giuseppe.d'orta
Forumer storico
Come abbiamo riportato, il ministro delle Attività Produttive, non ritenendo sussistenti i presupposti per la predisposizione di un programma di ristrutturazione, ha invitato il Commissario a predisporre un programma di prosecuzione delle attività produttive finalizzato alla cessione dei complessi aziendali. Il che vuol dire che non ci sarà piano di rilancio della società, nè tantomeno il piano di ristrutturazione per le obbligazioni.
Anche se può apparire strano, il crack è meglio per gli obbligazionisti: avevamo già detto come, se fosse passata la ristrutturazione con conversione dei crediti in azioni, questa avrebbe voluto significare una perdita enorme ma "annacquata". La carta emessa sarebbe stata davvero tanta e quindi di scarsissimo valore. Le azioni, poi, non sarebbero state quotate e quindi sarebbero state pressoché invendibili. Le banche, infine, avrebbero magari aggiunto una qualche elemosina sotto forma di conciliazione, visto qualche "paladino degli investitori" che avalli le proposte dei tavoli si trova sempre ( specie quando gli si elargisce una bella sommetta per ogni pratica evasa, si veda http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=108420 ), ed anche la storiaccia Finmek sarebbe finita come le altre: perdite elevatissime per gli obbligazionisti e nessun responsabile.
Ora, invece, siamo in presenza di un crack vero e proprio, e nessuno può annacquare la realtà. Non a caso, il prezzo di mercato delle obbligazioni è immediatamente precipitato a quota 10 (sempre che si trovi una controparte disposta a comprarle).
Le banche responsabili di aver venduto al pubblico obbligazioni molto rischiose e che nel cui collocamento avevano specifici interessi devono rispondere delle loro azioni. Sconsiglieremo pertanto qualsiasi accordo conciliativo che non preveda un rimborso molto elevato: niente elemosine, come detto, ma risarcimenti concreti.
Cosa fare? Bisogna pretendere il risacimento dalle banche responsabili. Pertanto, chi non si fosse ancora attrezzato deve adoperarsi per essere pronto a farsi valere. Ricordiamo la nostra iniziativa a tutela degli obbligazionisti, iniziativa che in seguito alla notizia assume una valenza ancora maggiore:
http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=113545
Suggeriamo di chiedere la copia dei documenti anche se li si hanno a disposizione. Ciò per verificare se la banca abbia "corretto" i moduli a suo tempo firmati dal cliente. Ci stanno infatti pervenendo numerose segnalazioni su documenti "aggiustati" mettendo crocette ed avvertenze sui rischi dove invece prima c'erano spazi bianchi. Ennesimo esempio di come le banche trattino la clientela.
Un commento, infine, sugli organi di informazione: niente di niente...come sempre, gli inserzionisti pubblicitari hanno la precedenza sul pubblico.
Anche se può apparire strano, il crack è meglio per gli obbligazionisti: avevamo già detto come, se fosse passata la ristrutturazione con conversione dei crediti in azioni, questa avrebbe voluto significare una perdita enorme ma "annacquata". La carta emessa sarebbe stata davvero tanta e quindi di scarsissimo valore. Le azioni, poi, non sarebbero state quotate e quindi sarebbero state pressoché invendibili. Le banche, infine, avrebbero magari aggiunto una qualche elemosina sotto forma di conciliazione, visto qualche "paladino degli investitori" che avalli le proposte dei tavoli si trova sempre ( specie quando gli si elargisce una bella sommetta per ogni pratica evasa, si veda http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=108420 ), ed anche la storiaccia Finmek sarebbe finita come le altre: perdite elevatissime per gli obbligazionisti e nessun responsabile.
Ora, invece, siamo in presenza di un crack vero e proprio, e nessuno può annacquare la realtà. Non a caso, il prezzo di mercato delle obbligazioni è immediatamente precipitato a quota 10 (sempre che si trovi una controparte disposta a comprarle).
Le banche responsabili di aver venduto al pubblico obbligazioni molto rischiose e che nel cui collocamento avevano specifici interessi devono rispondere delle loro azioni. Sconsiglieremo pertanto qualsiasi accordo conciliativo che non preveda un rimborso molto elevato: niente elemosine, come detto, ma risarcimenti concreti.
Cosa fare? Bisogna pretendere il risacimento dalle banche responsabili. Pertanto, chi non si fosse ancora attrezzato deve adoperarsi per essere pronto a farsi valere. Ricordiamo la nostra iniziativa a tutela degli obbligazionisti, iniziativa che in seguito alla notizia assume una valenza ancora maggiore:
http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=113545
Suggeriamo di chiedere la copia dei documenti anche se li si hanno a disposizione. Ciò per verificare se la banca abbia "corretto" i moduli a suo tempo firmati dal cliente. Ci stanno infatti pervenendo numerose segnalazioni su documenti "aggiustati" mettendo crocette ed avvertenze sui rischi dove invece prima c'erano spazi bianchi. Ennesimo esempio di come le banche trattino la clientela.
Un commento, infine, sugli organi di informazione: niente di niente...come sempre, gli inserzionisti pubblicitari hanno la precedenza sul pubblico.