Anche Generali in coda per Pioneer
Il gruppo ha avanzato la sua offerta per la controllata di Unicredit, coerentemente con la strategia di rifocalizzarsi su business a base tariffaria. Mediobanca (outperform) apprezza la scelta. Intanto il Leone ribadisce la volontà di aumentare il dividendo e Caltagirone diventa il secondo azionista
di
Elena Filippi
Anche Generali in coda per Pioneer - MilanoFinanza.it
Generali si mette in coda per Pioneer. Secondo quanto anticipato da Mf-Milano Finanza, infatti, il Leone di Trieste ha presentato un'offerta non vincolante per la controllata di casa
Unicredit , boccone che fa gola anche a
Poste Italiane ,
Anima Holding e Cassa depositi e prestiti, mentre tra i gruppi esteri figurano Amundi,
Allianz ,
Axa , Macquarie, Franklin e Aberdeen. Nessun commento ufficiale, tuttavia, è arrivato dalla compagnia assicurativa guidata da Philippe Donnet.
Ad apprezzare particolarmente la mossa del gruppo sono stati gli analisti di
Mediobanca Securities (rating outperform e target price a 14,5 euro) che hanno dichiarato di prendere in seria considerazione la direzione presa dalla società, anche se è ancora presto per determinare chi sarà il vincitore. "Crediamo che
Generali , così come ha indicato il management a suo tempo, debba porsi come obiettivo accordi nel ramo infortuni e sinistri (P&C, ndr) e/o nel segmento di raccolta e gestione del risparmio, questo per bilanciare il suo portafoglio di business verso settori a base tariffaria", hanno commentato gli esperti, aggiungendo che Pioneer potrebbe giocare un ruolo importante in questo senso.
Nel frattempo, i vertici di
Generali hanno partecipato a un roadshow con gli analisti di Banca Imi (rating add e target price a 16 euro), incontro dove il tema M&A ha trovato posto tra i maggiori spunti di discussione, insieme agli obiettivi 2015-2018, le nuove prospettive strategiche e la digitalizzazione.
Negli ultimi tempi, in effetti, oltre a Pioneer, altri due nomi sono stati affiancati alla compagnia friulana, primo tra tutti quello di Axa , la fusione con la quale è stata recentemente smentita dall'ad Donnet, e, successivamente, FinecoBank , altro gioiello di Gae Aulenti.
Tuttavia,
quest'ultima ipotesi è stata scartata dagli esperti, con Banca Imi che aveva definito un accordo tra le due parti come "troppo complesso e di limitata potenzialità a livello sinergico a causa di due modelli di business troppo differenti e adatti alle singole società, che mostrano strutture operative già di per sé efficienti".
Sul fronte strategico, in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre, rivelatosi solido con la crescita sia del settore vita sia di quello non vita, con un utile operativo vicino ai 2,5 miliardi (2,78 miliardi nel primo semestre 2015) su cui ha gravato la decisione di ridurre l'apporto delle plusvalenze, la compagnia aveva confermato gli obiettivi del proprio piano strategico 2015-2018. In particolare, la realizzazione di un flusso di cassa operativo oltre 7 miliardi di euro, dividendi cumulativi per almeno 5 miliardi e un ritorno sul capitale proprio (RoE) oltre il 13%.
Tali target, ha puntualizzato Banca Imi, sono in linea alla performance del gruppo e ne rappresentano la chiave per l'equity story. Infatti, "sulla base delle nostre stime, il dividendo cumulativo nel periodo è pari a 5,2 miliardi di euro, con una progressione nei singoli anni da 0,72 euro per azione nel 2015, a 0,8 euro nel 2016 e a 0,95 euro nel 2018".
La direzione futura verrà resa nota, ufficialmente il 23 novembre a Londra, anche se, come ha ricordato Banca Imi, alcuni spunti sono già stati dati come, ad esempio, la volontà di rifocalizzarsi sul business assicurativo, di rivedere la propria distribuzione geografica, in modo da liberare risorse per potersi concentrare su aree a maggior potenziale di sviluppo, e di adottare un atteggiamento più aggressivo sui costi. Quest'ultimo punto sarebbe possibile tramite i futuri risparmi derivanti dagli investimenti portati avanti ora nel ramo digitale, grazie alla partnership con la statunitense Progressive, uno dei leader mondiali nell'assicurazione telematica per auto.
Al riguardo, la banca d'affari ha ricordato i passi avanti fatti da
Generali che ha circa 1 milione di polizze telematiche in Italia e nel 2015 ha acquisito la britannica MyDrive, start-up ai vertici nell'uso dell'analisi dei dati per tracciare il profilo dei guidatori, mentre nel settore vita l'alleanza con Discovery Insurance ha permesso il lancio di Vitality Programme, ossia un programma che promuove il miglioramento delle abitudini e un sano stile di vita sulla base di schemi personalizzati e incentivi di prezzo.
Intanto il titolo Generali al momento cede l'1,07% a quota 11,07 euro, mentre continuano i movimenti nell'azionariato del Leone con il vice presidente del gruppo,
Gaetano Caltagirone , che è salito al 3,49% del capitale sociale, coerentemente con l'obiettivo espresso in passato di arrivare al 5%. La scorsa settimana, infatti, il top manager ha acquisito, attraverso Fincal, 1,2 milioni di azioni a 11,79 euro, per un controvalore di 14,15 milioni, cedendone, nello stesso giorno, 23.600 a 11 euro con un guadagno di 260 mila euro. Infine, tramite la sua società, Echetlo,
Caltagirone ha comprato 100 mila titoli a 10,9323 euro con un esborso di oltre 1 milione. Attualmente è il secondo azionista della compagnia, alle spalle di
Mediobanca che ha il 13,04% e davanti alla
Delfin di Leonardo Del Vecchio (3,16%).