Dupondius
Forumer storico
mi sembra opportuno rammentare che:
ex art. 92 Cost., il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri;
ex art. 94 Cost., il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
posta l'eguale legittimità di cui godono un governo “politico”, composto di politici che presumibilmente vorranno candidarsi alle successive elezioni, e un governo “tecnico”, composto da tecnici che si pongono temporaneamente al servizio del Paese, ognuno può fare le proprie valutazioni. i politici sembrerebbero “incentivati” (come i manager dalle stock option) dalle elezioni, ma per non irritare l'elettorato potrebbero procrastinare utili riforme; i tecnici non rispondono ad un elettorato, ma non bisogna nascondere che assumono scelte di natura politica (sono “politicamente irresponsabili”? di sicuro rispondono al Parlamento. mi permetto di notare che l'attuale Governo si dichiara “politicamente irresponsabile”, quando attribuisce la paternità della manovra alla BCE). l'ideale sarebbe un politico, dotato di conoscenze tecniche, che ponesse il bene della Nazione al di sopra del proprio (ne fabbricano ancora?); sempre in merito all' “ideale”, il modello inglese piace a molti, anche a me (dopo Einaudi ho letto Bagehot) ...non applicabile causa “mediterraneità”? bah, forse è meglio parlare di specificità italiana: "In Grecia la dialettica era fra maggioranza e opposizione, come è normale. Ma la maggioranza era compatta" ricorda (oggi) lo strategist di Bnp Paribas.
io ho manifestato la mia preferenza per un governo “tecnico”, ma sono contrario ad un governo di “unità nazionale”, che concepisco come una spartizione del potere e dei posti tra le varie forze dell'emiciclo (ottima descrizione di Imark ). al perché della mia preferenza (esposto in messaggi precedenti) aggiungo una motivazione che mi pare di aver dimenticato: mi fa un po' specie che le sorti dell'Europa siano decise (non oggi) soltanto da Merkel e Sarkozy.
ex art. 92 Cost., il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri;
ex art. 94 Cost., il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
posta l'eguale legittimità di cui godono un governo “politico”, composto di politici che presumibilmente vorranno candidarsi alle successive elezioni, e un governo “tecnico”, composto da tecnici che si pongono temporaneamente al servizio del Paese, ognuno può fare le proprie valutazioni. i politici sembrerebbero “incentivati” (come i manager dalle stock option) dalle elezioni, ma per non irritare l'elettorato potrebbero procrastinare utili riforme; i tecnici non rispondono ad un elettorato, ma non bisogna nascondere che assumono scelte di natura politica (sono “politicamente irresponsabili”? di sicuro rispondono al Parlamento. mi permetto di notare che l'attuale Governo si dichiara “politicamente irresponsabile”, quando attribuisce la paternità della manovra alla BCE). l'ideale sarebbe un politico, dotato di conoscenze tecniche, che ponesse il bene della Nazione al di sopra del proprio (ne fabbricano ancora?); sempre in merito all' “ideale”, il modello inglese piace a molti, anche a me (dopo Einaudi ho letto Bagehot) ...non applicabile causa “mediterraneità”? bah, forse è meglio parlare di specificità italiana: "In Grecia la dialettica era fra maggioranza e opposizione, come è normale. Ma la maggioranza era compatta" ricorda (oggi) lo strategist di Bnp Paribas.
io ho manifestato la mia preferenza per un governo “tecnico”, ma sono contrario ad un governo di “unità nazionale”, che concepisco come una spartizione del potere e dei posti tra le varie forze dell'emiciclo (ottima descrizione di Imark ). al perché della mia preferenza (esposto in messaggi precedenti) aggiungo una motivazione che mi pare di aver dimenticato: mi fa un po' specie che le sorti dell'Europa siano decise (non oggi) soltanto da Merkel e Sarkozy.