E ANCHE SE SONO UN LIBRO APERTO, MICA TUTTI SANNO LEGGERE! (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
C’è la banalità del male, che va condannata sempre e comunque senza dubbi e riserve di sorta.
Ma c’è anche l’imbecillità del bene, che va denunciato senza debolezze e ritrosie di sorta
perché è proprio questa forma di imbecillità compiuta in nome del bene che rievoca, diffonde ed alimenta la criminale banalità del male.

Nella imbecillità del bene rientra anche l’assurdo tentativo della sinistra di sostenere che i vigliacchi
sono rappresentativi non delle proprie personali paranoie ma dell’intero centrodestra italiano bollato,
conseguentemente, come razzista ed antisemita in blocco.

Quanti sono gli odiatori antisemiti e razzisti che si nascondono dietro il web per compiere le loro aggressioni verbali?

E quanti sono gli esponenti ed i militanti delle frange di estrema destra che si fanno portatori dell’antisemitismo e del razzismo?

La risposta è che gli odiatori saranno qualche centinaio ed i militanti e gli esponenti dichiaratamente neonazisti poche migliaia.
Stabilire che questo pugno di persone esprime i sentimenti profondi di più della metà degli italiani
costituisce non solo una offesa alla ragione ed al più elementare buon senso.

I singoli odiatori sono dei frustrati alla ricerca disperata di una credibilità personale inesistente.
Le frange estremiste non hanno altra preoccupazione di conquistare una visibilità che altrimenti non avrebbero mai.

L’attenzione ossessiva che viene rivolta nei loro confronti in nome della lotta al male soddisfa le smanie di protagonismo dei paranoici individuali
ed assicura il massimo di notorietà per i gruppuscoli politici condannati normalmente alla marginalità ed alla semiclandestinità.

Ma a produrre risultati del genere è solo l’imbecillità del male o il riflesso pavloviano dello schema sempre usato dalla sinistra
di costruire artificiosamente un nemico da demonizzare per poter continuare a giustificare la propria esistenza?

Entrambe le ipotesi sono fondate. L’imbecillità va a braccetto con la strumentalizzazione!
 

Val

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Siamo al top.

In arrivo l'ingiunzione di pagamento per le multe stradali

Il ddl n. 1586 contenete l'attuale versione della legge di bilancio 2020 rimette in campo l'istituto dell'ingiunzione di pagamento o ingiunzione fiscale prevista dal vecchio RD n. 639/1910.


In pratica l'ingiunzione non è altro che uno strumento alternativo alla cartella esattoriale a cui siamo abituati,
che il Comune può utilizzare per recuperare le somme che il trasgressore non ha ancora pagato dopo che gli è stata notificata la multa.

L'ingiunzione è infatti un ordine di pagamento, che viene emesso dal competente ufficio comunale, che concede 30 giorni per provvedere, pena il pignoramento dell'importo dovuto.

Si tratta dell'ultimo atto del procedimento di accertamento del debito che quindi anticipa il pignoramento od il fermo,
che per essere valido però deve essere preceduto dalla comunicazione al debitore del dettaglio delle sua posizione debitoria.

In assenza infatti l'ingiunzione fiscale sarà nulla.

Questo strumento garantisce senza dubbio una maggiore autonomia ai Comuni, che proprio grazie all'ingiunzione di pagamento non sono costretti ad avvalersi degli agenti di riscossioni.

Del resto basta leggere la formulazione dell'art. 2 del RD. n. 639/1910 per comprendere che si tratta di uno strumento nelle mani dell'ente.

Esso dispone infatti che:" Il procedimento di coazione comincia con la ingiunzione, la quale consiste nell'ordine,
emesso dal competente ufficio dell'ente creditore, di pagare entro trenta giorni, sotto pena degli atti esecutivi, la somma dovuta."

Questo non significa che i Comuni saranno obbligati a ricorrere a questo strumento.
Possono infatti continuare ad avvalersi di un soggetto terzo che provveda alla riscossione.


Come ci si oppone all'ingiunzione di pagamento?
L'opposizione all'ingiunzione di pagamento deve avvenire nel termine di 30 giorni al giudice di pace competente territorialmente.

Il rispetto di detto termine per fare opposizione si rivela particolarmente importante perché, come anticipato,
all'ingiunzione di pagamento non opposta, segue immediatamente il pignoramento mobiliare o immobiliare a danno del debitore.

La successiva fase esecutiva
L'art 5 del RD. 639/1910 prevede infatti che: "Trascorso inutilmente il termine di giorni trenta, fissato dall'art. 2 per i debitori morosi,
o respinto il ricorso o l'opposizione nei casi in cui fosse stata ordinata la sospensione del procedimento coattivo a tenore degli articoli 3 e 4,
l'ente creditore procede, per mezzo di un ufficiale giudiziario addetto alla pretura o di un usciere dell'ufficio di conciliazione,
al pignoramento dei beni mobili del debitore, eccettuati quei mobili che per legge non possono essere pignorati."

Questo non significa che il pignoramento a cui il Comune potrà fare ricorso, è solo quello mobiliare.

Il RD n. 639/1910 contempla anche l'esecuzione immobiliare e nulla vieta di procedere anche al pignoramento presso terzi.
 

Val

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Arriva il decreto che disciplinerà il bonus tv.

In vista del switch off del 2022 del nuovo sistema digitale DVB-T2 sta per iniziare la corsa all'incentivo statale
riconosciuto ai consumatori per il ricambio di tv e decoder che dovrebbe partire da metà novembre.

Il bonus, infatti, non sarà per tutti ma soltanto per chi rientra nella fascia Isee I e II, anche se si parla di allargare la platea dei beneficiari.
Non tutti ovviamente saranno interessati dall'incentivo, ma soltanto coloro che dispongono di apparecchi non dotati degli standard tecnici comunicati dal Mise.


Che cos'è il bonus tv?
https://www.studiocataldi.it/articoli/36084-bonus-tv-arriva-il-decreto.asp#par0
Il bonus tv, si ricorda, consiste in uno sconto sul prezzo di vendita praticato dai rivenditori per coprire in parte il costo della spesa
che dovranno sostenere i cittadini per adeguarsi al nuovo digitale terrestre di seconda generazione, acquistando un nuovo televisore o un decoder.

La ratio del provvedimento è facilitare il passaggio alla tecnologia prevista per i decoder del digitale terrestre.
Il nuovo standard per la trasmissione del segnale televisivo Dvbt2, parte dal 2020 e fino al 2022 ha lo scopo di liberare le frequenze destinate al 5G.

Lo standard diventerà realtà il 1° luglio 2022 e chi non ha un televisore adeguato sarà costretto a cambiarlo o in alternativa ad acquistare un nuovo decoder.

Il cambiamento interesserà il 35% degli italiani e, per offrire gli incentivi quanto meno alle fasce più deboli,
è stata prevista nella legge di bilancio 2019 una somma di 151 milioni di euro.

A chi spetta il bonus tv
https://www.studiocataldi.it/articoli/36084-bonus-tv-arriva-il-decreto.asp#par0
L'incentivo infatti spetta ai cittadini con Isee fascia 1 e 2, ossia quelli rientranti nelle cosiddette fasce deboli e il valore massimo del contributo sarà di 50 euro.


Bonus tv: decreto in arrivo

Secondo quanto riferito dalla portavoce del M5S in commissione trasporti alla Camera, Elisabetta Barbuto,
il decreto del ministero dell'economia "che definisce le tempistiche, i criteri di accesso e l'erogazione dei contributi" sarebbe già pronto e firmato.
Questo permetterà, ha detto la Barbuto, "di far partire l'erogazione dei voucher per fine novembre/inizi dicembre 2019".

L'intenzione, inoltre, secondo quanto dichiarato dal sottosegretario al Mise Liuzzi,
è quella di estendere l'entità del contributo erogabile e allargare la platea dei soggetti beneficiari con il nuovo finanziamento.
 

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I pericoli del web sono sempre in agguato ogni volta che installiamo un’app o scarichiamo qualche documento.
Grazie alla lista dichiarata da Bufale.net, però, possiamo alzare l’asticella dell’attenzione
ed eliminare quelle App pericolose per i nostri smarphone Android e per i dati che in essi custodiamo gelosamente.

I rischi che queste App infatti sono quelli di portare con sé sono caricamenti di annunci pubblicitari, rallentare il device, e veder violata la nostra privacy e i nostri dati.

Se hai una di queste app pericolose sul cellulare, disinstallala!
Trend Micro ha disposto la black list delle app da disinstallare a partire da oggi, 11 Novembre 2019, suddividendola in tre blocchi a seconda del tema dell’applicazione.

Il primo genere è quello di Cut out Studio Pro, Shoot it Using Gun, House Painting, che coinvolge queste app:
Best Buzz, Motorcycle Bike R, Balls Escape, Beautiful House Painting, Blur Image : Photo & Camera Effects, Magic Video Editing,
Musical Rolling Road, Photo Smoke Effect, Trippy Effects : Photo & Camera Effects, Beauty Phone Fur e Running Dinosaur.

Secondo genere di app pericolose è quello che vede coinvolte Bullet Master, Flow Points :
Puzzle Games, Slice Master Cut You, Tatoo Maker, Magazine Photo Edit, Picture Art Painting Filters, Pixel Effect Photo Art,
Galaxy Overlay Blender Photo Mix, Magazine Cover Maker Free Style, Smoke Effects Photo Maker Friends, Blur like a pro,
Magazine Cover Studio, Music Video Maker, Photo Blender Photo Effects, Magic Super Power : Special Effects,
Dynamic Background : Live Effects, Neon Light : Photo Edit & Effects, Magic Pencil Sketch, Ruling The Differences Games e Cut Perfectly Best Puzzle.

Infine troviamo il genere di Balls out Pazzle:
Puzzle Game, Magazine photo, Clown Mask, Bubble Effect, Tatoo Editor Photo Effects, Photo Overlays Blend,
Skull Face : Photo & Camera Effects, Smoke Effect Art Name Filter Maker, Musical Balls Roll in, Master screen record Screenshot,
House drawing Color, Reverse Video Editing Effects, Love Pair, Ghost Pranks Photo & Video Effects, True Love Calculator e Love Test 2019.

E se sei un fanatico dei social, c’è quello nuovo di Wikipedia
E già che siamo in tema, vi regaliamo anche un’altra notizia.
E’ ancora poco conosciuto… e probabilmente così resterà.

Si chiama “Wt: social” ed è il nuovo social network creato da Wikipedia
.

Un social targato Wiki? Notiziona, per chiunque sia appassionato di tecnologia.
Da esaltarsi, anzi, visto che le premesse sono assolutamente sorprendenti: niente fake news e niente pubblicità i primi due ingredienti della piattaforma.

E poi, niente algoritmo “furbo”: a decidere cosa vedere sei tu e solo tu.

Accipicchia, una novità davvero dirompente! Peccato che non attecchirà…
Il problema, infatti, è che per poter offrire tutto ciò che offre “Wt: social” purtroppo non può essere gratuito.

12 euro al mese o 90 euro l’anno: il che significa che almeno nel Belpaese avrà poca fortuna, conoscendo i nostri polli…

E a cascata il problema non secondario è il fatto che se non è gratuito entrarci,
nella rete sociale c’è poca gente con cui dialogare o che un utente conosce
direttamente.

Il che finisce per diventare una fonte ulteriore di scoraggiamento
 

Val

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Eccolo qui il "risultato nascosto". Permettere alla Guardia di Finanza di entrare nelle abitazioni private.
GRANDI.

Combattere l'evasione fiscale estendendo l'obbligo di pagamento tracciato anche per colf e badanti.
È la proposta che la Corte dei Conti fa al governo.

Nella loro relazione sulla legge di bilancio 2020, sbarcata al Senato e di cui è ufficialmente iniziata la discussione
che porterà all'ok del Parlamento entro fine anno (in caso contrario scatterebbe l'esercizio provvisorio),
i magistrati contabili si sono soffermati a lungo sulla necessità, da parte del governo, di contenere la spesa,
rimarcando alcune criticità come quella su evasione ed elusione fiscale.

Fenomeni, questi ultimi, da combattere secondo la Corte dei Conti mediante l'obbligo di pagamento elettronico dei collaboratori domestici, ovvero colf e badanti.

In questo modo, infatti, "la corresponsione degli emolumenti" ai collaboratori familiari darebbe luogo a detrazioni del 19%,
ponendo un freno all'evasione che, in questo settore, varrebbe 1 miliardo di euro.

Si parla di una porzione rilevante (il 9%) del Pil nazionale, ovvero 139 miliardi di euro.

25 i miliardi di tasse e contributi versati da colf e badanti, cifra superiore a quella spesa dallo Stato per farsene carico.

2 milioni e 455mila gli immigrati regolarmente impiegati in Italia nel settore della cura e dell'assistenza domiciliare, con un'incidenza che supera il 70% del totale.

Su 859.233 colf e badanti regolarmente censiti negli archivi Inps a fine 2018, 613.269 erano immigrati.

Ma qualcosa non va.
Secondo il vicepresidente di Assindatcolf, Andrea Zini, "nel 2012 i lavoratori stranieri regolarmente impiegati nel comparto erano 823mila.
In 7 anni si sono persi 210mila posti di lavoro", l'allarme lanciato da Zini.

La responsabilità è da ricercare, secondo quest'ultimo, in una "politica che non ha saputo riformare il welfare familiare e valorizzare questa forza lavoro".

Una realtà dovuta alla complicità che nasce quasi sempre tra datore di lavoro e lavoratore domestico.

Non dichiarare il rapporto di lavoro significa per il primo non dovere pagare i contributi, per il secondo non pagare le imposte.

Un vantaggio reciproco che danneggia l'economia italiana. Da tempo lo Stato prova, inutilmente, ad arginare il fenomeno.

Si calcola che siano appena 300 gli accertamenti annuali svolti dai soggetti competenti, Guardia di Finanza e Ispettorato nazionale del lavoro.

Il motivo è da ricercare nel Dpr 520/1955 che contiene l'elenco dei luoghi dove si può esercitare l'attività ispettiva.

Nell'elenco non ci sono le abitazioni private, nelle quali non valgono dunque le normali regole sull'accesso ai luoghi di lavoro.
Quei pochi casi di irregolarità scoperti derivano da segnalazioni degli stessi lavoratori domestici,
dovute a controversie con le famiglie o alla fine del rapporto di lavoro.
 

Val

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Due teorie opposte. Ma secondo Voi qual'è quella giusta ?
Espansione della spesa per dare spazio ad investimento e di conseguenza, aumento del PIL.
E questi invece sono talmente ottusi da rinchiudersi a riccio,su una spirale di discesa inarrestabile.
Sempre con questa storia della "clausola iva". Perdiamo decine di migliaia di miliardi ogni anno
per questa - che io chiamo - "fesseria". Ma se per contenere metti nuove tasse, il risultato è il medesimo.
Non riduci il carico fiscale. Come fai a fare crescita se dreni risorse ? Poverini.
Non ci vuole molto a capire. Tolto il dente tolto il male.

Confindustria, Abi, Alleanza Cooperative e soprattutto la Corte dei Conti.
Le audizioni di oggi in Senato sul testo della manovra approdato in Parlamento dopo l'ok in Consiglio dei Ministri
riservano una bocciatura dietro l'altra al governo e al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

Nella loro relazione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, i giudici contabili rilevano nella Finanziaria giallorossa
"la mancanza di un quadro organico", esortando il governo a procedere con un "severo" contenimento della spesa.

"La scelta adottata con la manovra - scrive la Corte dei Conti - appare quella di confermare l'obiettivo del consolidamento fiscale",
puntando su "misure redistributive", come "l'annullamento della clausola Iva", capaci di ridurre il
"carico fiscale, stimolare gli investimenti pubblici e di promuovere le condizioni per una crescita più sostenuta".

Ecco perché, per i giudici contabili, "un severo percorso di contenimento e riqualificazione della spesa rimane indispensabile".

Di qui la necessità di "operare un'attenta selezione" delle attività "da finanziare e abbandonare" al fine di liberare risorse per la riduzione delle tasse e "del debito".

Tornando sul tema dell'evasione e dell'elusione fiscale, la Corte dei Conti si dice ottimista sulla
"limitazione dell'uso del contante" come strumento per la "riduzione di tali fenomeni", pur non costituendone "la soluzione" definitiva.

Positiva, dunque, "l'adozione di forme di incentivazione per promuovere la diffusione dei pagamenti elettronici".

Al governo, per rendere più efficace la lotta ad evasione ed elusione, la Corte dei Conti propone inoltre di
"estendere l'obbligo di pagamento elettronico per "i canoni di locazione immobiliare o la corresponsione degli emolumenti ai collaboratori familiari".
 

Val

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Chissà se ci sono numeri che inquinano. Magari quelli definiti «abbondanti», inferiori alla somma dei loro divisori.

Come il 12. Se uno infatti fa 1+2+3+4+6 il risultato è 16.

Il 12 inquina perché spreca risorse.
In genere sono pari, il primo numero «abbondante» dispari è il 945.

No, tranquilli, questo non è il delirio di un apprendista matematico.
Qui si sta solo cercando di interpretare le direttive del ministro della Pubblica Istruzione.

Lorenzo Fioramonti se ne intende di numeri. Non solo perché è un economista filosofo.
Come Trilussa giustamente non crede nelle statistiche e tra i suoi nemici c'è il Prodotto interno lordo.
Non a caso è l'autore di Presi per il Pil, dove racconta tutta la verità sul numero più potente del mondo.

Il guaio è che adesso si è messo in testa di rieducare la scuola italiana, nel nome di Greta e con queste parole:

«Molte materie tradizionali, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile».

Ecco, qui uno rischia di perdersi.

Come si fa a studiare la fisica e la matematica in chiave ecologista? Forse con la geografia ci si può provare.
Lasci da parte i vecchi atlanti e riscrivi le mappe segnando i fiumi e i mari più inquinati o indichi le città con il più alto tasso di smog.

Riscrivi l'economia. Racconti l'indice della felicità. Lo sviluppo sostenibile diventa insomma la pietra angolare con cui interpretare la vita. Ci può stare.
Lo abbiamo fatto con la lotta di classe, con i lumi della ragione, con la provvidenza di Dio e con i destini delle nazioni.

Pazienza, non ci spaventa questo nuovo demone che adesso fa ballare tutti con il piffero di Pan.

I numeri possono avere un carattere, una vocazione, una storia, una mistica, delle peculiarità, una smorfia, ma in genere non amano piegarsi a un'ideologia.

È vero che sull'uno e sul tre, sul sette o l'ottantotto sono state costruite filosofie, religioni e leggende,
ma questo accade quando lasciano l'infinito della matematica e si incarnano nella storia. Non è detto che sia un bene.

Ora piegare la matematica allo «sviluppo sostenibile» sembra l'ebbrezza di un ministro che si è messo a dare i numeri.

Non è il caso di provarci neppure con la fisica.
Ogni volta che qualcuno ha cercato di mettere gli occhiali alle teorie scientifiche ha oscurato il cielo.
È ancora forte la risposta di Galileo Galilei ai suoi giudici: «Eppur si muove».

Si può essere sostenibili quanto si vuole, ma il sole non gira intorno alla terra.
L'universo, per fortuna, se ne frega dell'egocentrismo dell'uomo

. Il peccato di Fioramonti è volere piegare la ricerca scientifica ai miseri interessi elettorali. È superbia.

Il ministro dimentica che i numeri nascondono una bellezza sublime. Non roviniamola.

Raccontano che il matematico indiano Srinivasa Ramanujan ricevette sul letto di morte una visita.
Era Hardy, il suo collega e mentore, arrivato in ospedale in taxi. «È un taxi - disse - con un numero piuttosto insulso: 1729».
Ramanujan rispose: «No, Hardy. È un numero molto interessante. Si tratta del più piccolo numero che si possa scrivere come somma di due cubi in due modi diversi».

Ecco, per il ministro Fioramonti il 1729 è invece soltanto un numero riciclabile.
 

Val

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Mah....chissà se scrivo scemenze ....... Andiamo a prendere gli stessi conteggi di questi anni, da quando qualcuno
imposto dall'alto ci disse che l'iva doveva aumentare, facciamo la somma degli importi e troveremo che
l'aggravio di spese è risultato superiore a quello che sarebbe stato l'aggravio dell'Iva.

La manovra del governo e tutti gli interventi finora inseriti al suo interno costeranno nel 2020 la bellezza di 234 euro a famiglia.
E questo a causa delle nuove tasse previste dalla Legge di bilancio.

Lo afferma il Codacons. Che ha analizzato quanto emerso dalla relazione del Servizio studi del Parlamento.

"Il conto finale è così presto fatto: 6,1 miliardi di nuove tasse che equivalgono solo nel 2020 ad un aggravio di spesa pari a 234 euro a famiglia,
ossia 101 euro di tasse e balzelli a cittadino, neonati compresi. Con la possibilità, inoltre, che le famiglie reagiscano alle nuove misure del Governo
riducendo ulteriormente i consumi, con enorme danno per l’economia italiana”, conclude il Codacons.
 

Val

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Sono circa 1 milione e 820 mila i contribuenti che hanno aderito a rottamazione ter e saldo e stralcio delle cartelle
e che - entro il 2 dicembre (la scadenza del 30 novembre, che cade di sabato, slitta al lunedì successivo) -
devono versare la rata prevista dal proprio piano dei pagamenti.

Lo ricorda l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, mettendo a disposizione dei contribuenti alcuni servizi online.
Ad esempio, chi per qualsiasi motivo non è entrato in possesso della “Comunicazione delle somme dovute”,
con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini, può richiederne copia online; con “ContiTu”,
inoltre, è possibile scegliere quali avvisi o cartelle contenuti nella “Comunicazione” si vogliono effettivamente pagare


Con comunicato stampa del 11 novembre 2019 l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha reso noto che sono pronti i servizi online
per i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione ter e al saldo e stralcio delle cartelle, e che - entro il 2 dicembre - dovranno versare la rata prevista dal loro piano dei pagamenti.

Infatti, ora è possibile richiedere sul sito internet di Agenzia delle Entrate-Riscossione la copia della Comunicazione delle somme dovute”,
la lettera già inviata ai contribuenti con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini.

Un servizio molto utile per quei contribuenti che, per qualsiasi motivo, non sono entrati in possesso della comunicazione originaria.

Prende il via anche “ContiTu”, il servizio web che consente di scegliere, in pochi passaggi e in autonomia, quali degli avvisi o cartelle contenuti nella Comunicazione si vogliono effettivamente pagare.

Appuntamento per 1,8 milioni di contribuenti
In tutto sono circa 1 milione e 820 mila i contribuenti chiamati a versare la rata prevista dal proprio piano dei pagamenti entro il 2 dicembre.
In particolare, la scadenza riguarda il pagamento della prima rata di:

- circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio;

- circa 267 mila ritardatari della rottamazione ter (chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda);

- circa 1 milione e 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione ter entro il 30 aprile,
compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato al 31 luglio
(per questi ultimi, infatti, il decreto fiscale 2020 prevede la possibilità di rientrare nei benefici previsti dalla rottamazione saldando prima e seconda rata entro il 2 dicembre).


Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro il 31 luglio.
Anche loro possono richiedere online, in caso l’avessero smarrita, la copia della lettera con il conto degli importi dovuti e i relativi bollettini.

Nota bene
In caso di mancato, insufficiente o tardivo pagamento anche di una sola rata, oltre la tolleranza di 5 giorni prevista per legge,
la definizione agevolata perde efficacia, il debito non potrà essere più rateizzato e l’Agenzia della riscossione dovrà riprendere le azioni coattive di recupero.
 

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