Assicurazioni Generali (G) Generali riuscirà a restare italiana o sarà mangiata da Axa?

Si fermerà qui?
15966006_988520811253509_6693837435383754571_n.jpg


Pietro Paciello - GENERALI: dopo la discesa anticipata... | Facebook
 
Guerra su Generali? Non solo Axa, ora la vogliono Allianz e Intesa SanPaolo
23 gennaio 2017, di Alessandra Caparello
upload_2017-1-23_12-48-32.gif

Guerra su Generali? Non solo Axa, ora la vogliono Allianz e Intesa SanPaolo | Wall Street Italia


Non solo i francesi dell’Axa e la tedesca Allianz, ma ora anche la più importante banca italiana, Intesa SanPaolo, starebbe pensando di mettere mano sulle Generali.

Come riporta un articolo de La Stampa, sono due gli scenari che si starebbero formando per quanto riguarda il destino della compagnia del Leone di Trieste, da una parte Allianz, come ha annunciato il suo ad Oliver Baete, sarebbe proprio a caccia di una grande acquisizione.
“Dobbiamo cercare chi sarebbe adatto a noi, con un bilancio pulito e alla nostra portata”.

E nel mirino sarebbero cadute la svizzera Zurich e l’italiana Generali che capitalizza circa 21 miliardi, meno di un terzo dei 73 miliardi che Allianz vale in Borsa.

Dall’altra parte Intesa Sanpaolo starebbe valutando un’operazione su Trieste anche se da entrambe, arrivano secchi no comment alle indiscrezioni di stampa e di mercato.
C’è anche chi ipotizza un intervento su Generali da parte di Allianz con a fianco proprio la banca guidata da Carlo Messina per garantire l’italianità dell’operazione, anche se poi ci sono altri che fanno notare che la banca non avrebbe alcuna intenzione di far da stampella ad un soggetto terzo.

Ma gli ostacoli sono comunque dietro l’angolo. Innanzitutto i problemi Antitrust dato che Allianz in Italia è terza dopo Generali e Unipol e quest’ultima inoltre è attiva solo nel ramo danni.

L’altra ipotesi che affiora prevede un ruolo maggiore di Intesa SanPaolo mentre Allianz sarebbe interessata solo ad alcuni settori di Generali.
“È vero che Baete va cercando di espandersi negli Stati Uniti (dove praticamente le Generali non ci sono), ma è pur vero che il Leone è forte in mercati come l’Argentina, ha una buona presenza in Brasile ed è ben piazzata in Francia, sulla cui filiale Baete aveva messo gli occhi già mesi fa, prima che l’ad di Trieste, Philippe Donnet, dichiarasse quel mercato strategico.
Anche in estate, Baete immaginò di muovere sulle Generali cedendo Italia e Germania a Zurich. Non se ne fece niente. Adesso le pedine in campo si moltiplicano.
Secondo Unicredit, toccherà a Mediobanca, col 13%, vigilare sull’indipendenza del Leone, che ha in pancia qualcosa come 500 miliardi di asset.
Si profila un nuovo scontro, dopo Rcs, tra Intesa e Piazzetta Cuccia? Si vedrà”.

Analisti: piano difficilmente attuabile
Secondo gli analisti di Equita SIM le indiscrezioni su un’alleanza tra Intesa e Allianz per un’aggregazione con Generali “sembra poco verosimile e il piano difficilmente attuabile viste le complessità di integrare due reti completamente diverse, senza considerare gli eventuali vincoli antitrust sul mercato domestico”. Attualmente a Piazza Affari i titoli Generali volano di quasi il +5%, mentre il primo azionista della compagnia di assicurazione, Mediobanca, guadagna poco meno di un punto percentuale. Su Intesa e Allianz si abbatte invece la lettera.

Sulla maxi operazione questo scrive Il Giornale:

“Non a caso Intesa è stata la protagonista della recente «rifondazione» di Rcs (il Corriere della Sera), appoggiando la scalata di Urbano Cairo; e più recentemente si è schierata come advisor al fianco di Mediaset per parare i prossimi colpi di Vivendi. In entrambi i casi in contrapposizione più o meno esplicita con Mediobanca e Bolloré. Ecco allora che una vicenda di dimensioni molto più importanti e con un peso strategico e politico di ben altra importanza come Generali (con i suoi 450 miliardi di riserve investite), potrebbe rientrare in questa dialettica. Ed alzare a livelli mai visti prima il confronto/scontro con Mediobanca. Che dura con alterne vicende da circa trent’anni. E che di fronte al futuro delle Generali potrebbe trasformarsi in una sorte di «battaglia finale» per la leadership di quel che resta del capitalismo italiano dopo la grande crisi”.
 
Mossa difensiva delle Generali che ha acquisito i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo pari al 3,01% del capitale, attraverso un'operazione di prestito titoli.

La mossa, in base alla normativa delle partecipazioni incrociate, inibisce alla banca i diritti di voto in caso questa acquisti successivamente partecipazoni della compagnia.

La Borsa specula sul risiko delle assicurazioni ed il titolo corre chiudendo in rialzo a MILANO del 3,9% e i volumi di scambio sono raddoppiati rispetto alla media . Secondo indiscrezioni, per ora non confermate, nell'operazione entrerebbe anche Allianz come partner industriale.

MINALI VERSO L'USCITA Il cda di Generali si riunirà, secondo quanto apprende l'ANSA, mercoledì 25 gennaio. Alberto Minali, Cfo e direttore generale della società sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni. Tra i motivi dell'addio del manager ci sarebbero divergenze sulla governance con l'ad Philippe Donnet e l'opposizione all'eventuale progetto di cessione di Generali France.
(ANSA)
 
Mossa difensiva delle Generali che ha acquisito i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo pari al 3,01% del capitale, attraverso un'operazione di prestito titoli.

La mossa, in base alla normativa delle partecipazioni incrociate, inibisce alla banca i diritti di voto in caso questa acquisti successivamente partecipazoni della compagnia.

La Borsa specula sul risiko delle assicurazioni ed il titolo corre chiudendo in rialzo a MILANO del 3,9% e i volumi di scambio sono raddoppiati rispetto alla media . Secondo indiscrezioni, per ora non confermate, nell'operazione entrerebbe anche Allianz come partner industriale.

MINALI VERSO L'USCITA Il cda di Generali si riunirà, secondo quanto apprende l'ANSA, mercoledì 25 gennaio. Alberto Minali, Cfo e direttore generale della società sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni. Tra i motivi dell'addio del manager ci sarebbero divergenze sulla governance con l'ad Philippe Donnet e l'opposizione all'eventuale progetto di cessione di Generali France.
(ANSA)
Generali ha superato il maximo precedente
alla faccia di deutsche bank che l'ha downgradata
 
Ultima modifica:
RISIKO: Francia all’attacco del sistema finanziario italiano
Scritto il 25 gennaio 2017 alle 10:08 da Danilo DT


E quasi per magia, tornarono gli acquisti sul settore finanziario italiano. A muovere le acque sono i rumors su Generali, Intesa SanPaolo e Mediobanca. E anche Unicredit in modo indiretto. Ma non per l’aumento di capitale, bensì per questo risiko all’italiana che deve essere preso con le molle.

Tanto per cominciare è giusto dire che il settore finanziario italiano è decisamente sottovalutato in borsa. Quindi ci potrebbe anche stare un rally dopo tante correzioni.
Però attenzione, in questo risiko si possono nascondere questioni molto più grandi di matrice politica.

Generali è la prima compagnia di assicurazioni italiana, terza a livello europeo e rappresenta il più grande gestore di risparmio italiano.
L’AD di Generali è un francese e questo potrebbe “aiutare” in direzione di un’aggregazione con Axa, secondo polo assicurativo europeo.
Ma il principale azionista di Generali è Mediobanca, comandata per 1/3 da Unicredit e per un terzo da soci francesi.
Primo problema: Mediobanca dovrebbe difendere l’italianità di Generali. Ma si trova in una situazione ibrida, quasi una crisi di identità, anche se al momento l’azionista di riferimento della holding resta Unicredit.

Ma attenzione: chi guida, oggi, Unicredit? Mustier che guarda caso è francese.
E sempre per caso (si fa per dire) Unicredit ha già venduto parte dei suoi gioielli. E tra di essi il gioiello più grande è sicuramente Pioneer, che con i suoi 200 miliardi di euro di risparmi italiani, rappresenta un player non di second’ordine. MA ecco la domanda bomba: a chi ha venduto Pioneer? Ma ovviamente ai Francesi! Si, sono quelli di Amundi.

Inoltre, provate a farvi un pò di ricerche su internet e troverete anche della stampa d’Oltralpe che parla di una fusione tra la stessa Unicredit con chi? Beh, è ovvio… Chiamiamola fusione, ma sarebbe una acquisizione, magari uno scambio carta contro carta e poi a comandare sarebbe, guarda caso, un altra istituzione bancaria francese, ovvero Société Générale.

In questa rete che spero di aver descritto in modo comprensibile, è evidente che stiamo parlando alla fine un attacco all’italianità del nostro sistema finanziario, attacco che è già stato sferrato in modo evidente e che rischia di continuare prossimamente.

In un batter d’occhio, quindi si arriverebbe ad avere Generali sotto Axa, Unicredit sotto SG e Mediobanca automaticamente comandata da Parigi.

Cosa ci resta? La baca che la borsa oggi sta punendo, ovvero Intesa SanPaolo, che tenta l’approccio a Generali in nome della politica e della italianità.
Ovviamente la scusa è che l’Italia è un paese debole, con un sistema finanziario fragile ecc ecc (alla faccia delle frasi fatte in cui si diceva ceh le nostre banche sono solide). Quindi ovviamente il predatore si disegna come “salvatore” non della Patria (perchè porta le compagnie in Francia) ma salvatore dell’integrità finanziaria dell’Italia.
E se provate a guardarvi indietro non sono casi isolati. Ricordate? Ne parlavo in questo post. La penultima puntata è stata poi la “fusione” tra Essilor e Luxottica.

FTSEMIB Bank Index
34xdq


La cosa però grave è che la nostra fragilità non gioca a favore dell’italianità.

Non dimentichiamo infatti che siamo alle porte di un mega aumento di capitale di Unicredit.
Non dimentichiamo che seguirà anche un aumento di UBI.
Non dimentichiamo che i nostri problemi sui NPL non sono affatto risolti. Anzi. MI risulta che recentemente una banca italiana, la nuova BAMI ovvero Banco Bpm, ha annunciato la vendita di un portafoglio di NPL unsecured da 641mn. Il prezzo ufficiale non è stato reso noto (così mi risulta), ma sono stati fatti dei ragionevoli calcoli che portano la valutazione di tali NPL a… 5 centesimi. Ovvero al 5%.

Ok, sono unsecured (i cosiddetti “secured” potrebbero raggiungere una valutazione di 25-30%) ma come sono conteggiati tali NPL nei bilanci delle banche italiane?
Non facciamoci prendere dall’euforia dei movimenti del risiko. Nella realtà dei fatti c’è un settore sicuramente interessante ma ancora da riassettare per benino, con la consapevolezza che, forse, non tutto è scontato a dovere nei bilanci.

RISIKO: Francia all’attacco del sistema finanziario italiano | IntermarketAndMore

Danilo DT


P.S. senza dimenticare che
BNL è stata acquisita da BNParibas ...... francese
Cariparma è stata acquisita da Credit Agricole... francese
Parmalat acquista da Lactalis ....... francese
l'azionista di maggioranza di Telecom Italia è .... ma guarda che caso.... è francese!
anche Luxottica fugge in Francia
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Back
Alto