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Riforma pensioni: ecco il sistema contributivo allo studio
Il nuovo governo è intenzionato ad abbandonare il sistema retributivo per quello contributivo. I benefici di una riforma delle pensioni in senso contributivo
22 novembre 2011 , ore 17:43 -
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RIFORMA PENSIONI: SI CERCA DI USCIRE DAL SISTEMA RETRIBUTIVO
Il neo ministro Elsa Fornero ha più volte confermato che la modifica del sistema previdenziale si concretizzerà ben presto e sfocerà in un sistema che preveda il contributivo per tutti. Al bando quindi il metodo retributivo, il quale garantisce al neo pensionato di ricevere una pensione di importo pari agli ultimi stipendi ricevuti. Tale metodo è ritenuto il maggiore responsabile delle diseguaglianze che sono venute a creare negli ultimi anni ( emblematico il caso di un usciere che riesce a concludere la sua vita lavorativa a i massimi vertici, e quindi percepirà un assegno di pensione pari agli ultimi , e non ai primi, stipendi).
LEGGE DINI SULLE PENSIONI: L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PREVIDENZIALE
La riforma attuata da Dini nel 1995 ha consentito di avere tre diversi procedimenti per il calcolo della pensione in relazione all’anzianità maturata al 31 dicembre dell’anno. Il primo procedimento riguarda i lavoratori che possono contare su oltre 18 anni di contributi versati. Per loro il conteggio è sostanzialmente invariato, visto che il metodo è sostanzialmente quello retributivo agganciato agli stipendi riscossi nell’ultimo periodo lavorativo. Per i lavoratori che sino al 1995 non potevano contare sul versamento di almeno 18 ani di contributi vengono applicati entrambi i criteri. Sino al 31 dicembre 1995 il metodo di calcolo segue il retributivo, mentre oltre tale data la pensione viene calcolata con il metodo contributivo. Le nuove generazioni ( cioè quelle che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995) invece effettueranno i calcoli seguendo solo il sistema contributivo.
SISTEMA RETRIBUTIVO PENSIONE: COME FUNZIONA
Dai calcoli effettuati dalla Ragioneria di Stato il sistema retributivo produrrà pienamente i suoi effetti a partire dal 2040, quando il sistema entrerà a regime. In sostanza se adesso il sistema pubblico pensionistico riesce a garantire una pensione pari a circa il 70 per cento dell’ultimo stipendio ( calcolo effettuato su un lavoratore che va in pensione a 63 anni con 35 anni di contributi versati), dal 20140 lo stesso tipo di lavoratore che deciderà di andare in pensione avrà un trattamento pensionistico pari a circa il 52,8 per cento dell’ultimo stipendio. Le proiezioni per gli anni successivi mostrano come il livello della pensione si riduca ulteriormente in relazione all’ultimo stipendio percepito ( ad esempio nel 2050 la pensione sarà il 51,8 per cento dello stipendio e nel 2060 il 50,8 per cento). Inoltre in tale calcolo occorrerà tenere conto dell’inflazione reale ed anche dei nuovi calcoli che collegano età pensionabile con aspettativa di vita ( le recenti manovre estive hanno infatti imposto tale particolare collegamento).
Calcolo retributivo pensione – Il nuovo sistema retributivo è invece una sorta di piano di accumulo. Il lavoratore dipendente infatti accantonerà circa un terzo della propria retribuzione ( il lavoratore autonomo accantona invece il 20 per cento) e tale cifra , rapportata alla crescita del pil quinquennale ed all’inflazione, verrà restituita al lavoratore al momento della pensione. Successivamente il montante contributivo viene moltiplicato per un indice che varia in base all’età di pensionamento. Se si sceglie di andare in pensione a 60 anni il coefficiente è 4,798 %, mentre per chi decide di andarci a 62 anni è di 5,093 per cento, e per chi resiste sino ai 65 anni l’indice è pari a 5,620 per cento. Il nuovo sistema retributivo che si pensa di introdurre sarà comunque pro –rata, e sebbene riguardi tutti i lavoratori esplicherà i suoi effetti a partire dai versamenti effettuati dopo il primo gennaio 2012. Gli effetti negativi, in termini di importo della pensione, saranno quindi più limitati più si è vicini alla data di pensionamento.
Innalzamento età pensionabile – Inoltre verrà anche spostata la forchetta di età per il pensionamento stabilita nel 1995 ( fissata tra i livelli 57 – 65 anni). In base alle nuove aspettative di vita si dovrebbe arrivare ai livelli 62 – 68 anni. Tali livelli saranno in ogni caso adeguati in base al crescere delle aspettative di vita.
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