Val
Torniamo alla LIRA
C’è la banalità del male, che va condannata sempre e comunque senza dubbi e riserve di sorta.
Ma c’è anche l’imbecillità del bene, che va denunciato senza debolezze e ritrosie di sorta
perché è proprio questa forma di imbecillità compiuta in nome del bene che rievoca, diffonde ed alimenta la criminale banalità del male.
Nella imbecillità del bene rientra anche l’assurdo tentativo della sinistra di sostenere che i vigliacchi
sono rappresentativi non delle proprie personali paranoie ma dell’intero centrodestra italiano bollato,
conseguentemente, come razzista ed antisemita in blocco.
Quanti sono gli odiatori antisemiti e razzisti che si nascondono dietro il web per compiere le loro aggressioni verbali?
E quanti sono gli esponenti ed i militanti delle frange di estrema destra che si fanno portatori dell’antisemitismo e del razzismo?
La risposta è che gli odiatori saranno qualche centinaio ed i militanti e gli esponenti dichiaratamente neonazisti poche migliaia.
Stabilire che questo pugno di persone esprime i sentimenti profondi di più della metà degli italiani
costituisce non solo una offesa alla ragione ed al più elementare buon senso.
I singoli odiatori sono dei frustrati alla ricerca disperata di una credibilità personale inesistente.
Le frange estremiste non hanno altra preoccupazione di conquistare una visibilità che altrimenti non avrebbero mai.
L’attenzione ossessiva che viene rivolta nei loro confronti in nome della lotta al male soddisfa le smanie di protagonismo dei paranoici individuali
ed assicura il massimo di notorietà per i gruppuscoli politici condannati normalmente alla marginalità ed alla semiclandestinità.
Ma a produrre risultati del genere è solo l’imbecillità del male o il riflesso pavloviano dello schema sempre usato dalla sinistra
di costruire artificiosamente un nemico da demonizzare per poter continuare a giustificare la propria esistenza?
Entrambe le ipotesi sono fondate. L’imbecillità va a braccetto con la strumentalizzazione!
Ma c’è anche l’imbecillità del bene, che va denunciato senza debolezze e ritrosie di sorta
perché è proprio questa forma di imbecillità compiuta in nome del bene che rievoca, diffonde ed alimenta la criminale banalità del male.
Nella imbecillità del bene rientra anche l’assurdo tentativo della sinistra di sostenere che i vigliacchi
sono rappresentativi non delle proprie personali paranoie ma dell’intero centrodestra italiano bollato,
conseguentemente, come razzista ed antisemita in blocco.
Quanti sono gli odiatori antisemiti e razzisti che si nascondono dietro il web per compiere le loro aggressioni verbali?
E quanti sono gli esponenti ed i militanti delle frange di estrema destra che si fanno portatori dell’antisemitismo e del razzismo?
La risposta è che gli odiatori saranno qualche centinaio ed i militanti e gli esponenti dichiaratamente neonazisti poche migliaia.
Stabilire che questo pugno di persone esprime i sentimenti profondi di più della metà degli italiani
costituisce non solo una offesa alla ragione ed al più elementare buon senso.
I singoli odiatori sono dei frustrati alla ricerca disperata di una credibilità personale inesistente.
Le frange estremiste non hanno altra preoccupazione di conquistare una visibilità che altrimenti non avrebbero mai.
L’attenzione ossessiva che viene rivolta nei loro confronti in nome della lotta al male soddisfa le smanie di protagonismo dei paranoici individuali
ed assicura il massimo di notorietà per i gruppuscoli politici condannati normalmente alla marginalità ed alla semiclandestinità.
Ma a produrre risultati del genere è solo l’imbecillità del male o il riflesso pavloviano dello schema sempre usato dalla sinistra
di costruire artificiosamente un nemico da demonizzare per poter continuare a giustificare la propria esistenza?
Entrambe le ipotesi sono fondate. L’imbecillità va a braccetto con la strumentalizzazione!