Follini di rabbia (di Beppe Severgnini)

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dalla rubrica Italians del Corriere della Sera:


Follini di rabbia
di Beppe Severgnini


Dopo "un escrutinio de enfarto" - titolo dei colleghi di "El Mundo", le cui coronarie castigliane erano però al sicuro - vincitori e sconfitti del 9-10 aprile mettono a nudo i propri stati d'animo. Per chi ama osservare i costumi degli italiani, questo strip-tease emotivo ha qualcosa d'insolito ed eccitante. In questo crepuscolo della Prima Età Berlusconea - sobbalzo a sinistra (mica ce ne sarà un'altra?), sussulto a destra (forse ce ne sarà un'altra!) - si vanno delineando figure interessanti.

DISTRATTI (Centrodestra). Sconfitta? Ma quando mai. Il motto è una frase di Baget Bozzo sul "Giornale": "Berlusconi ha trasformato queste elezioni in un referendum su Berlusconi, e lo ha vinto". Be', è vero che ha fatto meglio di quanto chiunque (meno lui) pensasse; ma è altrettanto vero che Forza Italia ha perso un quinto dei voti del 2001 (dal 29,4% al 23,7%), e con due leggi-harakiri (premio di maggioranza, voto all'estero) s'è immolata agli avversari. Se questo è vincere, fateci sapere come si fa a perdere.

INCONTENTABILI (Centrosinistra) Non gli basta la maggioranza dei seggi, non è sufficente che Prodi abbia (di nuovo) battuto Berlusconi: non piacciono gli eletti. Scrive Sabina Guzzanti sul "Manifesto": "...al posto dei vecchi familiari intrallazzoni e filibustieri ci sono sconosciuti privi di ogni dote. La loro inconsistenza è morale, dialettica, strategica, culturale e anche fisica." Come augurio per il nuovo Parlamento, non è male.

TREMAGLIATI (Centrodestra) Accettano la sconfitta, ma non la digeriscono. Vittorio Feltri su "Libero" indica i responsabili. In primis Mirko Tremaglia, il nuovo guru della sinistra antagonista (il suo profilo ormai campeggia tra Marx e Lenin nei circoli di Rifondazione). Ma ce l'ha anche con la legge elettorale, "la claque di Forza Italia", Bondi e Cicchitto, i pensionati di Fatuzzo, la Rosa nel Pugno. Se potesse, li chiuderebbe tutti in una baita a Castione della Presolana, e li lascerebbe lì.

SCARAMANTICI (Centrosinistra). Sperano ciò che i numeri e l'esperienza rifutano di confermare: che la nuova maggioranza sia concorde e governi con efficacia (per senso di responsabilità, per il rischio di tornare alle urne, per sdebitarsi con la sorte della vittoria sul filo). Dice Claudio Magris a "La Stampa": "Spero che si capisca, nella coalizione di centro-sinistra, come non ci si possa permettere alcuna sciocchezza, alcun personalismo, alcuna vanità". Dice poco, professore.

FOLLINI DI RABBIA (Centrodestra?), ovvero: piuttosto contenti. Sono quelli che, pur avendo votato Casa delle Libertà (ma siamo sicuri?), accettano di buon grado il risultato delle elezioni, perché consente - forse, prima o poi, un giorno, chissà quando - di creare un centrodestra de-berlusconizzato. Il programma? Per ora s'accontentano della dichiarazione di Marco Follini a "Repubblica": "Al Viminale c'è una macchina ben oliata, e ho fiducia in Pisanu". Come dire: provate a farci vincere, e vi strozzo.

RIDUTTIVI (Centrodestra). Giuliano Ferrara, incerto tra consolazione e cospirazione, scrive: "La mezza vittoria e la mezza sconfitta di queste elezioni, concetto valido per ambedue gli schieramenti, è più dolce e calda, paradossalmente, per Berlusconi, l'impresario degli happy end." A parte il fatto che si dice "happy endings", chiedo al direttore del "Foglio": ma l'hai guardato in faccia?

ADRENALINICI (Ogni schieramento). Tra lunedì e martedì hanno dormito tre ore e si sono divertiti come pazzi tra TV, birra, computer e sms agli amici. Vorrebbero passare tutte le notti così! Il cardiologo (spagnolo?) dice: non se ne parla nemmeno.
 

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