Durata

Non ho mai affrontato il discorso sesso con i miei figli, anche perchè non mi hanno mai fatto domande al riguardo (a parte sul ciclo mestruale ed infatti sono stati eruditi :-o).
Senza domande diventa difficile affrontare il discorso, mi sembra quasi di metterli in imbarazzo, più di quanto possa esserlo io (soprattutto il diciassettenne, è sempre stato molto riservato).:rolleyes::wall::wall:

Penso che non esistano "regole" precise... dipende dalle persone e dal rapporto che c'è...
 
I bambini — che giustamente Dostoevskij considerava i più perfetti esempi di essere umano — sono pronti a tutti, perché capaci di tutto: capaci di tradire e fare del male, capaci di odiare, capaci di abusare dei padri e delle madri, e naturalmente capaci di sogni grandi e spaventevoli, di infiniti amori e di imprese difficili a dirsi, che ricorderanno forse da vecchi, poco prima di morire.
A questi bambini non si può parlare come dei servi sciocchi, indossando brutti costumi e parrucche ridicole, facendo voci in falsetto che suonano solo come scricchiolii su disco. Il novanta per cento del teatro per l’infanzia e l’adolescenza è una truffa, perché lucra sulla presunta bambineria dei bambini, a cui si rifila un immaginario da bancarella della Befana a piazza Navona.
Carmelo Bene non faceva teatro per l’infanzia, faceva teatro per esseri umani.
Sulla superficie della catena che lo incatenava da adulto ad un banco di scuola, il Pinocchio di Bene faceva suonare uno spettro superbo di variabili umane: le note della perversione, della tortura, del crimine parentale, insieme al dolore precoce, alla pietà, al capriccio infantile.
La voce faceva risuonare ogni cosa della scena e arrivava fino a noi, grandi e bambini, che assistevamo sgomenti, estatici.
In uno di quei quaderni (è tra le poche cose che ricordo), c’era il disegno di una figura bambina con gli occhi azzurri viola e un microfono in mano. Una voce bambina. Come bambina era, per sua stessa ammissione e consapevolezza, la voce di Carmelo Bene, in grado di trasfigurare tutto e di convocare gli assenti, quelli che non ci sono più, i mai nati, assieme a coloro che sono nati tanto tempo fa ma chissà dove vivono: «Bambina è la vita e basta, manca ed è: bionda, occhi azzurri verdi neri o viola...bambina è l’età degli angeli che giocano tra loro....bambina è l’opera d’arte»
 
Non ho mai affrontato il discorso sesso con i miei figli, anche perchè non mi hanno mai fatto domande al riguardo (a parte sul ciclo mestruale ed infatti sono stati eruditi :-o).
Senza domande diventa difficile affrontare il discorso, mi sembra quasi di metterli in imbarazzo, più di quanto possa esserlo io (soprattutto il diciassettenne, è sempre stato molto riservato).:rolleyes::wall::wall:

portali con te al prossimo raduno, in poche ore impareranno tutto :lol::lol::lol:
 
I bambini — che giustamente Dostoevskij considerava i più perfetti esempi di essere umano — sono pronti a tutti, perché capaci di tutto: capaci di tradire e fare del male, capaci di odiare, capaci di abusare dei padri e delle madri, e naturalmente capaci di sogni grandi e spaventevoli, di infiniti amori e di imprese difficili a dirsi, che ricorderanno forse da vecchi, poco prima di morire.
A questi bambini non si può parlare come dei servi sciocchi, indossando brutti costumi e parrucche ridicole, facendo voci in falsetto che suonano solo come scricchiolii su disco. Il novanta per cento del teatro per l’infanzia e l’adolescenza è una truffa, perché lucra sulla presunta bambineria dei bambini, a cui si rifila un immaginario da bancarella della Befana a piazza Navona.
Carmelo Bene non faceva teatro per l’infanzia, faceva teatro per esseri umani.
Sulla superficie della catena che lo incatenava da adulto ad un banco di scuola, il Pinocchio di Bene faceva suonare uno spettro superbo di variabili umane: le note della perversione, della tortura, del crimine parentale, insieme al dolore precoce, alla pietà, al capriccio infantile.
La voce faceva risuonare ogni cosa della scena e arrivava fino a noi, grandi e bambini, che assistevamo sgomenti, estatici.
In uno di quei quaderni (è tra le poche cose che ricordo), c’era il disegno di una figura bambina con gli occhi azzurri viola e un microfono in mano. Una voce bambina. Come bambina era, per sua stessa ammissione e consapevolezza, la voce di Carmelo Bene, in grado di trasfigurare tutto e di convocare gli assenti, quelli che non ci sono più, i mai nati, assieme a coloro che sono nati tanto tempo fa ma chissà dove vivono: «Bambina è la vita e basta, manca ed è: bionda, occhi azzurri verdi neri o viola...bambina è l’età degli angeli che giocano tra loro....bambina è l’opera d’arte»

fonte?
 
La decisione di un tribunale svedese ha destato un certo scalpore e fatto arricciare il naso a molti: un uomo di 65 anni che si masturbava in pubblico sulla spiaggia di Drevviken, un lago a sud della capitale Stoccolma, è stato assolto dall'accusa di aver commesso un’«aggressione sessuale». È stata infatti accolta la sua versione secondo la quale il gesto non era rivolto a nessuno in particolare. «GIOCARE CON SE STESSI» - Il fatto è avvenuto lo scorso 8 giugno, riporta il giornale locale Mitti. A un certo punto, secondo i testimoni, l’uomo si è tolto il costume e ha cominciato a masturbarsi. Davanti a dozzine di bagnanti. Il 65enne è stato successivamente fermato dalle forze dell’ordine e denunciato per aggressione sessuale. La corte del distretto di Södertörn, davanti alla quale è comparso l'uomo, ha ritenuto non fosse provato con certezza che l'uomo si stesse sul serio masturbando, affermando inoltre che comunque «è consentito "giocare" con se stessi in pubblico». Di più: la corte ha sottolineato che nessun reato era stato commesso ma soprattutto che l'atto non era rivolto contro alcuno in particolare.
OBIETTIVO - Per questo motivo è caduta l'accusa di aggressione sessuale. Quando in aula l'accusa ha chiesto se la corte ritenesse normale masturbarsi in pubblico anche senza avere uno specifico obiettivo, il pubblico ministero ha specificato: «È ok». Insomma, in Svezia è stato sentenziato che non è reato masturbarsi in pubblico. L'atto, nello specifico, è stato ridotto a semplice «comportamento disdicevole».
 
Non c'è un momento X nel quale iniziare a parlare di sesso. La sessualità comprende molto più del coito. Permea la vita di tutti i giorni e ogni occasione è buona per sviluppare il dialogo con i figli.
Il concepimento vero e proprio l'ho spiegato a mio figlio in I elementare, quando mi ha chiesto come facessero i bambini ad entrare nella pancia delle mamme e così anche per la figlia.
Ma il discorso è stato facile, anche perché i miei figli conoscevano già il ciclo mestruale, a cosa servisse e come avvenisse.
A me non piace girare nuda per casa, ora che i ragazzi sono grandi, ma non mi chiudo in bagno e capita che entrino e mi trovino senza vestiti.
Quando erano piccoli, mi seguivano ovunque, quindi era inevitabile.
Niente falsi pudori, in questo campo: normalità.
Quando chiedono, si risponde, ma ogni occasione è buona, anche in assenza di domande specifiche...
me l'ero perso ..veramente una mamma super

avercene di mamme così hanno detto e sottoscrivo :)
 
In quel caso ho letto che la soluzione e' lasciare in giro per casa pubblicazioni che pensi siano istruttive....:).
In terza media hanno fatto un corso di educazione sessuale... conoscendo alcuni elementi della classe... mi sa che ne sapevano più loro dell'insegnante :-o:eek::D:D
Penso che non esistano "regole" precise... dipende dalle persone e dal rapporto che c'è...
:up: Anche io la penso così :)
portali con te al prossimo raduno, in poche ore impareranno tutto :lol::lol::lol:
:eek::eek::help:
:D:D:D

:mumble: Da cosa ho potuto leggere... la serata a Torino è stata piuttosto movimentata :-o:D:D

P.S.: la cronologia delle ricerche su internet mi è stata di aiuto :-o (fino a quando non hanno scoperto come si cancella :wall::wall::D)
 

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