EQUITALIA; ma siamo sicuri che sia EQUA?

Comuni de_Equitalizzati

Comuni de_Equitalizzati- Blog di Beppe Grillo

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Dopo i comune denuclearizzati, i comuni "de-equitalizzati". Forza Belluno! (Passate parola!)
"Il Comune di Calalzo di Cadore HA ESPULSO EQUITALIA DAL PROPRIO TERRITORIO, DICHIARANDOLO COMUNE DE-EQUITALIZZATO!
Il nuovo Sindaco ha deciso di tornare ad occuparsi direttamente della riscossione dei tributi ordinari e della riscossione coatta, dando così la possibilità ai cittadini di recarsi in comune e discutere dell'eventuale situazione di difficoltà finanziaria. Questo piccolo Comune di 2.250 abitanti risparmierà ogni anno 20.000 euro! Esiste una legge, la 166/2011 che prevede che i Comuni possano non appoggiarsi a Equitalia!!". Renzo C.
 
SANZIONI USURAIE1
Ma la Legge italiana lo consente o sono decisamente illegli?

LE SANZIONI DI EQUITALIA POSSONO ARRIVARE AL 14000%

IxR: Equitalia è MAFIA !!! -

di Paolo Cardenà -

Si, avete letto proprio bene. Le sanzioni che il nostro Stato totalitario pretende in caso di omesso o tardivo versamento di tributi, possono arrivare all’astronomica cifra del quattordicimila per cento ed oltre. In altre parole, per ogni euro non pagato al fisco, voi schiavi di questo totalitarismo fiscale, rischiate di doverne corrispondere 140. Ecco come.

Pochi giorni fa mi ha fatto visita in ufficio un mio carissimo amico che non vedevo da tempo e mi ha raccontato che è stato destinatario di una cartella esattoriale di Equitalia per la quale, a suo dire, non è dovuto alcun importo poiché egli riferisce di aver sempre adempiuto ai propri obblighi tributari. Quindi, l’ho invitato a fornirmi tutto il carteggio e tutta la documentazione relativa al periodo di imposta per il quale Equitalia ha emesso il ruolo.
L’amico Marco, dopo qualche ora, è ritornato in ufficio consegnandomi tutto il plico e, spulciandolo subito i vari documenti, è emerso che il povero contribuente nell’anno 2009, anziché versare un tributo di 485.36 euro alla sua naturale scadenza, ha versato l’importo venti giorni dopo avvalendosi dell’istituto del ravvedimento operoso, che consente di sanare eventuali ritardi nell’adempiere all’obbligazione tributaria.
Quindi, il nostro amico, fuori dai tempi rituali del versamento, ha pagato il debito corrispondendo la relativa sanzione di euro 10.90, ma omettendo di versare gli interessi di un euro. Fin qui tutto apparentemente tranquillo.
L’Agenzia delle Entrate competente, dopo qualche mese, ha notificato al contribuente un avviso bonario con il quale, disconoscendo il ravvedimento operoso di cui il contribuente si era avvalso – poiché carente del versamento degli interessi (1 euro)-, ha invitato il mal capitato al pagamento della somma di euro 44.51 entro 30 giorni, corrispondente al dieci per cento dell’intero tributo versato in ritardo, dedotta la sanzione già corrisposta in occasione del ravvedimento operoso. E già qui si può riscontrare tutta l’arroganza del fisco che applica la sanzione su un importo comunque già sanato per effetto del ravvedimento e non, eventualmente, sui soli interessi non corrisposti.
L’incauto contribuente, non conoscendo la tirannia del fisco oppressore, suo malgrado, ha dimenticato di pagare l’avviso bonario di 44 euro nel termine dei trenta giorni indicati dal fisco, provvedendovi solamente qualche giorno più tardi.
L’Agenzia, non accontentandosi neanche di aver già incassato una somma pari al 4400% dell’importo omesso (1 euro), considerato che anche questo versamento è stato fatto in ritardo di due giorni, attraverso Equitalia, ha emesso una cartella esattoriale di 97 euro comprensivi di diritti di notifica e compensi di riscossione. E quindi, il conto per il mal capitato è salito fino ad arrivare a 141 euro, pari ad oltre il 14000% dell’importo omesso di un euro. Ecco come da un euro non corrisposto si è arrivati ad oltre 140 euro di sanzioni.
L’amico mi ha riferito che, nonostante si sia recato più volte presso l’agenzia per poter ottenere l’annullamento della cartella esattoriale che va oltre la folle immaginazione, sembra che nulla possa esser ottenuto se non promuovendo un ricorso presso le autorità competenti.
Comprenderete bene che, al di la della questione di principio certamente difendibile, nel caso che ci occupa, esiste anche una latente convenienza economica nel promuovere un ricorso e quindi il contribuente dovrà pagare l’indebita pretesa del fisco, nonostante egli abbia già pagato più del dovuto.
La storia sopra raccontata si ripete per tutti i giorni dell’anno in ogni angolo d’Italia e non solo per importi risibili come quelli indicati, ma per somme che mettono in ginocchi aziende, famiglie e conseguentemente l’intero Paese. Non ci trovate qualcosa di assurdo, diabolico e insostenibile? Tutto questo per rappresentarvi, almeno in parte, l’indicibile criterio alla base della pretesa illegittima ed opprimente del fisco, che si manifesta in tutta la sua spregiudicatezza nel metodo utilizzato per recuperare la risibile somma di un euro; per la quale avrebbe potuto procedere con mezzi meno “invasivi”, con notevole risparmio di risorse per l’agenzia stessa, e non contrastando con la sensibilità del contribuente già notevolmente provata dall‘invasione fiscale in atto, che si sostanzia in una pretesa tributaria con i tratti tipici dell’espropriazione. Non deve affatto sorprendere se il risultato di questo distruttivo modo di operare, è una Nazione prossima al fallimento con la sua popolazione indotta all’esasperazione, anche a causa dell’accanimento che quotidianamente subisce da parte di uno Stato che ha fatto del totalitarismo fiscale, elemento di compressione e coercizione dei diritti del popolo.
A voi ogni ulteriore considerazione

Fonte: http://www.vincitorievinti.com/2012/04/le-sanzioni-di-equitalia-possono.htm




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:ciao:



Sappiamo esattamente chi ci ha fregato, quando, quanto. Cosa facevano da giovani, come hanno avuto gli incarichi, se li meritavano, se sono stati raccomandati, quanto guadagnano, quanti immobili hanno, quanto dichiarano, se i figli sono a lavoro fisso o precario.
UTILI IDIOTI - Blog di babeleoggi



:ciao::ciao:
 
e la LEGA non ci sta
e invita i suoi sindaci ad annullare l'aliquota



NO a questa tassa esosa che dimezza il valore degli immobili ma raddoppia e triplica le tasse


IMU
così studiata non è MUNICIPALE


son contento che tu ti riavvicini alle posizioni della lega
 
son contento che tu ti riavvicini alle posizioni della lega


sono contento del tuo outing

cmq, tranquilli!!
Lega e IMU forse non sono in contrasto ...
anzi ! forse ( forse) la IMU è invenzione leghista ? :eek:


Tasse, adesso spunta l'Imu
L'imposta casa torna ai Comuni


Un giallo, quello su un possibile ritorno dell'Ici sulla prima casa (eliminata per tutti gli italiani ricchi e poveri dal premier poco dopo l'insediamento a Palazzo Chigi), che dura non più di un paio d'ore. Non c'è dubbio però che Tremonti abbia parlato di "ritorno dell'imposizione fiscale ai Comuni su immobili e territorio". Che però non vuol dire solo Ici. "Né tantomeno l'introduzione di una nuova tassa", rassicura Calderoli. Più probabile l'accorpamento di imposte che oggi sono spezzettate, come quella di registro o sui rifiuti, oltre naturalmente ale tasse sugli immobili. D'altra parte il ministro per la Semplificazione ne aveva parlato tempo fa, battezzandola service-tax. In realtà il nuovo nome sarebbe Imu (Imposta municipale unica).


(23 giugno 2010)




Lega confusa e smemorata: quando Calderoli era per l'Imu

di: WSI Pubblicato il 21 dicembre 2011| Ora 10:11http://www.wallstreetitalia.com/articolo_commenti.aspx?commenta=1&IdPage=1290879

Il Carroccio non vuole più pagare l'imposta municipale sugli immobili che avava ideato. Spunta la conferma della vergognosa contraddizione. Intanto la protesta trova echi anche in sede nazionale VIDEO.

Ingrandisci la foto
«L'imposta municipale unica è un'invenzione dell'ex ministro Roberto Calderoli, il quale, come tutti i leghisti, ha la memoria corta».


Milano - La Lega non vuole più pagare l'imposta da lei ideata, vale a dire l'Imu, l'imposta municipale sugli immobili che nel disegno di legge federalista leghista sarebbe andata a sostituire la vecchia Ici per la seconda casa.

Così la protesta contro l'Imu, partita da alcuni sindaci del trevigiano, trova echi anche in sede nazionale. Ma arriva un video che mette chiaramente in evidenza come Calderoli, quando era al governo, voleva proprio l'imposta contro cui si sta battendo.

«In conseguenza della manovra vessatoria presentata dal governo Monti sono giunte all'ufficio di Presidenza del Parlamento della Padania diverse richieste da parte di sindaci, consiglieri comunali e cittadini, al fine di coordinare un'azione di protesta fiscale contro l'applicazione dell'Imu sulla prima casa» afferma infatti Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie della Lega Nord annunciando che le proposte saranno discusse nella riunione del 28 gennaio del Parlamento del Nord.




 
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c'è Oscar Giannino che anche oggi sta tuonando contro questa politica e questo Stato che si comporta come uno strozzino canaglia con equitaglia
 
intanto in GRecia
Il Primo Vero Salvataggio Greco: l’Elettricità

In Grecia il governo ha la fantastica idea di riscuotere la patrimoniale tramite le bollette della luce, così molti rimangono al buio, e il governo è costretto a salvare la società elettrica dal fallimento


Il Primo Vero Salvataggio Greco: l’Elettricità - Dall'Estero - Investireoggi.it

Zero Hedge- Dopo i salvataggi UE dell’ultimo anno o due, sembra che ora, mentre le cose vanno di male in peggio, i Greci abbiano creato il loro primo piano di salvataggio ‘interno’. Come riporta Athens News, la Grecia fornirà 250 milioni di euro di fondi di emergenza ai suoi fornitori di energia elettrica in difficoltà, per evitare una crisi energetica in stile Californiano. Questa iniezione di liquidità per le utilities energetiche del paese è stata ancora un’altra conseguenza non voluta dell’azione del governo. Un numero crescente di consumatori ha smesso di pagare le bollette dell’elettricità in seguito all’imposizione da parte della troika del governo Greco di 7 miliardi di euro di imposta sul patrimonio, da riscuotere attraverso i fornitori di energia elettrica. La principale compagnia elettrica PPC ha registrato un ammanco di liquidità in seguito all’aumento dei mancati pagamenti, e mentre le autorità di regolamentazione sostenevano la necessità di almeno di 350 milioni di euro per rimanere a galla, il governo ha accettato di consentire alla PPC di trattenere i 250 milioni di euro della tassa sulla proprietà riscossa per conto dello Stato fino al 30 giugno – data in cui, si spera, la compagnia sarà riuscita a garantirsi altri prestiti. Un passaggio abbastanza incredibile – imporre al fornitore di energia elettrica di riscuotere le tasse sulla proprietà - e visto che questo tentativo è chiaramente fallito, abbiamo il sospetto che la prossima mossa sarà il razionamento di cibo e acqua in mancanza di prove del pagamento dell’imposta:
Athens News – La Grecia stanzia fondi di emergenza per scongiurare la crisi energetica
I funzionari del governo hanno dichiarato che la Grecia fornirà fondi di emergenza per 250 milioni di euro al servizio di fornitura di energia elettrica in difficoltà, per evitare una crisi energetica in stile californiano,.
L’iniezione di liquidità vuole scongiurare il rischio di una reazione a catena di tipo finanziario che, secondo le autorità di regolamentazione, minacciava di mettere in ginocchio il sistema elettrico del paese.
L’aiuto temporaneo sosterrà i conti di PPC, il principale servizio di fornitura elettrica, consentendogli di mantenere l’operatività e di rimborsare gli altri fornitori di energia elettrica e gas naturale da cui dipende il funzionamento del sistema energetico del Paese.
Il mercato dell’energia Greco è nel caos a causa della combinazione di una domanda stagnante, di costi crescenti del carburante, e della decisione del governo di utilizzare la PPC come veicolo di riscossione delle imposte.
Un numero crescente di consumatori ha smesso di pagare le bollette di energia elettrica dopo che il governo l’anno scorso ha iniziato a riscuotere attraverso le bollette una tassa sulla proprietà da 1,7 miliardi di euro, in un disperato tentativo di raggiungere i suoi obiettivi di bilancio nel quadro del salvataggio UE/FMI.
I mancati pagamenti hanno aperto una voragine nei conti della PPC, che è il più grande produttore di energia della Grecia, e distributore esclusivo di elettricità. PPC, che ha registrato una perdita record nel quarto trimestre, è anche il cliente più importante dei nuovi produttori che generano circa il 23 per cento dell’elettricità della Grecia.
La crisi di liquidità ha scatenato i timori di una crisi energetica come quella del 2001 in California, che ha dovuto subire dei grandi blackout dopo che il suo mercato energetico è crollato.
In un articolo pubblicato all’inizio di questa settimana, l’autorità per l’energia elettrica Greca RAE ha dichiarato che per rimanere a galla il sistema aveva bisogno di una iniezione immediata di liquidità di almeno 350 milioni di euro.
Il governo ha ascoltato in parte la richiesta, consentendo alla PPC di trattenere fino al 30 giugno circa 250 milioni di euro di tassa sulla proprietà riscossa per conto dello Stato.
I funzionari hanno dichiarato che si tratta di una soluzione temporanea, fino a che la situazione di cassa della società migliorerà, alla fine di quest’anno. PPC la settimana scorsa ha negoziato le condizioni per un prestito bancario di 960 milioni di euro per far fronte alla crisi di liquidità e ha dilazionato il debito in scadenza a fine anno di 1,12 miliardi di euro.
L’energia è un punto dolente nelle relazioni del paese con i suoi finanziatori. L’UE e il FMI hanno fatto pressioni su Atene per introdurre una maggiore concorrenza nel proprio mercato dell’energia eletrica, liberalizzare i prezzi e abolire il monopolio della PPC rsul carbone, la fonte energetica più economica e più abbondante del paese. (Reuters)

Articolo originale: First Real Greek Bailout: Electricity
 
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