Pitagora
Aquila libera
C'e' dipiu' mio caro, c'e' dipiu'.....
Heeee ma bisogna conoscere bene l'Amleto per sapere cosa....
Ed io ho gia' parlato anche troppo... Anche troppo si.
Percui su questo argomento da ora mene staro' zitto.
Ma un ultima cosa voglio dirvi prima del silenzio, tenete ben a mente che l'Amleto e' pur sempre una "tragedia".
Notte amici miei, e speriamo che morfeo porti consiglio.
Buondì caro Drenaggio, noto che anche a te piace coniugare la filosofia comportamentale con il tradingnon è che stà nascendo un novello Talebche per me rimane 1 dei trader maggiormente poliedrici in assoluto?
Ne era convinto Shakespeare che lo fa dire, nell’Amleto, all’ufficiale Marcello che con Bernardo ed Orazio attendono il ritorno dello spettro già apparso sugli spalti del castello le notti precedenti.
“C’è del marcio in Danimarca!”. Lo si dice quando si vuol stigmatizzare qualsiasi situazione disonesta e per descrivere delitto, corruzione e mercimonio. Nell’Amleto siamo all’acme dell’impudicizia, della corruttela, la regina fa uccidere il re suo marito dallo stesso fratello del re, per poi giacersi con il cognato nel talamo regale. Una fetenzia che nemmeno la Roma papalina sarebbe mai stata capace di mettere in scena.
Così, il povero principe di Danimarca, orfano di padre per madre uxoricida, scioglie man mano gli arcani del delitto e si convince d’avere per madre un’arpia e per zio il drudo di sua madre. La ragione del giovane Amleto è sconvolta e non sarà la tenera Ofelia a rinsavirlo. Il tutto precipita in un duello finale con spade dalla punta avvelenata e la strage si compie nella sala del trono riscattando il delitto che aveva privato della vita il legittimo re, padre di Amleto. Ma quanto sangue innocente per una malvagità nutrita dall’ambizione fratricida e dall’erotismo fedifrago di una moglie (e madre) perversa.
Diciamo che dopo Shakespeare la metafora acquista una sua nobiltà moralizzatrice e là dove il disonore e l’immoralità attanagliano le azioni degli uomini, là è facile sferzarle con la frase shakespeariana per dare all’insieme il senso riprovevole dell’immoralità sociale ed istituzionale.
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