Finanza, gioco d'azzardo, ludopatie; il ruolo dei forum finanziari

Le caratteristiche del trading come gioco di abilità, probabilità stimate di vincita

Chiunque abbia da parte dei risparmi anche minimi ha il problema di come utilizzarli al meglio.
A questo scopo i forum finanziari sono una risorsa preziosa, una banca dati di informazioni consolidate non reperibili altrove, testimonianze di prove sul campo, e un buon numero di persone disposte a dare una mano.

Il problema è che nella gestione del risparmio convergono aspetti e variabili le più disparate, provenienti da ogni settore dello scibile umano: diritto civile e commerciale, economia e finanza, matematica finanziaria, probabilità e statistica, diritto degli intermediari finanziari, funzionamento dei mercati, ...
Raggiungere una buona padronanza su tutti questi argomenti richiede molto tempo e fatica, e comunque i risultati non sono eclatanti: un obiettivo realistico almeno per i primi tempi è di preservare il proprio capitale, e magari cercare di ottenere qualche punto di rendimento in più rispetto al tasso risk free.

Non tutti hanno la pazienza e l'umiltà necessaria per affrontare questo percorso; qualcuno resta abbagliato dalle grandi variazioni delle quotazioni di borsa, e tenta di diventare velocemente ricco con un gioco a prima vista molto semplice:
-- comprare ai minimi, vendere ai massimi (CMin-VMax) --

Ovviamente per chi ha fatto la gavetta e ha acquisito una buona padronanza della borsa il concetto di gioco d'azzardo è poco appropriato, questi possono semplicemente ignorare quanto segue, o osservarlo dall'esterno.
Credo però che gran parte dei trader sopravvalutano la propria padronanza del mercato, credono di fare investimenti e invece partecipano a un gioco d'azzardo; ma ovviamente su questo non si può generalizzare, ogni individuo è un caso a sé.

Ottimizzare i propri investimenti è una materia eclettica, arte e non scienza, i risultati non sono mai garantiti.
Il rischio è un aspetto ineliminabile della condizione umana; per qualche tempo lo si può trasferire su terzi assumendo posizioni di rendita parassitaria, ma questo genera prima o poi reazioni violente che aumentano il rischio stesso (molti potenti muoiono di morte violenta).
Imparare l'arte dell'investimento consente di calibrare i rischi insiti in ogni investimento finanziario alle proprie caratteristiche individuali (età, rapporti familiari, resistenza allo stress, patrimonio e reddito,...), ma non consente in alcun modo di eliminare i rischi e garantire un guadagno sicuro.
La conoscenza dell'economia e della finanza non migliora di una virgola l'attendibilità delle previsioni sull'andamento dei titoli di borsa.
Grandi economisti del passato hanno perso fortune in borsa.
Il fondo LTCM è fallito rovinosamente e miseramente, pur essendo guidato dai due premi Nobel padri fondatori della finanza matematica, Robert Merton e Myron Sholes.
In borsa vince sistematicamente solo chi bara, in un modo o nell'altro.

Mi è capitato di leggere sul forum thread aperti da neofiti per chiedere informazioni, e interventi terzi che prospettano in assoluta buona fede rendimenti annui del 10%. La cosa mi crea rabbia e amarezza, quel neofita quasi sicuramente in breve tempo perderà i propri capitali e smetterà di frequentare il forum.
Questo è il lato oscuro più pericoloso dei forum finanziari.
Difendersi da imbroglioni e truffatori è abbastanza semplice, basta un minimo di diligenza per riconoscerli.
Difendersi da ignoranza, ingenuità, illusione, è molto più difficile: queste sono malattie ad altissimo tasso di contagio.

Storicamente la borsa è nata per convogliare il risparmio (il capitale diffuso) verso gli impieghi produttivi dell'economia reale; l'obiettivo era di costruire un canale alternativo ai preesistenti canali bancari e postali, più efficiente e con meno costi di transazione.
L'investimento di borsa è utile quindi per alimentare e orientare l'economia reale, ma in sé non crea valore aggiunto; tra l'altro, è soggetto ad una miriade di imposte ma non all'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).

Nell'investimento di borsa viene poi convogliato parte del valore aggiunto creato dall'economia reale, sotto forma soprattutto di cedole e dividendi.
Nel tempo sono state prodotte varie statistiche sui rendimenti storici degli investimenti di borsa, orientate in genere a confrontare i rendimenti dell'investimento azionario con quello dei titoli di stato.
A queste statistiche sono state mosse varie critiche per aspetti tecnici quali l'incompletezza delle serie storiche disponibili, e la difficoltà a dar conto delle operazioni straordinarie delle aziende quotate (fusioni, fallimenti, uscite e ingressi nei listini di borsa, e simili).
L'aspetto che voglio rilevare è che queste statistiche non dimostrano affatto che i rendimenti di borsa siano un fatto certo, ineludibile, predeterminabile con precisione.
Qualsiasi manuale di statistica avverte che l'inferenza statistica non può mai portare di per sé ad individuare relazioni stabili di causa-effetto.
I rendimenti storici nel secolo scorso si sono verificati in un periodo di rapido sviluppo delle economie del mondo occidentale, basato anche sull'utilizzo a basso costo delle risorse del resto del mondo.
Oggi lo scenario geopolitico è completamente diverso, il periodo di pasti gratis delle economie occidentali è cessato probabilmente in via definitiva.
Per conseguenza, anche il flusso di valore aggiunto che si incanala dall'economia reale verso l'investimento di borsa è destinato a diminuire.
Ancor più rilevante è la considerazione dell'ipertrofia della finanza che si è verificata nel mondo occidentale rispetto all'economia reale. Dal punto di vista di un investitore di borsa, la conseguenza più evidente è che viene a crearsi un sempre maggior numero di competitori che lottano per suddividersi un flusso di valore aggiunto calante in arrivo dall'economia reale.


L'uomo ha sempre cercato di scandagliare il futuro, usando vari tipi di pratiche divinatorie.
In passato si traevano presagi osservando il volo degli uccelli, le viscere degli animali sacrificati, i fondi di caffè. Ancora oggi persistono ad esempio i tarocchi e l'astrologia.
Anche alcuni investitori di borsa ricorrono a vari tipi di pratiche divinatorie generiche.
Ma in questo settore sono state elaborate nel tempo anche procedure specifiche per tentare di anticipare le mosse degli altri investitori (il mercato) e ottenere in tal modo un vantaggio competitivo; le definizioni utilizzate variano, il riferimento più comune è "analisi tecnica" che però sarebbe più corretto declinare al plurale come "analisi tecniche".
La capacità predittiva e l'efficacia di queste procedure è del tutto indefinita, qualcuno si fida ciecamente, qualcuno le considera allo stesso livello dell'astrologia e dei tarocchi.
Quello che voglio sottolineare è che in ogni caso queste tecniche sono state elaborate il secolo scorso, quando le contrattazioni di borsa avvenivano "alle grida"; è difficile pensare che possano ancora essere utili oggi, in epoca di circuiti finanziari globalizzati, supercomputer e algoritmi di high frequency trading.
E soprattutto va notato che queste sono tecniche di gioco competitivo, puntano ad ottenere un vantaggio sugli altri investitori, ma non creano valore aggiunto. Una diffusione capillare di queste tecniche non aumenterebbe il flusso di valore aggiunto da suddividere tra i vari competitori, può solo modificare (se sono efficaci) le possibilità di guadagno tra i vari investitori.

Ogni investitore di borsa elabora nel tempo le proprie personali procedure di investimento, che possono comprendere anche l'utilizzo di strumenti tecnici complessi (calcolatrici, fogli elettronici, programmi dedicati). All'insieme di queste procedure individuali è appropriato la definizione di "trading system", tenendo presente che comunque si tratta di tecniche personali all'interno di un gioco competitivo.
Invece un trading system pubblico, elaborato in un forum o comunque disponibile a tutti, è semplicemente un assurdo logico, ha lo stesso valore euristico delle ricerche sul moto perpetuo e sulla pietra filosofale, la moltiplicazione dei pani e dei pesci banalizzata da miracolo ad algoritmo; un progetto in cui è particolarmente appropriata l'espressione "dare i numeri".

Che nel trading di borsa sia presente anche una componente assimilabile al gioco d'azzardo è opinione diffusa. Chi investe in borsa sa che c'è anche altro.
Le considerazioni seguenti riguardano le caratteristiche specifiche dell'investimento di borsa come gioco (CMin-VMax), ognuno valuterà se e in che misura lo riguardano o lo interessano personalmente.

Nella Borsa entra un flusso di valore aggiunto in arrivo dall'economia reale. Da questo punto di vista, nei termini della teoria dei giochi, la borsa è un gioco a somma positiva, e il giocatore medio dovrebbe arricchirsi per il semplice scorrere del tempo.

Però la Borsa ha anche dei costi di funzionamento, che ovviamente gravano sui giocatori (piattaforme di raccolta ordini, Borse, circuiti di compensazione, linee di comunicazione dedicate, ...).
Da un punto di vista strettamente economico il giocatore medio ha interesse a mantenere al minimo questi costi, riducendo le giocate al minimo indispensabile.
Nella pratica avviene esattamente l'opposto, il numero di giocate e quindi i costi di funzionamento tendono a crescere ben oltre il necessario.
Quando i costi diventano maggiori del flusso di valore aggiunto in arrivo dall'economia reale, giocare in Borsa diventa un gioco a somma negativa, e il giocatore medio col tempo si impoverisce necessariamente (i meccanismi sono analoghi a quanto visto per i giochi online).

Nel gioco di borsa non vi sono in genere informazioni ufficiali corrispondenti a quello che nei giochi online è la "percentuali della raccolta destinata ai montepremi"; in generale la borsa è molto più opaca, e già questo dovrebbe mettere in guardia i giocatori.
Alcuni dati sono disponibili per il forex, che è di fatto il mercato di borsa più liquido. Riporto da un altro thread:
------------
Danlead 27-05-13, 12:46 #52
I broker forex usa sono obbligati a rendere noti agli organi di controllo ogni trimestre i dati sulla profittabilità dei clienti che operano sul forex. Questi sono quelli del Q1
==vedi allegato:
http://www.investireoggi.it/forum/attachment.php?attachmentid=273754&d=1393696929

------------
Sembrano dati incoraggianti, ma in realtà non è così; le probabilità medie risultano:
guadagno 0,35 - perdita 0,65
Se si gioca a lungo, è praticamente certo che si andrà in rovina (il giocatore perderà una somma corrispondente al 30% del totale delle sue giocate, fino a che il capitale si estingue).

Un altro dato che ricorre spesso, ma comunque senza alcuna ufficialità, è la percentuale dei giocatori retail che sono in gain, ed è un dato molto sconfortante (dal 5% al 10%, a seconda delle fonti). Trattandosi di stime di origine bancaria, si può assumere come periodo di riferimento l'anno solare. Per un trader abituale, e soprattutto per chi interpreta il trading come lavoro, la domanda rilevante diventa: che probabilità esiste che un giocatore medio rientri in quel 10% per più anni consecutivi? Applicando le regole della probabilità composta, considerando anche pochi anni la probabilità diventa praticamente nulla.

Quando sono in gioco i grandi numeri i risultati non sono mai casuali, ma rimandano a cause strutturali di fondo; e finché tali cause strutturali non vengono modificate quelle percentuali sono destinate a ripetersi nel tempo.
Appresso cerco di analizzare alcune di queste cause.

DA COMPLETARE
 

Allegati

  • DatiForex.jpg
    DatiForex.jpg
    37,5 KB · Visite: 302
Ultima modifica:
Ho aggiornato il post precedente

---------------------
Una pagina interessante, link originale al 2010:
http://it.finance.yahoo.com/notizie/il-gioco-come-una-tassa-sblog-d368f61ff693.htm
--------------------
Il gioco come una tassa - martedì, 30 marzo 2010 9:12
Gli italiani non sono immuni dalla febbre del gioco.
Sulla base di dati forniti dall'Istat e dall'Aams, Agipronews (Agenzia di stampa giochi a pronostico e scommesse) ha elaborato un dettagliato resoconto del rapporto che i cittadini del Belpaese hanno stretto nel corso del 2009 con i giochi a premi e le scommesse: un legame stretto, che talvolta ha fatto la fortuna di alcuni giocatori e certamente quella delle classe pubbliche.
Nel corso del 2009, gli italiani hanno speso in concorsi a premi e affini 54,4 miliardi di euro. Considerando che la popolazione maggiorenne è composta da circa 50 milioni di persone, ne risulta una spesa pro capite pari a 1092 euro.
Sotto forma di vincite, sono tornati nelle tasche degli italiani 70 euro ogni cento giocati.
In base a questa proiezione, e sempre tenendo a mente che si parla di valori medi, ogni italiano, tentando la fortuna, ha perso 337 euro in un anno (quasi un euro al giorno).
Ovviamente, le perdite dei giocatori sono vincite per l'erario, cui il 2009 è fruttato la bellezza di 8,8 miliardi di euro (cioè 177 euro da ogni cittadino maggiorenne, 50 centesimi di euro al giorno).
Almeno una volta nella vita tutti siamo stati spediti in ricevitoria dalla nonna o dal prozio anziano per giocare "i numeri vincenti", ma a quanto pare il Lotto oggi ha perso buona parte del proprio appeal.
Sul totale delle giocate effettuate, infatti, il complesso dei giochi a base numerica (come il Lotto e il Superenalotto, per intendersi) rappresenta il 20% della spesa totale.
Di fortuna assai maggiore, invece, hanno goduto nel 2009 le new slot, che coprono da sole il 47% degli incassi.
Agli italiani piacciono anche i gratta e vinci, che sono i risultati i secondi in ordine di raccolta, attestandosi al 17% delle spese totali, mentre scommesse sportive e ippiche hanno raccolto l'11,5% delle giocate italiane.
L'affermazione del poker online, infine, ha portato i giochi per via telematica a rappresentare il 7% della spesa complessiva.
Dividendo l'universo del gioco in due regioni, quella in cui è necessaria essenzialmente una gran dose di fortuna e quella in cui si abbisogna di una certa dose di abilità, le preferenze degli italiani sono smaccate ed evidenti: l'84% delle giocate si concentra sui giochi a più elevato contenuto di buona sorte (giochi numerici, bingo, new slot e gratta e vinci).
 
Sei un grande. Però anche un po' arcaico perché rifili delle pappardelle non da screzi come si faceva 10 anni fa. Cerca di essere più conciso di proporr slide o video o altre tecnologie mediatiche
 
Bel thread... non a caso vi intervenni... :-o

Che dire, sul lungo periodo son convinto del guadagno, che aumenta con la capacità di distinguere le info disponibili e certamente con la conoscenza del gioco e dei giocatori

Come nella vita, vince chi ha l'intuizione migliore e la tecnica affinata, che personalmente integro con la conoscenza personale (conosco di persona almeno una 50ina di Amministratori Delegati)

Requisito necessario: totale distacco dal denaro e dal suo valore... ogni giocata sono fiches, gettoni, non 1 anno di stipendio od il valore di un immobile, o la laurea a Cambridge del figlio...

Consiglio: studiate e praticate il poker

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto