HollyFabius
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INTERMEZZO DI OSSERVAZIONI
Sì. Però la stessa realtà può venir letta secondo molteplici codici.
La Madonna di Raffaello: si può contemplarne l'aspetto artistico, venerarla per l'aspetto religioso, valutarne lo stato di conservazione, il valore economico ...
Lo vedo come un passo parallelo, piuttosto che "avanti". La suddetta Madonna comunica religiosità prima ancora che bellezza in molti individui. Il codice "religione" è più semplice ed immediato che non quello "arte".Comunque è vero che altre forme di comunicazione nascono solo dopo che si sia rinunciato al riconoscimento, o comunque se ne sia valutata la possibilità e qualità. Ma questo, solo nella cultura della maggioranza dei popoli: non però in tutti. E lo stesso riconoscimento può seguire codici differenti, v. l'esempio degli artigiani somali che non sanno leggere un disegno, o quello della tribù africana che nel feticcio ricerca non il riconoscimento visivo ma quello animistico, che non è banalmente figurativo.
Praticamente distingui le forme comunicative prive di analogia formale-funzionale (come la simbologia del semaforo, o le "astratte" lettere dell'alfabeto - che tuttavia inizialmente, presso egizi o fenici, tale analogia possedevano, cioè la loro forma imitava quella dell'oggetto indicato, derivando da pittogrammi) da quelle che mostrano una analogia formale-funzionale, come la freccia disegnata o l'omino del cartello stradale. Ci sono poi anche situazioni intermedie, talora di difficile collocazione.
La seconda affermazione è logica, ma la prima è carente. Oggi l'artista crea in una certa misura anche il proprio codice (ed è qui il punto) : tutto sta vedere se questa creazione può essere arbitraria, o riferirsi ai codici dell'attualità (come sembrano fare gli artisti oggi) o ancora invece deve sottostare a certe limitazioni - per esempio, se l'artista inserisce una frase scritta nel paesaggio, e questa frase è in Swahili, solo una minoranza può "capire". Quando hai scritto Per ricevere il messaggio dell'artista occorre guardare non solo il materiale ottico. hai appunto centrato la questione del limite superabile o meno.
Qui non sarei d'accordo. Nella Visione Zero non vi è ancora alcun riconoscimento. Questo proviene sempre già da un processo attivo. La differenza si trova nel tipo di processo attivato dall'osservatore. Posso leggere un poema di Dante scritto in bella calligrafia come un'opera poetica o, limitandomi al supporto, come un bel lavoro grafico.
Come vedi, siamo sempre a ridosso dell'arte concettuale, che pare voler "spacciare" come bistecche delle belle mazze di tamburo alla piastra. In fin dei conti, ripetendo il Magritte di Ceci n'est pas une pipe. Ma incrociare i linguaggi crea qualche problema ...
Mi pare che qui hai toccato un punto fondamentale: in molte opere sono possibile diverse letture e questo è dovuto alla natura dei linguaggi artistici.
Il linguaggio matematico è l'esempio tipico di forma di passaggio informativo libero (o quasi) da ambiguità. Ciò che esprime chi scrive il messaggio in linguaggio matematico è (quasi) ciò che riceve chi legge il messaggio. Le diverse interpretazione (comunque possibile) sono ridotte ai minimi termini.
Nei linguaggi artistici è vero l'opposto, sono molto soggetti ad ambiguità e a diverse interpretazioni, dove anche l'interpretazione autentica (quella dell'autore) può nel tempo variare. Linguaggio matematico e linguaggio artistico sono i due estremi di forme comunicative.
E' altresì importante la questione posta sull'arbitrarietà o meno dei codici artistici, l'arte concettuale di interroga sull'ontologia dell'arte. A priori non vedo perché questa interrogazione si debba negare, non debba insomma essere lecita. Occorre rispondere a quale è il limite insuperabile e perché.
Per esempio è possibile che gli artigiani somali siano in grado di imparare a riconoscere il disegno, acquisendo nuovi codici intellettivi e comunicativi.