Avrei voglia di riprendere questo 3d, dopo un periodo di disintossicazione culturale
![Roll Eyes :rolleyes: :rolleyes:](https://cdn.jsdelivr.net/joypixels/assets/8.0/png/unicode/64/1f644.png)
Mi sono riletto tutto, una follia
![Ghhhhhhh :-D :-D](/images/smilies/biglaugh.gif)
, le questioni aperte sono tante.
Però su una sto tornando a riflettere, la questione dei neuroni-specchio.
Mi rendo conto che non tutto torna. In realtà, quando guardo un paesaggio (nel reale o in arte) penso che di per sé non si attivino i N-S. Prima che essi si attivino sarà necessario che si metta in moto un'altra funzione, quella identificativa. Altrimenti posso confondere la serenità che mi viene alla vista di mare azzurro+cielo azzurro (l'abbiamo chiamata livello zero per quanto riguarda il puro percepire i colori, livello uno quando vi sia riconoscimento delle forme) con l'impulso inconscio ad imitare una espressione umana, un atteggiamento, un modo di essere anche solo fisico.
Il modello proposto è il seguente, e riguarda per ora la realtà, non l'arte.
Apro gli occhi e percepisco un "tono" generale. Percezione zero.
A quel punto cominciano alcune mie attività "in automatico". La più semplice è il riconoscimento dei luoghi, vedere o capire dove sono (attenzione uno). Contemporaneamente sempre si attiva, insieme agli altri sensi, anche quello che Rudolf Steiner chiamava il senso dell'io (se non si attiva son problemi psico-). Se il senso dell'io trova "oggetti" in cui identificarsi (una persona, ma anche un animale, o un quadro, o una fotografia) i N-S, prima in stato di attività potenziale (come un'auto ferma con il motore acceso) si attivano rispetto a tale oggetto.
Quindi da una parte ci si riferisce al senso dello spazio, dall'altra al senso dell'io. Due cose diverse.
Resta ora da applicare il tutto alla visione di un quadro, distinguendo poi tra figurativo, astratto o ... misto.