EURO: solo i microcefali non capiscono ancora

Domani la Gran Bretagna andrà al voto per decidere se rimanere nell’Unione Europea o meno. Se gli elettori voteranno per lasciare l’UE, allora questo esperimento del NWO finirà in grossi guai. Come sottolineato anche nel presente articolo, altri paesi domanderanno la stessa cosa. Inutile dire che l’establishment di Bruxelles odia quanto sta accadendo e quanto potrà accadere, perché non ha nessuna intenzione di onorare simili decisioni. Questo è stato vero sin dal referendum in Irlanda per entrare nell’Unione Europea. Ma quando le politiche dei tassi negativi della BCE produrranno la prossima recessione, una peggiore rispetto a quella scoppiata nel 2009-2010, allora questa gente perderà legittimità. Non riusciranno a tenere incollati tutti quei pezzi del mosaico che tenteranno di staccarsi. Soprattutto in virtù del fatto che stanno guadagnando trazione voci contrarie all’accentramento coatto europeo. Una di queste è senza dubbio quella di Nigel Farage. Se gli inglesi andranno al voto domani, è gran parte merito della sua compagna contro gli eurocrati. Come ha fatto a guadagnare trazione? Fondamentalmente grazie alla popolarità acquisita su Internet, e in particolar modo grazie ai suoi video su Youtube. Il decentramento informatico sta facendo cadere, pezzo dopo pezzo, burocrazia dopo burocrazia, il mostro statale affamato di centralità dei poteri. Se la Gran Bretagna lascia l’UE, sarà difficile per gli eurocrati indire un nuovo referendum. Il vecchio adagio che ha caratterizzato fino ad ora il loro modus operandi, “mai prendere no come risposta”, sarà inapplicabile. Il decentramento tecnologico permette agli individui d’organizzarsi. Se invece la Gran Bretagna sceglierà di restare, sarà applicato un nuovo adagio: “Mai prendere un sì come risposta”. Farage e i suoi estimatori condurranno questa battaglia di resistenza grazie al decentramento tecnologico e informatico, aiutati, inoltre, dall’inevitabile auto-distruzione della pianificazione monetaria centrale.
___________________________________________________________________________________
Il Brexit e una nuova Lega anseatica - Rischio Calcolato
 
Barnard: ed ecco l’omicidio perfetto per fermare la Brexit

17/6 • idee

Citai quel terribile studio, anzi, appello, pubblicato dalla più prestigiosa rivista medica del mondo, il “The Lancet”, che gridava che la Ue della nomenklatura stava ammazzando al ritmo di un bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, in Grecia. Vi ricordate i numeri? Migliaia di feti morti prematuri (aumento del 40%), aumento delle infezioni da Hiv del 3.000% (sì, tremila) a causa mancanza di siringhe nelle province, ammalati di tumore lasciati a urlare come cani senza morfina fino alla morte, la vita media retrocessa a livello degli anni ’40. E nessuno può calcolare quanti altri europei sono morti prematuramente a causa di questa catastrofe voluta a tavolino chiamata Maastricht & Eurozona, anche se il fatto che oggi l’11% degli italiani non si può più curare adeguatamente la dice lunga.
Ieri è morta una splendida persona, la parlamentare inglese Jo Cox, donna dalle mille battaglie umanitarie ammazzata da un rivoltante pazzoide in strada. Si dice che l’uomo gridasse “Prima la Gran Bretagna!”, era ovviamente un fanatico pro Brexit, e la povera deputata era invece per rimanere nell’Unione. Sospendiamo per un attimo l’emotività e l’orrore per questo osceno incubo.
Il fatto indubitabile è che l’opinione pubblica inglese ora con una probabilità vicina al 99% si sposterà verso il voto pro Ue, mentre gli ultimissimi sondaggi davano Brexit davanti. Anche perché la fanfara della nomenklatura strillerà a 8000 decibel che i pro Brexit sono una masnadsa di fascisti, hooligan, medievali nazionalisti, buffoni alla Farage, estremisti pericolosi ecc. Non finirà più di suonare da qui al 23 giugno. Credo – e spero tanto di sbagliarmi, ma no – che dovremo dire addio a Brexit, dire addio cioè alla più straordinaria opportunità della Storia di distruggere la nomenklatura di Bruxelles che, come detto sopra, uccide diecimila volte di più del bastardo cane assassino di Jo Cox.
Sono senza parole. E giuro, e guardate che veramente lo scrivo con le dita che mi si stanno rattrappendo fino a spezzarmi le falangi, che non posso levarmi dalla testa l’idea che ho sempre ritenuto l’ultima idea che un giornalista vero debba mai intrattenere nel suo cervello, dopo aver esaurito ogni altra ricerca: il complotto.
Ca..o, che caso, mi dice una parte della mia testa, Cameron a febbraio cospira con la mega azienda di private security Serco per far partire una campagna segreta di sputtanamento di Brexit. Tutta la nomenklatura dei peggiori ceffi di Bruxelles fa muro contro Brexit. I neo-nazi di Merkel-Schauble ragliano minacce di fuoco, ma tutto quello che ottengono è che i sondaggi volano sempre più verso il voto per uscire dalla Ue. Poi arriva la riunione del Bilderberg in Germania, e oplà, uno dei volti più belli e umanamente puliti del ‘Rimaniamo in Ue’ viene macellata a pochi giorni dal voto al grido di “Prima la Gran Bretagna!”. Oplà, eh? Ma io non sono un Blondet o un Mazzucco, io faccio un altro mestiere, il giornalista, e senza l’Edward Snowden del caso Cox io ficco il complotto nella spazzatura, e dico solo una cosa. Una morte ora rischia con altissime probabilità di permetterne altre decine di migliaia per decenni per ciò che ho scritto due paragrafi più sopra. Sono senza parole, I’m beyond words.


Barnard: ed ecco l’omicidio perfetto per fermare la Brexit | LIBRE
Due testimoni (stranieri) negano che il killer della Cox abbia detto Britain First. Ma la propaganda..
Ormai ci siamo, domani è il grande giorno del referendum sul Brexit. L’incertezza rimane alta, lo testimonia il fatto che nelle ultime 24 ore siano scesi in campo i grossi calibri in favore...
Leggi il resto su Rischio Calcolato
http://www.rischiocalcolato.it/…/due-testimoni-stranieri-ne…


Due testimoni (stranieri) negano che il killer della Cox abbia detto Britain First. Ma la...
www.rischiocalcolato.it
 
cosa ci ha guadagnato l'Italia con l'euro?
ve lo dico io uno stipendio in valuta forte per dipendenti pubblici e pensionati PUNTO!

per il resto..

L’economia si è contratta di circa il 10% dal 2007 come effetto della tripla recessione subita dall’Italia . La produzione è regredita a livelli vicini a quelli di 10 anni fa. La disoccupazione si assesta oggi al 12-13% mentre quella giovanile tocca il 40%

Il debito dell’economia reale dello Stato, delle famiglie e delle imprese è del 259% del PIL, il 55% in più rispetto al 2007. Questo però sottovaluta le passività reali e ignora non solo le pensioni non consolidate ma anche le tasse sulla sanità.
Gli investimenti internazionali sono al -32% del PIL.
Il disavanzo è al 3% del PIL, le tasse non raccolte in Italia ogni anno ammontano a 160 miliardi di euro.

il 15% del potenziale industriale dell’Italia è andato distrutto

La produzione di lavatrici, lavastoviglie e altri elettrodomestici è scesa prima del 52% e poi fino al 75%.
Le industrie manifatturiere italiane hanno spostato la loro produzione all’estero

L’Italia si colloca infatti solo al 65° posto nella lista dei 189 paesi in cui è più facile fare impresa.

Le tasse rappresentano il 46% del PIL contro una media europea del 41% - situazione paragonabile solo a quella della Francia e della Spagna rispettivamente al 64% e al 58%.

La Corte dei Conti ha stimato che il costo della corruzione in Italia è circa di sessanta miliardi di euro all’anno, pari al 4% del Pil.

Perché l’Italia sta per crollare: l’analisi dell’Independent


inglesi venite nell'euro perche' affondare da soli e' trieste e provoca invidia ...
 
Soros: sterlina a -20% con Brexit, sarà peggio del '92
Soros: sterlina a -20% con Brexit, sarà peggio del '92 - Economia - InvestireOggi.it

ottimo, questo e' uno spot gratis per l'uscita dall'euro

LONDRA (WSI) – Per non rischiare di vedere il valore dei propri risparmi depauperato del 20%, come stimano gli economisti in caso di Brexit, nel giorno del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, i cittadini di Londra, la capitale del capitalismo, stanno facendo numerosi la fila agli sportelli del bancomat per prelevare le loro sterline oppure per cambiare le divise britanniche in euro e dollari.

Sono immagini che ricordano da vicino quelle viste a Mosca dopo lo scoppio della crisi del rublo, a Ginevra subito dopo che la Banca centrale decise di lasciare il franco libero di scambiare slegandolo dall’euro a cui era legato al tasso fisso indicativo di 1,20 franchi svizzeri, oppure ancora in Grecia e a Cipro per paura che venissero imposti controlli di capitale e prelievi forzosi.


Sono scene che uno non si aspetterebbe di vedere nella capitale della finanza europea, la City londinese. E invece come riporta il Financial Timeslunghe file si sono formate fuori dalle agenzie di cambio valuta a Londra giovedì, con la gente intenzionata a cambiare sterline in vista dell’esito del referendum” sulla Brexit.

Banche pronte a imporre controlli di capitale
L’ultima volta che tante persone si sono messe a fare la coda per prelevare i loro capitali depositati in banca era all’inizio della crisi finanziaria nel 2007, quando la banca Northern Rock subì un fenomeno di corsa agli sportelli che portò alla fallimento dell’istituto di credito stesso.

Per evitare uno scenario simile e prepararsi all’evento di Brexit, incoraggiate dalle autorità di controllo, diverse banche tra cui HSBC stanno studiando un modo efficace per poter imporre controlli di capitale in caso di emergenza. Stando a quanto riportato dal Financial Times le autorità di regolamentazione hanno chiesto alle banche di condurre uno stress test che tenesse conto di un calo della sterlina del 20%.

Intanto sui mercati la situazione si fa sempre più tesa: i trader hanno riferito che il volume degli strumenti derivati usati per proteggersi contro un eventuale crollo della valuta britannica e dell’azionario è salito su livelli che non si vedevano dai tempi dello scoppio della crisi del debito sovrano dell’area euro nel 2011.

Vendite quattro volte superiori
Gli ordini online e al telefono presso le agenzie di cambio valuta sono aumentati d’improvviso in seguito agli ultimi dibattiti televisivi, che hanno spostato di nuovo l’ago della bilancia verso il fronte del No all’Europa, a quanto dice il quotidiano finanziario inglese, che ha raccolto opinioni per avere meglio il polso della situazione nel Regno Unito poche ore prima del voto.

L’agenzia di cambio Travelex ha fatto sapere che gli ordini online per cambiare sterline in euro e dollari sono stati del 30% più alti oggi rispetto alla settimana prima e che c’è stato anche un incremento del 20% del numero delle visite da parte dei clienti negli ultimi due giorni.

Per il Post Office – le poste britanniche – la somma complessiva delle valute straniere cambiate martedì scorso è stata quattro volte superiore rispetto allo stesso giorno dell’anno prima, mentre le vendite alle filiali sono state del 49% più alte. Il clima è insomma molto teso.

Oggi alle urne si recheranno 46,5 milioni di cittadini. Gli ultimi sondaggi danno il fronte del Remain in vantaggio di un soffio. I primi exit poll attendibili usciranno alle 22 ora locale. L’esito è quanto mai incerto e i cittadini londinesi non sembrano intenzionati a correre alcun rischio.

Fonte: Financial Times
 
indizi:
1. la forte rivalutazione della sterlina in questo periodo, sembra di vedere la crisi della thailandia del 1997 il baht si rafforza tantissimo prima di esplodere in una bolla e svalutarsi del 50% i pochi giorni
2. la svizzera competitore sul mercato finanziario con l'Inghilterra ha deciso di stare fuori dall'euro ritirando la domanda di adesione
3. la regina ha paura di questa europa

il voto? la democrazia non e' mai esistita sara' l'elite inglese a decide
 
Tutti i poteri forti contro scenario

Brexit. Ecco perchèLa verità: Ue a corto di fondi e ha bisogno di tasse Regno Unito

22 giugno 2016, di Laura Naka Antonelli
ROMA (WSI) – E se il Regno Unito non avesse affatto bisogno dell’Ue, sia in termini economici, che politici? Allarmi continui sull’eventuale concretizzarsi dello spettro Brexit sono stati lanciati dal governo britannico, dalla Fed, dalla BCE, dal Fondo Monetario Internazionale, da diversi rappresentanti e funzionari vari dell’Unione europea, dall’Ocse.

L’Fmi di Christine Lagarde ha fatto previsioni anche preoccupanti sull’impatto che il divorzio dall’Ue avrebbe sull’economia britannica, che potrebbe assistere a una contrazione del pil tra -1% e -9%. nel lungo termine.


Tuttavia, un articolo del Mises Institute fa notare che, “la realtà è che la vittoria del Brexit avrebbe probabilmente solo un impatto contenuto e anche solo iniziale sull’economia e sul commercio del Regno Unito, aprendo invece la porta ad ampie opportunità, per il paese, di trarre beneficio dai rapporti commerciali con aree del mondo caratterizzate da un tasso di crescita decisamente più veloce (rispetto a quello dell’Europa), in più senza dover siglare accordi complessi – così come accade ora -che soddisfino gli interessi degli altri membri dell’Unione europea”.

Il Regno Unito avrebbe insomma piena libertà di azione: e lo stesso spauracchio che viene riproposto, secondo cui sarebbero a rischio i rapporti commerciali e anche i servizi finanziari della City (e a tal proposito circolano rumor di pesanti minacce a Londra da Parigi), è poco realistico, dal momento che a nessun paese dell’Europa, nelle condizioni attuali, converrebbe iniziare una eventuale guerra commerciale.

Secondo il Mises Institute, probabilmente il vero problema sorgerebbe per l’Unione europea che, nelle sue vesti di esattore delle tasse, “perderebbe una fonte significativa di entrate, dal momento che il Regno Unito versa un ammontare netto di circa 136 milioni di sterline ogni settimana, e storicamente paga all’Ue più di quanto riceve dalla stessa”.

Tra l’altro,:

“dal momento che la UE ha bisogno di soldi per pagare oneri per un valore di 19,6 miliardi di sterline circa, e visto che sarà molto difficile riuscire a trovare risorse aggiuntive da paesi a corto di fondi come Francia, Italia, o Spagna, in cui il rapporto tra il debito pubblico e il Pil supera già il 100%, l’Ue punta soprattutto sui soldi del Regno Unito”, tanto che recentemente la stampa britannica ha parlato di un contributo extra da Londra di 2 miliardi di sterline e delbisogno che Bruxelles avrebbe del Regno Unito, anche per salvare paesi dell’ Eurozona, con la Grecia e l’Italia sull’orlo di una crisi.

Di Italia sull’orlo di una crisi parla espressamente questo articolo http://www.express.co.uk/news/politics/677056/Cameron-PM-blasted-SECRET-2bn-EU-bill-REVEALED“.

Senza Londra, fa notare il Mises Institute:
“la Germania sarebbe costretta a versare più fondi all’Ue; e per Berlino potrebbe essere difficile riuscire a coprire quei paesi che ben presto potrebbero non essere più in grado di finanziare il budget dell’Unione europea. Per esempio, la Grecia
ormai non contribuisce più al finanziamento del budget Ue, dal momento che è la Germania che copre la maggior parte dei contributi che dovrebbe versare. E lo fa in modo indiretto, attraverso i prestiti che l’Ue ha erogato alla Grecia. E la stessa cosa potrebbe accadere quando saranno l’Italia o la Spagna a non riuscire più a onorare i contributi che devono versare a Bruxelles”.

Intanto, nella serata di ieri, i sostenitori del fronte “Leave” e “Remain” si sono dati battaglia nella Wembley Arena di Londra, nel corso di un dibattito organizzato dalla BBC. Presenti 6.000 persone. Tra queste, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson e l’attuale primo cittadino, Sadiq Khan, che hanno perorato le loro rispettive cause, cercando di conquistare i voti di quegli inglesi – almeno il 10% – che non avrebbero ancora deciso per chi votare.
 
Dopo le prime 272 circoscrizioni scrutinate, sul totale di 382, i risultati delle urne indicano al momento un vantaggio per l'uscita dalla Ue con 51.6% rispetto al remain che ha ottenuto 48.6% . L'affluenza è intorno al 70% - See more at: Brexit, è in vantaggio di mezzo milione di voti su remain

in giappone sono gia' short ...

gia', calate i pantaloni UE/banche schiavi

euro perde pesatemene e anche sterlina
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto