Efficienza energetica

EV, all'Iper di Monza ricarica veloce mentre fai spesa

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Ricaricare il proprio veicolo elettrico mentre si fa la spesa. Da ieri è possibile all’ipermercato Iper di Monza dove è stata inaugurata una stazione di ricarica veloce L’iniziativa rientra nel progetto Green Land Mobility, promosso dall’associazione Class Onlus e sostenuto dal ministero dell'Ambiente, dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Monza e Brianza. Green Land Mobility è stato selezionato dall'Autorità per l’energia elettrica e il gas come progetto pilota di ricarica pubblica di veicoli elettrici (auto, motocicli, biciclette elettrici).

La stazione, composta da 6 colonne, costruite con materiali riciclabili interamente “made in Italy” per una potenza pari a 24 kW, permette di alimentare in tempi brevi tutti i veicoli elettrici presenti sul mercato. La ricarica potrà essere effettuata inserendo la propria Carta Regionale dei Servizi all’interno della colonnina. La stazione di ricarica, appositamente studiata per consentire la ricarica del proprio veicolo durante i tempi della spesa, è costantemente connessa alla rete internet, in modo da permettere attraverso il sito GreenlandMobility l’utilizzo di molteplici funzioni interattive: richiesta on-line di informazioni; calcolo della CO2 risparmiata; prenotazione di ricarica; avviso tramite sms o posta elettronica di completamento della ricarica. Sempre attraverso il sito è possibile inoltre ottenere la localizzazione georeferenziata dei punti di ricarica la notifica di eventuali malfunzionamenti; effettuare la richiesta della “green land card”, la tessera che consente di utilizzare le colonnine. Nuove colonnine di ricarica saranno prossimamente installate presso i punti vendita Iper, La grande i di Rozzano (Milano) e di Milano-Portello. Racconta Stefano Albertazi, direttore generale di Iper, La grande i: “Stiamo lavorando per installare le colonnine elettriche su tutti i 26 punti vendita distribuiti sul territorio nazionale per contribuire a diffondere una cultura ambientalmente sostenibile e aumentare la responsabilità individuale dei cittadini”.
 
OBIS Handbook: una finestra sul bike sharing Ue

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Le esperienze di 51 città europee e la fotografia dell’Italia: questo e molto altro ancora offre il primo manuale europeo dedicato al bike sharing (scaricalo qui), realizzato nell’ambito dal progetto europeo OBIS (Optimising Bike Sharing in european cities), e presentato questa mattina a Torino presso la Sala delle Colonne del Comune. Lo spaccato che apre l’OBIS Handbook (al quale hanno collaborato per l’Italia Legambiente ed Ecoistituto Alto Adige) sul fenomeno della bici in condivisione lascia ben sperare: il bike sharing è ormai sempre più diffuso in Europa, e anche in Italia è in continua ascesa. “Diverse città italiane hanno lanciato con entusiasmo nuovi servizi di bike sharing - ha ricordato Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente –Ma il servizio risulta ancora sottodimensionato e monco nel confronto internazionale. E’ evidente che per la mobilità ciclabile si investe molto meno che per quella automobilistica. Ma qualcosa si deve pur spendere: chi investe poco in studi e infrastrutture per la ciclabilità non otterrà nessun risultato. Quindi, niente soldi per l’auto e i pochi che ci sono si investano solo per le bici”. Il manuale rappresenta anche una guida per le amministrazioni locali che possono prendere spunto dai casi di successo.

Dal lavoro di OBIS emerge anche il gap ancora presente tra Italia e Unione europea: in media in Europa i servizi di bici in condivisione presenti nelle città con popolazione superiore ai 500.000 abitanti offrono 15,6 biciclette ogni 10.000 abitanti. Ciò significa che, per essere al pari degli altri, a Milano BikeMI dovrebbe avere almeno 2.090 biciclette giornalmente a disposizione degli utenti (oggi sono in tutto 1.800, comprese quelle utilizzate per le sostituzioni), a Roma dovrebbero essere 4.330 (oggi sono pochissime, solo 335), a Torino dovrebbero essere 1.420 (oggi sono 600). Ma dal rapporto emerge anche che in Italia il bike sharing si sta diffondendo molto più che in altre realtà europee, ma a macchia di leopardo, con sistemi differenti tra loro, a chiave meccanica o tessera elettronica, pensati in alcuni casi per rispondere alle esigenze dei cittadini residenti e dei pendolari delle grandi città; in altri, ad esempio, per offrire un servizio aggiuntivo ai turisti. A oggi è già attivo in più di 160 città, alle quali si stanno pian piano aggiungendo altre esperienze finanziate dal ministero dell’Ambiente, che prevedono anche l’utilizzo di biciclette elettriche a pedalata assistita.
 
Bramerini: “Media entalpia opportunità per la Toscana”

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“La Toscana è una regione dove la coltivazione geotermica a media entalpia può rappresentare una grande opportunità”. A sostenerlo è stata l'assessore della Regione Toscana all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini in un recente convegno. Questa forma di produzione energetica geotermica deve essere però presa in debita considerazione, aggiunge l’assessore: “non perdiamo questa occasione perché per noi ha una doppia valenza. Permette di incentivare da un lato la filiera del calore, con lo sviluppo delle migliori tecnologie che consentono in modo ottimale non solo la produzione elettrica ma anche la co-generazione termica; dall'altro, può dare alla Toscana e all'Italia la possibilità di realizzare la componentistica degli impianti, partita che finora è stata appannaggio dei paesi stranieri ma che, grazie alla nostra tradizione e alle nostre conoscenze, possiamo giocare in casa”.

La produzione geotermoelettrica italiana è una peculiarità specifica della Toscana. Nel 2010 nella regione è stato prodotti il 31,40% del totale della produzione elettrica complessiva e ben il 77.4 % del totale della produzione elettrica da rinnovabili. L'assessore Bramerini, sottolineando poi che lo sviluppo della tecnologia della media entalpia a ciclo chiuso può anche offrire nuove strade meno impattanti per lo sfruttamento geotermico più tradizionale ad alta entalpia, ha evidenziato come la Toscana, che al momento conta molte richieste di permessi di ricerca, sia il territorio ideale per diventare un laboratorio dove sperimentare i nuovi metodi per sfruttare l'energia del sottosuolo. “Il burden sharing, ossia la ripartizione regionale della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili in vista degli obiettivi europei al 2020, non ci lascia scelta, visto che al 2016 la Toscana deve produrre più del doppio dell'energia che ha prodotto fino al 2010. E la geotermia, anche a media entalpia, senza dubbio, nel raggiungimento degli obiettivi rappresenta una parte importante”, ha concluso.
 
Assolterm: “Conto energia termico in tempi rapidi”

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I Governi cambiano, non le promesse. Che producono gli stessi invariabili effetti, cioè nessuno. E’ passato ormai più di un anno dall’approvazione del dlgs 28/2011 che recepisce la direttiva 2009/28/CE in materia di energie rinnovabili ma il settore attende ancora i decreti attuativi con la riforma dei meccanismi di incentivazione. Nei mesi scorsi si sono moltiplicati gli appelli degli operatori al Governo affinché acceleri i tempi di emenazione dei provvedimenti, ma con scarsi risultati se non annunci a cui però non sono ancora seguiti i fatti. A ribadire la necessità di un intervento rapido è stata la settimana scorsa anche Assolterm, Associazione Italiana Solare Termico, che rappresenta 60 aziende del settore solare termico attive in Italia inviando una lettera aperta ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Nella missiva l’associazione torna a chiedere tra l’altro la rapida pubblicazione del “decreto attuativo relativo all’articolo 28 del dlgs 28/2011 (“Conto energia termico”) nonché la stabilizzazione delle “detrazioni fiscali del 55% (per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, ndr)", "permenttendo a coloro che intendono beneficiarne di spalmare la detrazione su un periodo variabile tra 3 e 10 anni”. La premessa in cui trovano fondamento queste richieste è la convinzione che “la Strategia energetica nazionale – scrive Assolterm – non possa prescindere da un deciso impulso all'efficienza energetica e alle fonti rinnovabili termiche, rispondendo in questo modo a tre esigenze fondamentali: quella di ridurre la dipendenza energetica del nostro paese dalle fonti fossili, di rispondere in modo sicuro e sostenibile agli ingenti fabbisogni termici e, non ultimo, di mettere in campo politiche industriali che supportino il ‘Made in Italy’ di un'industria meccanica e termoidraulica qual è quella del solare termico”.
 
:ciao:

Vi ringrazio per i post sul thread ragazzi great gatsby :bow: e radio.scarpa :bow::bow: spero che si uniranno anche altri io al momento per impegni :titanic: mi sto collegando raramente :sad:

Buonasera:)
 
Prato con la nuova illuminazione risparmierà 620 mila euro

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Il Comune di Prato s’illuminerà di una luce decisamente meno “cara” grazie alla gara di aggiudicazione dell'appalto per l'affidamento della gestione del servizio di Pubblica illuminazione che ha portato ad un risparmio del 30% rispetto al precedente contratto, pari a oltre 620mila euro l'anno. L'azienda aggiudicataria, la Smail, si occuperà inoltre della realizzazione di interventi di adeguamento normativo ed efficientamento energetico degli impianti comunali, per una durata di 15 anni. Per questo la ditta ha già annunciato di voler aprire una propria sede a Prato con l'assunzione di personale. Al bando di gara, redatto tenendo conto della necessità dell'ammodernamento tecnologico e dell'adeguamento normativo degli impianti in affidamento, con l'obiettivo prioritario della riduzione dei consumi energetici, hanno preso parte cinque ditte. L'offerta presentata dalla Smail prevede un investimento iniziale in lavori di ammodernamento ed efficientamento da realizzarsi nel primo anno, per un totale di 5,5 milioni di euro a totale carico della stessa e recuperati con la formula del F.T.T. (Finanziamento Tramite Terzi, grazie alla quale l'investimento iniziale viene ripagato con il valore del risparmio energetico effettivamente conseguito con l'intervento) nell'ambito del canone annuo per i 15 anni di affidamento.
 
Fotovoltaico al posto della discarica: succede a Venezia

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"Grazie alla collaborazione tra Provincia di Venezia, Comune di Noale e il gruppo Veritas spa è stato realizzato, primo esempio in Italia, un progetto che prevede la riconversione di una discarica per produrre energia pulita. Nel caso di Noale, sulla superficie della discarica di via Bigolo sono stati installati pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita. "La Giunta Zaccariotto raccoglie con questa iniziativa un altro risultato positivo e segna il passo in tema di tutela ambientale e, in generale salvaguardia dell'ambiente; in continuità con le diverse azioni avviate dal progetto 20-20-20, per la riduzione del 20% di emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2020 e per la promozione dell'utilizzo di energie alternative. - afferma l'assessore provinciale alle Politiche Ambientali Paolo Dalla Vecchia - Voglio complimentarmi con il Comune di Noale e il gruppo Veritas spa per aver creduto in questo progetto innovativo e per aver agito con convinzione per il raggiungimento di questo risultato che è frutto di un lavoro fatto in sinergia e con molti ostacoli amministrativi. Questa iniziativa, davvero all'avanguardia, è in perfetta linea con la programmazione del piano d'ambito dell'ATO (autorità d'ambito territoriale ottimale per il ciclo integrato dei rifiuti) e della Provincia di Venezia".

"Con l'assessore alle Politiche Ambientali del comune di Noale Renato Damiani c'è stata, nella fase di pianificazione, un'ottima collaborazione e condivisione delle linee guida date dall'Autorità affinchè questi siti diventino luoghi preferenziali per l'installazione di pannelli solari. In questo modo si ammortizzano i costi di gestione della discarica dismessa e si produce energia pulita. ha concluso Dalla Vecchia - Questo esempio operativo va applicato anche alle altre discariche chiuse: in particolare potrebbe essere un modello vincente anche per la discarica di via Prati a Spinea".
 

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