In un certo senso, il ns debito pubblico è diventato debito vero quando, entrando nell'euro, abbiamo perso la sovranità monetaria (in cambio di altri vantaggi temporanei..).

Si legga:

The Matter of Deficits, Sovereign Default, and Modern Monetary Theory
 

Pitagora

Aquila libera
Buongiorno,
il condizionale è d'obbligo, noi comuni mortali guardiamo i grafici facendo supposizioni su dove vorremmo che andassero i prezzi;
in realtà è molto più semplice, al di la del volo di icaro io penso che gli indici scenderanno a livelli ridicoli soprattutto i PIIGS.
Livello 14200 ha tenuto bene, però vedo solo max decrescenti diretti vs il 14200.


I prezzi attuali potrebbero:D anche essere un'occasione positiva, solo il futuro lo sa: a 20000 diventerebbero cosa buona:up:, a 1200 diventerebbero1 fatto negativo.:cool:

Il debito pubblico non c’entra.

Sgomenta l’unanimità con la quale destra e sinistra continuano a concentrarsi sul debito pubblico. Che lo faccia la destra non è strano: il contrattacco ideologico all’intervento dello Stato nell’economia è il fulcro della “controriforma” seguita al crollo del muro. Questo a Rossanda è chiaro. Le ricordo che nessun economista ha mai asserito, prima del trattato di Maastricht, che la sostenibilità di un’unione monetaria richieda il rispetto di soglie sul debito pubblico (il 60% di cui parla lei). Il dibattito sulla “convergenza fiscale” è nato dopo Maastricht, ribadendo il fatto che queste soglie sono insensate. Maastricht è un manifesto ideologico: meno Stato (ergo più mercato). Ma perché qui (cioè a sinistra?) nessuno mette Maastricht in discussione? Questo Rossanda non lo nota e non se lo chiede. Se il problema fosse il debito pubblico, dal 2008 la crisi avrebbe colpito prima la Grecia (debito al 110% del Pil), e poi Italia (106%), Belgio (89%), Francia (67%) e Germania (66%). Gli altri paesi dell’eurozona avevano debiti pubblici inferiori. Ma la crisi è esplosa prima in Irlanda (debito pubblico al 44% del Pil), Spagna (40%), Portogallo (65%), e solo dopo Grecia e Italia. Cosa accomuna questi paesi? Non il debito pubblico (minimo nei primi paesi colpiti, altissimo negli ultimi), ma l’inflazione. Già nel 2006 la Bce indicava che in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna l’inflazione non stava convergendo verso quella dei paesi “virtuosi”. I Pigs erano un club a parte, distinto dal club del marco (Germania, Francia, Belgio, ecc.), e questo sì che era un problema: gli economisti sanno da tempo che tassi di inflazione non uniformi in un’unione monetaria conducono a crisi di debito estero (prevalentemente privato).





Cui Prodest?

Calata nell’asimmetria ideologica mercantilista (i “buoni” non devono cooperare) e monetarista (inflazione zero) la scelta politica di privarsi dello strumento del cambio diventa strumento di lotta di classe. Se il cambio è fisso, il peso dell’aggiustamento si scarica sui prezzi dei beni, che possono diminuire o riducendo i costi (quello del lavoro, visto che quello delle materie prime non dipende da noi) o aumentando la produttività. Precarietà e riduzioni dei salari sono dietro l’angolo. La sinistra che vuole l’euro ma non vuole Marchionne mi fa un po’ pena. Chi non deflaziona accumula debito estero, fino alla crisi, in seguito alla quale lo Stato, per evitare il collasso delle banche, si accolla i debiti dovuti agli squilibri esterni, trasformandoli in debiti pubblici. Alla privatizzazione dei profitti segue la socializzazione delle perdite, con il vantaggio di poter incolpare a posteriori i bilanci pubblici. La scelta non è se deflazionare o meno, ma se farlo subito o meno. Una scelta ristretta, ma solo perché l’ottusità ideologica impone di concentrarsi sul sintomo (lo squilibrio pubblico, che può essere corretto solo tagliando), anziché sulla causa (lo squilibrio esterno, che potrebbe essere corretto cooperando). Alla domanda di Rossanda “non c’è stato qualche errore?” la risposta è quella che dà lei stessa: no, non c’è stato nessun errore. Lo scopo che si voleva raggiungere, cioè la “disciplina” dei lavoratori, è stato raggiunto: non sarà “di sinistra”, ma se volete continuare a chiamare “sinistra” dei governi “tecnici” a guida democristiana accomodatevi. Lo dice il manuale di Acocella: il “cambio forte” serve a disciplinare i sindacati.

Più Europa?

Secondo la teoria economica un’unione monetaria può reggere senza tensioni sui salari se i paesi sono fiscalmente integrati, poiché ciò facilita il trasferimento di risorse da quelli in espansione a quelli in recessione. Una “soluzione” che interviene a valle, cioè allevia i sintomi, senza curare la causa (gli squilibri esterni). È il famoso “più Europa”. Un esempio: festeggiamo quest’anno il 150° anniversario dell’unione monetaria, fiscale e politica del nostro paese. “Più Italia” l’abbiamo avuta, non vi pare? Ma 150 anni dopo la convergenza dei prezzi fra le varie regioni non è completa, e il Sud ha un indebitamento estero strutturale superiore al 15% del proprio Pil, cioè sopravvive importando capitali dal resto del mondo (ma in effetti dal resto d’Italia). Dopo cinquanta anni di integrazione fiscale nell’Italia (monetariamente) unita abbiamo le camicie verdi in Padania: basterebbero dieci anni di integrazione fiscale nell’area euro, magari a colpi di Eurobond, per riavere le camicie brune in Germania. L’integrazione fiscale non è politicamente sostenibile perché nessuno vuole pagare per gli altri, soprattutto quando i media, schiavi dell’asimmetria ideologica, bombardano con il messaggio che gli altri sono pigri, poco produttivi, che “è colpa loro”. Siano greci, turchi, o ebrei, sappiamo come va a finire quando la colpa è degli altri.
 
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magnum p.i.

Nuovo forumer
beh, la speculazione c'è. E c'è pure la motivazione valida: bassa crescita, debito eccessivo ed impossibilità di svalutare la ns moneta come accadde con Amato. In un certo senso, il ns debito pubblico è diventato debito vero quando, entrando nell'euro, abbiamo perso la sovranità monetaria (in cambio di altri vantaggi temporanei..).

Si legga:

The Matter of Deficits, Sovereign Default, and Modern Monetary Theory

condivido.....però l'uscita dalla borsa è cominciata da alcuni mesi......

e non era solo per comprare più basso a breve.....
 
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