Efficienza energetica

Energia solare dai vetri delle finestre di casa

.
Produrre energia solare dai vetri delle finestre di casa da oggi sembra essere una realtà. Ci ha pensato il Massachusetts Institute of Technology che ha effettuato una sperimentazione per mettere a punto e diffondere un sistema per la prduzione di energia solare impiegando vetri domestici in sostituzione delle celle fotovoltaiche al silicio. E' dal 2008 che il sistema è in fase di sviluppo, ma ora i tempi sono maturi: il professor Marc Baldo e il suo team del Mit anzichè cercare di costruire celle fotovoltaiche migliori, hanno pensato a come far arrivare più luce a quelle di cui si dispone. Si tratta di impiegare su scala minore una tecnica largamente usata in diverse centrali solari termodinamiche che sfruttano la forza del sole raccogliendola attraverso grandi specchi parabolici e trasformandola in calore. I ricercatori del Mit hanno invece realizzato una vernice trasparente in materiale organico che applicata sulle superfici dei vetri è in grado di catalizzare la luce e integrarla al loro interno. Il vetro ha la funzione di una grande lastra di fibra ottica che convoglia la luce verso l’esterno e la trasforma in energia mediante cellule fotovoltaiche disposte lungo la cornice. Presto, dice un comunicato del Mit, ogni finestra di casa potrebbe diventare una fonte di elettricità.
 
Fotovoltaico, Epia: lettera aperta ad Angela Merkel

.
Cresce la preoccupazione per i nuovi tagli agli incentivi al fotovoltaico decisi dal Governo tedesco e ormai la protesta travalica i confini nazionali in quanto la contrazione del mercato tedesco rischia di avere pesanti contraccolpi sul comparto a livello globale. In nome dell’industria fotovoltaica europea è intervenuto oggi a denunciare i rischi di un intervento di tale portata il numero uno di Epia (European Photovoltaic Industry Association), Ingmar Wilhelm, in una lettera aperta indirizzata alla cancelliera Angela Merkel. Nella missiva Wilhelm dà voce all’angoscia di cui sono preda in queste ore società, associazioni e investitori dopo la decisione di Berlino di ridurre drasticamente gli incentivi al fotovoltaico in Germania.

“Una decisione – sottolinea Wilhelm – che manda un messaggio sbagliato sia in relazione agli sforzi tedeschi sia a quelli dell’intera Unione europea per il raggiungimento degli obiettivi energetici futuri. Nessuno crede che i sistemi di sostegno al fotovoltaico debbano durare per sempre, e nemmeno a lungo – sottolinea il numero uno di Epia nella lettera – e tutti sanno che devono funzionare in maniera intelligente e sostenibili e adattati alle condizioni del mercato che cambiano. Questo non significa però che debbano essere tagliati all’improvviso a ridotti a livelli insostenibili”. La politica energetica della Germania in materia di energie rinnovabili “ispira non solo l’Europa ma anche molti altri paesi nel mondo” e “può diventare un verso successo tedesco", ricorda Wilhelm. Che pur riconoscendo il ruolo guida della Germania nella rivoluzione energetica mondiale, mette in guardia la Merkel da un passo falso che potrebbe pregiudicare il buon lavoro fatto finora. “Negli ultimi anni, le riduzioni graduali e misurate degli incentivi- prosegue - hanno consentito di ridurre in maniera significativa il gap di competitività tra il fotovoltaico e le fonti elettriche convenzionali”. Purtroppo, la nuova proposta del Governo tedesco rischia di creare ora “un clima di sfiducia” che penalizzerà non solo “l’intera industria fotovoltaica ma anche la fiducia di chi investe nelle rinnovabili”. Intanto, si inasprisce la protesta in tutto il paese. Ormai non passa giorno senza una manifestazione dell’associazione fotovoltaica tedesca Bsw-Solar per dire no a un’azione così violenta nei confronti del fotovoltaico.
 
Meno di 1 euro al giorno per riscaldare una biocasa di classe A

.
Vivere in una casa “bio” conviene davvero. Lo rileva uno studio avviato dal dipartimento Best del Politecnico di Milano del progetto Biocasa 2012 di Filca Cooperative. Dai primi risultati stimati è necessaria una somma inferiore a un euro al giorno per riscaldare una biocasa classe A di 90 metri quadrati. Le analisi sono frutto di una attività di monitoraggio promossa da Filca Cooperative che ha incaricato il dipartimento Best di monitorare le performance energetiche di due interventi già consegnati: residenza del Parco in via Pompeo Marchesi a Milano (classe A) e la residenza Oleandri realizzata a Desenzano del Garda (classe B).

Il risparmio energetico è quindi un volano efficace per stimolare la costruzione di case progettate ad hoc. Come evidenzia il presidente di Filca, Giacomo Fumeo, “tutti i nuovi interventi edilizi si collocheranno in classe energetica A oppure A+, una scelta di fondo che consolida le politiche aziendali di green building. A fine 2011 erano già 2.036 le biocase Filca realizzate, il 28% delle quali in classe A e il restante 72% in classe B”. Attualmente, sottolinea Fumeo, “'sono 27 gli interventi in costruzione per 1.250 unità abitative, delle quali l'89% si colloca in classe A”. In particolare, con la biocasa in classe A si abbatte l'80% dei consumi termici con notevoli vantaggi per l'ambiente: con riferimento alle 4.946 biocase realizzate, in costruzione e in programma, sono state stimate 3.499 tonnellate di minori emissioni di anidride carbonica, equivalenti all'azione di 349.900 alberi.
 
Stop ai Raee: parte la campagna nazionale

.
Diffondere a livello nazionale, avvalendosi del network dei soggetti coinvolti, la cultura della raccolta e del riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) è l'obiettivo del progetto Stop ai Raee finanziato dal Ministero dell'Ambiente (Direzione generale per lo sviluppo sostenibile il clima e l'energia) e promosso dal Consorzio Sol. Calatino S.C.S. e dal Consorzio Meuccio Ruini, in collaborazione con l'Unione Province Italiane, il Dipartimento degli studi Politici dell'Universitá "La Sapienza" di Roma, la societá Kalat Ambiente, il Consorzio DiQuadro S.C.A.R.L., e la Commissione regionale Pari opportunitá donna uomo della Regione Veneto.

«I problemi derivanti da questi rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilitá di questi apparecchi, che a causa del loro abbandono comportano l'inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua, nonchè delle ripercussioni per la salute umana. È necessario che questi prodotti vengano trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti» afferma il coordinatore del progetto e presidente del Consorzio Sol.Calatino, Paolo Ragusa. «Il progetto è stato avviato il 1 febbraio e si concluderá il 31 agosto 2012 e si propone di realizzare seminari di diffusione, workshop e consulenze in affiancamento, per promuovere e diffondere la cultura della raccolta differenziata, puntando l'attenzione al rimpiego, al riciclo e al recupero delle materie prime (vetro, plastica e metalli) derivanti dal trattamento di questi rifiuti speciali», spiega la Marieli Ruini, componente del Comitato Tecnico Scientifico.

«Roma, Palermo, Padova, Potenza, Grosseto, Napoli, Pescara, Ancona, Trieste, Reggio Calabria, Torino e Catania sono le cittá in cui il progetto verrá attivato grazie alla Rete di cooperative aderenti al Consorzio Meuccio Ruini, associato all'Agci, e al sostegno dell'Upi e degli altri partner del progetto, siamo riusciti a programmare un ciclo di eventi che coinvolgerá, tra Aprile e Luglio, ben 10 province italiane», afferma Massimo Millesoli, componente del Comitato Tecnico Scientifico. Destinatari dell'intervento sono gli enti locali, le imprese che operano o intendono investire nel settore del recupero e del riciclo di materiali, gli operatori commerciali del settore elettrico ed elettronico che avranno la possibilitá di ottenere a costo zero uno studio di fattibilitá personalizzato da parte di un'equipe di esperti sulla realizzazione di misure atte a favorire la realizzazione di percorsi virtuosi di recupero e di riciclo di Raee.
 
Panasonic: l'energia dalla fotosintesi in mostra a Milano

.
Dal 16 al 30 aprile, durante la settimana milanese del design, Panasonic presenta la propria soluzione per la produzione energia sostenibile basata sul principio della fotosintesi

Le soluzioni di Panasonic Corporation per creare energia dalla fotosintesi saranno in mostra a Milano dal 16 al 30 aprile, durante le giornate milanesi del design. Si tratta dell’opera Photosynthesis dell’architetto giapponese Akihisa Hirata, verrà installata all'interno del Cortile Farmacia dell’Università degli Studi di Milano in via Festa del Perdono, 7. Il progetto Photosyntesis nasce dalla relazione tra foglie, fiori e frutti all’interno di ogni singolo albero: un ecosistema ciclico, interdipendente e in miniatura, un ordine reso possibile dalla luce del sole. Hirata ha voluto creare uno spazio dove è possibile vivere l'esperienza dell'energia dalla fotosintesi, lungo tutto il cortile storico e il portico attorno dell’Università degli Studi. Verrà presentato un ciclo di produzione, comparandolo a quanto avviene in natura con la fotosintesi: dalla creazione di energia (attraverso i pannelli solari) al risparmio energetico (con LED e LED organici), fino all’immagazzinamento dell’energia attraverso le batterie di ultima generazione. Ogni fase del ciclo viene controllato da un sistema di gestione di energia.

«La fotosintesi è un ecosistema in miniatura - commenta il giovane architetto giapponese – ed è alla fotosintesi che mi sono ispirato pensando ad un futuro creato dall’uomo in armonia con l’ordine naturale di edifici e città come parte integrante della biosfera».
 
Passera all’attacco: “Rinnovabili debito da 200 miliardi”

“Revisione urgente del sistema degli incentivi alle fonti rinnovabili perché costeranno 200 miliardi di euro a famiglie e imprese entro i prossimi 15-20 anni”. Dopo gli appelli rivolti nelle settimane scorse al Governo dagli operatori del mondo delle rinnovabili affinché acceleri l’emanazione dei decreti attuativi della riforma dei regimi di sostegno al settore, previsti dal dlgs 28/2011 “rinnovabili”, la risposta dell’esecutivo rischia di essere molto amara almeno stando alle parole pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera in occasione della presentazione del rapporto 2011-12 ‘Il Governo dell'energia per lo sviluppo del paese’ dell'associazione Italiadecide. Secondo il ministro, gli incentivi hanno causato “una vera e propria esplosione degli impianti e un costo molto elevato per il paese: abbiamo già maturato 9 miliardi di euro all’anno di costi in bolletta per famiglie e imprese. Poiché – ha aggiunto Passera - gli incentivi durano per 15-20 anni, questo 'debito' vale tra i 150 e i 200 miliardi”. Tali costi, ha proseguito, “crescono di mese in mese, circa 200 milioni all’anno in più ogni mese che passa”. Per porre rimedio a questa situazione “a breve – ha annunciato Passera – emaneremo tre decreti ministeriali che ridefiniranno il modello di sviluppo in questo campo”.

Per il ministro dello Sviluppo economico è meglio rilanciare la produzione nazionale di idrocarburi: “una priorità" della nuova Strategia energetica nazionale, "insieme all'efficienza energetica,lo sviluppo dell'hub del gas sud-europeo" e, fanalino di coda a quanto sembra di capire, "lo sviluppo sostenibile delle rinnovabili”. Se nei confronti delle rinnovabili Passera è piuttosto critico, di tuttt'altro tenore sono le parole spese per gli idrocarburi che rivelano una vera e propra passione per il settore: "Non tutti sanno che l’Italia ha ingenti riserve di gas e petrolio. Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi relativamente rapidi, consentendo di soddisfare potenzialmente circa il 20% dei consumi dal 10% attuale. Muoversi decisamente in questa direzione potrebbe consentire di attivare 15 miliardi di euro di investimenti e 25.000 posti di lavoro stabili e addizionali, ma anche ridurre la nostra bolletta energetica di importazione di oltre 6 miliardi l'anno, aumentando quindi il Pil di quasi mezzo punto percentuale e ricavare 2,5 miliardi di euro di entrate fiscali, sia nazionali che locali”. In questa direzione, sarà necessario “adeguare agli standard internazionali la nostra normativa di autorizzazione e concessione, che oggi richiede passaggi autorizzativi lunghissimi ed è per molti aspetti molto più restrittiva di quanto previsto dalle normative europee”.
.
 
Idrogeno dalle rinnovabili, la Germania ci crede

.
In un’area a 120 chilometri a nord di Berlino, meta fino a oggi per lo più dei birdwatcher Enertrag AG e i suoi partner Vattenfall, Total e Deutsche Bahn stanno conducendo un esperimento che potrebbe rivoluzionare l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili in Germania. Si tratta di uno dei primi progetti al mondo di stoccaggio sottoforma di idrogeno dell’energia elettrica prodotta da una centrale eolica: un sistema ritenuto molto promettente per garantire forniture elettriche stabili da fonti pulite intermittenti (come il vento e il sole) e facilitare il raggiungimento dei target di energia verde tedeschi (il 35% del mix elettrico entro il 2020 e l’80% entro il 2020). L’interesse verso l’idrogeno da energia verde è accresciuto anche dal fatto che la Germania, all’indomani della tragedia nucleare di Fukushima, avvenuto ormai un anno fa, ha deciso di spegnere otto dei suoi reattori più obsoleti per rinunciare definitivamente all’atomo entro il 2022. L’impianto di Enertrag è entrato in funzione lo scorso ottobre dopo due anni di costruzione e un investimento di 21 milioni di euro. L’energia elettrica viene prodotta da tre turbine che insieme hanno una potenza di 6 MW: l’elettricità alimenta l’elettrolisi dell’acqua, un processo che separa la sua molecola in ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo viene immagazzinato in cinque serbatoi al ritmo di 12 chilogrammi all’ora. Il gas prodotto potrà essere poi riutilizzato a sua volta per produrre elettricità in momenti di bassa ventosità o per rifornire le auto o potrà essere immesso nelle condutture del gas per produrre calore per le abitazioni. L’idrogeno può inoltre essere miscelato con il biogas prodotto dagli scarti agricoli di provenienza locale e utilizzato per alimentare impianti a cogenerazione.

Siamo ancora all’inizio del test: l’obiettivo di Enertrag è incrementare la produzione di idrogeno aggiungendo altri 10 MW di capacità produttiva dal 2015. Il vero problema, spiega Werner Diwald del board di Enertrag, è rendere questa tecnologia più economica. “Servono incentivi – spiega – La risposta potrebbe essere un sistema feed-in-tariff (simile a quello che ha favorito il boom del fotovoltaico tedesco, ndr) per l’idrogeno”. Secondo Diwald, la Germania avrebbe bisogno di investimenti da 700 milioni a 1 miliardo di euro per creare un mercato dell’idrogeno abbastanza grande per stimolare società e investitori. Altre misure potrebbero essere incentivi di tipo fiscale o lo spostamento dei costi sugli utenti finali tramite tariffe sui network di trasmissione, un’ipotesi quest’ultima che rischia di suonare abbastanza impopolare in tempi di tagli agli incentivi per contenere la spesa pubblica e il peso sui cittadini. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia da considerare: investire su una risorsa come l’idrogeno consentirebbe risparmi per oltre 10 miliardi di euro anche nei costi per collegare le nuove fattorie eoliche nel Mare del Nord alle città e alle industrie tedesche del Sud. Per non parlare dei risparmi derivanti dalla riduzione delle importazioni del gas russo, che rappresenta il 40% del fabbisogno complessivo tedesco di gas. A partire dalla prossima estate Enertrag comincerà a immettere nella rete del gas l’idrogeno prodotto con energia eolica. In questo ulteriore esperimento sarà aiutata da Greenpeace Energy, filiale dell’organizzazione ambientalista, che sta già attivando contratti di fornitura del “windgas” per alcune abitazioni. Anche Berlino è interessata all’evoluzione dei sistemi di stoccaggio dell’energia da fonti rinnovabili, un settore per lo sviluppo del quale ha destinato 200 milioni di euro tra il 2011 e il 2014.
 
Il Museo del riciclo di Ecolight compie due anni

Il Museo del riciclo spegne due candeline. Il progetto on line lanciato da Ecolight nel febbraio 2010 da Ecolight, in due anni ha raggiunto e superato i due milioni di pagine viste, raccogliendo sempre più consensi e registrando un crescendo di interesse tra artisti, appassionati d’arte, persone attente all’ambiente o semplici curiosi. Nel Museo del riciclo è possibile trovare oggetti d’arredo, strumenti musicali, installazioni e quadri. Tutte opere che hanno una caratteristica in comune: sono state realizzate con l’utilizzo di rifiuti. "Abbiamo assistito ad un trend di costante crescita, segno che l’attenzione al mondo dei rifiuti e del riciclo è in continuo aumento" ha commentato Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio per la gestione dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), delle pile e degli accumulatori - pur essendo un museo solamente virtuale, è la dimostrazione concreta di come ciò che consideriamo rifiuto non è materiale da buttare, ma può rinascere a nuova vita".
.
Per festeggiare il secondo compleanno del Museo del Riciclo sono state scelte le opere dello Studio SETADesign di Teresa Siano e Alfonso Escoffièr: esempi come le MBLamp che sono ottenute riciclando le schede madri dei computer. Dall’arte fatta con il riciclo al riciclo capace di diventare arte, il passo è breve. «Attraverso il Museo vediamo l’arte creata riciclando i rifiuti; ma siamo convinti che il riciclo, in quanto “buona pratica”, sia una forma d’arte capace di insegnare a rispettare maggiormente l’ambiente», conclude Dezio.

Museo del Riciclo
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto