FRANCIA si appresta alla recessione

Asterix, Obelix e i dipendenti pubblici



Scritto da Roberto Fantuzzi
http://www.finanzaelambrusco.it/economia-lavoro/1439-asterix-obelix-e-i-dipendenti-pubblici.html


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Mentre la Grecia continua a distrarre i mercati la Francia, l’altro paese leader dell'Unione europea assieme alla Germania, sta vivendo una contrazione dell'economia pari a quella del 2008-2009.
In effetti i numeri delle vendite di auto della Francia di settembre, sono peggiori di quelli del mese di settembre 2008 (il mese del crollo della Lehman).


La lettura delle PMI del paese è tornata ai livelli di aprile 2009.
Anche la Banca Centrale francese ha annunciato che il paese potrebbe ri-entrare in recessione prima della fine dell'anno.
Nel corso delle ultime settimane, un grido di allarme è stato lanciato dai dirigenti che avvertono come l'economia francese sia andata pericolosamente fuori strada.
In un'intervista pubblicata il 14 novembre sulla rivista L'Express, Amministratore Delegato Henri de Castries dei servizi finanziari del gruppo Axa ha un giudizio severo sulla politica economica di François Hollande, avverte che il recente piano per la competitività ammorbidisce il dolore e segna l’incapacità francese ad entrare nel XXI secolo.

Per Castries la Francia sta rapidamente perdendo terreno, non solo contro la Germania ma contro quasi tutti i suoi vicini europei. "C'è un forte rischio che, nel 2013 e nel 2014, si finisca dietro economie come Spagna, Italia e Gran Bretagna".
Dice pure che ”la crescita del settore produttivo è soffocata da un eccesso di spesa pubblica”.


Nel mese della consapevolezza francese, il 5 novembre Louis Gallois ha pubblicato un rapporto commissionato dal governo ove si chiede una "terapia d'urto" per ripristinare la competitività francese.


E poco prima, alla fine di ottobre, un gruppo di 98 CEO del Paese, hanno pubblicato una lettera aperta a Hollande scrivendo che la spesa del settore pubblico, che al 56 per cento del prodotto interno lordo è la più alta d'Europa, "non è più sostenibile."


Otteniamo ulteriore conferma dei grossi guai dei francesi, dalle posizioni del suo principale partner nel sostenere l'Unione europea, la Germania.


Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha chiesto ad un gruppo di consulenti di esaminare delle proposte di riforma per la Francia, preoccupato del fatto che la debolezza nella seconda più grande economia della zona euro potrebbe ritorcersi contro la Germania.

Due funzionari anonimi, hanno detto a Reuters che Schaeuble ha chiesto al Consiglio dei “saggi” economici del governo tedesco di prendere in considerazione la stesura di una relazione su quello che la Francia dovrebbe fare.


"Il problema più grande in questo momento nella zona euro non è più la Grecia, la Spagna o l'Italia, è invece la Francia, perché non ha intrapreso davvero nulla per ristabilire la propria competitività, anzi va nella direzione opposta”, ha detto Feld.

"La Francia ha bisogno di riforme del mercato del lavoro, è il paese tra quelli della zona euro ove il lavoro funziona meno ogni anno”.
Lato francia, se ne fregano delle critiche dell’Economist e dicono che la vera bomba in Europa è la Germania.
Jacques Attali, saggista e scrittore francese, che in tempi non (ancora del tutto) sospetti, ha presieduto su incarico di Sarkozy la Commissione per il rilancio della crescita, oggi sta lavorando per Hollande a un rapporto sull'«Economia positiva e responsabile».
La Francia non è una bomba a scoppio ritardato in Europa, come ha annunciato l'Economist in copertina?
«La vera bomba a scoppio ritardato in Europa è la Germania, perché il paese è in difficoltà a causa della sua demografia e del suo catastrofico sistema bancario. La Francia ha invece un sistema bancario eccellente e una demografia forte. L'azione del governo francese finirà per ottenere risultati. A lungo termine, la Germania si troverà in una situazione più difficile della Francia. I media anglosassoni lanciano attacchi scandalosi per distogliere l'attenzione dai loro problemi. La realtà è che il mondo anglosassone, l'economia americana e quella britannica, sono in fallimento».
 
La svalutazione competitiva? La Francia la sta già facendo. Ispirandosi a un'economista indiana di Harvard

di Riccardo SorrentinoCronologia articolo19 febbraio 2013Commenti (29)
La svalutazione competitiva? La Francia la sta già facendo. Ispirandosi a un'economista indiana di Harvard - Il Sole 24 ORE

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Gita Gopinath (Afp)


La svalutazione competitiva? La sta facendo la Francia, tutta da sola, e in modo da colpire soprattutto i partner di Eurolandia. Naturalmente Parigi non tocca la leva del cambio, perché non può farlo, ma ha trovato il modo di simulare con la politica fiscale gli effetti di un deprezzamento dell'euro, e lo ha usato con spregiudicatezza. I risultati potrebbero vedersi presto.
L'idea è semplice. Cosa fa una svalutazione? Rende più costose le importazioni e più competitive, nel prezzo, le esportazioni.

Si possono ottenere gli stessi risultati con strumenti fiscali (e si parla, quindi, di svalutazione fiscale).

Si aumenta l'Iva, dunque: questo non tocca i beni esportati, ai quali non si applica, ma pesa (anche) sui prodotti importati.

Nello stesso tempo si danno crediti fiscali alle aziende, o in alternativa si riducono le tasse sul lavoro, il cuneo fiscale, o semplicemente si tagliano le tasse sulle aziende le quali, conservando i margini, possono abbassare i prezzi delle esportazioni. [la germania l'ha fatto diversi anni fa ]


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L'economista indiana che ha rivisitato Keynes
Parigi sta facendo esattamente questo: su ispirazione di Philippe Aghion, uno degli studiosi più attenti al tema della crescita economica (strutturale) e consulente del presidente François Hollande, ha adottato l'anno scorso questa politica: più Iva - l'anno prossimo aumenterà l'aliquota più alta e ne sarà introdotta una nuova - e crediti fiscali per 20 miliardi.
Aghion si è ispirato al lavoro di Gita Gopinath, 41 anni, economista indiana dell'Università di Harvard che a sua volta, in un lavoro con Emmanuel Farhi e Oleg Itskhok, ha reso attuali alcune proposte avanzate da John Maynard Keynes nel 1931, - prima della Teoria Generale. L'economista di Cambridge invitava però a usare i dazi, che colpiscono direttamente le importazioni, invece delle imposte sui consumi (che sono molto regressive, nel senso che pesano soprattutto sui meno ricchi).
Per i risultati occorrerà aspettare che la politica vada a regime.


Una simulazione svolta sulla Spagna da José Boscá, Rafael Doménech,e Javier Ferri per la Bbva, mostra che la svalutazione fiscale ha davvero effetti su esportazioni e importazioni, ma di gran lunga inferiori rispetto alla svalutazione monetaria. L'effetto complessivo sulla crescita è anche qualitativamente diverso: un deprezzamento del cambio porta a un aumento del Pil nel primo anno, ma l'effetto si riduce fortemente nel secondo; la svalutazione fiscale, al contrario, ha effetti relativamente limitati il primo anno, più robusti nel secondo, con un risultato medio leggermente migliore.

Una "vecchia" analisi della Banca di Francia, precedente la crisi, ha trovato che un taglio di 1,5 punti percentuali nei contributi finanziato da un aumento dell'Iva genererebbe in teoria 30mila posti di lavoro, che salgono a 300mila se le misure puntassero soprattutto ai salari più bassi.


Un danno per i partner [la germania l'ha fatto diversi anni fa ]
Il problema è che questa politica potrà danneggiare soprattutto i partner di Eurolandia, verso i quali la "svalutazione fiscale" si dirige. «Emerge un problema di coordinamento internazionale», hanno spiegato Michael Keen e Ruud de Mooij del Fondo monetario Internazionale sul sito Vox.eu. La mossa della Francia «può apparire come una forma di competizione fiscale che alla fine danneggia tutti i paesi», e soprattutto quelli che avrebbero più bisogno di seguire questo tipo di politiche. Vengono in mente la Grecia e il Portogallo, per i quali la svalutazione competitiva è stata proposta, in passato, ma mai applicata. Se tutti i Paesi di Eurolandia adottassero le stesse misure, spiega poi uno studio più rigoroso dei due economisti, l'effetto per ciascuno risulterebbe decisamente ridotto, e quello sulle esportazioni - ma non necessariamente sulla crescita, "sostenuta" dal taglio delle importazioni - forse addirittura azzerato.
Pioggia di critiche
Non si può dimenticare inoltre che il rialzo dell'Iva e i tagli alle imposte sulle imprese necessari per ottenere risultati sono notevoli, anche se più da un punto di vista della "digeribilità" politica - non a caso Hollande ha attenutato gli aumenti previsti dal predecessore Nicolas Sarkozy - che da quello puramente quantitativo. Come pure il fatto - sottolineato dall'Fmi - che in molti Paesi di Eurolandia, a causa dell'attuale struttura delle imposte, la svalutazione fiscale potrebbe favorire i beni e i servizi non-tradable, quelli che non possono essere fisicamente esportati, vanificando tutti gli sforzi.
Non sorprende allora che le critiche siano a volte molto radicali.
«È sostanzialmente - spiega Lars Christensen della Den Danske Bank nel suo blog marketmonetarist.com - un'idea tipica dello stile protezionista degli anni 30: tasse sulle importazioni e sussidi alle esportazioni. [ma la germania l'ha già fatto diversi anni fa ]
Tutti coloro che hanno studiato economia dovrebbero sapere che il protezionismo è estremamente negativo per tutti e che queste idee ridurranno il benessere sia del paese che le introduce sia quello degli altri Paesi. Solo gli stupidi sostengono il protezionismo». Un esempio negativo è per esempio quello dell'India: dal '47 in poi e per 40-50 anni, spiega Christensen, New Delhi ha adottato queste politiche con risultati molto deludenti. È invece possibile trovare, aggiunge, Paesi che hanno tentato la strada della svalutazione monetaria - attraverso i cambi - e hanno ottenuto risultati anche importanti. Senza necessariamente danneggiare i partner.
 
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Ieri la Commissione Europea ha approvato la garanzia per 18 miliardi di Parigi al Credit Immobilier de France, per dare la possibilità di coprire i bisogni immediati di tesoreria.
 
«I dipendenti francesi guadagnano molto ma lavorano solo tre ore al giorno. Spendono un' ora per la pausa pranzo, chiacchierano per tre ore e lavorano le restanti tre ore. L'ho detto ai sindacati francesi. Mi hanno risposto che in Francia è così». Punto e basta.

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I francesi sono così da sempre - in BASF per cui ho lavorato tantissimo tempo fa, c'era un mio collega francese -direttore di una struttura in italia- che mi diceva che preferiva le maestranze italiane piuttosto che quelle francesi, ma di gran lunga: + efficienti + creative + laboriose ...
Ma la francia invece sta complessivamente ben meglio dell' italia nonostante che facciano un tubo ... potenza dell' energia che costa pochissimo ... ;) a noi invece rimane solo abbassare ulteriormente lo stipendio che da meno pagato d' europa lo diventerà ancora meno.
 
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I francesi sono così da sempre - in BASF per cui ho lavorato tantissimo tempo fa, c'era un mio collega francese -direttore di una struttura in italia- che mi diceva che preferiva le maestranze italiane piuttosto che quelle francesi, ma di gran lunga: + efficienti + creative + laboriose ...
Ma la francia invece sta complessivamente ben meglio dell' italia nonostante che facciano un tubo ... potenza dell' energia che costa pochissimo ... ;) a noi invece rimane solo abbassare ulteriormente lo stipendio che da meno pagato d' europa lo diventerà ancora meno.
più che "l'energia", in Francia, "costano" meno i Politici e c'è meno addetti ai "lavori" della stessa. ESEMPIO? +di 4000 "amici" (lavoratori)alla Camera; +di 3000 "amici" (lavoratori) al Senato; +di 2000 "amici" (lavoratori) al Quirinale;.......FARNESINA.....PALAZZO CHIGI..... stipendio? tra 50k e 150k € anno. E ancora....REGIONI (20 +/-), PROVINCE (110 +/-),CONUNI (7100 +/-) etc.etc. QUESTA (e altre) sono le ragioni che ci considerano uno Stato......PIG!
 
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più che "l'energia", in Francia, "costano" meno i Politici e c'è meno addetti ai "lavori" della stessa. ESEMPIO? +di 4000 "amici" (lavoratori)alla Camera; +di 3000 "amici" (lavoratori) al Senato; +di 2000 "amici" (lavoratori) al Quirinale;.......FARNESINA.....PALAZZO CHIGI..... stipendio? tra 50k e 150k € anno. E ancora....REGIONI (20 +/-), PROVINCE (110 +/-),CONUNI (7100 +/-) etc.etc. QUESTA (e altre) sono le ragioni che ci considerano uno Stato......PIG!

Vero anche questo-
 
più che "l'energia", in Francia, "costano" meno i Politici e c'è meno addetti ai "lavori" della stessa. ESEMPIO? +di 4000 "amici" (lavoratori)alla Camera; +di 3000 "amici" (lavoratori) al Senato; +di 2000 "amici" (lavoratori) al Quirinale;.......FARNESINA.....PALAZZO CHIGI..... stipendio? tra 50k e 150k € anno. E ancora....REGIONI (20 +/-), PROVINCE (110 +/-),CONUNI (7100 +/-) etc.etc. QUESTA (e altre) sono le ragioni che ci considerano uno Stato......PIG!


:up:

e magari si fermasse lì il problema
il costo della burocrazia, inteso nel triplice significato di:
rallentamento fino al congelamento di ogni pratica ( e per fare business ne occorrono parecchie)
ore-lavoro per seguire gli adempimenti burocratici, spesso così complicati da essere poi inutili , o al contrario duplicazioni di dichiarazioni già fatte
dai precedenti ne deriva in terzo, che poi fa riprendere il circolo vizioso: la corruzione della PA di cui anche recentemente la Corte dei Conti ha fatto una mappa precisa, nella regione più produttiva: ho paura a pensare al resto
 
:up:

e magari si fermasse lì il problema
il costo della burocrazia, inteso nel triplice significato di:
rallentamento fino al congelamento di ogni pratica ( e per fare business ne occorrono parecchie)
ore-lavoro per seguire gli adempimenti burocratici, spesso così complicati da essere poi inutili , o al contrario duplicazioni di dichiarazioni già fatte
dai precedenti ne deriva in terzo, che poi fa riprendere il circolo vizioso: la corruzione della PA di cui anche recentemente la Corte dei Conti ha fatto una mappa precisa, nella regione più produttiva: ho paura a pensare al resto
:) Infatti!!!! Il problema lì INIZIA e non si ferma GIRA.:pozione:
 
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:) Infatti!!!! Il problema lì INIZIA e non si ferma GIRA.:pozione:


già :(

si potrebbe quasi dire che tutto il resto ne sia conseguenza
una sana legge contro la corruzione, in una delle nazioni che viene additata tra le più corrotte, sarebbe una cosa logica : a costo zero da fare, con benefici rapidi e misurabili ( sempre la Corte dei Conti indica il costo della corruzione in 60 miliardi all'anno ..)

a cui si somma il costo di evasione e sperperi ( sempre Corte dei conti, 100 mld anno)

e cui sommerei come effetto indotto lo spread sul costo del debito, dovuto alla sfiducia lagata a questi fattori, diciamo un punto %
su 2.000 mld di debito, un altro 20 mld : un 'pacchetto ' di 60+100+20 = 180 miliardi annui



fooorse il vero spread con la Francia è questo
anzi io credo che se ci togliessimo anche solo una parte di questo fardello dalla schiena, la Francia la lasceremmo indietro senza problemi, energia o no
 
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